Le più importanti notizie dal mondo riprese dai maggiori quotidiani, per essere sempre aggiornati. Notizie dal 2 all’8 febbraio 2020.
Africa
Somalia: La Somalia ha dichiarato lo stato di emergenza per far fronte all’invasione di locuste nel Paese. Lo annuncia il ministero dell’Agricoltura di Mogadiscio. L’invasione minaccia tutto il Corno d’Africa, e secondo gli esperti è dovuta agli sbalzi meteorologici connessi con il cambiamento climatico. La Somalia, stremata da anni di conflitto, è il primo Paese della regione a dichiarare lo stato di emergenza.
Malawi: La Corte costituzionale del Malawi ha ordinato nuove elezioni presidenziali entro 150 giorni dopo avere annullato i risultati del voto di maggio che aveva portato all’elezione a presidente di Peter Mutharika. La motivazione è stata l’aver constatato irregolarità diffuse, tra cui l’uso di liquido correttivo su alcune schede elettorali. Mutharika, che rimarrà presidente fino a nuove elezioni, ha il diritto di appellarsi al verdetto, che si teme possa avere un effetto destabilizzante nel Paese sudafricano solitamente pacifico. Il principale partito di opposizione del Malawi, che ha guidato la sfida giudiziaria, ha salutato la sentenza come “un giudizio equo” che ha “stabilito un precedente” per le elezioni future. Proteste sporadiche erano scoppiate in tutto il Paese quando Mutharika è stato dichiarato vincitore, con il 38,5 per cento dei voti. L’avversario Lazarus Chakwera, che ha perso per soli 159.000 voti, aveva portato la questione in tribunale.
SudAfrica: In Sudafrica l’ex presidente Jacob Zuma non si è presentato all’udienza preliminare e l’Alta corte di Pietermaritzburg ha quindi spiccato un mandato di arresto su di lui. Lo riporta Bbc Africa, specificando che Zuma è sotto accusa per una serie di crimini tra i quali corruzione, racket e riciclaggio di denaro sporco. Zuma, secondo i suoi avvocati, non è comparso in tribunale a causa di cattive condizioni di salute. Ma secondo l’accusa, il tribunale dovrebbe accertarsi delle condizioni mediche di Zuma mediante una propria inchiesta. La National Prosecuting Authority (Npa) ha sostenuto infatti che il suo “certificato di malattia” è inammissibile perché la data sembra essere stata modificata. Zuma è accusato di aver accettato 783 pagamenti illegali dalla società di armi francese Thales attraverso il suo ex consigliere finanziario Shabir Shaik, condannato per gli stessi crimini. I fatti si sarebbero svolti nel 1999, quando Zuma è diventato vice presidente. L’ex presidente nega qualsiasi illecito.
Tunisia: La Posta tunisina ha annunciato in un comunicato il lancio di un francobollo speciale dedicato a Lina Ben Mhenni, blogger, giornalista, paladina del diritto alla libera espressione e attivista dei diritti umani, morta il 27 gennaio scorso dopo una lunga malattia autoimmune. Il suo blog divenne famoso in tutto il mondo durante la rivoluzione dei gelsomini nel 2011 in Tunisia ed è stata spesso considerata come “la voce della rivolta tunisina”.
Americhe
Usa:Il presidente americano Donald Trump è stato assolto con due voti al Senato dalle accuse di abuso di potere e di ostruzione al Congresso. L’assoluzione dall’accusa di abuso di potere e’ stata votata con 52 voti a favore e 48 contrari, quella sull’ostruzione con 53 voti a favore e 47 contrari.
