Elezioni Europee 2019: guida al voto.


Le prossime Elezioni saranno decisive per il futuro dell’Europa post Brexit. L’analisi dei possibili schieramenti e dei partiti politici candidati al Parlamento.


 

Il Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo (PE) è una delle istituzioni fondamentali dell’UE. Secondo l’art.14(1) TEU, esso ha: funzione legislativa e di bilancio (insieme al Consiglio); funzioni di controllo politico e consultive; potere di eleggere il Presidente della Commissione.

I gruppi politici

Nonostante esistano dei partiti europei, costituiti da alleanze di partiti politici che perseguono degli obiettivi comuni[1], la loro funzione all’interno del Parlamento Europeo è molto limitata. All’interno di questa istituzione, infatti, gli europarlamentari si dividono in gruppi politici, che hanno una funzione simile a quella dei gruppi parlamentari nelle legislature nazionali.

Il rapporto tra il PE e la Commissione è assimilabile al rapporto tra il potere legislativo e quello esecutivo di uno Stato. Attraverso la mozione di censura, il PE può infatti “sfiduciare” la Commissione[2], nonostante questo potere non sia mai stato utilizzato. È però importante notare che il mandato del PE è assolutamente fisso e dura cinque anni[3], anche se la Commissione viene destituita. Questo comporta l’assenza di una vera e propria maggioranza o opposizione, poiché le sorti dei deputati non sono legate alla sopravvivenza in carica della Commissione. Per questo motivo i gruppi politici europei si comportano in modo molto più fluido rispetto ai partiti nazionali, formando di volta in volta maggioranze diverse a seconda della proposta avanzata al PE.

Le elezioni

Originariamente le elezioni del PE (chiamato nei trattati semplicemente “Assemblea”) si sarebbero dovute tenere con una “procedura uniforme” in tutti gli Stati Membri[4]. A causa delle grosse difficoltà nel trovare un accordo, tuttavia, il Consiglio rimandò la definizione della procedura, utilizzando provvisoriamente “disposizioni nazionali” per regolare le elezioni[5]. In seguito il Trattato di Amsterdam modificò la dicitura[6] in “princìpi comuni”. Nel 2002 fu quindi deciso che la caratteristica fondamentale dovesse essere il “carattere proporzionale” dell’elezione[7], lasciando ampia discrezione agli Stati Membri circa la legge elettorale specifica da adottare.

Il sistema Spitzenkandidat

Nel tentativo di rafforzare il collegamento tra la volontà popolare e l’esito delle elezioni, dal 2014 viene utilizzato il sistema Spitzenkandidat, che permette ai partiti europei di segnalare un candidato alla presidenza della Commissione Europea. Il PE ha raccomandato di utilizzare lo stesso sistema anche per le elezioni del 2019[8].

Ad accogliere l’invito sono stati il Partito Popolare Europeo (EPP), il Partito del Socialismo Europeo (PES), l’Alleanza Libera Europea (EFA) e l’Alleanza dei Conservatori e Riformisti (ACRE):

Altri tre partiti hanno presentato degli Spitzenkandidaten ma, contrariamente alle indicazioni, ne hanno presentati più di uno: una coppia per i Verdi e il partito della Sinistra Europea, mentre i liberali presentano un team di addirittura sette candidati.

Cosa cambierà con queste elezioni

Le elezioni del 26 maggio saranno sicuramente cruciali per l’Unione Europea. Per la prima volta nella storia, i due storici partiti maggiori (popolari e socialisti) otterranno probabilmente meno del 50% dei voti, mentre si prevede una grossa crescita dei partiti euroscettici.

Secondo la proiezione dei seggi offerta da POLITICO[9], questi sono i numeri dei possibili schieramenti:

È dunque possibile che il Presidente della Commissione venga eletto dalla stessa maggioranza che aveva sostenuto Juncker (S&D, ALDE ed EPP), che potrebbe essere rinforzata con l’inclusione dei verdi (G-EFA).

Una buona performance dei partiti di destra potrebbe però portare a una Commissione di centro-destra (con liberali, popolari e conservatori) o una di destra (con popolari, conservatori e sovranisti). Più lontani sono invece gli schieramenti di sinistra. In entrambi i casi, però, sarebbe necessario trovare un compromesso tra le forze euroscettiche (agli estremi) e le forze europeiste (verso il centro).

Un’occhiata agli schieramenti

EPP

Il gruppo del Partito Popolare Europeo[10] è il più grande del PE dal 1999, ed ha sempre avuto la maggioranza assoluta dei seggi assieme al gruppo dei socialdemocratici (S&D), anche se le cose quest’anno potrebbero cambiare.

Lo Spitzenkandidat proposto dai popolari è Manfred Weber, che è anche il favorito per il ruolo. L’EPP sarà quasi certamente centrale nel consolidamento di qualsiasi maggioranza all’interno del Parlamento.

S&D

S&D[11] è il gruppo formato da uno dei principali partiti europei, il PES, che raggruppa partiti di sinistra e centro-sinistra. Ha storicamente sempre partecipato alla maggioranza di Commissione insieme al Partito Popolare Europeo, di cui ha eletto lo Spitzenkandidat nel 2014 insieme ad ALDE.

Il candidato del PES è Frans Timmermans. Secondo le proiezioni i seggi di S&D diminuiranno notevolmente, a causa di una crisi dei partiti socialisti in tutto il continente. Ciononostante, sembra avere ancora la possibilità di rimanere il secondo gruppo politico per dimensioni.

