Le più importanti notizie dal mondo riprese dai maggiori quotidiani, per essere sempre aggiornati. Notizie dal 25 giugno al 1 luglio.
Africa
Egitto: Sono state rinviate al 28 luglio le sentenze di un processo di massa in corso da due anni al Cairo per le violenze compiute durante lo sgombero della piazza Al-Rabaa della capitale egiziana il 14 agosto del 2013. Lo hanno riferito fonti giudiziarie al Cairo. Gli imputati sono 739 e fra loro c’è anche Mohamed Badie, la Guida suprema dei Fratelli musulmani, il movimento messo al bando in Egitto in seguito a una deriva terroristica di sue frange per reazione alla rivoluzione popolar-militare che proprio cinque anni fa portò alla caduta del governo islamista, guidato dall’ex presidente Mohamed Morsi.
Libia: “I libici sono in grado di ripristinare la stabilità nel loro paese quando vogliono”. Lo ha detto ai giornalisti l’inviato speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamè, dopo aver incontrato a Tunisi il ministro degli Esteri, Khemaies Jhinaoui. “Stiamo lavorando per un’autorità libica unificata, legittima e riconosciuta a livello internazionale che possa radunare tutte le sue forze in modo che la Libia non sia una fonte di minaccia per se stessa e per i suoi vicini”, ha sottolineato ancora Salamè. Riferendosi alle minacce alla Libia in assenza di una “autorità centrale unificata”, l’inviato speciale Onu in Libia ha citato tra le altre cose anche “l’intervento militare straniero e inter-libico ma anche il transito di persone e l’installazione di non-libici nel paese “. Tutto questo, secondo Salamè mina la sicurezza dei confini libici e incoraggia la tratta di persone, carburante, prodotti e armi sovvenzionate.
Kenya: Almeno 15 persone sono rimaste uccise e oltre 50 ferite in un incendio scoppiato in un mercato di Nairobi, capitale del Kenya. Lo riferisce la Bbc online. Il rogo è divampato nel cuore della notte, distruggendo numerose strutture. Ignote le cause del rogo. Si indaga in ogni direzione, inclusa quella di un possibile attacco incendiario.
Il mercato all’aperto di Gikomba è uno dei più grandi di Nairobi e gli incendi sono piuttosto frequenti, precisa la Bbc citando lo Standard.
Sud Sudan: Le due fazioni della guerra civile in Sud Sudan hanno firmato un cessate-il-fuoco permanente da attuare nelle prossime 72 ore. Lo hanno annunciato i portavoce del governo e dell’opposizione precisando che l’intesa é stata firmata dopo nuovi incontri faccia a faccia in Sudan fra il presidente Salva Kiir e il capo ribelle Riek Machar.
L’accordo, che segue diversi altri naufragati in passato, prevede fra l’altro la creazione di corridoi umanitari e preparativi per elezioni nei prossimi tre anni.
Marocco: Venti anni al leader della protesta del Rif, in Marocco. La sentenza per i 53 detenuti dell’Hirak, il movimento che ha infiammato il nord del Paese da ottobre 2016 a maggio 2017, è arrivata dopo 8 mesi di processi e più di 80 udienze. Nasser Zafzafi, il disoccupato di 39 anni che via social aveva chiamato a raccolta migliaia di manifestanti contro le miserevoli condizioni di lavoro e di vita in una delle zone più povere del Marocco, è stato riconosciuto colpevole di attentato alla sicurezza dello Stato, secondo l’articolo 201 del codice penale che prevede per questo reato fino alla pena di morte.
Americhe
Stati Uniti. Dalla Corte Suprema arriva ufficialmente la conferma del provvedimento normativo fortemente voluto da Donald Trump, il “muslim ban”, che vieta l’ingresso negli Stati Uniti di cittadini provenienti da paesi musulmani (come Siria, Yemen, Somalia).
Stati Uniti. Harley Davidson, la nota casa di motociclette Usa, simbolo dei motori made in Usa, sarebbe pronta a spostare la sua produzione fuori dagli States, portando una parte della sua produzione di moto destinate all’export in Europa per aggirare i dazi introdotti da Bruxelles il 22 giugno in risposta a quelli voluti da Donald Trump. Quindi delocalizzazione contro la politica economica restrittiva voluta fortemente dal Presidente degli Stati Uniti; dato che con i dazi di Bruxelles, in risposta a quelli di Trump, il costo di una motocicletta aumenta di 2200 dollari, sarebbe l’unica soluzione possibile per renderla accessibile ai consumatori Ue.
