L’ASEAN (Associazione del Sud-Est Asiatico) fin dalla sua nascita, avvenuta nella seconda metà degli anni ’60 del Novecento, si propone un’organizzazione con lo scopo di garantire stabilità nella regione del Sud-Est Asiatico promuovendo le relazioni con i Paesi ad essa adiacenti prima fra tutti l’Australia.
Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico
L’ ASEAN è un’organizzazione nata dall’iniziativa degli attori dell’Asia Pacifico nel 1967 è composta da 10 membri. I Paesi fondatori sono Filippine Singapore, Malesia, Indonesia e Thailandia. L’Associazione nasce con la Dichiarazione di Bangkok[1] nella quale venivano enunciati gli intenti e gli obiettivi dell’associazione medesima. Primo fra tutti veniva espressa la necessità della crescita economica, il progresso sociale e lo sviluppo culturale nella regione attraverso la cooperazione tra Stati in maniera tale da garantire la sicurezza e la stabilità nell’area.
Un aspetto da considerare riguarda il fatto che l’Associazione nasce nel periodo della guerra fredda e dalla volontà dei cinque Paesi fondatori di combattere contro il comunismo che stava imperversando nell’area. Questi Paesi appena menzionati erano schierati nel campo occidentale e gli stessi Stati Uniti premevano per la nascita dell’ASEAN favorendo la stabilità regionale con l’ingresso nell’Associazione dell’Indonesia. L’Indonesia era appena uscita, nel 1965 dal conflitto interno tra l’esercito e il Partito Comunista Indonesiano. Due anni dopo viene fondata l’ASEAN con la stessa Indonesia.
L’Associazione opera tramite il metodo dell’ASEAN Way composto da quattro principi ovvero la non interferenza negli affari interni degli Stati, la soft diplomacy[2], il non uso della forza, il dialogo e consenso[3] concretizzato in un processo informale e non vincolante. Proprio quest’ultimo principio pone delle problematiche non di poco conto all’Associazione stessa. In linea generale il metodo dell’ASEAN Way è stato più volte criticato in quanto le decisioni, pur basate sul dialogo e consenso di tutti i membri, risultano rischiose perché non c’è nessun obbligo vincolante da parte dei Paesi membri di prendere una certa decisione e costituisce un rischio per la stessa Associazione che in questo modo non può incidere nelle questioni di carattere regionale.
Pur non potendo incidere nelle questioni regionali l’Associazione ha continuato ad evolversi e ad ampliarsi. Nel 1984 entra a farne parte il Brunei.
In seguito, a partire dalla seconda metà degli anni ’90 entrarono diversi Paesi: il Vietnam nel 1995, il Laos e la Birmania (attuale Myanmar) nel 1997 e la Cambogia nel 1999.
Nel corso degli anni per promuovere la stabilità nella regione l’ASEAN stabilì un solido rapporto con altre simili organizzazioni regionali. Questa intenzione dell’ASEAN diede luogo a degli incontri con i ministri degli esteri dei Paesi membri ossia Asean Regional Forum (AFR). Il primo si tenne nel 1994. Lo scopo era quello di avviare discussioni strategiche comuni tra i Paesi dell’ASEAN e quelli delle regioni adiacenti che aderiscono all’iniziativa come il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, gli Stati Uniti, il Canada, la Nuova Zelanda, il Laos, il Vietnam, la Russia.
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L’ Australia e il Sud-est Asiatico
Per quanto riguarda l’Australia questo Paese ha legami stabili con l’ASEAN fin dal 1974 anno del Dialogo di partenariato con la stessa Associazione. Da quel momento in poi l’Australia partecipò a vari summit come l’ASEAN Regional Forum o all’incontro dei Ministri degli Esteri dei membri dell’ASEAN. Tutti questi incontri furono necessari al fine di assicurare un commercio regionale nell’area.
La volontà di cooperazione tra l’ASEAN e l’Australia proviene da vari esempi come la Dichiarazione nel marzo 2018 tra l’Australia e il Vietnam la quale oltre a rafforzare le relazioni bilaterali, hanno ribadito di lavorare reciprocamente nell’alveo dell’ASEAN e della stabilità nella regione includendovi la cooperazione contro il terrorismo, il traffico di esseri umani, la lotta contro il cambiamento climatico, promuovendo la crescita economica e gli investimenti, rimarcando inoltre il principio della libertà di navigazione.[4]
Dal 2021 tra l’ASEAN e Australia sono sancite relazioni importanti. Le parti, durante il loro primo Summit, siglarono il Comprehensive Strategic Partnership. Per un valore di $ 154 milioni in dieci anni il pacchetto rappresenta il più grande aumento nel programma di cooperazione allo sviluppo dell’Australia con l’ASEAN.
L’accordo prevede 100 borse di studio dell’Australia per sviluppare la cooperazione nell’Indo-Pacifico nel settore della connettività, in quello marittimo e per le economie di sviluppo e nel settore della digitalizzazione[5].
Un altro esempio importante delle relazioni tra Australia, Paesi membri dell’ASEAN e in aggiunta, anche la Nuova Zelanda riguarda la Zona di libero scambio (AANZFTA) entrata in vigore nel Gennaio 2010. Tramite questo accordo si è eliminato il 96% delle tariffe dei beni esportati verso i mercati del Sud-Est Asiatico.