Cuba:L’oppositore cubano Guillermo Farinas, vincitore del Premio Sakharov del Parlamento europeo nel 2010, è stato “arrestato arbitrariamente dalla polizia politica dell’isola martedì 4 febbraio”, e non si hanno informazioni sul suo luogo di detenzione. Lo denuncia l’Osservatorio cubano dei Diritti umani (Ocdh), ong con sede in Spagna. Farinas, tra i principali leader dissidenti di Cuba, “è stato avvicinato da agenti del Dipartimento di Sicurezza dello Stato (Dse) mentre si recava all’Ambasciata di Spagna all’Avana. Lì aveva un appuntamento per ricevere un visto per recarsi in Spagna e Bruxelles, invitato dall’Ocdh”, segnala la nota. L’ong riferisce che a Bruxelles, Farinas avrebbe dovuto incontrare alcuni eurodeputati di diversi partiti. Inoltre, era previsto un incontro con Javier Nino, rappresentante del Servizio europeo per l’azione esterna, e la partecipazione a una sessione della sottocommissione per i Diritti umani dell’Unione europea.
Brasile: La giudice Lisa Taubemblatt, del 6/o Tribunale federale di Santos, ha respinto la denuncia presentata la scorsa settimana dalla procura federale di San Paolo contro l’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva. Lula era stato denunciato perché accusato di avere occupato nell’aprile 2018 del ‘triplex’ di Guarujà, l’appartamento di lusso sul litorale di San Paolo che l’ex ‘presidente operaio’ avrebbe ricevuto a titolo di tangente e per il quale è stato condannato a 12 anni di carcere: lo rende noto Tv Tribuna. All’epoca, una cinquantina di manifestanti del Movimento dei lavoratori senzatetto (Mtst) e del Fronte del popolo senza paura occuparono l’immobile. Rimasero nella proprietà per quattro ore e la lasciarono dopo i negoziati con la polizia militare. Nella sua decisione, la giudice ha dichiarato che non vi sono prove conclusive che Lula abbia ordinato l’occupazione.
Bolivia: Generando una certa sorpresa, il Movimento al socialismo (Mas) ha annunciato ieri a La Paz che l’ex presidente Evo Morales, attualmente rifugiato in Argentina, è stato iscritto al primo posto nella lista elettorale del partito per il Senato, a Cochabamba. Lo confermano il portale di notizie Erbol e il quotidiano El Deber. Nei giorni scorsi Morales aveva denunciato che Patricia Hermosa, il suo avvocato, che aveva la sua procura da consegnare al Tribunale supremo elettorale (Tse), era stata arrestata ed i documenti elettorali sequestrati. Ma oggi il leader dei ‘cocalero’ Leonardo Loza ha rivelato che l’iscrizione di Morales è stata perfezionata ieri, ultimi giorno per farlo, senza spiegare però in che modo questo sia stato possibile.
Perù:L’ex presidente peruviano Alberto Fujimori, che sta scontando una pena detentiva di 25 anni per corruzione, è stato portato in ospedale a Lima a causa di problemi neurologici e polmonari, ha riferito il suo medico di famiglia. L’ex capo di Stato è “sotto osservazione”, ha dichiarato Alejandro Aguinaga dopo aver visitato Fujimori, che ha 81 anni. L’ex presidente è stato trasferito durante la notte da domenica a lunedì dalla prigione alla clinica peruviana-giapponese del Centenario per sottoporsi a esami medici. “È sotto osservazione nell’unità di cure intermedie della clinica”, dove è stato ricoverato più volte negli ultimi anni, ha riferito una fonte della famiglia Fujimori. Alberto Fujimori è stato condannato nel 2009 a 25 anni di carcere per corruzione e criminalità contro l’umanità. Nel dicembre 2017, mentre era ricoverato in ospedale, ha ricevuto un controverso perdono “umanitario” dal presidente Pedro Pablo Kuczynski, che gli è stato revocato nell’ottobre del 2018.
