La Francia laicista e lo scontro frontale con l’Islam.


Il 2 ottobre scorso il Presidente Francese, Emmanuel Macron, ha tenuto un discorso che ha ulteriormente esacerbato gli animi nell’ambito del confronto interno (ed internazionale) fra l’approccio secolare sostenuto da Parigi e l’Islam.


 

I contenuti del discorso[1] si possono riassumere nell’inciso secondo cui “ lo Stato deve «aiutare» l’Islam a «strutturarsi per essere un partner della Repubblica”, affermazione che  ha fatto preoccupare milioni di musulmani circa la possibilità che Macron voglia “invitare” un nuovo Islam dipendente dallo stato laico (e laicista) francese, il che costituirebbe una deriva dell’Islam francese assimilata, probabilmente per prossimità geografica, alla svolta avignonese di Clemente V e dei suoi successori durata circa 70 anni (1309-1377)[2].

Anche la comunità islamica francese teme la reazione dei cosiddetti “casi isolati” di qualche “soggetto problematico” o di estremisti di destra -così vengono chiamati quando si tratta di attentati contro i musulmani- come nel caso del 21 ottobre, quando due donne musulmane sono state accoltellate sotto la Tour Eiffel[3].

Il discorso, scaturito dalle vicende che hanno fatto seguito alla pubblicazione di Charlie Hebdo di nuove vignette ritenute blasfeme dal mondo islamico, avrebbe dovuto provocare la denuncia contro tutti i tipi di “separatismi” all’Interno della nazione francese. Si è focalizzato sull’Islam, una religione ritenuta dal presidente Macron “in crisi” nel mondo e nei confronti della quale Macron vorrebbe implementare maggiori misure restrittive e di controllo, soprattutto nei luoghi di culto[4]. Tale volontà potrebbe concretizzarsi in un disegno di legge sull’integrazione, che sarà verosimilmente discusso dal Consiglio dei ministri nel mese di dicembre e successivamente presentato in Parlamento all’inizio del prossimo anno[5].

Tali provvedimenti, motivati dalla necessità di garantire la sicurezza comune, sono già stati criticati dalle comunità islamiche in tutto il mondo che contesta l’interpretazione riduzionistica e semplicistica dell’Islam stesso, laddove criminali e terroristi estremisti vengono messi sullo stesso piano della stragrande maggioranza dei credenti musulmani. In tale contesto Parigi vorrebbe istituire anche all’istruzione linguistica e religiosa privata per le famiglie di credo islamico. Tale progetto dello Stato francese viene percepito dalla comunità islamica francese come un’ingerenza indebita nella formazione educativa dei propri figli[6]. Lo Stato francese ha ritenuto opportuno chiudere le scuole private gestite da musulmani per timore che finissero in mano agli estremisti islamici e alla loro volontà di indottrinamento verso il jihad.

Nei fatti questo ha provocato la perdita di luoghi controllabili per un gran numero di ragazzi musulmani che, privati di un’identità certa e ben guidata finiscono per farsi gestire, clandestinamente, da individui aggressivi e collegati al terrorismo internazionale che, in quanto tale, non può essere associato a nessuno religione ma ad iniziative di delinquenti.

Yasser Louati, attivista musulmano francese, ha dichiarato: “La repressione dei musulmani è stata una minaccia, ora si sta realizzando. In un discorso di un’ora Macron, ha inneggiato alla laicità, incoraggiato l’estrema destra e la sinistra anti-musulmana e, non soddisfatto, ha minacciato la libertà degli studenti musulmani, imponendo limiti drastici[7]”.

La reazione del mondo islamico

Macron è riuscito a catalizzare la rabbia del mondo islamico provocando proteste presso le ambasciate francese in quasi tutti i paesi islamici; tale proteste hanno costretto il governo pakistano ad espellere l’ambasciatore francese[8]. Inoltre alcuni paesi del Medio Oriente, anche del Golfo, hanno boicottato i prodotti francesi[9]. Se questa tendenza proseguirà, in un futuro non troppo lontano si arriverà al confronto di valori – laici e religiosi- che, anziché convivere pacificamente, possono essere canalizzati dagli estremisti verso l’odio religioso, fonte primaria di legittimazione per il terrorismo estremista soprattutto in un Paese – la Francia –  già al centro di numerose critiche nel mondo islamico soprattutto quello moderato e già bersagliata da numerosi attentati.

