Siria, dove la guerra in Ucraina è iniziata davvero


La guerra in Ucraina è il risultato di una combinazione di fattori e motivazioni, in particolare la volontà della Russia di riscrivere l’architettura della sicurezza dell’Occidente e di tornare a un’era simile a Yalta, basata su limiti e sfere di influenza. Ma c’è altro. Questa guerra è scoppiata perché la Russia ha acquisito un forte senso di fiducia in se stessa negli ultimi anni, in particolare in Siria.


Traduzione a cura di Aurora Minieri


La decisione della Russia di intervenire militarmente in Siria nel settembre 2015 ha svolto un ruolo cruciale nella guerra in corso in Ucraina. Senza le operazioni militari condotte in Siria, Mosca non avrebbe mai avuto la possibilità di intervenire in Ucraina. L’operazione russa in Siria è diventata il principale riferimento per comprendere il carattere mutevole della guerra ed uno dei principali motori che hanno trasformato la teoria militare russa, le concezioni di operazioni, le strutture organizzative e l’accumulo di forze[1].
L’intervento russo in Siria è servito a Mosca come guida per la definizione del processo decisionale di difesa. Oltre alle note ragioni geopolitiche ed economiche che hanno spinto Mosca a intervenire in Siria, c’è stato un altro elemento chiave che ha convinto Mosca a intraprendere questa operazione.
Mosca ha visto nel suo sostegno militare al regime di Assad l’opportunità di migliorare le sue capacità militari. Dopo gli interventi in Georgia nel 2008 e in Crimea nel 2014, la Siria ha fornito una terza opportunità di addestramento militare dal vivo per testare, migliorare e illustrare la forza dell’esercito russo dopo una serie di recenti riforme militari[2].

La Siria ha fornito alla Russia un teatro per operazioni e test sulle armi, oltre a fungere da base militare sia per la loro potenza aerea che per la marina in una posizione strategica nel Mediterraneo e in Medio Oriente.
L’intervento militare russo, come previsto, ha determinato un netto cambiamento negli equilibri di potere nell’ambito militare in Siria. L’esercito russo, in particolare la sua forza aerea, ha notevolmente spostato l’ago della bilancia nel conflitto, e questo ha rappresentato anche una grande opportunità per testare le tecnologie militari. Secondo dichiarazioni ufficiali russe[3], più di 200 tipi di armi sono state testate sul campo di battaglia.
Valery Gerasimov, capo di stato maggiore delle forze armate russe, ha affermato all’inizio del 2019 che le lezioni dalla Siria serviranno a difendere e promuovere “l’interesse nazionale” della Russia al di fuori dei suoi confini[4]. L’intervento in Siria, secondo Gerasimov, ha dimostrato l’utilità di formazioni militari (raggruppamenti) autosufficienti e altamente mobili che saranno probabilmente importanti per le missioni future[5].

Durante l’azione militare in Siria, decine di migliaia di militari russi hanno ruotato sul campo di battaglia nel corso degli anni ricevendo formazione ed esperienza preziose, che rafforzeranno le prestazioni dell’esercito russo a livello globale[6]. Il successo di questo intervento militare in termini di efficacia delle armi russe riflette l’aumento del commercio di armi tra la Russia e il resto del mondo.
I due conflitti in Ucraina e in Siria sono interconnessi. La Siria è diventata un punto di riferimento costante per l’analisi dell’attacco russo all’Ucraina. Il conflitto siriano ha fornito ai russi un terreno di addestramento perverso per sperimentare diversi tipi di guerra contro una popolazione civile con conseguenze minime di qualsiasi tipo da parte della comunità internazionale[7]. Mosca ha imparato dalla Siria a usare il potere politico e militare per sottomettere e cooptare le popolazioni civili locali e gli apparati controllati dallo stato.

L’esercito russo ha trasformato la sua operazione in Siria in un incubatore di apprendimento, formazione e innovazione. Mosca ha tratto dal conflitto siriano diverse lezioni sulla guerra armata combinata, sulla cooperazione tra i servizi e sull’impiego complesso dell’intelligence con il numero massimo di comandanti da tutti i servizi armati a rotazione in schieramenti di tre mesi[8].


Note

[1] https://www.marshallcenter.org/en/publications/security-insights/russian-lessons-syrian-operation-and-culture-military-innovation
[2] https://www.economist.com/europe/2020/11/02/russian-military-forces-dazzle-after-a-decade-of-reform
[3] https://bit.ly/2UDalIa
[4] https://www.lawfareblog.com/russias-strategic-success-syria-and-future-moscows-middle-east-policy
[5]  https://www.militarynews.ru/story.asp?rid=1&nid=503181&lang=RU&lang=RU
[6] https://www.lawfareblog.com/russias-strategic-success-syria-and-future-moscows-middle-east-policy
[7] https://www.mei.edu/publications/syrias-role-putins-invasion-ukraine
[8]  https://www.marshallcenter.org/en/publications/security-insights/russian-lessons-syrian-operation-and-culture-military-innovation


Foto copertina: Soldati statunitensi si trovano lungo una strada di fronte ai mezzi corazzati da trasporto militari russi (APC), vicino al villaggio di Tannuriyah, nella campagna a est di Qamishli, nella provincia nord-orientale di Hasakah, in Siria, il 2 maggio 2020. (Foto AFP)