Il Burkina Faso si sveglia nell’incertezza

 


Tentativo di golpe in Burkina Faso. Arrestato il presidente Roch Marc Christian Kaboré contestato per la debole reazione contro il terrorismo islamico. L’UE chiede il rispetto della costituzione e la liberazione dei detenuti


Durante la sera del 23 gennaio colpi di arma da fuoco si sono uditi nelle vicinanze della residenza del Presidente Roch Marc Christian Kaboré. Le due auto della scorta sono state ritrovate con segni di proiettili e sedili insanguinati. Nel pomeriggio di lunedì 24 gli ammutinati hanno dichiarato di aver arrestato il Presidente; alcune fonti  rivelano che sia trattenuto nella caserma di Sangoulé Lamizana nella capitale burkinabé, per ora nulla è ancora certo. Lo scorso weekend ha visto manifestazioni non autorizzate in tutto il Paese contro il governo e il presidente a causa dell’instabilità e dell’incapacità delle autorità di arginare la minaccia terroristica. Nella capitale e nelle principali città di Bobo-Dioulasso, Kaya Ouahigouya i civili si sono riversati per le strade. A loro domenica si sono aggiunte le proteste di membri delle forze armate non più disposti ad andare al macello contro i jihadisti che imperversano nel Paese. Spari provenienti da diverse caserme hanno echeggiato nel corso della serata.
La risposta da parte delle forze di polizia e del governo non si è fatta attendere, i manifestanti sono stati dispersi, check point sono stati istituiti nella capitale e un coprifuoco è stato instaurato dalle 20 alle 5.30 su tutto il territorio nazionale e la chiusura delle scuole.
Due settimane fa era stato arrestato il colonnello Emmanuel Zoungrana sospettato di essere la mente dietro ad un tentativo di golpe in Burkina Faso. Assieme a lui altri membri delle forze armate, ritenuti complici, sono stati arrestati. Nelle stesse settimane le connessioni internet sono state interrotte molte volte, ma il ministero dell’interno e della difesa non hanno dato spiegazioni alla popolazione se non adducendo alla sicurezza nazionale. La TV nazionale ieri mattina è stata occupata dagli ammutinati che hanno piazzato davanti l’ingresso principale un mezzo corazzato per impedire l’ingresso.
Alle 17.30 di ieri il capitano Sidsoré Kader Ouedraogo, portavoce del Mouvement patriotique pour la sauvegarde et la restauration (MPSR), ha annunciato la destituzione del Presidente e la presa del potere da parte del movimento con a capo il tenente colonnello Paul Henri Sandaogo Damiba.

Burkina Faso

Le misure immediatamente prese sono state la dissoluzione del governo e dell’Assemblea nazionale, la chiusura delle frontiere aeree e terresti, la sospensione della costituzione e l’istituzione del coprifuoco dalle ore 21 alle 5.30.
La decisione è stata presa per contrastare l’insicurezza crescente nel Paese a fronte degli insuccessi del Presidente e del suo governo. È stato riferito che le persone arrestate sono detenute in un luogo sicuro, rispettando la loro dignità.
Il capitano ha invitato la popolazione e la comunità internazionale a sostenere il Movimento, il quale si impegnerà a rispettare i diritti umani e a proporre un calendario ragionevole per ritornare all’ordine costituzionale.
Seduto alla destra del portavoce con berretto rosso è presente lo stesso Damiba, comandante del dispositivo di sicurezza contro il jihadismo nella regione est e della stessa capitale. Il ruolo gli era stato affidato dallo stesso Kaboré in seguito alla strage del 14 novembre scorso a Inata in cui persero la vita 53 gendarmi e 4 civili, scioccando il Paese.

 


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