Anche al-Azhare, la più grande istituzione nel mondo islamico, dopo aver condannato la violenza degli ultimi atti terroristici avvenuti in Francia[10] ha espresso la propria preoccupazione per l’attacco frontale di Macron all’Islam. Il Grande Imam di al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, commentando le dichiarazioni del presidente francese, ha asserito: “In un momento in cui cerchiamo con i saggi dell’Occidente di promuovere i valori della cittadinanza e della convivenza, vengono rilasciate dichiarazioni irresponsabili che prendono l’attacco all’Islam come una copertura per ottenere deboli guadagni politici.  Una civiltà contro le religioni stabilisce una cultura dell’odio e del razzismo e genera il terrorismo[11] “. Infine, l’Imam ha detto “ci vuole una legge internazionale per contrastare la discriminazione religiosa, anche contro gli insulti e offese”, eventualità già contemplata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che, ai sensi dell’art. 9, condanna la blasfemia al fine tutela della sensibilità religiosa[12].

Lo scopo è la difesa della laicità dello stato o opprimere una minoranza fragile?

Il presidente Macron ha il dovere e il diritto di difendere la laicità dello Stato e la sicurezza nazionale contro tutti i tipi di “separatismi”, ma non di creare un Islam dei “lumi” interferendo con una fede e una dimensione spirituale che non gli appartiene, che evidentemente non conosce. La sua teoria di una “nouvelle époque spirituelle”, esprime la sua tutale incomprensione della fede islamica e delle religioni monoteiste in generale.

In realtà Macron ha lasciato insoluto il vero problema, cioè quello di trovare le soluzioni per contrastare il terrorismo, ed ha annunciato un progetto che opprime la comunità musulmana francese ancor di più.
Non è  la prima volta che il governo francese, sotto la guida del presidente Macron, prende provvedimenti che mirano a limitare la libertà della comunità islamica francese. Circa un anno fa il senato francese ha approvato un disegno di legge che vieta di indossare simboli religiosi, compreso il velo, ai genitori che accompagnano le gite scolastiche[13].
Un’altra prova evidente che dimostra una politica di oppressione sulla minoranza islamica è la dichiarazione del ministro dell’interno francese Gérald Darmanin che, una settimana fa, ha dichiarato in un discorso pubblico: “I genitori che vanno dall’insegnante e gli dicono di smettere di insegnare la caricatura o la libertà di espressione saranno soggetti ad accuse penali e il giudice, può dire che -questo è molto importante – se sei straniero e l’accusa è provata contro di te, è possibile che dovrai lasciare il territorio francese[14]”.

È difficile credere che questi metodi siano compatibili con i valori secolari della Francia: essi sono contrastanti con la democrazia liberale francese.
C’è da chiedersi quanto senso ha richiamare principi universali quando un liberale come Macron, limita la libertà di culto di una minoranza religiosa negandone i suoi diritti e calpestando uno dei principi fondamentali della democrazia liberale. Non vi è forse un atteggiamento che pesa in modo diverso le diverse libertà e sensibilità?

In questa direzione si pone la vicenda del vignettista del giornale satirico Charlie Hebdo, Maurice Sinet: nel 2008, fu licenziato in seguito ad accuse di antisemitismo, dopo aver pubblicato la caricatura di Jean Sarkozy, figlio dell’allora presidente francese[15], che voleva convertirsi all’ebraismo prima di sposare la sua fidanzata, di religione ebraica ed erede dei fondatori di Darty, una catena di elettronica francese.

Tuttavia, non credo a questo punto, che la blasfemia venga difesa sempre nella stessa maniera, che è violenta con i deboli e gentile con i forti. Non si può usare la forza con una religione con la scusa di adattarla alla politica dello stato liberale perché questo sarà un primo passo verso uno Stato non-liberatorio. L’imposizione di taluni limiti provocherebbe quasi certamente una reazione ostile da parte della comunità oppressa in nome dei principi “democratici liberali”, nella propria libertà e nel proprio credo religioso.