Asia & Pacifico
Cina: Il bilancio delle vittime del nuovo coronavirus è salito a 803 morti in Cina. Lo riferiscono le autorità cinesi, dopo il decesso di altre 81 persone nella sola provincia di Hubei, focolaio dell’epidemia. Il numero dei morti ha superato ormai anche quello delle vittime della Sars in tutto il mondo nel 2002-2003. Intanto Il presidente Xi Jinping ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Usa Donald Trump, “su richiesta” di quest’ultimo, hanno notato i media di Pechino, incentrata soprattutto sull’emergenza del coronavirus di Wuhan. La tv statale Cctv ha riferito che Xi ha ribadito che la Cina ha “la piena fiducia e la capacità per poter superare l’epidemia del coronavirus” e che il trend positivo dell’economia sul lungo termine “resta invariato”.
Afghanistan: Ci sono morti e feriti nel conflitto a fuoco verificatosi nella provincia orientale afghana di Nangarhar, dove forze speciali americane stavano aiutando le forze afghane a liberare un’area roccaforte dei talebani e dell’Isis. Lo riferisce il New York Times. Secondo due dirigenti afghani ci sono 4 o 6 soldati americani morti. Un ufficiale Usa ha riferito invece che ci sono almeno sei americani colpiti e ha confermato che ci sono dei morti ma non ha precisato quanti. Due dirigenti afghani hanno detto che tra le vittime dello scontro a fuoco ci sono anche sei soldati afghani. Non è chiaro, scrive il Nyt, se lo scontro a fuoco sia frutto di talebani infiltrati, una forte preoccupazione del passato, o il risultato di un diverbio tra forze alleate finito male. Una fonte di sicurezza locale ha detto alla Afp che “un soldato afghano ha aperto il fuoco su militari Usa”, precisando che “i colpi e i combattimenti sono continuati a lungo”.
Thailandia: E’ salito a 20 il bilancio delle persone uccise dal militare che ha aperto il fuoco sulla folla davanti a un centro commerciale a Korat, in Thailandia. La sparatoria ha causato anche molti feriti. Lo ha detto alla Bbc Thai un portavoce del ministero della Difesa. Il sergente Jakraphanth Thomma, 32 anni, sarebbe ancora asserragliato, forse con degli ostaggi, nel centro commerciale Terminal 21. Intanto emergono altri dettagli sulle ultime tre vittime: secondo il Bangkok Post, alla base di Suatham Phithak, Thomma avrebbe ucciso un colonnello, Anantharot Krasae, un soldato e una donna di 63 anni prima dell’attacco al centro commerciale. Poi avrebbe rubato un veicolo, armi e munizioni, e avrebbe aperto il fuoco in vari punti della città prima di arrivare al ‘Terminal 21’.
India: Un uomo di 25 anni è stato arrestato con l’accusa di avere stuprato una bambina di cinque anni nei locali nell’ambasciata Usa nella capitale indiana, Delhi. Lo riferisce la Bbc. L’uomo è stato arrestato domenica dopo che i genitori della vittima hanno sporto denuncia alla polizia. La bambina è in condizioni stabili. La famiglia vive nell’ambasciata, dove il padre lavora nel personale delle pulizie. Secondo la polizia, l’accusato, un autista, non è impiegato della sede diplomatica. Il complesso dell’ambasciata americana è uno dei più sicuri della capitale indiana con molteplici livelli di sicurezza e di sorveglianza. La famiglia della bimba, il cui padre è impiegato come addetto alle pulizie, vive nel compound.
Australia: Dopo il fuoco, il vento e l’acqua. Il ciclone tropicale Damien sta flagellando una regione quasi disabitata nel nord-ovest dell’Australia, con piogge torrenziali e venti fino a 195 chilometri orari, che ha divelto tetti e abbattuto alberi. L’ufficio di meteorologia segnala il pericolo di temporali violentissimi e di “venti distruttivi”. nella zona di Dampier e Karratha si segnalano anche black out elettrici. Ma anche l’Australia orientale, la più devastata da mesi di incendi insieme al sud, è minacciata dal maltempo, che se ha portato un po’ di sollievo e ha aiutato a spegnere un importante fronte di fuoco, porta il rischio di alluvioni e pericolosi acquazzoni-record. Alcuni allagamenti – scrive la Bbc – sono già segnalate nell’area costiera di Sydney, con disagi nei trasporti. Ma anche altre città del New South Wales, come Byron Bay e Coffs Harbour, sono a rischio alluvioni.
