Radicalizzazione: priorità, sfide e soluzioni per il 2018 emerse dalla plenaria del Radicalisation Awareness Network ( RAN )


La radicalizzazione ha forme e contenuti che non riguardano esclusivamente l’estremismo islamico. A questo proposito il RAN, ha radunato ricercatori e professionisti provenienti da tutta Europa per fare il punto della situazione sulle strategie da adottare per prevenire o far fronte nel 2018 a vecchi e nuovi tipi di radicalizzazione.


Il Radicalisation Awareness Network (RAN[1]) ha reso noti i risultati della riunione plenaria tenutasi lo scorso 15 novembre a Bruxelles, ricercatori e professionisti di tutta Europa sono stati radunati con l’intento discutere sulle tendenze alla radicalizzazione e il tipo di soluzione da adottare nel corso del 2018. Ogni gruppo di lavoro RAN[2] ha approfondito argomenti esistenti e ne ha individuato di nuovi che saranno inseriti nell’annuale Piano di Attività per il 2018, approvato dalla Commissione europea.

Lo Stato Islamico è stato contrastato e sconfitto quasi del tutto sul piano territoriale, ma l’organizzazione resta ben strutturata al suo interno e pronta a reclutare nuovi proseliti, adottando una strategia del terrore di tipo reattivo: ossia azioni terroristiche dovuta dall’imperativo di contrastare un’ingiustizia subita, spesso messa in atto da lone wolfe.

Il terrorismo – come altri tipi di radicalizzazione – è inevitabilmente sempre connesso alla propaganda. Questa non cesserà sottraendo campo di battaglia allo Stato Islamico, perché Daesh utilizza le migliori strategie comunicative, facendo leva sulle emozioni veicolate utilizzando vecchi e nuovi media.

Questa strategia è perfetta per una società perennemente connessa, la rete rende gli internauti al tempo stesso destinatari e promotori della propaganda jihadista.

Mentre quest’ultima riceve molta attenzione dagli analisti e ricercatori, i simpatizzanti che diffondono tale propaganda – secondo il RAN – sono ancora sottovalutati; com’è sottovalutato un diverso (ma non nuovo) tipo di radicalizzazione che è quello riguardante l’estremismo di destra che sta nuovamente dilagando, nel vecchio continente,negli ideali e nelle azioni.

La violenza e l’attivismo dei gruppi di estrema destra raramente sono perseguiti o etichettati come “crimini d’odio”.Il RAN individua una certa tendenza alla radicalizzazione reciproca, che andrebbe sicuramente studiata nel profondo: l’estremismo di destra alimenta l’estremismo jihadista e l’estremismo di sinistra, dal quale riprende le strategie di protesta legale.

Estremismo chiama estremismo. Così la crisi dei rifugiati e gli attacchi terroristici avvenuti in Unione Europea negli ultimi anni non fa che rafforzare queste tensioni radicali rendendo i rifugiati doppiamente vulnerabili: presi di mira da estremisti di destra,da un lato e vulnerabili alla propaganda di Daesh, dall’altro.

Le tendenze e gli argomenti d’interesse individuati dai nove gruppi del RAN, riguardano:

  • Polizia e forze dell’ordine

Fondamentale per il 2018 è il ruolo della polizia online (in Italia la polizia postale) nel prevenire e contrastare l’estremismo violento. I ricercatori hanno compreso il forte vantaggio che il reclutamento online fornisce ai gruppi estremisti. Secondo il RAN, gli agenti di polizia dovrebbero lavorare su due fronti: analizzare la portata, l’impatto e la natura delle attività online degli estremisti e affrontare l’aumento dell’estremismo di destra e di sinistra.