Questo è il senso di quanto affermato da Nader Hashemi docente dell’Università di Josef Korbel School of International Studies in una sua pubblicazione del 2009: “Il fondamentalismo islamico è un movimento transitorio e temporaneo, ma potrebbe durare ancora altri 30 o 50 anni, ma non saprei dire con certezza ancora per quanto. Negli stati in cui il fondamentalismo non è al potere continuerà a rappresentare un ideale, fino a quando la frustrazione e il malcontento di fondo persisterà, questo porterà le persone ad assumere posizioni estreme. È necessaria una lunga esperienza con il clericalismo per stancarsi definitivamente di esso, basta osservare quanto tempo c’è voluto perché questo avvenisse in Europa! … L’accento sarà posto nel considerare l’aumento del fondamentalismo religioso come una fase integrale, sebbene temporanea, all’interno del processo a lungo termine di sviluppo politico, il quale ha poco a che fare con l’essenza religiosa ma è piuttosto profondamente connessa con l’inizio della modernità e con sconvolgimenti sociali che spesso accompagnano la rapida trasformazione delle società tradizionali[16]”.

Infine, la diversità deve essere difesa. I due valori, entrambi ragionevoli, da una parte la libertà di espressione che non ha nulla in comune con le offese o con gli insulti, dall’altra i diritti della minoranza, debbano essere difesi, perché sono parte fondamentale della democrazia in una società di civile convivenza. Per trovare l’armonia nella diversità, ci vuole uguaglianza non arroganza, giustizia non vendetta, libertà non restrizione nel rispetto della carta costituzionale.


Note

[1] https://www.elysee.fr/emmanuel-macron/2020/10/02/la-republique-en-actes-discours-du-president-de-la-republique-sur-le-theme-de-la-lutte-contre-les-separatismes

[2] Clemente V era stato costretto dall’aggressività delle famiglie nobili romane-soprattutto I Colonna- a spostare la sede del papato da Roma ad Avignone, dove però la Chiesa cattolica doveva subire pesanti condizionamenti da parte della corona francese.

[3] https://www.google.it/amp/s/www.blitzquotidiano.it/video/donne-musulmane-accoltellate-parigi-3229265/amp/

[4] https://www.corriere.it/esteri/20_ottobre_27/gioco-erdogan-attacca-macron-nascondere-disastro-economico-3d83b95e-1890-11eb-8b6a-8e17b1e81f26.shtml

[5] https://www.ilgiornale.it/news/politica/espulsioni-moschee-e-militari-ecco-leggi-speciali-macron-1899771.html

[6] https://www.bbc.com/news/world-europe-54383173

[7] https://english.alaraby.co.uk/english/comment/2020/10/7/an-unpopular-macron-invokes-the-anti-muslim-playbook

[8] https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/vignette-su-maometto-il-pakistan-espelle-lambasciatore-francese_25538104-202002a.shtml

[9] https://www.imolaoggi.it/2020/10/25/docente-decapitato-paesi-islamici-boicottano-prodotti-francesi/

[10] https://ilmanifesto.it/i-musulmani-condannano-lattacco-di-nizza-e-macron/

[11] https://www.coreis.it/documenti-ufficiali/eulema-commento-sul-discorso-del-presidente-macron-sulla-lotta-al-separatismo/

[12] https://it.gatestoneinstitute.org/13231/corte-europea-diritti-uomo-blasfemia

[13] https://www.france24.com/fr/20191029-senat-vote-interdiction-port-voile-sorties-scolaires-education-france-laicite

[14] https://youtu.be/HAfgFUv–3Y

[15] https://www.nextquotidiano.it/sine-vignettista-licenziato-charlie-hebdo-per-antisemitismo/

[16] (cfr. Nader Hashemi, Islam, Secularism, and Liberal Democracy: Toward a Democratic Theory for Muslim Societies, Oxford Scholarship Online: May 2009, p.p.23e 24


Foto copertina:

[vc_btn title=”Scarica Pdf” style=”classic” color=”primary” size=”lg” align=”center” css_animation=”bounceIn” link=”url:http%3A%2F%2Fwww.opiniojuris.it%2Fwp-content%2Fuploads%2F2020%2F12%2FLa-Francia-laicista-e-lo-scontro-frontale-con-lIslam-Tarek.pdf|||”]