La storica Michelle Zancarini-Fournel ricorda che il movimento studentesco di Nanterre, guidato da Daniel Cohn-Bendit, faceva parte di un più ampio contesto di protesta studentesca che darà vita al “Maggio francese”
Il 22 marzo 1968, quasi centocinquanta studenti, guidati da Daniel Cohn-Bendit, decisero di occupare la torre amministrativa centrale della facoltà di Nanterre, negli Hauts-de-Seine, un gesto che porterà al “Maggio francese”, al movimento del ’68 che ha bloccato la Francia per diverse settimane.
La storica Michelle Zancarini-Fournel, autrice di numerosi lavori sul maggio 68’, in un intervista realizzata da Jérémie Lamothe e pubblicata su Le Monde il 22 marzo 2018, spiega però che è complicato determinare un punto di partenza preciso per questi eventi, tanto più che la protesta studentesca, in questo anno 1968, aveva fatto la sua comparsa ormai da diversi mesi già in diverse facoltà francesi.
Ritenendo che il movimento nato nella facoltà di Nanterre in relazione al “Maggio francese” sia piuttosto “come un detonatore, come uno stoppino acceso da un fuoco che già bruciava”.
Quali sono le ragioni dell’occupazione della facoltà di Nanterre, questo 22 marzo 1968?
“Il movimento era iniziato all’inizio dell’anno accademico precedente, nel 1967. C’era questa idea, tra gli attivisti studenteschi, che le liste nere fossero state compilate dagli apparitori per denunciare gli agitatori. A denunciare questo dovrebbe servire anche l’occupazione del 22 marzo.
Ma la prima richiesta è stata la liberazione di un attivista del Comitato Vietnam (CVN) che era stato arrestato pochi giorni prima durante una manifestazione antiamericana contro l’American Express a Parigi. E gli studenti volevano anche la libera circolazione delle ragazze e degli uomini nelle residenze. Lo percepivano come un diritto all’uguaglianza e alla libertà della sessualità. Ma questa affermazione era già stata avanzata per alcuni mesi in altre facoltà, come Aix-en-Provence, Grenoble o Nantes.”
L’occupazione della facoltà di Nanterre può essere considerata come il punto di partenza del movimento del maggio 68, come viene generalmente spiegato?
“Sono sempre sospettoso del mito delle origini di un evento. Non possiamo datare l’origine del movimento a un momento preciso. Ma possiamo percepirlo come un detonatore, come una miccia accesa di un fuoco che già covava. Per alcune settimane dopo, ci saranno dibattiti che saranno organizzati a Nanterre, le commissioni saranno create dagli studenti per discutere il resto. Il movimento di protesta aveva già lasciato la facoltà di Strasburgo, nel 1963, nel dipartimento di sociologia: le rivendicazioni riguardavano in particolare la fine degli esami, l’abolizione delle annotazioni, l’instaurazione di un controllo continuo. Quando i situazionisti (organizzazione rivoluzionaria contro il capitalismo in particolare) presero il controllo della Mutuelle nationale des Etudiants de France (MNEF) a Strasburgo, diffondevano testi che circolavano nei circoli militanti dell’estrema sinistra nelle università francesi.”
Gli studenti che protestavano a Nanterre avevano rapporti con altre università in Francia o all’estero?
“Sì, non era un movimento che guardava l’ombelico. Avevano legami con studenti e lavoratori a Praga, a Varsavia, anche con i Provos olandesi (movimento rivoluzionario, libertario) e gruppi libertari in Italia, studenti nei campus americani…Non era solo un movimento contro l’imperialismo americano ma era anche contro l’imperialismo in generale, contro il sistema amministrativo e politico e la burocrazia comunista nell’Europa orientale. Inoltre, ad aprile, si sono svolte manifestazioni anche in Europa, in Italia e in Germania in particolare, che erano state oggetto di un servizio della televisione francese. Questo movimento francese non era quindi isolato.”
Cosa farà crescere il movimento studentesco in tutto il paese?
“Fu quando, durante un incontro nel cortile della Sorbona, gli studenti di Nanterre e della Sorbona furono portati via dalla polizia venerdì 3 maggio. Quasi seicento persone saranno quindi arrestate. I primi scontri sono avvenuti nel Quartiere Latino, a Parigi. Si tratta subito di “repressione” e violenza della polizia contro il movimento studentesco. Una parola d’ordine è poi costante: “Liberate i nostri compagni”. Il movimento ha preso piede anche in altre regioni della Francia, il 6 maggio, ad esempio, con l’occupazione della Facoltà di Scienze a Lione. In alcune università il movimento non parte subito: è il caso di quando il sindacato UNEF è guidato da studenti comunisti, come al collegio universitario di Saint-Etienne. Questi ultimi erano, all’inizio, molto riluttanti contro questo movimento considerato “di sinistra”.
Come reagirà il potere in atto a questo movimento?
“Non ha subito fatto il punto sulla gravità della situazione, sulla diffusione del movimento in tutta la Francia. Il ministro dell’Educazione nazionale, Alain Peyrefitte, ha detto all’inizio che si trattava di “un pugno di indignati” . A Strasburgo, invece, il 9 maggio era stata dichiarata una “università autonoma”.
Il primo ministro Georges Pompidou si rende conto della situazione al suo ritorno da un viaggio in Iran l’11 maggio. Quindi pronuncerà un discorso di pacificazione all’Assemblea nazionale ed evocherà una “crisi di civiltà”. Il generale de Gaulle, allora Presidente della Repubblica, non interviene pubblicamente. Ha ripreso davvero il controllo solo il 30 maggio, con un discorso radiofonico che denunciava un pericolo totalitario e annunciava lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e nuove elezioni.”
Foto copertina: Daniel Cohn-Bendit, étudiant anarchiste à l’université de Nanterre et un des leaders d’extrême gauche du mouvement étudiant de 1968, prend la parole à Paris le 13 mai 1968 lors de la grande manifestation unitaire organisée par la CGT, la CFDT, FO et la FEN, qui ont également lancé un mot d’ordre de grève générale. AFP PHOTO / UPI