Stati Uniti. Da Boston a Los Angeles, da Washington a Chicago e in tante altre città piccole o grandi, passando anche per il Texas, a ridosso della frontiera tra Usa e Messico, imperversano le grandi proteste contro il Presidente Donald Trump, contro la sua politica di tolleranza zero nei confronti dei migranti e con cartelli inneggianti alla riunificazione delle famiglie dei migranti separate alla frontiera.
Cile: Il Papa rimuove due vescovi cileni dopo i tre rimossi l’11 giugno, tra cui Osorno Juan Barros, responsabile per non aver denunciato gli abusi sessuali commessi di Fernando Karadima. Dunque, il papa ha accolto le dimissioni dei vescovi del Rancagua, mons. Alejandro Goic Karmelic e di Talca, mons. Horacio del Carmen Vanzuela Abarca.
Ecuador: Sono stati evacuati 50 abitanti dall’isola di Isabela, arcipelago delle Galapagos, e ha dichiarato un’allerta per l’eruzione del vulcano Sierra Negra, secondo fonti della Segreteria di Comunicazione del Paese. Il vulcano dell’Isola di Isabela è in processo di eruzione dallo scorso martedì.
Europa
Turchia: Le snap elections, volute fortemente da Recep Tayyip Erdogan, si sono concluse. Sono state vinte ancora una volta dal leader dell’AKP, sia alle presidenziali, sia alle parlamentari., sconfiggendo il repubblicano Muharrem Ince. Erdogan sarà quindi alla guida della Turchia per altri cinque anni, supportato dal Movimento di azione nazionalista. Erdogan ha voluto la riforma costituzionale che ha trasformato la Turchia in una repubblica presidenziale, con un forte accentramento di poteri nelle mani del Presidente, tra cui la nomina dei giudici, ministri e approvazione sui decreti governativi.
Unione Europea: Dopo una lunga notte di trattative, e dopo un’intera settimana di preparativi, il Consiglio Europeo del 28 giugno si è concluso: i 28 paesi dell’Unione Europea, nonostante il Presidente Emmanuel Macron, il giorno successivo all’accordo, abbia frenato l’Italia indicando come i paesi di primo arrivo i responsabili dell’accoglienza, hanno trovato una parvenza di accordo sulle numerose questioni che attanagliano l’Unione Europea negli ultimi tempi. Un accordo di 12 punti, tra le questioni discusse e decise, sì alle piattaforme di sbarco per i migranti, alla creazione di centri di controllo nei paesi “volenterosi”, ovvero disposti ad accogliere, in più, 500 milioni di euro per il Fondo Fiduciario per l’Africa, ed un potenziamento del Meccanismo di stabilità europeo, soprattutto in chiave Brexit. Per quanto riguarda la questione migranti, quella cruciale dell’accordo stesso, si evince l’ufficialità della contestuale chiusura dei porti di Malta e dell’Italia per le Ong che operano il soccorso in mare, togliendo de facto la possibilità a queste di rifornirsi di cibo, acqua e carburante nel Mediterraneo orientale.
Accoglienza dei migranti fuori dall’Unione Europea, esternalizzare gli approdi, prevedendo paesi terzi che in cambio di una contropartita finanziaria accoglierebbero temporaneamente i naufraghi salvati nelle acque del Mediterraneo, iniziando poi a svolgere una prima “selezione” tra i migranti “economici” e quelli richiedenti asilo; nell’accordo si legge chiaramente che la Commissione e il Consiglio devono provvedere ad esaminare al più presto il concetto di piattaforme di sbarco regionali. La volontarietà dei paesi dell’Ue per gli hotspot: centri allestiti su base volontaria da parte dei singoli paesi, ma sempre finanziati dall’Ue. Ma se la volontà non è collettiva, poco cambierà circa i paesi di accoglienza, e pertanto, il paese di primo ingresso, sarà sempre responsabile della domanda di asilo, senza peraltro cambiare molto nella dinamica del regolamento di Dublino. Va citato anche il bilaterale fra Italia e Spagna con la Germania per la riammissione in futuro i richiedenti asilo identificati dalle autorità tedesche al confine tra Austria e Germania segnalati dall’Eurodac, e come contropartita la Germania accoglierà gradualmente i casi di ricongiungimento familiare di coloro che richiedono asilo in Grecia e Spagna.
