Iran: al via la nuova presidenza di Ebrahim Raeisi


La cerimonia di insediamento presidenziale si è tenuta martedì presso l’Hosseiniyeh dell’Imam Khomeini. Riconoscendo il voto popolare, il Leader Supremo della Rivoluzione Islamica ha nominato Ebrahim Raeisi 8° Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran. All’orizzonte nuove tensioni, Raeisi che rischia un processo per crimini di guerra, ha dichiarato: “Lavoreremo per rimuovere le ingiuste sanzioni americane”


 

Il discorso

Nella cerimonia d’insediamento[1], il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, ha ringraziato tutto il popolo e i suoi sostenitori e ha aggiunto: “Nelle ultime elezioni, la nazione, nonostante tutti i problemi finanziari e sanitari, ha deluso i suoi nemici e ha dato speranza ai suoi amici”.

Raeisi, citando i messaggi colti dalle ultime elezioni; come richiesta di cambiamento, giustizia, lotta alla povertà, alla corruzione, alla discriminazione e alla ricerca di rendite, la tutela dei valori della rivoluzione, la necessità di risolvere i problemi e, in una parola, di cambiare al meglio la situazione attuale, ha poi aggiunto: “I problemi esistenti come il debito, i deficit di bilancio, la disoccupazione, la carenza di case causata dalle ostilità, nonché alcune inefficienze interne, devono essere rettificati e le persone si aspettano che la loro fiducia danneggiata venga ripristinata”.

Raeisi ha detto: “Cercheremo di revocare le sanzioni, ma non legheremo i bisogni della gente alla volontà degli stranieri”.

Il Presidente ha aggiunto:  “Il governo ha preparato un piano a breve termine per risolvere dieci problemi urgenti. Il piano quadriennale di trasformazione, che sarà presto messo a disposizione degli esperti, aprirà la strada all’attuazione del settimo piano di sviluppo”.

La cerimonia di approvazione, Tanfiz, martedì mattina, trasmessa in diretta televisiva. Giovedì Raeisi si presenterà davanti al Parlamento, l’unico organo elettivo tra le istituzioni iraniane, per la cerimonia di inaugurazione, Tahlif. Chiederà la fiducia e sottoporrà ai parlamentari una prima lista dei suoi potenziali ministri.

Elezioni con la più alta astensione

Eletto[2] con circa 17 milioni di voti su 59 aventi diritti in un’elezione caratterizzata dall’astensione più alta nella storia della Repubblica islamica, il nuovo presidente eredita un Paese in grave crisi economica, piegato dal Covid e in rotta di collisione con i suoi interlocutori in Occidente.

Le tensioni

L’attacco alla petroliera Mercer Street, gestita da una società israeliana al largo dell’Oman lo scorso 2 agosto, è stato compiuto “deliberatamente” dall’Iran, secondo il governo britannico. La società ha riferito che nell’attacco sono morti due membri dell’equipaggio. Israele aveva già accusato Teheran che, dal canto suo ha respinto le accuse tramite portavoce del ministero degli Esteri, che le ha definite “infondate”.

Secondo Sky News, un gruppo di otto o nove persone armate sarebbe salito a bordo della Asphalt Princess, battente bandiera panamense, nel Golfo di Oman. Anche lo United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), servizio della marina militare Gb che si occupa di informazioni relative alla sicurezza nella navigazione, parla di un “potenziale dirottamento” della nave e alcune fonti hanno avanzato l’ipotesi che dietro il nuovo episodio nel Golfo Persico ci possano essere “forze sostenute dall’Iran”[3].

L’Iran nega coinvolgimenti

Anche questa volta l’Iran nega coinvolgimenti. I Guardiani della Rivoluzione hanno bollato le accuse come un tentativo di creare un pretesto per “azioni ostili” contro l’Iran. Un portavoce del ministero degli Esteri ha riferito “sospetto” l’accavallarsi di tanti incidenti in poco tempo e ha ribadito la disponibilità dell’Iran alla cooperazione. “Le forze navali iraniane sono pronte all’assistenza e al salvataggio nella regione” del Golfo, ha assicurato il portavoce.

