Ursula von der Leyen ha tenuto il discorso sullo Stato dell’Unione di fronte al Parlamento europeo. Al centro del suo intervento vaccini, ripresa economica, cambiamenti climatici e difesa.
Il discorso sullo Stato dell’Unione del Presidente della Commissione davanti al Parlamento europeo a Strasburgo è diventato un appuntamento annuale fondamentale per capire la visione del futuro dell’Unione. Il 15 settembre 2021 Ursula von der Leyen ha tenuto il suo secondo discorso sullo Stato dell’Unione: un intervento di poco più di cinquanta minuti in cui ha delineato i risultati raggiunti nell’ultimo anno e un panorama su ciò che si propone di fare. L’anno scorso la scena era dominata dall’esplodere della pandemia da Coronavirus, mentre quest’anno maggiore attenzione era dedicata al disastro dell’intervento militare e politico in Afghanistan.
La pandemia
In tema di salute e di contrasto alla pandemia, la situazione è migliorata nell’ultimo anno: i contagi sono sotto controllo. L’Ue è riuscita a vaccinare oltre il 70% della sua popolazione adulta; ha evitato che gli Stati membri adottassero misure contrastanti. Secondo von der Leyen, “una pandemia è una maratona, non una gara di velocità”[1]. La Presidente ha sottolineato l’importanza di una strategia europea unitaria per quanto riguarda i vaccini, dall’acquisto congiunto alla distribuzione delle dosi, all’introduzione del certificato digitale dell’Ue. Ad oggi “siamo stati gli unici ad aver diviso oltre la metà dei nostri vaccini col resto del mondo, con oltre 700 milioni di dosi”. L’Unione punta a raccogliere fino a 50 miliardi di euro entro il 2027 pur di garantire che nessuna epidemia locale possa trasformarsi in una pandemia globale. Contemporaneamente, la Presidente ha annunciato la volontà di fondare un’Unione europea della salute (settore in cui le competenze dell’Unione sono solo complementari a quelle degli Stati membri), lanciando il progetto di una nuova autorità europea della salute (Hera) che renda l’Unione più resiliente e capace di rispondere alle emergenze sanitarie del futuro. Molto resta da fare anche in materia di prevenzione e distribuzione dei vaccini nei Paesi più poveri, dato che meno dell’1% delle dosi è stato somministrato nei paesi a basso reddito.
L’economia
La Commissione e la sua Presidente possono guardare con soddisfazione ai modi con cui l’Unione ha affrontato la drammatica crisi economica innescata dal Covid[2]. Von der Leyen ha menzionato il maxi-piano per la ripresa composto da strumenti quali NextGeneration EU (NGEU) e SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), che punta a una doppia transizione, verde e digitale. Ha altresì rimarcato che gli interventi finanziati dai fondi europei dovranno essere accompagnati dalle riforme che ogni Stato membro si è impegnato ad adottare. La scelta strategica della Commissione è stata premiata con un ritorno ai livelli di crescita pre-pandemia, consapevoli che il nuovo modello di crescita sarà ispirato dallo European Green Deal. La Presidente ha invocato l’esigenza di garantire un sistema più equo di tassazione delle imprese che assicuri un elevato level playing field, accennando anche alla messa in atto dello storico accordo sulla global minimum tax. Sulla governance economica e sulla riforma delle regole in materia di disciplina di bilancio – tema altamente divisivo all’interno dell’Unione – la Presidente ha saggiamente scelto la via della prudenza, limitandosi a ricordare che la Commissione farà proposte per riavviare il dibattito.
Mercato unico, diritti e valori
Durante il suo discorso, ha difeso con convinzione le conquiste del mercato interno europeo, motore del progresso e della prosperità in Europa negli ultimi trent’anni. Ursula von der Leyen ha insistito sulla transizione digitale e sul concetto di autonomia strategica dell’Unione. Un esempio di falla nella sovranità tecnologica europea è stato fornito dalla stessa Presidente: la scarsità mondiale di semiconduttori sta rallentando interi settori industriali europei, che si trovano ora a dipendere dai produttori asiatici. La Commissione al riguardo presenterà una legge europea sui semiconduttori con lo scopo di creare un ecosistema europeo dei chip. Una sfida ambiziosa, la cui portata è testimoniata dal riferimento al successo della rete satellitare europea Galileo, modello da cui prendere ispirazione.
Un altro filo nel discorso della Presidente von der Leyen riguarda la qualità di vita dei cittadini europei. È stata molto esplicita sul rafforzamento del pilastro europeo dei diritti sociali, il rispetto dei diritti e delle scelte di vita delle persone, la lotta contro la violenza sulle donne. Ha poi posto l’accento sul tema dei valori e principi europei, sulla difesa dello Stato di diritto (e del ruolo della Corte di Giustizia), dell’autonomia della giustizia e della libertà e indipendenza dei mezzi di informazione. Senza mai citare i due principali imputati (Ungheria e Polonia), la Presidente ha comunque chiarito che la Commissione non intende fare sconti su tali questioni di principio, sancite nei Trattati[3] ed alla base del nostro ordinamento giuridico.
