Sin dall’inizio del conflitto in Ucraina e dall’imposizione delle sanzioni da parte dell’Occidente ai danni di Mosca, il Cremlino ha rivolto una speciale attenzione al Severo-Kavkazsky Federalny Okrug (Distretto Federale russo del Caucaso del Nord – DFCN), regione che funge simultaneamente come ‘ponte’ e ‘barriera’ nello scacchiere geopolitico euroasiatico.
A cura di Giuliano Bifolchi
Sin dagli anni ’90 il Caucaso del Nord era stato definito come l’area maggiormente destabilizzata e pericolosa della Federazione Russa caratterizzata da conflitti interetnici, corruzione, movimenti etnonazionalistici come quello ceceno che portò allo scoppio del Primo Conflitto Ceceno (1994-1996) e del Secondo Conflitto Ceceno (1999-2009), e gruppi terroristici come Imarat Kavkaz (Emirato del Caucaso) e successivamente Vilayat Kavkaz (Provincia del Caucaso). Oggigiorno, invece, il DFCN presenta interessanti opportunità di investimento che attori regionali euroasiatici come Turchia ed Iran così come le monarchie del Golfo stanno valutando per potersi affermare a livello locale ed entrare nel mercato più ampio della Federazione Russa. A tal proposito non è passato inosservato agli addetti ai lavori l’evento Severnyj Kavkaz v menyayushhemsya mire (Nord Caucaso in un Mondo in Cambiamento) che si è svolto il 13 ottobre 2022 nel territorio di Stavropol, una delle entità amministrative che compongono il DFCN (insieme alle repubbliche di Dagestan, Cecenia, Inguscezia, Nord Ossezia-Alania, Cabardino-Balcaria, Caraciai-Circassia), il quale ha attratto i rappresentanti del mondo diplomatico, politico, imprenditoriale ed economico-commerciale del Medio Oriente e dell’Africa con l’obiettivo di creare un collegamento tra la regione e potenziali investitori e mercati esteri.[1]
Così nella città di Zheleznovodsk nel territorio di Stavropol, l’Istituto del Caucaso settentrionale dell’Accademia presidenziale russa dell’economia nazionale e della pubblica amministrazione (RANEPA) ha organizzato tale forum con il supporto dell’Ufficio del Rappresentante Plenipotenziario del Presidente della Federazione Russa nel DFCN e della Camera pubblica della Federazione Russa invitando rappresentanti stranieri a cui è stato mostrato il potenziale che il Caucaso settentrionale ha nel rafforzare i legami della Russia con l’estero ed è stata delineata una tabella di marcia per migliorare e creare collegamenti dal punto di vista del settore aereo. Il forum ha attirato cittadini dell’Egitto, della Libia, degli Emirati Arabi Uniti, dell’Arabia Saudita, dell’Iraq, della Siria e della Turchia, nonché esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e diplomatico dall’Africa.
I partecipanti hanno discusso dello sviluppo dei mercati dei prodotti agricoli, dei servizi turistici e ricreativi, dell’istruzione, delle prospettive di sviluppo del potenziale di esportazione delle imprese industriali, dello scambio di tecnologie e conoscenze e dell’attuazione di progetti di investimento congiunti.
Da notare che nell’ambito del forum, Enfil, il rappresentante ufficiale di Iraq Airways a Mosca, e l’Aeroporto Internazionale di Mineralnye Vody hanno firmato un accordo che consentirà alla compagnia irachena di espandere la propria presenza nel mercato del trasporto aereo del Caucaso settentrionale e del Medio Oriente.[2]
Caucaso del Nord: “grimaldello” del Cremlino in Medio Oriente e nel mondo arabo-musulmano
Il Caucaso del Nord è strategicamente rilevante per la politica estera del Cremlino in Medio Oriente. Per la sua posizione strategica nello scacchiere geopolitico eurasiatico, il DFCN è un “ponte” tra l’Europa e l’Asia e una barriera tra il mondo cristiano e quello musulmano.[3] Allo stesso tempo, grazie al suo sostrato socioculturale e religioso e al suo processo storico, la regione ha forti legami con il mondo arabo-musulmano e, dagli anni ’90, ha attirato gli interessi dei paesi mediorientali e arabi del Golfo.