Russia: Oleg Navalny, fratello di Alexei Navalny, che era stato condannato a 3 anni nel 2014 nel caso Yves Rocher (l’accusa era di malversazione di soldi pubblici, 30 milioni di rubli all’azienda francese), è stato scarcerato il 29 giugno. Già in precedenza la Corte Suprema Russa, nonostante la sentenza della Cedu che riconosceva un “giusto processo” a coloro che erano coinvolti nel caso Yves Rocher, aveva rifiutato di riconoscere quest’orientamento, e Navalny ha dovuto scontare l’intera pena.
Olanda: Intorno alle 4 del mattino del 26 giugno un furgone ha colpito l’edificio che ospita il quotidiano olandese De Telegraaf, ad Amsterdam. Non ci sono stati feriti, e secondo la polizia olandese si tratterebbe di un atto deliberato e volontario, e per il premier Mark Rutte uno schiaffo alla libertà di stampa.
Grecia: Davanti alle coste di Modone, in Grecia, è stata registrata una scossa di terremoto magnitudo 5,5, con epicentro a 26 chilometri al largo della cittadina sulle coste del Peloponneso, secondo fonti dell’Istituto Geofisico Usa.
Unione Europea: Da giugno 2019 partiranno i negoziati di adesione all’Ue con Albania e Macedonia. L’ultimo annuncio della presidenza Ue bulgara (prima di quella austriaca, ndr), per dare una prospettiva europea chiara ai due paesi. Nonostante l’opposizione di Francia e Olanda, è stata decisa la data di inizio negoziati anche grazie alla mediazione dell’Italia, che da sempre si è mostrata favorevole a questa apertura ai due paesi.
Asia
Hong Kong: La polizia di Hong Kong ha fermato una ventina di manifestanti che cercavano di avvicinarsi al luogo dove era in corso una cerimonia per celebrare l’anniversario della consegna della città dalla Gran Bretagna alla Cina. I manifestanti trasportavano una bara a simboleggiare la morte della democrazia e scandivano slogan contro il governo cinese, richieste per il suffragio universale a Hong Kong e nella Cina continentale e per la libertà per Liu Xia, la vedova del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo. La cerimonia è proseguita senza interruzioni.
Giappone: L’Unesco ha aggiunto 12 siti tra i patrimoni dell’umanità nel Giappone sud occidentale, dove nel periodo Edo i primi evangelisti cristiani vennero perseguitati. I siti includono la Cattedrale di Oura di Nagasaki, la più antica del Paese – che è stata già designata patrimonio nazionale, e il villaggio di Sakitsu, nella prefettura di Kumamoto, nel quale i cristiani praticarono la loro fede segretamente, malgrado le persecuzioni avvenute per gran parte dell’era Edo – tra il 1603 e il 1868 – sotto il dominio dello shogunato Tokugawa. L’aggiunta dei siti giapponesi segue la raccomandazione del gruppo che ha curato la valutazione preliminare promossa nel maggio scorso dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura con sede a Parigi. L’assemblea dell’Unesco comprende 21 Stati firmatari della Convenzione che ha il compito di selezionare i nuovi siti da inserire nella Lista patrimonio mondiale e di proteggerli distribuendo le risorse del fondo.
Indonesia: L’aeroporto di Bali, chiuso prima dell’alba per l’eruzione di cenere del vulcano Agung, è stato riaperto nel pomeriggio dalle autorità dello scalo, dopo una chiusura di quasi 12 ore che ha costretto le compagnie aeree alla cancellazione di 450 voli, con disagi per circa 75mila persone. Secondo l’agenzia indonesiana per la gestione dei disastri, nello spazio aereo sopra lo scalo Ngurah Rai non c’è traccia della cenere del vulcano, che dista una settantina di chilometri. Ieri il monte Agung aveva proiettato fino a 2,5 chilometri di altezza una colonna di fumo. Già lo scorso novembre il risveglio del vulcano, la cui ultima massiccia eruzione risale al 1964, aveva costretto l’aeroporto alla chiusura per diversi giorni, e causando l’evacuazione di decine di migliaia di persone dalle sue pendici.
