Le più importanti notizie dal mondo riprese dai maggiori quotidiani, per essere sempre aggiornati. Notizie dal 5 all’ 11 gennaio 2020.
Africa
Libia: Ahmed Al Mismari, portavoce dell’ Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, ha annunciato in un video il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte. Una dura rappresaglia, ha affermato, verrà attuata contro chi non lo rispetterà.
Nigeria: Un attacco di matrice islamista nello stato di Borno, a nord-est della Nigeria, ha ucciso almeno tre soldati, otto secondo quanto affermato dai terroristi. Lo riporta Bbc News Africa aggiungendo che a Monguno, città di presidio nigeriana, c’è il coprifuoco. Le informazioni su cosa sia successo di preciso sono limitate. Fonti rivelano che nell’attacco è stata utilizzata un’autobomba e che l’impatto dell’esplosione ha distrutto case nelle vicinanze. Un indefinito numero di civili in un campo vicino ospitante persone fuggite dalle proprie case durante l’insurrezione islamista di Boko Haram, organizzazione terroristica affiliata all’Isis, sono state ferite, non è chiaro se per proiettili vaganti o in seguito all’incendio scoppiato durante l’attacco. L’esercito nigeriano non ha commentato ma la fazione di Boko Haram autodefinitasi ‘Provincia dell’Africa occidentale dello Stato Islamico’ (Iswap) ha rivendicato il raid, affermando che i propri combattenti hanno ucciso otto soldati.
Mali: Venti persone, tra cui 18 peacekeeper, sono rimaste ferite, il 9 gennaio, in un attacco missilistico contro una base delle Nazioni Unite nella regione settentrionale di Kidal, nel Mali: lo riporta la Bbc, che cita un portavoce dell’Onu. Nell’attacco, che per il momento non è stato rivendicato, sono stati feriti gravemente sei peacekeeper, ha sottolineato il portavoce. Ieri l’inviato delle Nazioni Unite per la regione ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che gli attacchi nel Sahel sono aumentati di cinque volte dal 2016.
Somalia: Almeno quattro persone sono morte e altre 10 sono rimaste ferite, l’8 gennaio, in seguito all’esplosione di un’autobomba vicino a un posto di blocco nell’area del Parlamento della Somalia nella capitale Mogadiscio: lo ha reso noto la polizia.
Uganda: La polizia in Uganda ha rilasciato il musicista e deputato dell’opposizione Bobi Wine poche ore dopo il suo arresto, avvenuto mentre si dirigeva a una riunione pubblica nel suo collegio elettorale vicino alla capitale, Kampala. Il parlamentare, il cui vero nome è Robert Kyagulanyi, avrebbe dovuto presentare il suo manifesto presidenziale per le elezioni del prossimo anno.
Americhe
Usa: La Camera a maggioranza democratica approva la risoluzione che limita i poteri di guerra di Donald Trump. Il provvedimento impedisce qualsiasi azione contro l’Iran senza l’autorizzazione del Congresso. Si tratta comunque di un via libera simbolico: la misura infatti non è vincolante ed è difficile che superi l’esame del Senato.
Canada: La dirigente del colosso cinese Huawei Meng Wamzhou, potrà essere estradata dal Canada negli Stati Uniti, dov’è ricercata per aver violato le sanzioni all’Iran. Lo ha reso noto il dipartimento di Giustizia canadese, che ha riscontrato che ciò di cui è accusata la direttrice finanziaria di Huawei è un crimine in entrambi i Paesi. L’udienza per l’estradizione, fa sapere la giustizia canadese, si terrà il 20 gennaio. La giustizia Usa accusa Meng di aver dichiarato il falso a una banca sui legami tra Huawei e una controllata occulta in Iran, Skycom, per accedere ai servizi bancari. I legali hanno obiettato che invece l’istituto di credito era pienamente a conoscenza dei rapporti tra Skycom e Huawei, e che non può essere estradata in quanto la violazione delle sanzioni Usa, anche se dimostrata, non è reato in Canada. Meng, 47 anni, figlia del fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, fu arrestata l’1 dicembre 2018 all’aeroporto di Vancouver, su richiesta Usa, innescando una crisi diplomatica con Pechino.
Porto Rico:Un terremoto di magnitudo 5.8 ha colpito Porto Rico. Lo afferma lo United States Geological Survey. Per il momento, riferiscono media statunitensi, non ci sono segnalazioni di danni né c’è un’allerta tsunami.
Brasile: Il numero di incendi boschivi nell’Amazzonia brasiliana è aumentato del 30% nel 2019 rispetto all’anno precedente. Lo ha reso noto ieri sera l’Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe) del Brasile. L’aumento è stato maggiore nel Pantanal, la più grande zona umida del pianeta e il santuario della biodiversità, con sei volte più incendi in un anno. Un totale di 89.178 roghi sono stati registrati nell’Amazzonia brasiliana nel 2019, rispetto ai 68.345 del 2018. Solo nel mese di agosto gli incendi sono stati 30.901. La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana ha raggiunto livelli record l’anno scorso, superando i 10.000 km quadrati tra agosto 2018 e luglio 2019, per la prima volta dal 2008. Il numero di incendi in Amazzonia era stato ancora più elevato nel 2017 con 107.439 roghi, ma lontano dal drammatico record del 2004 (218.637).
