Sebbene l’esito dei referendum indetti dalle forze di occupazione fosse scontato la firma oggi apposta da Vladimir Putin ha scosso violentemente il panorama internazionale
A partire dal 23 settembre, i residenti delle regioni ucraine di Donetsk, Luhans’k, Kherson e della tanto dibattuta Zaporizhzhya sono state chiamate ad esprimere la loro volontà di annettersi al territorio della Federazione russa. Non è un segreto che le forze di occupazione abbiano caldamente raccomandato ai votanti una bella “X” sul “Sì” dell’annessione. I risultati, del resto, considerati scontati e preventivamente condannati dal mondo internazionale, sono stati chiarissimi.
Per il governo russo, l’annessione ha infatti vinto con il 99% dei voti a Donetsk, con il 98 a Luhans’k, con il 93% a Zaporizhzhya e con l’87% per cento a Kherson.
Le consultazioni si sono chiuse in data 27 settembre e oggi, a tre giorni da quella data il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato alla nazione, con una solenne cerimonia[1], la notizia: la Russia annette quattro regioni ucraine.
Ignorando l’avversione internazionale da parte di quello che, per semplicità, può essere indicato come l’”occidente” tutto, e utilizzando il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per immobilizzarne le azioni, la Federazione russa ha posto entro i suoi confini le quattro travagliate regioni dell’Ucraina, che agli occhi di Kiev non potrà sembrare altro che una “rapina a mano armata” internazionale. Sebbene la condanna sia sostanzialmente unanime e nonostante più volte la violazione del diritto internazionale sia stata segnalata al Cremlino l’annessione delle 4 regioni potrebbe portare ad un cambio importante delle carte in tavola tra la Russia e l’Ucraina.
La guerra di invasione operata dal Cremlino è risultata essere un disastro per le forze armate russe, tra obsolescenza delle strategie militari ed errori tattici importanti sul campo. Il discorso cambia però quando si tratta di “autodifesa”. Lo spauracchio nucleare è stato più volte e in modo malcelato agitato nei confronti di Kiev e degli alleati occidentali e questo ha fatto sì da porre un freno alle operazioni convenzionali nei territori oggetto dell’annessione, conquistati con grande dispendio di forze e detenuti meno saldamente di quanto il Cremlino pensasse (la controffensiva ucraina e la facilità con cui questa ha riconquistato territori è stata un importante campanello di allarme).
La mobilitazione parziale, operata dalla Russia negli scorsi giorni ha avuto come effetto un’ulteriore destabilizzazione del fronte interno e, ad oggi, una de escalation negoziale tra le due parti potrebbe apportare dei vantaggi ad entrambi (soprattutto alla Russia). Sembrerebbe, infatti, dalle parole di Putin stesso che la Russia sia pronta a negoziare con Kiev[2]. Certo è che le cose non saranno così semplici per il Presidente Putin e, come riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, il presidente ucraino non sarebbe al momento disposto a trattare con il Presidente russo “in carica” al momento[3]. La guerra ha profondamente messo in ginocchio il sistema internazionale creando spaccature politiche importanti, danneggiando l’economia di un mondo estremamente interconnesso, riportando un’anacronistica violenza sugli schermi del mondo e sul territorio dello stato sovrano ucraino, con grande sofferenza della popolazione civile.
La fine del conflitto è quanto mai auspicabile, ma la eco di quest’ultimo e le ripercussioni del suo aftermath ci attanaglieranno a lungo.
Note
[1] Si veda: https://www.youtube.com/watch?v=iTX__cMRXLs
[2]In: https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/09/30/diretta/guerra_ucraina-russia_le_notizie_di_oggi_putin_celebra_le_annessioni_si_riunisce_lonu-10319494/
[3] https://tass.com/world/1516107