Medio Oriente
Giordania: L’esercito giordano ha iniziato a inviare aiuti ai profughi siriani bloccati al confine dopo la chiusura della frontiera da parte di Amman, mentre i combattimenti tra i ribelli e le forze governative in Siria hanno registrato una escalation negli ultimi giorni. Lo riferiscono fonti ufficiali.
Camion di aiuti sono stati inviati attraverso il confine siriano di Nasib, tra ieri e oggi. “L’invio di aiuti da parte dell’esercito è in linea con l’impegno della Giordania di aiutare i nostri fratelli siriani e aumentare la loro capacità di resistere ai periodi difficili in cui stanno vivendo”, ha detto all’agenzia di stampa Petra il portavoce del governo giordano, Jumana Ghuneimat. Nel frattempo, il personale medico è entrato nella ‘terra di nessuno’ tra il regno e il confine con la Siria per curare alcuni dei feriti nei combattimenti mentre crescono le pressioni su Amman per aprire le frontiere. Secondo i ribelli, sarebbero 160 mila i civili bloccati al confine dopo la fuga da Daraa.
Siria: Sono falliti i negoziati nel sud della Siria tra forze ribelli e delegati militari russi per la resa degli insorti dalle zone coinvolte nell’offensiva governativa siriana, che prosegue per il 12/o giorno consecutivo. Lo riferiscono fonti locali a media libanesi e siriani, citando fonti vicine ai negoziati, cominciati ieri e interrotti oggi. Le fonti affermano che le condizioni poste dalla Russia agli insorti delle regioni di Daraa e Qunaytra, al confine rispettivamente con la Giordania e le Alture del Golan, sono “inaccettabili” per le forze delle opposizione. Secondo le fonti, i russi hanno chiesto ai ribelli di arrendersi e consegnare tutte le armi, oltre che cedere il controllo del valico frontaliero di Nassib con la Giordania. Sul terreno, le forze governative avanzano a nord e a est di Daraa, capoluogo della regione a ridosso della frontiera con la Giordania. L’agenzia Sana riferisce di numerose località che si sono arrese o che sono state “liberate” dall’esercito governativo.
Iran: Sono stati identificati e arrestati dalle forze di sicurezza iraniane molti degli organizzatori e dei partecipanti alle proteste di ieri al mercato di Teheran e davanti al Parlamento. Lo ha detto il procuratore della capitale iraniana Abbas Jafari Dolatabadi citato dall’Isna. “Gli arrestati – ha aggiunto Dolatabadi – saranno processati per aver creato instabilità all’economia del Paese”.
Il “mio messaggio a coloro che manifestano su temi economici e di sicurezza è che l’autorità giudiziaria reagirà duramente contro ogni dimostrazione e incidente che riguardino questi due temi e ci saranno pesanti pene per gli arrestati”. Il procuratore ha sottolineato che i nemici, specialmente gli americani, mirano a incitare la gente a organizzare manifestazioni e a destabilizzare l’economia iraniana. Dopo il drammatico innalzamento del tasso di cambio i commercianti dello storico Grand Bazar di Teheran e di altri mercati hanno chiuso i negozi per protesta, dando vita a manifestazioni nelle strade.
Oceania
Australia: La singolare notizia arriva dalla Terra dei Canguri. In particolare, sui rapporti fra l’Australia e la Cina, la cui influenza sembrerebbe essere arrivata anche nel continente australe. Sebbene non venga citata chiaramente, è stata varata dal Senato dell’Australia la norma contro le interferenze straniere, e a quanto pare, contro la Cina. Questo provvedimento prevede che i lobbysti che agiscono per conto dei paesi stranieri debbano registrarsi, e sono previsti anche inasprimenti di pena. La Cina è un partner economico molto importante per l’Australia, ma questo provvedimento sarebbe dovuto al fatto che ben 12 milioni e mezzo di dollari a politici australiani sarebbero arrivati direttamente dalle autorità cinesi in cambio di rivelazioni ed informazioni.