La società sudcoreana attraverso i k-drama


I k-drama non hanno solo un ruolo di intrattenimento, ma anche una funzione di denuncia di problematiche e criticità presenti in Corea.


L’immenso successo dell’onda coreana (Hallyu) ormai è noto in ogni parte del mondo. Come sottolineato da Joseph Nye, il soft power infatti è la capacità di raggiungere obiettivi nazionali tramite l’attrazione invece che la coercizione.[1] La Corea del Sud ha afferrato il concetto e nel 2023 si classifica 15esima nel “Global Soft Power Index”. Questo indicatore ci mostra il continuo incremento dell’influenza di Seoul nel mondo negli anni. Se volete approfondire il soft power sudcoreano, qui trovate un approfondimento sul tema. Ma non dilunghiamoci troppo.
Con K-drama ci si riferisce alle serie televisive in lingua coreana realizzate in Corea del Sud. Da qualche anno ormai stanno spopolando ed è recente l’annuncio del colosso Netflix di investire ben $2,5 miliardi nella produzione di contenuti sudcoreani nei prossimi 4 anni.[2]
Inoltre il 28 aprile 2023 a Seoul si è tenuta la serata dei Baeksang Art Awards, in cui ogni anno dal 1965 vengono premiati i prodotti e i contenuti di eccellenza nel cinema, nelle serie tv e nel teatro sudcoreano. Ma da cosa è dovuto tutto questo successo? Sicuramente un fattore da tenere in considerazione è ormai la facile reperibilità e fruizione di tali prodotti rispetto ad anni fa. Pensiamo a Rakuten Viki che permette la visione di tantissimi prodotti asiatici gratis, ma non solo, come sottolineato prima anche i colossi come Netflix, Prime Video e Disney Plus si sono adoperati per cavalcare l’onda sudcoreana.
Il successo è assicurato anche per un altro motivo, i K-drama soddisfano tutti i gusti e generi: storico, medical, romance, action, fantasy, mistery, comedy, horror…ma soprattutto, trasportano noi occidentali in un mondo completamente nuovo, fatto di regole, tradizioni, usi e costumi estremamente differenti dalla nostra quotidianità. Proprio per questo attraverso i K-drama possiamo conoscere e approfondire la società sudcoreana, perché questi non hanno solo un ruolo di intrattenimento, ma anche una funzione di denuncia di problematiche e criticità presenti in Corea. Quindi senza indugiare ora vediamo nel dettaglio alcuni K-drama selezionati.

First Shop Coffee Prince

È un K-drama del 2007 ed è uno dei primi ad affrontare il tema della sessualità e dell’orientamento sessuale fuori dai canoni uomo-donna. In particolare, il protagonista maschile Han Kyul (Gong Yoo) si trova a riflettere sul proprio orientamento sessuale, quando assume nel suo cafè di successo Eun Chan (Yoon Eun Hye), una ragazza che si spaccia per un maschio per ottenere il posto di lavoro. Tra i due scatta la scintilla e Han Kyul deve accettare di essere attratto da un altro uomo. Oggi può sembrare scontato e lasciare dell’amaro per non aver osato nel raccontare effettivamente una relazione tra due uomini, però 15 anni fa, questo K-drama ha fatto molto parlare ed è stato pluripremiato divenendo un cult in Corea del Sud. Attualmente, secondo l’Equaldex Data, la Sud Corea ha un punteggio di 54/100 riguardo i diritti della comunità LGBTQ+.[3] In particolare è riscontrato dall’indicatore una carenza di diritti legali (69/100) e soprattutto un’importante chiusura da parte dell’opinione pubblica (38/100). Il K-drama è composto da 17 episodi ed è disponibile su Rakuten Viki.

