La Commissione presenta un atto delegato sul clima per accelerare la decarbonizzazione.
La tassonomia dell’UE ha lo scopo di contribuire a migliorare i flussi monetari verso attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale in tutta l’Unione europea. Permettere agli investitori di riorientare gli investimenti privati verso tecnologie e imprese più sostenibili sarà fondamentale per rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. Il Regolamento sulla Tassonomia[1] prevede che queste attività economiche debbano essere conformi ai criteri di selezione stabiliti negli atti delegati adottati dalla Commissione. L’atto delegato dell’UE riguardante la tassonomia climatica stabilisce criteri tecnici di screening per le attività economiche che potenzialmente possono contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici nella maggior parte dei settori senza causare alcun danno significativo a qualsiasi altro obiettivo ambientale pertinente.
Il 1° gennaio la Commissione europea ha annunciato l’inizio delle discussioni con il gruppo di esperti degli Stati membri e la Piattaforma per la finanza sostenibile sulla parte della nuova tassonomia degli investimenti verdi riguardante l’energia nucleare e il gas naturale. La decisione di considerare sostenibile queste nuove forme di energia ha suscitato proteste da parte di organizzazioni ambientaliste e Stati membri contrari al nucleare[2].
Il sistema mira a rendere questi investimenti più attraenti per il capitale privato e fermare così il fenomeno del greenwashing. Gli impianti dovranno soddisfare certe condizioni: le nuove centrali nucleari non potranno essere approvate oltre il 2045 e dovranno disporre di un piano per lo smaltimento sicuro delle scorie, mentre quelle a gas dovranno sostituire impianti più inquinanti e non potranno essere autorizzate dopo il 2030. Entro il 2035 inoltre dovranno essere riconvertite per essere alimentate a idrogeno. Secondo il belga De Standaard, la proposta mira a trovare un compromesso tra gli interessi dei paesi europei, in particolare della Francia che non vuole rinunciare alle centrali atomiche da cui dipende la maggior parte della sua produzione di elettricità, e della Germania che ha investito sul gas naturale per compensare gli effetti dell’abbandono del nucleare. Al contrario, Austria e Lussemburgo hanno minacciato di citare in giudizio la Commissione per aver aggiunto gas e nucleare alla lista degli investimenti verdi dell’UE. Inoltre, la proposta sembra finalizzata a bypassare le resistenze dei Paesi dell’Europa dell’Est, che vogliono puntare sull’energia nucleare e sul gas per porre fine alla propria dipendenza dal carbone[3].
La produzione di gas e energia nucleare verrebbe definita verde in quanto attività di transizione, cioè non completamente sostenibile, ma che ha emissioni inferiori alla media del settore e non blocca l’Europa in attività inquinanti durante il passaggio all’utilizzo esclusivo di energia rinnovabile.
La polemica tra gli Stati membri sembra riguardare soprattutto il nucleare, mentre l’inserimento nella tassonomia del gas naturale pare aver trovato l’accordo degli Stati. Il gas naturale emette circa la metà delle emissioni di CO2 del carbone quando viene bruciato nelle centrali elettriche, ma le infrastrutture del gas possono presentare problemi di perdite di metano. Invero, i consulenti esperti dell’UE avevano raccomandato che gli impianti a gas non fossero etichettati come investimenti verdi a meno che non rispettassero un limite inferiore di emissioni di 100 g di CO2/kWh.
La proposta legislativa
Il 2 febbraio la Commissione europea ha presentato un atto delegato complementare ‘Clima’ della tassonomia. L’atto in questione stabilisce condizioni chiare e rigorose alle quali è possibile aggiungere, come attività transitorie, alcune attività nucleari e del gas. Le modifiche rispetto alla bozza del 31 dicembre scorso riguardano la rimozione dei target intermedi, per le conversioni delle centrali a gas naturale verso i gas decarbonizzati, e la parte sulla trasparenza per gli investitori, in modo che siano informati se i prodotti finanziari siano in qualche modo legati a gas e nucleare. La prima modifica era stata chiesta dalla Germania. La seconda dalla Piattaforma per la finanza sostenibile.
Nel corso della conferenza stampa per la presentazione dell’atto delegato, Valdis Dombrovskis, Vice-Presidente esecutivo della Commissione, ha richiamato la necessità di agire subito per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica. Insieme a Mairead McGuinness, Commissaria responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, si è inoltre dichiarato soddisfatto dei nuovi obblighi di trasparenza e di informazione che sono stati aggiunti alla bozza del testo, che aiuteranno a combattere l’ecologismo di facciata[4].
Riscontri
Di parere opposto le organizzazioni ambientaliste, tra cui European Climate Foundation e WWF. Secondo Laurence Tubiana, l’Unione sta minando la sua leadership climatica e abbassando gli standard nell’UE e oltre. Etichettare il gas come verde equivale al greenwashing. Questo compromesso mina le ambizioni dell’UE per la tassonomia. Il WWF ha invitato il Parlamento europeo a respingere la proposta, definendola come il risultato di un’alleanza tra gli Stati Membri dell’UE pro-nucleare e pro-gas guidata dalla Francia. Sebastien Godinot, Senior Economist del WWF European Policy Office ha aggiunto che questa legge è una frode, che deve essere respinta per proteggere la credibilità dell’intera Tassonomia dell’UE[5].
Prossime tappe
Il testo sarà formalmente adottato appena tradotto in tutte le lingue dell’UE. Dopodiché, l’atto delegato complementare sarà formalmente trasmesso ai colegislatori per essere sottoposto a controllo. Il Parlamento europeo e il Consiglio disporranno di quattro mesi per esaminare il documento, e sollevare eventuali obiezioni. Entrambe le istituzioni possono chiedere di prolungare di due mesi il periodo di controllo. Il Consiglio avrà il diritto di sollevare obiezioni con una maggioranza qualificata rafforzata, il che significa che è necessario almeno il 72% degli Stati membri – ossia almeno 20 Stati membri – che rappresenti almeno il 65% della popolazione dell’UE. Il Parlamento può sollevare obiezioni se il testo riceve un voto negativo della maggioranza dei suoi membri in seduta plenaria, ossia almeno 353 deputati. Una volta terminato il periodo di controllo e se nessuno dei colegislatori solleva obiezioni, l’atto delegato complementare entrerà in vigore e si applicherà a partire dal 1° gennaio 2023.
Note
[1] Regulation (EU) 2020/852 of the European Parliament and of the Council on the establishment of a framework to facilitate sustainable investment, and amending Regulation (EU) 2019/2088
[2] Lettig D., Tassonomia green, i criteri per considerare sostenibili gas e nucleare dividono gli Stati membri, Euractiv, 3 gennaio 2022.
[3] Internazionale, Gas e nucleare resistono, n. 1442, p. 25.
[4] Commissione europea, Comunicato stampa IP/22/711, 2 febbraio 2022.
[5] Frédéric Simon, EU puts green label for nuclear and gas officially on the table, Euractiv, 2 February 2022.
Foto copertina: Immagine web