Pre-Vertice Onu sui sistemi alimentari: Guterres “Arginare l’insicurezza alimentare”


L’attuale pandemia ha complicato il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (da qui SDGs) stabiliti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
La risposta a giugno dell’anno scorso della FAO, che ha inaugurato la Food Coalition, ha posto al centro dell’attenzione internazionale il peggioramento dell’emergenza alimentare mondiale dovuto alla pandemia e il ruolo chiave dei sistemi alimentari nel raggiungimento degli SDGs.


 

Sostenibilità e inclusività.

Secondo l’Onu è in aumento l’insicurezza alimentare. Nel 2020 811 milioni di persone hanno sofferto la fame, 161 milioni in più rispetto al 2019, ha dichiarato il Segretario delle Nazioni Unite António Guterres all’apertura del Pre-Summit sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, tenutosi a Roma dal 26 al 28 luglio, evidenziando la rotta che la comunità internazionale deve intraprendere.
La povertà, l’ineguaglianza di reddito, gli alti costi del cibo, i cambiamenti climatici, i conflitti possono essere attenuati rendendo i sistemi alimentari sostenibili, accessibili ed inclusivi.

In questa tre giorni preparatoria per il summit che si terrà a settembre a New York, la sostenibilità e l’inclusività sono le parole chiave al centro di quello che vuole essere il cambiamento decisivo. E in effetti al Pre-Vertice sono presenti rappresentanti dei lavoratori del settore agricolo ed esponenti delle categorie più vulnerabili come le donne, i giovani e gli indigeni. Si è parlato dell’importanza del rispetto dei diritti umani e di rispondere adeguatamente ai bisogni e alle preoccupazioni dei lavoratori del settore. In questa trasformazione tutti devono essere inclusi, appianando le tensioni tra governi e società civile e permettendo una equa distribuzione dei redditi del settore agricolo. Anche la scienza e le innovazioni tecnologiche dovranno essere funzionali e parti integranti dell’evoluzione dei sistemi alimentari e, più che a disposizione delle grandi società produttrici dovrebbero essere a servizio delle piccole comunità rurali. Su questo punto è acceso un aspro dibattito.

Una nuova organizzazione per l’agroalimentare mondiale.

Il sistema alimentare attuale basato sugli interessi delle grandi multinazionali e il profitto, agricoltura intensiva, deforestazione, metodi aggressivi di coltivazione e mancato rispetto dei diritti dei produttori e in generale dei lavoratori, soprattutto degli indigeni, sono i fondamenti del sistema attuale che mettono in dubbio l’esito positivo del summit newyorkese. Al punto che, in parallelo alla grande conferenza delle Nazioni Unite, erano stati organizzati eventi paralleli con a capo personalità della società civile in opposizione ai grandi presenti a Roma che hanno il controllo sui sistemi alimentari globali.


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Molti partecipanti hanno ben evidenziato che senza la volontà politica non si arriverà da nessuna parte. I mezzi ci sono, ma manca la responsabilità da parte dei Paesi industrializzati e del settore privato di agire concretamente. Politiche reali, investimenti, accesso al credito per i piccoli agricoltori, la regolamentazione del commercio e della produzione, politiche per il rispetto dei diritti umani sono alcuni dei passi che porterebbero al raggiungimento degli SDGs  fissati dall’Onu e che renderebbero sostenibile la riforma dei sistemi in oggetto, riducendo l’insicurezza alimentare. Le politiche agricole devono essere una priorità nelle agende politiche delle nazioni assieme all’aumento del volume degli investimenti nel settore, all’educazione sulle buone pratiche dal produttore al consumatore finale.

La pandemia ha sottolineato come le azioni intraprese sulla salute e sull’ambiente devono andare di pari passo ed essere in sinergia con quelle legate all’agricoltura. L’epidemia di Covid-19, secondo l’Onu, ha fatto crescere l’insicurezza alimentare e l’evoluzione dei sistemi alimentari passa anche attraverso la tutela della salute. Ciò su cui si preme è che è finito il tempo delle grandi conferenze, bisogna ora passare concretamente ai fatti. Le linee guida esplicitate in questi anni negli accordi internazionali, ultima la Dichiarazione di Matera firmata all’interno del G20, non devono rimanere su carta ma essere messe in campo attraverso azioni concrete.


Foto copertina: IDP (Internally Displaced Persons) members of the Murle tribe displaced by Lou Nuer attacks throughout Pibor County in eastern Jonglei State wait to receive food rations from WFP and non-food items at a distribution point in Pibor town. The attacks which took place from 5-11 March killed hundreds and displaced thousands throughout the county. Over 5000 were displaced to Pibor town and received food and non-food items at the distribution point.

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