Asia & Pacifico
Cina: La Commissione Sanitaria Nazionale cinese ha annunciato che, per tutelare la sicurezza della salute a livello globale, condividerà con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) le informazioni sulla sequenza genomica del nuovo tipo di coronavirus rilevato nei casi di polmonite virale segnalati nella città di Wuhan.
Taiwan: Tsai Ing-wen ha conquistato il secondo mandato alla presidenza di Taiwan grazie al consenso espresso alla sua linea dura nei confronti della Cina da 8,17 milioni di elettori, pari al 57,13% dei voti totali, un livello record mai raggiunto nelle precedenti elezioni presidenziali. Se Tsai ha stravinto il suo referendum, consolidato dalla riconferma della maggioranza parlamentare nelle mani del suo Partito democratico progressista (Dpp), il presidente cinese Xi Jinping ha incassato un duro colpo, vedendo allontanarsi i piani per riportare sotto il suo controllo l’isola ‘ribelle’ che invece ha difeso la sua sovranità, sollevando i dubbi sulle strategie assertive finora perseguite da Pechino.
Giappone: Il pubblico ministero di Tokyo ha spiccato un mandato d’arresto per la moglie di Carlos Ghosn, Carole. La 53enne – che ha la cittadinanza libanese – si è a lungo battuta per la liberazione del marito, criticando duramente il sistema giudiziario giapponese. Carole Ghosn, precisa l’agenzia Kyodo, è accusata in particolare di falsa testimonianza davanti a una Corte nipponica durante un’udienza nell’aprile scorso. L’ex numero uno di Renault-Nissan è fuggito in Libano con un jet privato, riunendosi con la moglie a Beirut lo scorso lunedì.
Pakistan: Almeno 13 persone, tra cui un alto ufficiale di polizia, sono state uccise e altre 19 sono rimaste ferite nell’esplosione di una bomba in una moschea nella città pakistana di Quetta, alla fine della preghiera serale. Morti e feriti sono stati trasferiti all’ospedale locale. Si cerca ora di accertare la natura dell’esplosione. Nessun gruppo ha finora rivendicato la responsabilità dell’attacco. A Quetta si verificano regolarmente episodi analoghi. Il 7 gennaio almeno due persone sono state e altre 14 sono rimaste ferite nell’esplosione di ordigni improvvisati contro un veicolo militare.
Australia: La polizia australiana ha arrestato oltre 180 persone sospettate di avere appiccato incendi nel Nuovo Galles del Sud, tre solo nell’ultimo fine settimana, mentre proseguono i devastanti roghi nonostante le piogge degli ultimi giorni. Oltre 7 milioni di ettari di boschi sono bruciati da settembre ad oggi, e nella maggior parte dei casi si è trattato, secondo le autorità, di incendi provocati dall’uomo. Tra i fermati, anche 40 minorenni, che saranno giudicati dai tribunali nei prossimi mesi. In tutto sono stati contestati a 183 persone 205 reati connessi agli incendi boschivi; 24 di questi sono accusati di incendio doloso e rischiano una pena massima fino a 21 anni di reclusione. Nei roghi sono andate distrutte almeno duemila case. Il bilancio delle vittime è di almeno 25 persone e milioni di animali, mentre i soccorritori si apprestano a far fronte ad un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo.
Europa
Francia: Il governo francese ha annunciato il ritiro “provvisorio” dal progetto di legge per la riforma delle pensioni del punto che creava più problemi con i sindacati, l’instaurazione di un’età di equilibrio a 64 anni per ottenere la pensione a tasso pieno. Intanto violenti scontri si sono registrati a Parigi alla manifestazione contro la riforma delle pensioni. Lacrimogeni, cassonetti in fiamme, lancio di oggetti contro la polizia, cariche: l’intero quartiere è teatro di incidenti. I disordini sono diminuiti di intensità all’avvicinarsi della Bastiglia e il grosso del corteo, nel quale si trovano fra l’altro tutti i leader sindacali oltre a centinaia di gilet gialli, ha ripreso a sfilare nella calma.
Malta: L’avvocato 42enne Robert Abela è stato eletto leader del Partito laburista maltese, diventando automaticamente anche primo ministro dopo le dimissioni di Joseph Muscat accusato di interferenze nelle indagini sull’omicidio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia. Figlio dell’ex presidente George e visto come outsider incarnazione della continuità col suo predecessore, Abela è stato scelto dalla maggioranza dei 17.500 elettori laburisti – che hanno votato per la prima volta direttamente il loro leader – per la sua promessa di continuare “con le ricette vincenti” di Muscat. E’ stato preferito al chirurgo 52enne Chris Fearne, vicepremier uscente. Abela, attivista di lunga data del Partito laburista, è diventato membro del parlamento maltese solo durante le ultime elezioni del 2017, convocate in anticipo da Muscat e vinte a mani basse dal suo partito nonostante un’ondata di scandali che ne hanno scosso l’entourage. Abela subentra per soli 2 anni e mezzo in carica, fino al settembre 2022.
