Nell’anno drammatico della rivoluzione, Kapuscinski è in Iran per uno dei suoi più brillanti e memorabili reportage, in cerca di risposte. E riesce a temperare, con impeccabile stile, la complessa ricostruzione storico-giornalistica con un’appassionante capacità narrativa. Non fa lezione, non sale in cattedra. Al lavoro nella sua stanza d’albergo, ingombra di giornali, di ritagli, di foto, filmati e nastri registrati, ricostruisce il quadro degli eventi, delle premesse che li hanno provocati e delle situazioni che si preparano.