ALDE

Il gruppo dei liberali è formato dall’omonimo partito e dal Partito Democratico Europeo (PDE/EDP). Si tratta del gruppo che si prevede ottenere il più grande aumento di seggi (+39), il che lo porta per la prima volta nella storia europea a contendere il ruolo di secondo partito al PES.

L’ALDE-party[12] non ha presentato uno Spitzenkandidat, ma un “Team Europe” composto da 7 candidati. Secondo le dichiarazioni di Verhofsdatd, portavoce del gruppo nel PE, la formazione potrebbe cambiare assetto per creare un nuovo gruppo che includa anche la lista di Macron, Renaissance[13] .

ENF (EAPN)

L’Europa delle Nazioni e delle Libertà (ENF)[14] è il gruppo politico fondato da Marine Le Pen e il suo principale partito di riferimento è il Movimento Europeo per un’Europa delle Nazioni e della Libertà (MENF).

Il gruppo tuttavia potrebbe sciogliersi perché Matteo Salvini vuole lanciare un nuovo schieramento, che si chiamerà Alleanza per un’Europa dei Popoli e delle Nazioni (EAPN) e che pare aver già attratto interesse da parte degli ex membri dell’EFN (tra cui la stessa Marine Le Pen)[15], ma anche da alcuni partiti che sedevano precedentemente in ECR o EFDD. Potenziali alleati di questo gruppo sono Fidesz, il partito di Viktor Orbán (ad oggi nell’EPP), e il nuovo Brexit Party di Nigel Farage (ad oggi in EFDD).

EFDD

Il gruppo dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD)[16], fondato da Nigel Farage, sta attraversando un momento di crisi. Quando sembrava che gli inglesi non prendessero parte al voto di maggio, si era già decretato il suo dissolvimento, perché l’unico membro con dimensioni considerevoli è il Movimento Cinque Stelle. Tuttavia, lo straordinario successo che il nuovo Brexit Party di Nigel Farage suggerisce la possibilità di una replica del gruppo – sempre che Farage non decida alla fine di schierarsi con Salvini.

Nel frattempo, il M5S ha provato a consolidare i propri legami con diversi altri partiti europei, tra cui il polacco Kukiz’15, il croato Živi zid, il finlandese Liike Nyt e il greco Akkel[17]. Le dimensioni ridotte di questi alleati tuttavia non sembrano garantire la possibilità di formare un nuovo gruppo politico.

ECR

Il gruppo dei Conservatori e Riformisti[18] fa capo all’Alleanza dei Conservatori e Riformisti (ACRE). Il gruppo è in perdita nelle proiezioni soprattutto a causa del ridimensionamento dei Conservatives nel Regno Unito, dato che gli altri membri sono tutti di dimensioni ridotte, eccetto il polacco PiS e lo svedese Sverigedemokraterna.

ACRE ha tuttavia presentato un proprio Spitzenkandidat ed elaborato un ambizioso piano di riforma dell’Unione Europea in senso nazionalista, al culmine di un progetto di dédiabolization dei suoi affiliati.

G-EFA

Il gruppo politico dei Verdi[19] riunisce il Partito dei Verdi Europei (Greens) e l’Alleanza Libera Europea (EFA), entrambi con i propri Spitzenkandidaten. Nonostante la buona performance generale dei verdi in Europa, il gruppo non sembra esser destinato ad avere un consistente aumento dei propri seggi, dato che l’unico Paese di grandi dimensioni in cui hanno aumentato di molto le proprie dimensioni è la Germania, con Bündnis 90/Die Grünen in ottime condizioni.

GUE/NGL

Il gruppo GUE/NGL[20] unisce i partiti più a sinistra del PE. Il principale partito europeo che la forma è infatti il Partito della Sinistra Europea (PEL). In Italia sarà presente la lista La Sinistra che fa riferimento a questo gruppo.

Il PEL ha presentato due Spitzenkandidaten per il ruolo di Presidente della Commissione, ma è improbabile che entri in accordi con altre formazioni. Secondo le proiezioni, è il gruppo che dovrebbe subire meno variazioni rispetto alla scorsa tornata elettorale.


[dropcap]Note[/dropcap]

 

 

 

[1] Un elenco dei partiti riconosciuti dall’Unione Europea al momento si può trovare qui: http://www.appf.europa.eu/appf/en/parties-and-foundations/registered-parties.html

[2] Art.17(8) TEU e art.234 TFEU

[3] Art.14(3) TEU

[4] Vedi Art.21(3) CECA; Art.138(3) TEU; Art.108(3) Euratom

[5] Art.7 (1-2) OJ [1976] L278/1

[6] Art.223(1) TFEU

[7] OJ [2002] L283/1

[8] Comunicato Stampa del 28 febbraio 2018 (http://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20180226IPR98611/pe-insiste-sulla-procedura-spitzenkandidaten-per-le-prossime-elezioni-europee)

[9] https://www.politico.eu/2019-european-elections/

[10] https://www.epp.eu/

[11] https://www.socialistsanddemocrats.eu/it

[12] https://alde.eu/en/

[13] https://www.ilpost.it/2019/05/03/alde-liberali-parlamento-europeo/

[14] https://www.enf.eu/

[15] http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2019/04/08/europee-nasce-alleanza-europea-dei-popoli-e-delle-nazioni_577f8a82-2bbe-469a-9a65-30febe652085.html

[16] http://www.efddgroup.eu/

[17] https://www.ilpost.it/2019/01/11/alleati-movimento-5-stelle-europa/

[18] https://ecrgroup.eu/

[19] https://www.greens-efa.eu/en/

[20] https://www.guengl.eu/


Copertina: Dinamopress