Assad vola a Mosca: Un meeting inaspettato


Con grande sorpresa da parte del panorama internazionale, il Presidente Assad si reca a Mosca per dialogare con il Presidente Putin.


 

In data 13 settembre 2021, con grande sorpresa e senza grandi preannunci il Presidente Assad si è recato a Mosca per dialogare con il suo omologo Vladimir Putin[1]. Il legame tra le due figure è sempre stato molto forte e controverso ed è possibile affermare che Assad può vantare del quasi totale controllo del suo paese a seguito della crisi siriana quasi esclusivamente grazie al supporto delle forze russe presenti sul territorio[2]. Infatti, una delle tematiche più scottanti affrontate dai due ha riguardato il da farsi per i territori ancora sotto controllo turco e statunitense.

I due leader hanno posto sul tavolo dei negoziati la cooperazione tra gli Eserciti di Mosca e Damasco e la strategia da adottare per neutralizzare le ultime enclavi poste sotto il controllo dei ribelli, sostenuti da Stati Uniti e Turchia[3].

Una tematica, come detto, scottante e che ha suscitato non poca preoccupazione soprattutto a causa della “segretezza” con cui il tutto si è svolto. Segretezza giustificata prontamente dal Cremlino per motivi di sicurezza, ma che ha lasciato perplessi soprattutto gli attori direttamente coinvolti dalle possibili decisioni prese.

A riportare l’incontro, che non era stato annunciato per “ragioni di sicurezza”, come ha spiegato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, è stata l’agenzia di stampa russa TASS, martedì 14 settembre. Durante il bilaterale, svoltosi al Cremlino, il presidente della Federazione Russa ha elogiato gli “sforzi congiunti” dei due Paesi, sottolineando che questi hanno permesso di liberare gran parte del territorio siriano dai terroristi[4].

La reazione Usa

La reazione più contrariata al meeting tra i due presidenti è stata proprio quella degli Stati Uniti che ad oggi considerano Assad un dittatore che ha a più riprese violato i diritti umani del suo stesso popolo nonché responsabile dell’escalation di violenza sul territorio siriano.

 “We view the red carpet welcome for Assad, who has used chemical weapons against his own people, at odds with the stated goal by the Russians for a political transition in Syria,” White House spokesman Eric Schultz told reporters, according to the BBC.[5]

La questione siriana resta ad oggi molto delicata per gli Usa poiché la guerra civile nel paese ha visto forse il primo e più plateale esempio di disengagement statunitense dal teatro mediorientale. Nonostante le condanne alle azioni del governo di Assad non vi è stato un intervento militare Usa massivo contrariamente rispetto alla dottrina dell’ultima parte degli anni 90 e dell’inizio degli anni duemila[6]. Questo, ha lasciato ampio spazio di manovra ad altri attori e in questo particolare teatro la Russia ha potuto recitare appieno il ruolo di protettore dell’alleato siriano. Una mossa, quella del governo russo, che ha garantito la sopravvivenza di un fondamentale alleato regionale e che ha fornito un eccellente spunto per la narrazione statale interna portata avanti da Putin.

As Putin loses his old basis for legitimacy – his capacity to guarantee steadily improving standards of living – he is seeking to shore up his position with a narrative of foreign threats and external triumphs. The agencies play a crucial role not just in supporting the narrative but also in conducting operations against enemies of the state, both real and constructed. Counterterrorism has long been a priority across the services and is often conducted abroad, from monitoring and if need be eliminating ringleaders and supporters, through to interdicting sources of finance and recruits.[7]

La liberazione delle ultime enclavi

Come accennato, la liberazione delle enclavi sotto controllo turco (in particolare la provincia di Ildib) e i territori Curdi sotto protezione di forze Usa rappresentano l’obiettivo finale di Assad per poter affermare il suo potere sul 100% del paese e per perseguire questo delicatissimo scopo l’aiuto russo è fondamentale. Difatti, perno della strategia di Assad è stata l’aviazione russa e le sue incursioni nei confronti dei “ribelli” e nel ruolo di mediazione con gli altri attori che quest’ultima svolge costantemente, in particolare modo con il governo turco per la questione della regione di Idlib.

In recent weeks, Syrian opposition activists said Russian warplanes carried out air attacks on the northwestern province of Idlib, the last major rebel stronghold in the country. The region is home to about four million people, many internally displaced by the conflict. Last week, a Russian-negotiated ceasefire deal went into effect to end a government siege and intense fighting in the southern city of Deraa. The deal brought areas held by the rebels in the city under government control for the first time since 2013.[8]

Infine, nonostante le condanne, non è fermo neanche il dialogo con il governo statunitense e su questo fronte recentissimi sono gli sviluppi che vedrebbero il ministro degli esteri russo, Lavrov, in procinto di incontrare il Segretario di Stato Kerry, probabilmente per discutere della questione siriana ma anche di Afghanistan.

The U.S. has already expressed its disapproval of Russia’s air campaign in Syria, with Obama calling Russia’s targeting of moderate rebel forces “a recipe for disaster.” Russian Foreign Minister Sergey Lavrov and U.S. Secretary of State John Kerry are slated to meet for talks in Vienna on Friday, according to al-Jazeera[9].

La Russia sebbene sia stata tra i primi a riconoscere il governo talebano come attore internazionale a tutti gli effetti ha anche avviato diversi colloqui per avere idee chiare sul da farsi e mostrare il proprio interesse ad essere presente e collaborativa ad ogni livello con gli alleati occidentali[10]. L’impegno russo per il Medio Oriente non è mai stato così vivo e seguiranno sicuramente aggiornamenti sulle vicende citate.


Note

[1] https://www.youtube.com/watch?v=tt4YFGsEqFw
[2] D. Adamsky, Moscow’sSyria campaign, Notes de l’Ifri, luglio 2018
[3]https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/09/14/russia-siria-vertice-inaspettato-putin-assad-mosca/
[4] Ivi.
[5] https://time.com/4082834/us-putin-assad-meeting/
[6] https://www.opiniojuris.it/le-conseguenze-della-politica-di-disengagement-statunitense-in-siria/
[7] M. Galeotti, Putin’s Hydra: Inside Russia’s Intelligence Service, European Council on Foreign Relations, Maggio, 2016, cit., p. 8
[8] https://www.aljazeera.com/news/2021/9/14/putin-and-syrias-assad-hold-talks-in-moscow-on-rebel-area
[9] https://time.com/4082834/us-putin-assad-meeting/
[10] https://www.opiniojuris.it/draghi-e-di-maio-incontrano-il-ministro-degli-esteri-russo-lavrov/


Foto copertina: Il presidente russo Vladimir Putin, a sinistra con il presidente siriano Bashar al-Assad durante il loro incontro nella località del Mar Nero di Sochi, in Russia, giovedì 17 maggio 2018. (Mikhail Klimentyev, Sputnik, Foto della piscina del Cremlino via AP)