L’Italia è stato il terzo Paese al mondo ad aver avuto accesso allo spazio extra-atmosferico, un passo fondamentale compiuto anche attraverso il centro spaziale “Luigi Broglio” di Malindi in Kenya. La visita del Presidente della Repubblica Mattarella al centro spaziale keniota apre ad un ruolo strategico del settore spaziale con una nuova centralità italiana?
A cura di Jacopo Belli e Valentina Chabert
L’Italia nel contesto globale della corsa allo spazio
Anno 1964. Nelson Mandela viene condannato all’ergastolo; Martin Luther King riceve il Premio Nobel per la Pace; Chruščëv si allontana dal Partito Comunista dell’URSS; Jean-Paul Sartre rifiuta il Nobel per la letteratura; inizia la guerra in Vietnam; Palmiro Togliatti, leader del partito comunista italiano – PCI muore in URSS; viene pubblicato il Libretto rosso con le citazioni del presidente Mao Tse-tung e i Beatles suonano “I Want to Hold Your Hand”. Luigi Broglio, ingegnere dell’aeronautica militare italiana, progetta il San Marco, un programma di collaborazione tra Italia e Stati Uniti incentrato sulla ricerca scientifica e sulla sperimentazione in ambito spaziale.[1] Sino ad allora, i principali eventi collegati allo spazio si rifacevano a pochi progetti come il lancio del satellite Sputnik sovietico nel 1957, la camminata in orbita del cosmonauta russo Jurij Alekseevič Gagarin nel 1961, seguito dalla prima donna nello spazio, Valentina Tereškova, nel 1963. Traguardi tutti riconducibili all’URSS, seguiti con una certa urgenza dagli Stati Uniti, che temevano la corsa spaziale di Nikita Chruščёv in ottica del raggiungimento di un primato propagandistico a livello internazionale. In quest’ottica, in concomitanza con le missioni sovietiche nel cosmo il Presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy tenne un discorso divenuto noto a livello planetario che pose la base per le successive missioni lunari statunitensi: “We choose to go to the moon in this decade and and do the other things, not because they are easy, but because they are hard”[2]. Dal canto suo, sul suolo italiano Luigi Broglio coglierà l’opportunità delle “other things” della corsa allo spazio USA-URSS coinvolgendo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Aeronautica Militare Italiana e la National Aeronautics and Space Administration (NASA) statunitense nella realizzazione del progetto San Marco, programma bilaterale di collaborazione preposto alla messa in orbita di satelliti. Il primo di questi, il celebre San Marco 1, fu lanciato dalla base americana Wallops il 15 dicembre 1964.[3] Per le successive missioni del progetto fu inoltre creato il Centro di Ricerca Progetto San Marco (CRPSM) presso l’Università di Roma “La Sapienza”, mentre nel 1964 fu allestita la base operativa di Malindi, oggi chiamata Centro Spaziale “Luigi Broglio” e composta da una base di lancio su una piattaforma marina, oltre ad una base terrestre dotata di stazioni TT&C (Tracking, Telemetry and Command) e Remote Sensing. Da allora, le missioni italiane hanno effettuato i propri lanci dal centro spaziale in Kenya, sfruttando il vantaggio derivante dalla maggiore velocità angolare della rotazione terrestre legata al posizionamento al livello dell’equatore, che permette un minimo dispendio economico in termini di carburante. Inoltre, in conformità al diritto internazionale dello spazio che regola la registrazione degli oggetti lanciati in orbita, l’Italia ha operato in accordo con la risoluzione 1721 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e adottato, nel 2005, la Convenzione del 1975 in materia incentivando pertanto il quadro giuridico internazionale che disciplina l’immatricolazione degli oggetti spaziali.
Il Presidente Mattarella visita la base spaziale di Malindi
Dal 13 al 16 marzo 2023, il Presidente della Repubblica italiana si è recato in Kenya con i molteplici obiettivi di incentivare la collaborazione economica tra Italia e Kenya, sottolineare e porre attenzione alla lotta contro il cambiamento climatico e alla problematica della siccità, accanto al mantenimento di una salda la collaborazione spaziale. Nella giornata del 15 marzo, Mattarella si è inoltre recato al Luigi Broglio Malindi Space Center, dove ha incontrato la squadra dell’Agenzia Spaziale Italiana e il Presidente Giorgio Saccoccia, la direttrice degli Affari Internazionali Gabriella Arrigo e l’Ambasciatore Italiano Roberto Natali. Alla visita hanno altresì presenziato il Ministro della Difesa kenyota Aden Bare Duale e il direttore dell’ Agenzia Spaziale nazionale James Aruasa. In tale sede, Mattarella ha annunciato che “[…] il centro è nato in segno della modernità. L’amicizia tra Kenya e Italia si è sviluppata costantemente su questo fronte e su tanti altri versanti sui quali si collabora intensamente e sempre più collaboreremo.”[4].
