Il leader curdo è stato condannato ad oltre 40 anni di carcere da un tribunale di Ankara, Selahattin Demirtas è accusato di avere “aiutato a distruggere l’unità e l’integrità territoriale dello Stato” e “incitato il pubblico a disobbedire alla legge” per dei comizi che avrebbero incitato rivolte.
Nato a Elâzığ, nella regione del Kurdistan turco, Selahattin Demirtas è stato condannato a 42 anni di carcere, con diversi capi d’accusa, tra cui aver minato l’unità della Turchia nel 2014. Lo riferiscono i media turchi. L’ex co-presidente della formazione filo-curda Partito democratico del popolo (Hdp) è in carcere dal novembre 2016. Le autorità giudiziarie hanno condannato anche l’altro ex copresidente dell’Hdp, Figen Yuksekdag, che dovrà scontare 30 anni e tre mesi di carcere.
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Avvocato curdo di 51 anni, Demirtas ha iniziato la sua carriera politica nel 2007 e nel 2014 è diventato il co-presidente dell’Hdp, sotto la sua guida, alle elezioni del 2015 è entrato in parlamento, riuscendo a superare la soglia del 10% dei consensi, come mai era successo prima nella storia delle forze filocurde di Turchia. Nel 2013 era stato tra i politici che avevano incontrato nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Imrali, a sud di Istanbul, Abdullah Ocalan, il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), ritenuto da Ankara terrorista, imprigionato dal 1999. In quell’occasione, Demirtas ricoprì un ruolo importante nel cosiddetto ‘processo di pace’ tra Ankara e il Pkk, un percorso voluto anche da Recep Tayyip Erdogan, che aveva portato ad un periodo di tregua tra l’Esercito turco e il partito curdo armato. Ma con la crescita della popolarità di Demirtas, politico carismatico apprezzato anche da elettori non curdi, si acuì parallelamente uno scontro politico di giorno in giorno sempre più forte con Erdogan. Un conflitto che è poi esploso dopo la fine della tregua tra l’Esercito e il Pkk nel 2015.
Foto copertina: Selahattin Demirtas