Raeisi rischia un processo crimini di guerra

Il processo per crimini di guerra in Svezia ad un ex funzionario iraniano potrebbe rivelare ulteriori dettagli dannosi sul ruolo svolto nell’esecuzione di massa di prigionieri 30 anni fa dal presidente eletto dell’Iran, Ebrahim Raeisi, appena una settimana dopo il suo insediamento.

Hamid Noury, 60 anni, è stato accusato la scorsa settimana di “crimini di guerra e omicidio” per l’uccisione di oltre 100 oppositori armati e prigionieri politici durante l’ultimo anno della guerra 1980-1988 tra Iran e Iraq.

Dopo l’arresto in Svezia nel 2019, il processo di Noury ​​dovrebbe iniziare il 10 agosto. Raeisi era uno dei quattro giudici che facevano parte di un comitato segreto istituito nel 1988 per interrogare migliaia di prigionieri.

Il presidente ha ripetutamente negato ogni responsabilità nelle condanne a morte emesse a circa 5.000 prigionieri dell’opposizione armata e dei gruppi di sinistra.

Raeisi ha affermato di aver agito su ordine e che le uccisioni di massa sono state giustificate da una fatwa, o sentenza religiosa.

Giurisdizione universale

I pubblici ministeri svedesi hanno affermato la scorsa settimana che nel luglio e nell’agosto 1988 Noury ​​è stato assistente del vice procuratore della prigione di Gohardasht, a circa 20 km a ovest di Teheran, dove hanno trovato la morte centinaia di prigionieri legati ai mujahedin del popolo iraniano.

Il gruppo di opposizione di sinistra Mujahedin-e Khalq (MEK), noto anche come Organizzazione dei mujahedin del popolo iraniano, ha combattuto a fianco dell’esercito iracheno durante la guerra con l’Iran, il che significa che la maggior parte delle esecuzioni si qualificano come crimini di guerra.

“L’imputato [Noury] è sospettato di aver partecipato a queste esecuzioni di massa e, in quanto tale, di aver intenzionalmente tolto la vita a un gran numero di prigionieri… e, inoltre, di aver sottoposto i prigionieri a gravi sofferenze considerate tortura e trattamento disumano”, ha detto il foglio di accusa svedese.

Il pubblico ministero svedese Kristina Lindhoff Carleson ha affermato che il caso è stato portato in base al principio della giurisdizione universale, che consente ai tribunali nazionali di giudicare gli imputati in reati molto gravi indipendentemente dal luogo in cui sono stati commessi.

L’avvocato di Noury ​​ha detto all’Agence-France Presse di aver negato tutte le accuse contro di lui e la polizia ha arrestato l’uomo sbagliato. Un querelante, Nasrullah Marandi, un ex prigioniero a Gohardasht, ha detto all’AFP di provare “gioia” nell’apprendere le accuse[4].


Note

[1] https://www.leader.ir/en/content/25139/The-Leader-of-the-Islamic-Revolution-at-the-13th-presidential-inauguration-ceremony
[2] https://www.opiniojuris.it/elezioni-iran-rezaei-hemmati-qazizadeh-si-congratulano-con-raeisi/
[3] https://tg24.sky.it/cronaca/2021/08/03/golfo-oman-emirati-petroliera-dirottata
[4] https://www.theguardian.com/world/2021/aug/02/war-crimes-trial-could-intensify-spotlight-on-irans-new-president-ebrahim-raisi-sweden


Foto copertina: L’ayatollah Khamenei presenta il decreto di approvazione a Ebrahim Raeisi, approvandolo ufficialmente come 8° presidente dell’Iran  il 3 agosto 2021