Tale dichiarazione rappresenta l’ottica e l’intento del viaggio di Stato del Presidente, mostrando la volontà di consolidare le relazioni bilaterali e, al contempo, riconoscere indirettamente l’ufficialità del governo eletto di William Ruto, messo in discussione a seguito delle ultime elezioni dalle forze di opposizione per via del sottile margine di scarto con l’avversario Raila Odinga pari a soli 233mila voti. Mattarella ha poi proseguito soffermandosi sulle attività di interlocuzione dei due Paesi in ambito spaziale, elogiando il lavoro precedente di Luigi Broglio nell’individuazione della proiezione verso lo spazio in ottica scientifica, collaborativa e aperta a tutti i popoli del mondo. È tuttavia proprio in questo breve passaggio che il Capo di Stato italiano racchiude le aspirazioni di ascesa del Paese in ambito spaziale, rilevante sia in ottica politica, sia economica e strategica, osservando come la collaborazione scientifica debba rimanere centrale e conforme ai principi del Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico (Outer Space Treaty) adottato nel 1967 e considerato il trattato per eccellenza per la regolamentazione dello spazio oltre la Terra. “Kenya e Italia, che condividono l’aspirazione alla pace e alla collaborazione internazionale offrono un grande esempio, ed è una palestra questa di grande collaborazione al centro spaziale di Malindi, che ha naturalmente ha bisogno di aggiornamenti, di adeguamenti anche nel modo di collaborare sempre più protagonista di entrambe le parti”, nota infine Mattarella, sottolineando ancora una volta come la collaborazione scientifica trascenda i limiti della sovranità nazionale e riproponendo una delle dinamiche ideologiche che ha sempre caratterizzato l’esplorazione spaziale, il globalismo. Il settore spaziale assume così ancora una volta una connotazione strategica per l’interesse nazionale dell’Italia, anche in virtù della crescita esponenziale del settore della newspace economy in cui il nostro Paese gioca un ruolo da protagonista.
Il ritorno alla competizione spaziale e il ruolo dell’Italia
Sono due le dinamiche che negli ultimi decenni hanno dato avvio ad una vera e propria rivoluzione del settore spaziale: la liberalizzazione dell’accesso allo spazio e il ritorno della competizione spaziale dovuta all’inasprimento delle relazioni tra potenze sulla Terra hanno di fatto generato una moltiplicazione delle attività spaziali espandendo, da un lato, le prospettive economiche del comparto, e, dall’altro, determinando l’emergere di nuove minacce e fattori di rischio. In tale contesto, nel futuro prossimo si assisterà ad una crescita esponenziale del ruolo delle società commerciali e dei privati che guardano allo spazio per diversi interessi di carattere economico, così come di nuove strategie spaziali delle dottrine militari, attraverso cui sempre più Paesi riconoscono lo spazio extra-atmosferico come ambiente competitivo, congestionato e contestato. Da ultimo, l’emergere di strategie di difesa che tengono in considerazione il dominio spaziale costituisce un ulteriore fattore di competizione e contestazione nell’area: non solo è ormai evidente che i servizi satellitari siano diventati essenziali per la società civile, bensì anche il settore militare e gli apparati governativi tendono a dipendere in maniera crescente dall’uso di prodotti ed infrastrutture spaziali per le proprie operazioni – in modo particolare in materia di comunicazione e sorveglianza. Per tale motivo, le infrastrutture spaziali si caratterizzano sempre maggiormente come infrastrutture critiche, con un numero in crescita di Paesi in procinto di sviluppare strategie volte a difendere le proprie capacità spaziali anche attraverso l’adozione di un approccio di deterrenza rispetto alle attività svolte in orbita. A riprova del dinamismo del settore spaziale nazionale italiano, in occasione della recente ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA)[5] il nostro Paese ha riaffermato la propria volontà di giocare da protagonista in virtù delle proprie solide capacità industriali nonché di leadership nel panorama spaziale europeo. A tal proposito, la firma di una dichiarazione trilaterale con i Ministri di Francia e Germania[6] a margine della ministeriale ha permesso all’Italia di contribuire al futuro dei lanciatori europei e, al contempo, di indirizzare politicamente il vertice ESA anche attraverso l’inclusione di Paesi extra-europei. Di fatto, conscio degli impatti geopolitici del conflitto in Ucraina e delle sanzioni occidentali nei confronti della Russia anche e soprattutto nel settore spaziale – storico dominio di cooperazione sin dalla guerra Fredda -, il governo italiano si è fatto sponsor dell’ingresso dell’Ucraina nell’Agenzia Spaziale Europea a fronte del ruolo strategico del Paese nella costruzione dei motori Vega, componente essenziale degli omonimi lanciatori italiani ed europei.