Europa
Serbia- Montenegro: Il nuovo processo di allargamento europeo e le riforme fondamentali su cui lavorare per entrare nell’Unione, con un’attenzione particolare allo stato di diritto, saranno al centro della visita del commissario Ue per l’Allargamento, Oliver Varhelyi, in Serbia e in Montenegro domani e venerdì. Lo ha annunciato lo stesso Varhelyi a Bruxelles dopo aver presentato la nuova riforma dell’allargamento Ue. Giovedì 6 febbraio, a Belgrado, il commissario ha incontrato il presidente serbo Aleksandar Vucic, la premier Ana Brnabic, e i maggiori rappresentati della maggioranza e dell’opposizione. Venerdì 7, Varhelyi in Montenegro, a Podgorica, ha incontrato il presidente Milo Dukanovic, il primo ministro Dusko Markovic e le delegazioni dei partiti d’opposizione.
Belgio: La compagnia aerea Klm ha annullato 40 voli europei previsti per domenica a causa dell’arrivo della tempesta Ciara, che ora sta attraversando l’Irlanda e il Regno Unito con raffiche di vento fino a 117 km/h. Ne danno notizia i media locali, precisando che si tratta di 20 voli in partenza e 20 in arrivo all’aeroporto di Amsterdam-Schiphol. Dopo aver attraversato la Manica, la tempesta dovrebbe abbattersi domani anche sul Belgio, dove è stata emessa un’allerta arancione. Si prevedono forti raffiche di vento fra gli 80 e i 110 km/h, con picchi fino a 130 km/h. La tempesta potrebbe causare ritardi anche per i voli in partenza e in arrivo in serata all’aeroporto di Bruxelles-Zaventem. L’arrivo della tempesta ha avuto un impatto anche sul campionato di calcio belga: i quattro incontri previsti per domani, fra cui lo scontro Standard di Liegi-Bruges, sono stati rinviati a mercoledì e giovedì prossimi. A Bruxelles sono stati chiusi al pubblico fino a lunedì per motivi di sicurezza tutti i parchi cittadini.
Irlanda: Sorpresa alla vigilia del voto in Irlanda, convocato all’ombra della Brexit del grande vicino britannico: la sinistra nazionalista dello Sinn Fein, paladina dei sogni di riunificazione con l’Irlanda del Nord, è indicata infatti in testa dagli ultimi sondaggi, in possibile maggioranza relativa per la prima volta nella storia, davanti ai due partiti filo-Ue di centro-destra che da sempre si contendono il potere a Dublino – il Fianna Fail di Micheal Martin (liberali europei) e il Fine Gael del premier uscente, Leo Varadkar (Ppe) -, ma che potrebbero essere costretti stavolta a un governo di coalizione. Una prospettiva cui Varadkar, primo leader irlandese figlio di padre immigrato e gay dichiarato, comunque non s’arrende, chiedendo fiducia per portare a termine lui – e col sostegno di Bruxelles – la partita a scacchi con Londra: “E’ presto per le sentenze – dice Varadkar all’ANSA -. E dopo aver scongiurato il ritorno delle frontiere rigide con la Brexit voglio essere io a difendere anche gli scambi commerciali dai dazi doganali”.
Francia:Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha espresso l’auspicio che i governi europei propongano “insieme un’agenda internazionale per il controllo degli armamenti”, in un contesto di ridiscussione dei trattati esistenti e sottoscritti da Stati Uniti e Russia. “La Francia – ha detto Macron in un discorso a Parigi sulla strategia di difesa e di dissuasione nucleare – mobiliterà i partner europei più coinvolti, per porre le basi di una strategia internazionale comune che potremo proporre in tutti gli ambiti in cui è attiva l’Europa”.