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Cambiamenti climatici
Sul cambiamento climatico ha rievocato gli eventi estremi verificatisi quest’estate in diversi Paesi europei. Ha richiamato l’urgenza che dalle dichiarazioni di principio si passi a progetti concreti e disposizioni vincolanti che dovranno condurre ad adempimenti precisi, per raggiungere gli obiettivi molto ambiziosi che l’Ue si è data con il Green Deal. In questo senso, la Presidente ha fatto un appello chiaro agli Stati membri affinché adottino senza troppe modifiche il pacchetto di proposte legislative della Commissione. Ma la von der Leyen ha anche rilevato che l’Unione non potrà combattere da sola la lotta al riscaldamento globale. Gli altri grandi produttori di CO2, come la Cina, dovranno seguire l’esempio dell’Europa. L’Ue intende infatti muoversi adottando un approccio cooperativo, in vista della ormai prossima COP26 di Glasgow (ventiseiesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).
Sicurezza e difesa
Uno dei capitoli più attesi era quello della sicurezza e difesa. La crisi afghana ha messo in luce tutte le debolezze della Nato e dell’Unione. La Presidente ha asserito “Lavoriamo con il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg su una nuova dichiarazione congiunta che sarà presentata prima della fine dell’anno. Dobbiamo investire sulla nostra partnership”.
La strategia europea dovrà comunque poggiare su un’Europa capace di agire in autonomia laddove necessario. Von der Leyen osserva che è arrivata l’ora per una ‘Unione europea della difesa’, e ipotizza la creazione di forze di intervento dell’Ue o gruppi tattici. Un passo inevitabile riguarda la condivisione dei dati (di intelligence e non solo): se gli Stati membri attivi nella stessa regione non condividono le informazioni a livello europeo, siamo destinati a fallire[4]. Ha sostenuto la necessità per gli europei di accrescere l’interoperabilità attraverso piattaforme comuni europee, e soprattutto di fare progressi nel campo della sicurezza cibernetica con una nuova legge europea sulla ciberresilienza.
Von der Leyen ha dichiarato “Dobbiamo gettare le basi per un processo decisionale collettivo, con quella che definirei conoscenza situazionale” per essere “meglio preparati, pienamente informati e in grado di decidere”. Appare essenziale una valutazione comune delle minacce da fronteggiare, al centro della futura bussola strategica europea. Inoltre, occorre decidere come sfruttare tutte le possibilità già previste dai Trattati. A tal proposito, durante il semestre di presidenza francese del Consiglio sarà convocato da von der Leyen e Macron un vertice sulla difesa europea.
Un’altra iniziativa degna di essere segnalata è la proposta di un programma europeo (ALMA) di scambi di esperienze professionali temporanee in altri Stati membri per i giovani che non sono inseriti in percorsi formativi o di lavoro, sulla scia del programma Erasmus. Il focus sulle nuove generazioni – tra i maggiori beneficiari di progetti trasformativi quali NGEU e Green Deal – è ritornato più volte nel suo discorso. La Commissione propone che il 2022 sia l’anno europeo dei giovani. Non a caso, la Presidente von der Leyen ha invitato la campionessa paralimpica Bebe Vio, elogiando la sua storia come rinascita contro ogni aspettativa. “È l’immagine della sua generazione: una leader che è riuscita a raggiungere tutto questo rimanendo fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare” ha evidenziato von der Leyen. Questo è lo spirito che ha animato i padri fondatori, ed è lo spirito della prossima generazione dell’Europa.
Attraverso il suo intervento a Strasburgo, von der Leyen ha voluto dare una valutazione positiva di come l’Ue ha reagito alla pandemia con iniziative efficaci, dai vaccini all’economia, e trasmettere un messaggio di fiducia sulle prossime scadenze. E lo ha fatto con la consapevolezza che senza il Parlamento europeo e, soprattutto, senza i governi difficilmente si andrà molto avanti. In questa congiuntura, con le elezioni politiche in Germania, le presidenziali in Francia e l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica in Italia, il quadro politico in Europa è oltremodo incerto.
Note
[1] Commissione europea, Discorso sullo stato dell’Unione 2021 della Presidente von der Leyen, Strasburgo, 15 settembre 2021.
[2] F. BRUGNOLI, Stato dell’Unione 2021: le nuove sfide nel mondo che cambia, Centro studi sul federalismo, Commento n. 229, 16 settembre 2021.
[3] F. NELLI FEROCI, Da von der Leyen un discorso sullo stato dell’Ue tra visione e pragmatismo, AffarInternazionali, 16 settembre 2021.
[4] ISPI, Europa: von der Leyen e lo Stato dell’Unione, 15 settembre 2021.
Foto copertina: Il discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen ha mostrato che la Cina è tra le priorità dell’UE | Foto della piscina di Yves Herman/AFP via Getty Images