Sedici anni di cooperazione ma ancora tanta strada da fare per Stati Uniti, Giappone, Australia ed India, i quattro Paesi del Quadrilateral Security Dialogue (QUAD). Un’alleanza formale che nasce nel 2004 ma continua ad essere per Pechino “un circoletto destinato a fallire”. Riuscirà ad esercitare l’influenza che vorrebbe nell’Indo-Pacifico?
Il “Dialogo quadrilaterale di sicurezza” (QUAD) è uno dei cardini della strategia americana di controllo sul Pacifico. Si tratta di un’alleanza che vede coinvolti in primis gli Stati Uniti, insieme a Giappone, Australia ed India, e nasce nel 2004 come cooperazione marittima tra le quattro potenze per rispondere alla crisi umanitaria conseguente allo tsunami avvenuto nell’Oceano Indiano nello stesso anno. Nel 2007 si tentò di formalizzare in maniera ufficiale la collaborazione, con la proposta di Shinzo Abe di reindirizzare gli obiettivi dell’alleanza verso la libertà di navigazione nel Pacifico. [1] Dopo numerosi colloqui informali del nuovo “QUAD”, la proposta del leader giapponese venne presto abbandonata, in seguito ad opposizioni da parte di Pechino, che interpretava questo tentativo di consolidamento come provocatorio e limitante nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. Questo, insieme alle esitazioni del premier australiano Kevin Rudd (dubitante del successo di un approccio così costringente nei confronti della crescente Pechino) fu il motivo principale per il quale l’alleanza rimase sopita per almeno un decennio. Infatti, solo nel 2017, durante il governo Trump, venne riproposta l’idea di un QUAD più competitivo nell’Indo Pacifico, incrinando ancora di più le tensioni politiche ed economiche con la Cina di Xi Jinping soprattutto in relazione a cyberattacchi e dispute territoriali di vario genere.[2]
L’inizio dei colloqui formali
Allo stesso tempo, il timore per la rapida ascesa di Pechino nel mercato internazionale ha contribuito ad aumentare l’esigenza di un dialogo tra le quattro potenze, i cui referenti diplomatici e militari diedero ben presto via ad incontri sempre più frequenti. La prima riunione “ministeriale” si tenne solo nel 2019, dando il via ad una serie di incontri che continuano anche oggi. L’apertura al dialogo tra i quattro Paesi ha dato i suoi frutti: negli ultimi due anni ci sono state due esercitazioni navali, e nel 2021 i leader si sono incontrati varie volte, una di queste di persona alla Casa Bianca. L’occasione per il primo incontro, nel marzo 2020, fu l’inizio della pandemia, tanto che la discussione verté principalmente sul Covid. Alla riunione parteciparono anche i delegati di Nuova Zelanda, Vietnam e Corea del Sud, al fine di tentare di estendere l’alleanza ad altri partner della regione del Pacifico. L’ambizione di ampliare il raggio d’azione della cooperazione, insieme a quella di definirne la struttura, fu al centro del dibattito anche durante il secondo incontro, tenutosi a Tokyo durante la pandemia (ottobre 2020).
Durante il governo Biden la strategia del QUAD è rimasta tra le priorità dell’amministrazione americana, ed infatti uno dei primi incontri con il nuovo presidente si tenne a marzo 2021, quando l’alleanza rilasciò per la prima volta un comunicato congiunto dell’organizzazione. Si tratta di una dichiarazione ufficiale che definisce l’alleanza in maniera più formale, approfondisce le responsabilità dei partner e ribadisce il tradizionale obiettivo di sicurezza marina nell’Indo Pacifico. In realtà, il comunicato rivela dei quattro leader di estendere l’influenza del QUAD ad altri settori delle relazioni internazionali, tramite l’istituzione di commissioni di lavoro impegnate su varie tematiche (dalla mutua assistenza in periodo di pandemia, alla lotta per il clima ed al progresso tecnologico).
Gli stessi obiettivi, con particolare focus sulla gestione del Covid19, furono al centro del summit del settembre 2021, tenutosi di persona a Washington.[3] Durante quest’incontro il QUAD lanciò inoltre una piattaforma online, accessibile pubblicamente, con lo scopo di tracciare i progressi dell’alleanza e monitorare l’obiettivo di distribuzione di un miliardo di vaccini. Il sito è diventato ben presto un mezzo per seguire gli sviluppi dell’organizzazione, oltre ad essere l’unica fonte ufficiale di informazioni su quest’ultima. Un altro tema al centro del dibattito fu la lotta al cambiamento climatico, meglio approfondita rispetto al summit di marzo. In particolare, i leader fissarono tre obiettivi principali: sviluppo tecnologico che consenta una produzione “pulita” dell’idrogeno, creazione di infrastrutture resistenti alle catastrofi naturali ed ottimizzazione dei principali porti marittimi nei quattro Paesi, in modo da renderli più ecologici e de-carbonizzati.