Turchia: È stato riaperto l’aeroporto Sabiha Gokcen di Istanbul, dove un Boeing 737 della compagnia turca Pegasus Airlines è uscito di pista e si è spezzato durante le manovre di atterraggio, provocando secondo l’ultimo bilancio ufficiale 3 morti – tutti cittadini turchi – e 180 feriti. A bordo c’erano anche 22 stranieri di 12 Paesi, di cui non sono state riferite le nazionalità. Il traffico aereo era stato dirottato per diverse ore sullo scalo principale della città, il Grande Aeroporto di Istanbul, sulla opposta sponda europea del Bosforo, causando numerosi disagi.
Medio Oriente
Yemen: Il fondatore e leader di al-Qaida in Yemen, Qassim al Raymi, in cima alla lista dei terroristi più pericolosi e su cui pendeva una taglia da 10 milioni di dollari, è stato ucciso in un raid americano ordinato da Donald Trump. Lo rende noto la Casa Bianca confermando così le indiscrezioni di stampa dei giorni scorsi. Al Raymi, 41 anni, era il vice del capo di Al-Qaida Ayman al-Zawahiri.
Israele/Russia: Un Airbus A320 in volo da Teheran a Damasco con a bordo 172 persone è stato costretto a un atterraggio di emergenza presso la base militare russa di Khmeimim, in Siria, a seguito dell’attacco missilistico israeliano. Lo ha detto il ministero della Difesa russo, aggiungendo che i jet israeliani hanno usato l’Airbus come “scudo”, ormai “pratica comune” da parte dei piloti di Tel Aviv. L’aereo di linea, ha sottolineato Mosca, ha “scampato di poco l’ingresso nella zona letale dello scambio a fuoco della contraerea”. Lo riporta la Tass.
Iraq: Migliaia di manifestanti hanno riempito oggi piazza Tahrir a Baghdad e le zone circostanti, teatro da ottobre di massicce proteste popolari anti-governative, in solidarietà con i dimostranti delle città del sud del paese cadute ieri vittima delle repressione delle milizie sciite filo-iraniane. La tv al Sumariya ha mostrato oggi immagini delle migliaia di persone, per lo più studenti delle scuole e delle università, affluiti nel centro di Baghdad per proseguire i sit-in di protesta in corso dal 1 di ottobre scorso. Ieri a Najaf, città-santuario del sud, 7 dimostranti erano stati uccisi da non meglio precisati uomini armati. Le fonti locali attribuiscono la sparatoria a miliziani filo-iraniani.
Palestina: Tre razzi sono stati lanciati la notte scorsa dalla Striscia di Gaza verso il territorio del sud di Israele dove poco prima erano risuonate le sirene di allarme. Lo ha detto il portavoce militare. Due israeliani – secondo i media – si sono feriti mentre correvano a ripararsi nei rifugi. In risposta al tiro dei razzi dalla Striscia (13 in totale durante la scorsa settimana) ma anche al lancio di palloni esplosivi l’aviazione israeliana ha colpito postazioni di Hamas nel sud della Striscia. Tra questi – ha aggiunto – una fabbrica di armi usata da Hamas.
Iran: L’Iran ribadisce la sua condanna del piano di Donald Trump sul Medio Oriente e il sostegno alla formazione di uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme capitale. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, in due telefonate con il presidente palestinese, Abu Mazen, e il suo omologo algerino, Sabri Boukadoum. “Abbiamo agito per ottenere sostegno di modo da fermare il piano degli Usa”, ha detto dal canto suo il presidente palestinese durante il colloquio. Un appello all’unità del mondo islamico in questa situazione è stato condiviso anche nel colloquio tra i ministri di Iran e Algeria.