L’ASEAN e la postura sulle rivendicazioni marittime nella regione
L’ASEAN si pose come obiettivo quello di creare un fronte unito contro le ingerenze esterne con l’intento di isolarla dalle competizioni delle grandi potenze e garantire stabilità e sicurezza nell’area.
L’Associazione riuscì ben poco nel suo intento poiché le diatribe tra gli Stati nella regione, in particolare nel Mar Cinese Meridionale ebbero il sopravvento. Questo è possibile spiegarlo dal fragile metodo dell’ASEAN Way ossia prendere le decisioni sul consenso tra i membri senza obbligo di vincolarsi a esse. In questo senso nelle diverse dichiarazioni era rimarcata la piena responsabilità degli Stati nella tutela della propria sicurezza[6].
I membri dell’ASEAN alla fine degli anni ’90 inizio 2000 riuscirono a ingaggiare anche la Repubblica Popolare Cinese in diversi impegni regionali.
In modo particolare nel 2002 da un lato l’ASEAN e la Repubblica Popolare Cinese dall’altro, firmarono un Codice di Condotta (CoC) che non è un trattato internazionale, ma una dichiarazione politica di intenti[7]. Quest’ultima ribadiva cinque fondamentali principi condivisi da ciascuna delle controparti come il rispetto della sovranità ed integrità territoriale, la convivenza pacifica, la non interferenza negli affari interni agli Stati, il principio di non aggressione reciproca e l’uguaglianza e vantaggio reciproco. Si è capito che questo strumento è stato considerato dalla Repubblica Popolare come la volontà di impegnarsi in un processo multilaterale per affrontare alcune controversie con alcuni Paesi dell’ASEAN. La discussione sul Codice di Condotta, strumento legalmente vincolante, non si tradusse nel tempo in osservanza da parte degli Stati[8].
Inoltre la difficile risoluzione delle diatribe nella regione si può riscontrare dall’atteggiamento della Repubblica Popolare che è solita adoperare una strategia di “aggiramento” per ritardare ed eliminare ogni progresso nelle consultazioni[9].
Nonostante queste diatribe nella regione i Paesi dell’ASEAN considerano la Repubblica Popolare Cinese il più importante partner commerciale nella regione ed una potenza che svolge un ruolo chiave nel mantenimento della pace, della stabilità e della cooperazione in Asia orientale.
Questa visione ribadita anche dall’attuale Presidenza cinese di Xi Jinping il quale per espandere il proprio progetto della Nuova Via della Seta ha siglato, a fine 2020, con i Paesi dell’ASEAN più Australia, Giappone e Corea del Sud il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP). Questo accordo è entrato in vigore il 1° Gennaio 2022. Il RCEP copre un’area in cui vive circa 1/3 della popolazione mondiale e che da sola rappresenta il 30% del PIL globale[10].
Conclusioni
Il ruolo dell’ASEAN nella regione è importante in quanto, come detto precedentemente accomuna gli Stati ad un senso di appartenenza ad una comunità regionale. Inoltre si è visto che i membri considerano la Repubblica Popolare un partner commerciale mentre per quanto riguarda il tema della sicurezza e difesa i membri ASEAN fanno affidamento agli Stati Uniti impegno che Washington nella regione ha iniziato durante la guerra fredda per contrastare il comunismo nella regione.
Note
[1] The Asean Declaration (Bangkok declaration), 8 Agosto 1967- https://agreement.asean.org/media/download/20140117154159.pdf
[2] Il soft power è un termine utilizzato nelle relazioni internazionali per descrivere la capacità di uno Stato di esercitare una certa influenzare grazie all’uso di strumenti immateriali quali la cultura valori e tradizioni. Per uno Stato significa puntare sulla propria reputazione e sulla propria immagine all’estero.
[3]Seasea- Good news from Southest Asia What is Asean Way by Hazami- https://seasia.co/2020/01/21/what-is-asean-way.
[4] Joint Statement on the Establishment of a Strategic Partnership between the Government of Australia and the Government of the Socialist Republic of Viet Nam- https://vietnam.embassy.gov.au/hnoi/JS180315.html.
[5] The Asean – Australia Comprehensive Strategic Partnership – a year of progress- https://asean.mission.gov.au/aesn/CSP_02.html.
[6] A. Acharya, Constructing a Security Community in Southeast Asia. ASEAN and the Problem of Regional Order, Routledge, New York, 2009, pp. 89-90.
[7]2002 Declaration on the Conduct of Parties in the South China Sea https://cil.nus.edu.sg/wp-content/uploads/2017/07/2002-Declaration-on-the-Conduct-of-Parties-in-the-South-China-Sea.pdf
[8] L. Buszynski, ASEAN, The Declaration on Conduct, and the South China Sea. Contemporary Southeast Asia, vol. 25 n. 3, 2003, pp. 343–362.
[9] S. Tiezzi, Why China isn’t interested in a South China Sea code of conduct. The Diplomat, 2014, February 26, http://thediplomat.com/2014/02/why-china-isnt-interested-in-a-south-china sea-code-of-conduct/.
[10] Asia Pacifico firmato il RCEP, il più grande accordo di libero scambio al mondo-https://www.assolombarda.it/servizi/internazionalizzazione/asia-pacifico-firmato-il-rcep-il-piu-grande-accordo-di-libero-scambio-al-mondo
Foto copertina: Le Relazioni tra ASEAN e Australia