Secondo il noto orientalista Dmitry Evstafiev, il Medio Oriente e il Caucaso settentrionale sono macroregioni in cui la modernizzazione sociale non è stata completata e la modernizzazione economica è stata interrotta. Queste due regioni hanno sperimentato la concorrenza tra istituzioni sociopolitiche di ordine diverso, sia arcaiche che legate alla premodernità e alla modernità, le quali sono però state indebolite a causa del crollo del sistema sia sovietico che panarabo. Allo stesso tempo, sia nel Caucaso del Nord che in Medio Oriente ci sono elementi di postmodernità sotto forma di enclavi postindustriali. Inoltre, entrambe le macroregioni sono territori caratterizzati da movimenti etnonazionalistici, controversie di confine, estremismo religioso, terrorismo e confronto tra la popolazione locale e l’autorità centrale e tra la città e la campagna.[4]
Sin dagli anni ’90 il Caucaso del Nord ha giocato un ruolo fondamentale nella politica estera del Cremlino rivolta al Medio Oriente e al mondo arabo-musulmano. L’esempio lampante è la Cecenia di Ramzan Kadyrov che, ereditando l’operato del padre Akhmat Kadyrov, ha stretto forti legami diplomatici ed economici con i paesi del mondo arabo-musulmano, in particolare con le monarchie del Golfo come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.[5]
Grazie a questo legame, quindi, la Cecenia ha avuto sempre la funzione di promotore dei rapporti della Federazione Russa con il Medio Oriente riuscendo così a smorzare gli attriti che in passato ci sono stati tra Mosca e Riyadh, un tempo primo alleato di Washington nella regione, e a controbilanciare il forte legame che lega la Russia con l’Iran, baluardo sciita, e con la Siria di Bashar al-Assad, attori che ‘non riscuotono grande popolarità’ nella umma (comunità) sunnita.[6]
Conclusione
Negli ultimi anni il Cremlino ha ampiamente finanziato progetti infrastrutturali nel Caucaso settentrionale e ha promosso la regione per attrarre investimenti diretti esteri (IDE). Dall’inizio del conflitto in Ucraina, Mosca ha tentato di migliorare lo sviluppo socioeconomico nel Caucaso settentrionale e di creare un collegamento tra la regione e i mercati internazionali strategici nella regione del Mar Caspio, nel Medio Oriente e nel Nord Africa.
A questo proposito, nell’agosto 2022, la Banca centrale russa ha espresso l’intenzione di avviare un progetto pilota che promuova la finanza e banca islamica in Cecenia e Daghestan nel 2023.[7] Questo progetto pilota potrebbe attirare interesse e investimenti finanziari dai paesi del Golfo Arabo, in particolare gli Emirati Arabi Uniti che hanno organizzato alla fine di settembre 2022 un evento nella città di Makhachkala per promuovere la cultura nazionale degli Emirati e creare un legame con il Dagestan.[8] Anche l’Iran ha individuato come risorsa strategica la città di Makhachkala per la cooperazione portuale e logistica nella regione del Mar Caspio confermando gli interessi iraniani nella regione nord caucasica e la cooperazione esistente tra Mosca e Teheran nell’area del Mar Caspio.[9]
La domanda che molti analisti si pongono è se l’avvicinamento del Caucaso del Nord al Medio Oriente possa portare oltre ai benefici economici anche problematiche legate alla possibile diffusione di ideologie estremiste religiose come quelle dell’Islam politico, del Wahhabismo e del Salafismo che sono ampiamente diffuse nel mondo arabo-musulmano. Non è possibile negare, infatti, come già in passato il Cremlino aveva accusato paesi come l’Arabia Saudita di aver diffuso attraverso le madāris (plurale di madrasa, parola araba che indica le scuole religiose) da loro fondate l’estremismo religioso che portò alla radicalizzazione del movimento etnonazionalista ceceno e alla nascita del gruppo terroristico Imarat Kavkaz (Emirato del Caucaso) che sotto la guida di Doku Umar dal 2007 in poi minacciò la sicurezza regionale nord caucasica così come l’intera stabilità della Federazione Russa.[10]
Inoltre, non può essere sottostimato il fatto che, un maggior collegamento tra il DFCN e il Medio Oriente così come il Nord Africa, potrebbe favorire un flusso migratorio di persone che fuggono da queste aree a causa della loro instabilità, tra cui si potrebbero nascondere ideologici e membri di organizzazioni terroristiche come lo Stato Islamico, Hayat Tahrir al-Sham e al-Qaeda. I recenti arresti di una cellula legata allo Stato Islamico proprio nel territorio di Stavropol dove si è svolto il forum confermano come il DFCN non è immune dalla propaganda jihadista.[11] Così, se da un lato l’attrazione degli investimenti stranieri così come l’aumento di un possibile flusso turistico nella regione nord caucasica potrebbero migliorare la situazione socioeconomica locale e supportare la “Strategia di Sviluppo socioeconomico del Caucaso del Nord fino al 2025” lanciata dal Cremlino nel 2010, d’altra parte esiste la possibile minaccia di una maggiore diffusione di ideologie estremiste che potrebbero fare breccia tra le giovani generazioni ancora insoddisfatte delle loro condizioni di vita differenti da quelle delle grandi città russe come Mosca, San Pietroburgo, Volgograd o la vicina Soci.