  • Istruzione primaria e superiore

L’ascesa dell’estremismo di destra e il modo in cui questo influenza le scuole è stato identificato come un argomento importante da affrontare nel 2018. L’influenza dei coetanei su giovani vulnerabili è più forte rispetto a quella degli insegnanti. Facilitare l’incontro tra insegnanti e studenti è dunque una nuova sfida da affrontare. Per quanto riguarda l’istruzione primaria, il RAN propone di esaminare in che modo le influenze estremiste fanno presa sui bambini, con una particolare attenzione al fondamentale ruolo dei genitori, poiché spesso esiste una correlazione tra bambini che mostrano comportamenti problematici e il modo in cui i genitori li educano.

Portare le voci forti delle vittime del terrorismo in classe è considerato non solo un momento prezioso, ma un valido strumento di lotta all’estremismo, poiché capace di fornire una contro-narrativa forte che possa aumentare consapevolezza ed empatia tra coetanei.

  • Comunicazione e narrativa

L’influenza della propaganda e dell’estremismo online sono considerate sfide enormi da parte degli Stati membri, molti dei quali hanno intenzione di investire proprio nella produzione di contro-narrative online, coinvolgendo magari le comunità musulmane per renderle più efficaci possibili.

Nell’agenda per il 2018 del RAN c’è, inoltre, una discussione approfondita sulla psicologia e la neuroscienza,le quali possono fornire preziosi contributi per comprendere l’effetto della propaganda estremista sugli individui. L’utilizzo di Focus Group, ad esempio, può essere fondamentale per studiate le reazioni delle persone sottoposte aun certo tipo di propagande e per studiate le differenze (ad esempio nella fase di radicalizzazione) tra individui all’interno del target di riferimento.

  • Gioventù, Famiglie e Comunità

Rafforzare il senso di comunità è – per il RAN – un elemento fondamentale per prevenire la radicalizzazione, soprattutto concentrandosi sul supporto concreto alle famiglie attraverso nuovi interventi e ottimizzando quelli già esistenti.

La plenaria del RAN termina con la consapevolezza che professionisti e ricercatori non dovrebbero solo scambiarsi informazioni e risultati ma collaborare insieme alla ricerca di una soluzione. Maggiore coordinamento, cooperazione e condivisione tra tutti i diversi soggetti interessati (professionisti, accademici e politici degli Stati membri) è dunque fondamentale per comprendere i meccanismi della radicalizzazione e aumentare l’efficienza azioni volte a combattere qualsiasi tipo di estremismo.


[1] Il RAN è una rete di oltre 4.000 professionisti e ricercatori provenienti da tutta Europa che lavorano quotidianamente con individui radicalizzati o che sono a rischio di radicalizzazione. Tra questi professionisti figurano ufficiali di polizia, autorità penitenziarie e di sorveglianza, ma anche insegnanti, operatori giovanili e comunitari, rappresentanti della società civile, funzionari delle autorità locali, operatori sanitari, rappresentanti delle associazioni delle vittime.

[2] Il RAN è suddiviso in nove gruppi di lavoro tematici guidati da un comitato direttivo presieduto dalla Commissione Europea.

** Le informazioni esposte in questo Paper possono essere verificate e consultate scaricando il documento integrale del RAN, al link: https://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-we-do/networks/radicalisation_awareness_network/ran-papers/docs/trends_prevent-as_discussed_working_groups_ran_plenary_15_11_2017_en.pdf

Copertina: Euranet Plus Inside.[trx_button type=”square” style=”default” size=”small” link=”https://www.opiniojuris.it/wp-content/uploads/2018/03/RADICALIZZAZIONE-PRIORITÀ-SFIDE-E-SOLUZIONI-PER-IL-2018-EMERSE-DALLA-PLENARIA-DEL-RADICALIZATION-AWARENESS-NETWORK-RAN-..pdf” popup=”no” top=”inherit” bottom=”inherit” left=”inherit” right=”inherit”]

[trx_button type=”square” style=”default” size=”large” icon=”icon-file-pdf” align=”center” link=”https://www.opiniojuris.it/wp-content/uploads/2018/04/Ran.pdf” popup=”no” top=”inherit” bottom=”inherit” left=”inherit” right=”inherit” animation=”bounceInUp”]Scarica PDF[/trx_button]