Turchia:Undici migranti, tra cui otto bambini, sono morti quando la loro imbarcazione è affondata nelle acque del Mar Egeo al largo di Cesme, Turchia. Lo riferisce l’agenzia Anadolu. Secondo le autorità turche, otto persone sono state tratte in salvo. Non è nota la nazionalità delle vittime. La località turistica turca di Cesme è divisa da uno stretto braccio di mare dall’isola greca di Chios, uno dei principali punti di approdo dei migranti che arrivano in Grecia dalle coste turche. Questa nuova tragedia avviene poche ore dopo un altro naufragio, quello nei pressi dell’isola greca di Paxi, nel mar Ionio, dove sono morte almeno 12 persone – questo il numero di corpi recuperati – che tentavano probabilmente di raggiungere le coste italiane. Sull’imbarcazione affondata, secondo la guardia costiera ellenica, viaggiavano circa 50 persone. Venti migranti sono stati salvati, e nel pomeriggio continuavano le operazioni di ricerca di altri superstiti.
Spagna: La Corte suprema spagnola non riconosce l’indipendentista Oriol Junqueras come eurodeputato al Parlamento europeo e rifiuta dunque di rilasciarlo dal carcere.
Nord Irlanda: Il Partito Unionista Dup e il repubblicano Sinn Fein hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per mettere fine a tre anni di paralisi politica in Irlanda del Nord, che è senza governo né parlamento dal 2017. “Il Sinn Fein ha deciso di reintegrare il sistema di condivisione del governo della provincia”, come è previsto dall’accordo di pace del Venerdì Santo del 1998 e di “nominare ministri in un governo fondato sulla condivisione del potere”, ha dichiarato alla stampa Mary Lou McDonald, capo del Sinn Fein. Il suo movimento segue le orme del Dup che aveva già dato il suo accordo al progetto diffuso ieri sera dal governo britannico.
Medio Oriente
Iran:L’Iran ammette di aver abbattuto l’aereo di linea ucraino, per un errore umano. Il Quartier generale delle Forze armate iraniane afferma che il Boeing precipitato quattro giorni fa poco dopo il decollo dall’aeroporto ‘Imam Khomeini’ di Teheran è stato “erroneamente” e “involontariamente” preso di mira dalle forze di difesa aerea iraniane che lo hanno scambiato per un “aereo nemico”. Tutti i 176 tra passeggeri e membri dell’equipaggio del 737 dell’Ukraine International Airlines sono morti a seguito dell’incidente. Fino a ieri l’Iran aveva negato di aver abbattuto il velivolo con un missile. Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrà un “colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Islamica di Iran, Hassan Rohani, alle 17 (le 15 Gmt)”, fa sapere la presidenza ucraina in un comunicato, aggiungendo che successivamente Zelensky parlerà “al popolo ucraino”.
Afghanistan: Due soldati americani sono rimasti uccisi nell’esplosione di un ordigno artigianale in Afghanistan. Lo si apprende da fonti locali.
Iraq: L’Isis esulta per la morte del generale iraniano Qassem Soleimani il 3 gennaio. In un comunicato, riporta la Bbc online, lo Stato Islamico descrive la morte del capo della divisione Qods come un atto di intervento divino che fa il bene dei jihadisti senza fare alcun riferimento agli Stati Uniti. Soleimani è stato uno dei principali protagonisti della lotta anti Isis in molte aree di crisi del Medio Oriente. La conseguenza immediata della sua morte, in seguito alle proteste del governo iracheno, è stata la sospensione delle operazioni anti Isis in Iraq da parte della coalizione a guida Usa e dell’addestramento dei militari iracheni per ragioni di sicurezza.
Siria:Un raid aereo compiuto da non meglio precisati jet militari è stato compiuto nelle ultime ore nella zona orientale siriana al confine con l’Iraq contro postazioni di milizie sciite filo-iraniane. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), aggiungendo che sono rimasti uccisi otto paramilitari iracheni delle milizie Hachd al-Chaabi. L’area colpita non è lontana da quella presa di mira nel raid aereo americano il 29 dicembre che aveva poi scatenato la reazione iraniana e delle milizie irachene filo-iraniane in Iraq.
Oman: Haitham ben Tarek, ministro del patrimonio e della cultura e cugino del defunto sultano Qabus, è il nuovo Sultano dell’Oman e ha già giurato. Lo annuncia il governo di Muscat. “Haitham ben Tarek ha prestato giuramento come nuovo sovrano dopo una riunione della famiglia reale (…), che ha approvato la scelta” fatta da Qabus prima di morire, ha scritto il governo sul suo account Twitter. Nella sua prima dichiarazione pubblica, il nuovo sovrano ha detto che continuerà con la “politica estera di non interferenza”, che ha fatto sul sultanato un importante protagonista nella regione mediorientale e del Golfo Persico. “Seguiremo la rotta tenuta dal defunto sultano”, basata sulla “pacifica convivenza fra le nazioni e i popoli”, “senza interferire negli affari interni degli altri, rispettando la sovranità delle nazioni e la cooperazione internazionale”.
Fonte:Ansa.it