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True Beauty e My ID is Gangnam Beauty

La bellezza in Corea del Sud non va presa alla leggera, ci sono dei canoni ferrei da rispettare e l’ideale estetico può trasformarsi in un incubo. Per questo non è raro per gli adolescenti sudcoreani sottoporsi alla chirurgia plastica già in giovane età. Secondo le statistiche del 2020 il 25% delle ragazze tra i 19 e i 29 anni si sottopone ad interventi di chirurgia, mentre solo il 2% degli uomini ricorre a tale pratica. Ma le statistiche aumentano nella fascia di età 30-39, dove le donne salgono al 31% e gli uomini al 4%.[4]
Il primo K-drama, True Beauty (2020), racconta di Lim Ju-kyung (Moon Ga-young) una studentessa liceale che viene bullizzata dai suoi compagni di scuola perché considerata brutta. Quasi portata a tentare il suicidio Lim Ju-kyung decide di cambiare scuola e attraverso le sue doti da truccatrice si trasforma in una vera e propria “dea”.
Nonostante ciò, Lim Ju-kyung vive nella continua ansia di essere scoperta. True Beauty riesce a toccare in salsa teen, tematiche estremamente pesanti. Non solo il problema dei canoni estetici, ma anche quello del bullismo (estremamente sentito e serio in Corea) e del suicidio. Quest’ultima tematica viene non solo toccata in generale – la Corea del Sud è il paese con il tasso più altro di suicidi tra quelli dell’OSCE[5] – ma anche con particolare riferimento all’industria del k-pop che porta molti giovani allo stremo, a causa delle pressioni di tale mondo (è veramente di poche settimane fa la notizia del suicidio di Moonbin, un idol di 25 anni membro del gruppo k-pop Astro). Il k-drama è disponibile su Rakuten Viki, è composto da 16 episodi ed è tratto dal webtoon di Yaongyi.
Come anticipato molti giovani per rispettare i canoni estetici sudcoreani ricorrono alla chirurgia e sono i cosiddetti “Gangnam Beauty”.
Infatti, Gangnam è uno dei quartieri più “in” di Seoul, ricco di negozi firmati, auto di lusso…e un elevato numero di centri per la chirurgia plastica.
La protagonista di My ID is Gangnam Beauty (2018) è una ragazza universitaria che si è sottoposta alla chirurgia plastica perché si è sempre sentita, e fatta sentire, al di sotto degli standard di bellezza.
Le cose però si complicano quando nel campus si viene a sapere del suo intervento. Anche questo k-drama è disponibile su Rakuten Viki ed è composto da 16 episodi.

Sky Castle

Il sistema di istruzione sudcoreano è estremamente duro e competitivo. Per entrare in una buona università è infatti necessario sostenere al meglio il cosiddetto CSAT (College Scholastic Ability Test), un esame di 9 ore dove gli studenti vengono valutati su diverse materie.
Sky Castle (2018) mette in evidenza proprio la durezza e competitività di tale sistema, il quale viene alimentato anche dalle stesse famiglie degli studenti. Nel k-drama viene raccontato di uno dei quartieri di lusso di Seoul, appunto Sky Castle, dove risiedono famiglie estremamente benestanti e facoltose. Qui un gruppo di mamme fa di tutto per garantire l’accesso dei propri figli alla scuola di medicina dell’università di Seoul. Portato all’estremo, questo k-drama mostra fin dove le famiglie sono disposte ad arrivare. Sky Castle ha avuto un enorme successo in Corea del Sud proprio perché ha denunciato l’esistenza di un sistema educativo estremamente malato. È composto da 20 episodi ed è disponibile su Viki Rakuten. Recentemente è anche uscito su Netflix il k-drama “Corso accelerato sull’amore”, nonostante sia molto romanzato, racconta di un altro fenomeno del sistema educativo sudcoreano: i cosiddetti “star lecturer”. Insegnanti che, come sottolinea The Korea Herald, utilizzano l’aula come un vero e proprio palcoscenico per aiutare gli studenti a migliorarsi.[6]
Questo k-drama racconta infatti di una madre che decide di iscrivere la figlia ad un’accademia (hagwon) per migliorarsi in vista dell’esame per entrare all’università. Qui insegna Choi Chi-yeol (Jung Kyung-ho) chiamato anche “uomo da 1 trilione di won”, la star della matematica più famosa del momento. Corso accelerato sull’amore è uscito nel 2023 ed è un k-drama composto da 16 episodi.

D.P.

