L’Ucraina tra valori democratici europei e nazionalismo locale


Rapporto sul campo da Kiev durante il 30° anniversario dell’indipendenza ucraina


 

Anche se l’Ucraina sta tentando di adeguarsi agli standard democratici dell’UE, il paese è ancora caratterizzato da un sistema oligarchico. Se da un lato la leadership politica fonda parte della sua comunicazione strategica sul riconoscimento dei valori LGBT e sulla difesa delle libertà personali, dall’altro è ancora fortemente intrisa di nazionalismo e militarismo.

Il 24 agosto 2021, l’Ucraina ha celebrato il 30° anniversario della sua indipendenza dall’Unione Sovietica. Per l’occasione la capitale si è colorata dei colori nazionali e ha ospitato una serie di eventi a cui hanno partecipato persone provenienti da tutto il Paese. Le celebrazioni hanno visto come eventi principali la parata militare nella capitale e una parata navale nel porto di Odessa sul Mar Nero.

I festeggiamenti di quest’anno hanno evidenziato come l’Ucraina stia ancora cercando la propria identità tra aspirazioni euro-atlantiche e un passato sovietico. Due grandi rivoluzioni, l’annessione russa della Crimea e gli scontri nel Donbas, hanno rappresentato momenti cruciali di rottura nelle politiche della nazione, rivelando la difficoltà a prendere le distanze da un passato ingombrante e affrontare le fratture sociali interne.

Le sfide future del paese sono diverse e dipenderanno non solo dalla volontà della sua leadership, ma anche dal peso geopolitico che la nazione riuscirà ad avere nell’intricata rete di interessi internazionali e locali nella regione euroasiatica.

L’energia è senza dubbio in cima all’agenda nazionale. Di fronte alla cessazione delle forniture di gas dalla Russia, nei primi anni 2000, l’Ucraina ha compreso l’importanza di procedere verso l’indipendenza energetica e ha deciso di espandere la sua capacità di produzione di energia nucleare. Tuttavia, l’energia prodotta copre solo una parte del fabbisogno interno (1/3 dell’energia del Paese è importata), e l’Ucraina è lontana dalla possibilità di esportarla in altri Stati. Inoltre, i recenti sviluppi relativi alla finalizzazione degli accordi sul North Stream 2 tra Germania e Russia rischiano di privare il Paese del suo ruolo strategico di corridoio di transito.

Diversa è la situazione in Crimea. L’Ucraina resta ferma sulle proprie posizioni, ritenendo nullo il referendum che ha sancito l’annessione russa della Crimea e considerando quindi l’attuale situazione un’occupazione militare a tutti gli effetti. Con il presidente Zelensky è stata istituita una piattaforma online che intende assistere i negoziati tra gli alleati con lo scopo di restituire il territorio al Paese. In questa circostanza, più che mai, ha contato un forte “vuoto” nel diritto internazionale. Il diritto dei popoli all’autodeterminazione si scontra con le realtà contestuali, e sembrerebbe che il riconoscimento dell’indipendenza vada di pari passo con interessi geopolitici più che con l’esercizio di un diritto democratico.

Camminando per le strade di Kiev, anche l’osservatore più distratto può percepire un crescente nazionalismo. I colori e le bandiere giallo e blu coprono tutti gli spazi disponibili, cartelli pubblicitari che richiamano al militarismo e foto dei combattenti che hanno perso la vita negli scontri al confine sono esposte in varie zone di Kiev. La propaganda sembra spingere verso un crescente sentimento nazionale. Il rischio è che l’affermazione dell’identità ucraina passi attraverso il diniego della cultura russa che ha fatto parte del passato del Paese e che è ancora rappresentata in varie parti della nazione da cittadini di madrelingua o etnia russa.

Ad oggi persiste un’incompatibilità con le istituzioni europee a causa di quel sistema oligarchico che continua a caratterizzare lo stato. Ad esempio, l’oligarca ucraino Ihor Kolomoisky ha aiutato Volodymyr Zelensky nella sua corsa alla presidenza. Nel 2019, nei giorni precedenti le elezioni, il canale televisivo di Kolomoisky, Canale 1 + 1, ha mandato in onda senza sosta gli spettacoli comici dell’attuale presidente.

Kolomoisky ha diversi legislatori sul suo libro paga e si è appropriato indebitamente di denaro dalla sua banca privata, nazionalizzata successivamente per bancarotta.

Zelensky è stato sostenuto anche da Victor Pinchuk, che nel 2019 ha fatto parte della trattativa con la Russia insieme a Kuchma, ex presidente e suocero di Pinchuk. In Ucraina Kuchma è noto per la sua corruzione e per aver creato il monopolio degli oligarchi, mentre Pinchuk possiede Interpipe e quattro canali televisivi di successo.

Conclusioni

L’Ucraina guarda alla democrazia occidentale nel tentativo di rompere con il passato. Il Paese aspira all’adesione alla Comunità Europea e alla NATO e ad una sempre maggiore integrazione nei mercati energetici europei. Tuttavia, diverse osservazioni suggeriscono l’improbabilità che tale desiderio si realizzi nel breve termine. Infatti, nonostante gli sforzi fatti il Paese non rispetta ancora appieno gli standard europei. Una valuta fragile rispetto all’Eurozona, un sistema fortemente oligarchico e le difficoltà nel rispetto dei diritti di libertà rendono l’Ucraina ancora oggi un candidato inadeguato per gli standard occidentali.


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Inoltre, la partecipazione alla Nato rischierebbe di innescare un conflitto con la Russia e l’interesse del blocco occidentale nel Paese non è tale da correre questo rischio. Kiev sta lottando per mantenere il suo ruolo di corridoio energetico, ben consapevole che il suo posizionamento geopolitico strategico costituisce gran parte del suo fascino per le potenze straniere e, quindi, per attirare investimenti. Indubbiamente, il North Stream 2 rappresenta una minaccia per il Paese, che cercherà in tutti i modi di proteggere la propria posizione all’interno della fitta rete dei mercati energetici eurasiatici.

La nazione si sta altresì interrogando sulla sua militarizzazione e sul nazionalismo che caratterizza parte della popolazione. In Ucraina, infatti, tale fenomeno sembrerebbe in crescita, come testimoniato anche in ambito socioculturale dalla riaffermazione della lingua ucraina a scapito di quella russa. Inoltre, il governo di Kiev sta massicciamente finanziando il settore militare nonostante la grave situazione economica in cui versa la nazione, suscitando il malcontento di una parte della popolazione. Sebbene parte di questi flussi provenga da sovvenzioni estere (gli Stati Uniti hanno speso 2 miliardi di dollari in aiuti militari dal 2014), a causa del recente caso afgano, il sostegno occidentale è percepito come una fonte inaffidabile a lungo termine e la necessità di indipendenza da ogni forma di sussistenza straniera è considerata da molti una priorità. Infine, per quanto la leadership attuale guardi ad Occidente, segnando un importante distinguo rispetto ai primi governi filorussi, le rivolte di piazza Maidan sono fallite nell’affrancare il paese da una gestione di stampo oligarchico ancora fortemente caratterizzante i centri di potere del paese.


Foto copertina: Il 24 agosto 2021, l’Ucraina ha celebrato il 30° anniversario della sua indipendenza dall’Unione Sovietica. Parata militare. Foto di Silvia Boltuc