È anche vero, però, che nel periodo che la Russia sta vivendo caratterizzato dalle sanzioni occidentali e dal continuo reclutamento di soldati per combattere in Ucraina, fattore che ha creato agitazioni in special modo in Dagestan, il Cremlino potrebbe aumentare i propri investimenti e sforzi per utilizzare il DFCN come ponte verso il Medio Oriente e trovare soluzioni alternative per il proprio import-export.
Note
[1] Tass (2022) V Zheleznovodske otkroetsya mezhdunarodnyj forum “Severnyj Kavkaz v menyayushhemsya mire”. Link: https://tass.ru/obschestvo/16037927.
[2] Grozny TV (2022) V Zheleznovodske podpisano soglashenie po aviaperevozkam mezhdu Severnym Kavkazom i Blizhnim Vostokom. Link: https://grozny.tv/news/tourism/51128.
[3] Thomas Barrett (1994) The North Caucasus Barrier: The Russian Advance towards the Muslim Worldl, edito da Marie Bennigsen Broxup, New York: St. Martin’s Press, 1992.
[4] Andrey Torin (2018) Blizhnij Vostok i Severnyj Kavkaz v period «novoj globalizacii», Mezhdunarodnaya zhizn’. Link: https://interaffairs.ru/news/show/19695.
[5] Giuliano Bifolchi (2022) Ukraine conflict, Chechnya and the Gulf Arab countries, SpecialEurasia. Link: https://www.specialeurasia.com/2022/03/11/ukraine-chechnya-gulf-countries/.
[6] Giuliano Bifolchi (2018) The role of the North Caucasus in the Russian Middle East strategy and Russian – Arab world relations, IOSR Journal Of Humanities And Social Science (IOSR-JHSS)Volume 23, Issue 6, pp. 21-26.
[7] Vestnik Kavkaza (2022) Islamskij banking prixodit v Rossiyu. Link: https://vestikavkaza.ru/analytics/islamskij-banking-prihodit-v-rossiu.html.
[8] Giuliano Bifolchi (2022) United Arab Emirates cultural diplomacy in Dagestan, SpecialEurasia. Link: https://www.specialeurasia.com/2022/09/28/uae-dagestan-diplomacy-culture/.
[9] Silvia Boltuc (2022) Iran seeks cooperation with the Dagestani port of Makhachkala, SpecialEurasia. Link: https://www.specialeurasia.com/2022/04/13/iran-dagestan-makhachkala/.
[10] Ariel Cohen (2003) Xolodnaya vojna vozvrashhaetsya, Rossiya v global’noj politike N.4. Link: https://globalaffairs.ru/articles/holodnaya-vojna-vozvrashhaetsya/.
[11] Giuliano Bifolchi (2022) Islamic State cell arrested in Russian Stavropol territory, SpecialEurasia. Link: https://www.specialeurasia.com/2022/10/10/islamic-state-stavropol/.
Foto copertina: cartina del nord Caucaso dove sono maggiori gli interessi della Russia