Nell’attentato, rivendicato dalla branca yemenita di Al-Qāʿida (o Ansar al-Sharia), furono assassinate dodici persone, mentre undici rimasero ferite.
Il 7 gennaio 2015, intorno alle 11:30 del mattino, due individui mascherati e armati di AK-47 entrarono negli uffici del giornale, dichiarandosi affiliati di Al-Qaeda e intimando alla disegnatrice Corinne Rey, tenuta in ostaggio e poi rilasciata, di immettere il codice numerico per entrare nella sede di Charlie Hebdo. Hanno poi aperto il fuoco contro i dipendenti, sparando svariati colpi e gridando in lingua araba Allāhu Akbar (“Allah è grande”) e causando dodici vittime.
Charlie Hebdo
E’ un periodico settimanale satirico francese, dallo spirito caustico e irriverente. La testata, fondata nel 1970, pubblica vignette e articoli dissacranti nei riguardi della politica, soprattutto nei confronti di soggetti di estrema destra, e di ogni tradizione religiosa, in particolare il cristianesimo, l’Islam e l’ebraismo. In passato, in seguito alla pubblicazione di vignette ritenute offensive da una parte del mondo musulmano, si erano verificate violenti proteste. Era accaduto nel 2006 quando il giornale ha ripubblicato la serie delle caricature di Maometto del giornale Jyllands-Posten e nel 2011 quando la sede fu attaccata nella notte tra il 1 e il 2 novembre in seguito alla pubblicazione della copertina del numero 1001 dal titolo “Charia Hebdo” rappresentante Maometto.
Gli Attentatori
Gli autori della strage nella sede di Charlie Hebdo sono i fratelli Saïd Kouachi, rispettivamente nati il 7 settembre 1980, e Chérif Kouachi, il 29 novembre 1982, jihādisti franco-algerini di Gennevilliers.Un terzo uomo, il diciottenne Hamyd Mourad, fu inizialmente sospettato di aver aiutato i fratelli Kouachi a compiere la strage, ma si è poi consegnato alla polizia spontaneamente in quanto aveva un alibi.
Nel processo che si è tenuto lo scorso 17 dicembre, sono state emesse condanne all’ergastolo e pene dai 30 ai 4 anni ai complici dei tre killer islamisti autori dell’attentato a Charlie Hebdo e nel supermercato Hyper Cacher.
Mohamed Belhoucine, mentore di Amédy Coulibaly, il terrorista del supermercato di prodotti kosher è stato condannato all’ergastolo, ma in aula non c’era. E’ latitante, probabilmente già morto in Siria.
In Siria e introvabile, anche Hayat Boumeddiene, la compagna di Coulibaly, che lo aiutò a organizzare l’attentato e poi fuggì in Siria prima della strage. E’ stata condannata a 30 anni di reclusione. Trent’anni anche al franco-turco Ali Riza Polat, il principale accusato presente in aula, per “complicità” con i terroristi.
Je suis Charlie
L’11 gennaio 2015 si spiega per le strade di Parigi un corteo di oltre due milioni di persone, oltre tre milioni e mezzo in tutta la Francia, che espressero solidarietà alle vittime degli attentati e ai loro familiari. #JeSuisCharlie è lo slogan e il logo creato da art director francese Joachim Roncin e adottato dai sostenitori di libertà di parola e la libertà di stampa.
Lo slogan è stato adottato in tutto il mondo, è stato utilizzato nella musica, visualizzato in cartoni animati e stampati, ed è diventato il nuovo nome di una piazza cittadina in Francia.