D.P. (2021) è un k-drama originale Netflix che trasporta su schermo il webtoon D.P. Dog’s Day di Kim. Ha ottenuto un incredibile successo in Corea del Sud, rimanendo per numerosissime settimane nella top 10 del paese. Come mai? La serie tratta un tema estremamente delicato, soprattutto per gli uomini sudcoreani: il militare. Racconta in modo crudo e reale ciò che succede durante la leva militare, che in Corea dura circa 2 anni.
Attraverso il protagonista An Jun-ho (Jung Hae-in) entriamo nella psicologia dei disertori e nella violenza e i soprusi che hanno subito durante l’addestramento. An Jun-ho infatti diviene un D.P., ovvero un Deserter Pursuit che ha l’obiettivo di rintracciare e arrestare i disertori.
In questo k-drama la leva viene raccontata nei suoi aspetti più oscuri fatti di violenza, bullismo e abuso da parte dei superiori verso i nuovi arrivati. Proprio perché tra Corea del Sud e del Nord si ha solo un armistizio – formalmente sono ancora in guerra perché nessun trattato di pace è stato firmato – la leva militare è mantenuta obbligatoria per tutti i ragazzi tra i 18 e i 28 anni. La serie è composta da 6 episodi e Netflix ha confermato una seconda stagione.

Something in the Rain

La protagonista Yoon Jin-ah (Son Ye-jin) è una donna di 35 anni non sposata.
E già questo rende la vita di Yoon Jin-ah estremamente difficile perché sente il peso del pregiudizio sociale. A ciò si aggiunge un ex fidanzato stalker e un ambiente lavorativo dove le impiegate subiscono continuamente molestie da parte dei superiori. La protagonista si innamora di un uomo (Jung Hae-in) più giovane di lei e che non proviene da una buona famiglia, questo complicherà ancora di più le cose, soprattutto con sua madre.
È un k-drama che tratta di crescita e presa di coscienza da parte di una donna che è considerata un fallimento nella società. Riscoprirà in realtà quanto è preziosa e merita rispetto. La questione femminile è posta al centro e sviscerata. Something in the Rain è uscito nel 2018, è disponibile su Netflix ed è composto da 16 episodi.

The Glory

Nominando il bullismo non potevamo non soffermarci su The Glory (2022). Racconta di una giovane donna Moon Dong-eun (Song Hye-kyo) che a scuola veniva pesantemente bullizzata. Stremata da questi soprusi Moon Dong-eun si vede costretta a lasciare la scuola. Negli anni futuri la donna mette in atto un vero e proprio piano per vendicarsi di chi l’ha bullizzata. Tra le scene più forti della serie è impossibile non citare la parte in cui la ragazza viene bruciata ripetutamente con una piastra per capelli.
Questa scena in particolare è infatti ispirata a una storia vera e non isolata purtroppo.[7] Il k-drama è disponibile su Netflix ed è composto da 16 episodi.
La serie è diventata un vero e proprio fenomeno globale e ha sollevato tantissime opinioni riguardo il bullismo nelle scuole e le inesistenti punizioni per chi commette questi atti.

La Giudice

Punizioni inesistenti perché coloro che commettono i reati sono minorenni. La Giudice (2022) racconta proprio della legge che vige per i minori in Corea del Sud, il cosiddetto “Juvenile Act”, dove i crimini commessi dai giovani possono essere risolti con punizioni estremamente leggere. Il k-drama pone proprio al centro una riflessione tramite la giudice Sim Eun-seok (Kim Hye-soo), ovvero i limiti e i benefici di una punizione estremamente clemente.


Note

[1] Joseph Nye, “Soft Power: The Means To Success In World Politics”, PublicAffairs, 2004.
[2] Rai News, “Netflix investirà 2,5 miliardi di dollari in Corea del Sud”, 25/04/2023.
[3] Equaldex, https://www.equaldex.com/ , visitato 3 maggio 2023.
[4] Statista, https://www.statista.com/statistics/1111220/south-korea-plastic-surgery-experience-by-age-and-gender/, visitato 3 maggio 2023.
[5] Statista, https://www.statista.com/statistics/1266884/south-korea-monthly-deaths-by-suicide/#:~:text=In%20August%202022%2C%20an%20estimated,Cooperation%20and%20Development%20(OECD)., visitato 3 maggio 2023.
[6] The Korea Herald, “Star lecturers: Divas of private education and inspiration for many”, https://www.koreaherald.com/view.php?ud=20230210000460, visitato il 3 maggio 2023.
[7] Persi in Corea,  https://www.youtube.com/watch?v=q6ILXVKKOJg, visitato il 7 maggio 2023.


Foto copertina: I k-drama non hanno solo un ruolo di intrattenimento, ma anche una funzione di denuncia di problematiche e criticità presenti in Corea.