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Una nuova Legge italiana per lo spazio
Allo stato attuale, l’importanza strategica che il settore spaziale ha assunto negli ultimi decenni all’interno del panorama economico italiano ha portato alla riorganizzazione delle norme esistenti in materia attraverso l’approvazione della legge 7/2018,[7] recante Misure per il Coordinamento della Politica Spaziale e Aerospaziale e Disposizioni concernenti l’Organizzazione e il Funzionamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, entrata in vigore il 25 febbraio 2018. Tale atto normativo prevede che la direzione e il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali siano attribuiti al Presidente del Consiglio, mentre gli indirizzi di Governo in materia spaziale – inclusi ricerca, innovazione tecnologica e ricadute sul settore produttivo – sono attribuiti ad un Comitato interministeriale istituito ad hoc.[8] Ciononostante, la rapida evoluzione del settore e l’emergere di attori ed entità private che operano nel panorama economico spaziale nazionale ha richiesto una riflessione sull’assetto giuridico necessario a salvaguardare gli asset nazionali e fornire alla nostra industria la capacità di essere competitiva pur impattando in maniera positiva il sistema di governance globale, fondamentale per la regolazione delle attività umane nelle orbite terrestri. Tale quadro normativo dovrà in primis definire le regole per l’inquadramento dell’esplorazione commerciale dei Pianeti e, prima fra tutti, della Luna. A tal proposito, sarà necessario per l’Italia continuare a sviluppare una governance efficiente ed un costante miglioramento delle proprie capacità di know-how attraverso piani di investimento a lungo termine. Se la Legge 7/2018 ha rappresentato uno strumento fondamentale per un significativo avanzamento nella definizione di un approccio sistemico e altresì costituito una base normativa di sintesi dell’approccio italiano all’occupazione delle orbite terrestri, è tuttavia necessario un maggiore impulso verso la creazione di sinergie e la stabilizzazione delle attività del settore attraverso una più stretta collegialità delle decisioni, in grado di individuare punti di debolezza e lacune da colmare nel prossimo futuro. È inoltre auspicabile che la gestione normativa della dimensione spaziale tenga in considerazione gli investimenti e le ricadute industriali del settore, nonché le implicazioni in tema di difesa e sicurezza tramite una gestione chiara e condivisa fra gli attori in gioco e le parti interessate, mantenendo al contempo una continuità strategica nelle scelte per consentire al Paese di giocare un ruolo di primaria importanza nel settore e salvaguardando istituzionalmente le decisioni a prescindere dalla durata dei mandati politici. Secondo una prospettiva securitaria, l’evoluzione normativa dovrà inoltre contenere una precisa definizione dei ruoli dei numerosi attori coinvolti, ed in particolare delimitare il perimetro di azione della difesa nell’ottica dell’individuazione e della protezione degli interessi nazionali dello spazio. Da ultimo, andranno affrontate le criticità legate alla sicurezza dei dati, che in un non lontano avvenire verrà affidata quasi esclusivamente alle costellazioni satellitari.
Note
[1] Valentina Mariani, Prime prove italiane di conquista dello spazio: aspetti tecnici e politici internazionali (1950-1961), Eunomia Rivista semestrale di Storia e Politica Internazionali, IV, 2015, pp. 173-202.
[2] John F. Kennedy, (1962) discorso sull’impegno nazionale nell’esplorazione spaziale presso la Rice University, Huston, Texas, National Archives, John F. Kennedy Presidential library and museum, Columbia Point, Boston.
[3] NASA,San Marco 1, 1964. Disponibile al link: https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraft/display.action?id=1964-084A.
[4] Sergio Mattarella (2023, March 15). Kenya Il Presidente Mattarella visita il Centro Spaziale “Luigi Broglio” a Malindi [Video]. Presidenza della Repubblica Italiana Quirinale. Disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=isIOZIOUOP4.
[5] ESA, Council Meeting at Ministerial Level, 22 – 23 novembre 2022. Disponibile al link: https://www.esa.int/esearch?q=ministerial.
[6] Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Ministeriale ESA: Urso, intesa con Francia e Germania sul futuro dei lanciatori europei. Disponibile al link: https://www.asi.it/2022/11/spazio-urso-intesa-con-francia-e-germania-sul-futuro-dei-lanciatori-europei/.
[7] Legge 11 gennaio 2018 n.7, pubblicata in G.U. n.34 del 10 febbraio 2018.
[8] G. Sanna, New space economy, ambiente, sviluppo sostenibile. Premesse al Diritto Aerospaziale dell’Economia. G. Giappichelli Editore, 2021, p. 76.
Foto copertina: La visita del Presidente della Repubblica Mattarella al centro spaziale apre ad un ruolo strategico del settore spazio nei rapporti tra Italia e Kenya