“Sul Monte Athos – Viaggio nell’anima senza tempo della Montagna sacra” a cura di Fabrizio Ardito, Ediciclo edizioni, è un reportage nella piccola repubblica autonoma, luogo sacro per eccellenza del mondo cristiano orientale, che ogni anno attira tantissimi pellegrini ai piedi dell’Άγιον Όρος
Nella mitologia greca, Athos era un gigante originario della Tracia che era in continua lotta con Poseidone, dio del mare. Durante uno di questi scontri violenti, Athos rimase ucciso dal dio che lo seppellì sotto un’enorme montagna che prese il nome del gigante[1].
Nel libro (pgg 11) si fa riferimento anche alla natura religiosa del Monte Athos, infatti si narra che Theotókos (colei che ha generato Dio, la Vergine), in viaggio con l’evangelista San Giovanni da Giaffa, sulla costa della Palestina, a Cipro, dove il fratello Lazzaro era vescovo di Kition dopo una tempesta si sia fermata proprio li nella zona. Affascinata dalla bellezza di questa terra, la madre di Cristo avrebbe udito le parole provenienti dal cielo «…che questo luogo sia la tua eredità e il tuo giardino». Da questo episodio il nome evocativo di “Giardino della Vergine” attribuito al Monte.
In seguito il Monte Athos attirò alcuni eremiti, tra cui sant’Atanasio che vissero in completo isolamento in grotte o piccoli ripari. Non è possibile conoscere con certezza le date delle prime fondazioni dei monasteri.
Il Monte Athos è la penisola più orientale delle tre che compongono la Calcidica, nella Grecia settentrionale, ed è un vero e proprio Stato autonomo all’interno della sovranità greca. La “terza gamba” della penisola Calcidica ha una superficie di 335 chilometri quadrati e si tuffa nel Mar Egeo per 50 chilometri di lunghezza e per una larghezza che varia tra i 7 e i 12 chilometri[2].
Su questo lembo di terra, ritenuto sacro, ci sono 20 monasteri ortodossi suddivisi gerarchicamente secondo la loro importanza, di cui 17 greci, uno russo, uno serbo e uno bulgaro, monumenti religiosi di immenso valore artistico spesso edificati sulla sommità di piccole colline. Solo la comunità monastica, che oggi conta poco più di un migliaio religiosi, può stabilirsi nella penisola.
L’accesso è severamente vietato alle donne, mentre per i visitatori laici l’ingresso è ammesso una volta ottenuto un permesso speciale. L’amministrazione del Monte Athos è regolata secondo un corpo di leggi (il sesto typikon) redatto nel 1783.
È in questo contesto che Fabrizio Ardito[3], viaggiatore e camminatore, accompagna il lettore in un viaggio fuori dal tempo.
Il libro è ricco di informazioni utili per i futuri viaggiatori interessati a raggiungere il mitico monte. Da come ottenere il visto d’ingresso all’ospitalità dei monasteri[4], dall’equipaggiamento consigliato a come arrivare, e soprattutto una descrizione dei sentieri più interessanti.
Note
[1]https://www.puntogrecia.gr/sezioni/miscellanea/1634-monte-athos-una-santa-montagna-per-la-vergine-maria,-un-regno-di-uomini-e-una-storia-di-donne-proibite-parte-1#:~:text=Nella%20mitologia%20greca%2C%20Athos%20era,prese%20il%20nome%20del%20gigante.
[2] https://www.grecia.info/grecia-continentale/penisola-calcidica/monte-athos/
[3] Fabrizio Ardito, giornalista e fotografo nato a Roma, è autore di numerosi articoli, reportage, speciali tv e volumi dedicati al turismo, all’escursionismo, alla speleologia e ai monumenti sotterranei delle città d’Italia.
[4] I monasteri richiedono una prenotazione per l’ospitalità che può durare al massimo una notte.
Foto copertina: Vista sul Monte Athos dalla porta di entrata del Monastero di Pantokratoros. L’Espresso