Nell quarto e più recente summit (di maggio di quest’anno) i quattro leader hanno confermato la volontà di cooperare concretamente e coordinare le azioni nel Pacifico, al fine di renderlo “libero ed aperto, inclusivo e resiliente”. Hanno inoltre rimarcato i successi dell’alleanza, in particolare la velocità con la quale sia riuscita ad affermarsi nell’arena interazionale, considerando che i leader si sono riuniti in presenza solo un anno fa. Questo meeting inoltre è stato il primo per il neoeletto leader australiano Anthony, che ha concordato con gli altri leader la già salda posizione del Quadrilatero contro l’uso della forza nelle dispute internazionali (come previsto dal diritto internazionale).[4] Questa dichiarazione, inserita nel contesto attuale (con le tensioni militari in Ucraina da una parte e la questione di Taiwan dall’altra), appare ancora più significativa ed introduce nella discussione la possibilità per il QUAD di intervenire militarmente solo per difendere territori minacciati da Cina e Russia.
Il QUAD oggi
L’esplicita volontà condivisa di “propugnare il rispetto del diritto internazionale per affrontare le sfide all’ordine marittimo legale, anche nel Mar Cinese orientale e meridionale” rappresenta dunque l’obiettivo principale dell’alleanza, legato alla difesa della libertà di navigazione, lo stato di diritto e l’integrità territoriale degli Stati dell’Indo-Pacifico minacciati dall’espansione di Pechino[5]. Oltre a questo, il Quadrilatero oggi si estende a numerosi altri ambiti, tra i quali una distribuzione di tecnologie sicura e diversificata e la cooperazione nel cyberspazio, il che lo rende un patto commerciale vantaggioso per le economie dei quattro partner. Rimane il fatto che la criticità dei rapporti bilaterali di ciascuno dei quattro Paesi con Pechino complica le relazioni in quest’area, necessitando un supporto e una collaborazione sempre più concreti[6]. Le tensioni con la Cina di Xi Jinping, infatti, non si limitano a quelle ormai note con gli Stati Uniti (Taiwan, lotta per la supremazia e guerre dei dazi), ma interessano anche le altre potenze.
Il Giappone è impegnato in una disputa riguardo le isole Senkaku-Diaoyu, le cui acque hanno attirato l’attenzione della marina cinese, che ha iniziato ad occupare l’area. Ciò ha suscitato l’allerta del premier giapponese Kishida, il quale ha accusato ufficialmente Pechino di avere in progetto la costruzione di impianti di estrazione di gas nelle acque contese.
Le tensioni con l’Australia, invece, sono dovute alla guerra commerciale risalente al 2020, quando il Paese fece pressione per iniziare un’indagine autonoma sulle vere origini del Covid 19. Inoltre, recentemente, il patto sulla sicurezza firmato da Pechino con le Isole Salomone (a soli due mila chilometri dall’Australia) potrebbe porre i presupposti per una futura base militare di Pechino nell’area, minacciando gravemente la sicurezza percepita da Canberra.
Le tensioni India-Cina, infine, originano già negli anni Sessanta, a causa di quella che il governo indiano definisce “occupazione illegale” del lago Pangong da parte di Pechino. Quest’ultimo ha infatti recentemente iniziato la costruzione di un secondo ponte, riaccendendo le tensioni tra le due potenze. Tuttavia, il QUAD rimane un’associazione informale, basata sostanzialmente sulla comunità di intenti tra i quattro leader, ma senza obbligo di difesa collettiva. Si tratta inoltre di una collaborazione abbastanza precaria se si pensa a quanto sia legata alle personalità dei quattro leader, e dunque non è improbabile che discrepanze e divergenze possano emergere in futuro.[7]
Note
[1] “Narenrda Mori in Manila: 10 years after Shinzo Abe mooted idea, QUAD coalition takes off at ASEAN Summit sidelines”, India Today (13 Novembre 2017) https://www.indiatoday.in/india/story/asean-summit-sidelines-quadrilateral-security-dialogue-counter-china-block-1085096-2017-11-13
[2] “QUAD e AUKUS: cardini della postura strategica americana nell’Indo-Pacifico”, Geopolitica.info (8 Aprile 2022) https://www.geopolitica.info/quad-aukus-cardini-postura-strategica-americana-indo-pacifico/
[3] “Historic Quad Leaders’ Summit Reinforces Its Actions Mandate”, The Diplomat (28 Settembre 2021) https://thediplomat.com/2021/09/historic-quad-leaders-summit-reinforces-its-action-mandate/
[4] “Quad leaders meet in Tokyo”, CNN (24 Maggio 2022) https://edition.cnn.com/asia/live-news/biden-asia-trip-quad-summit-05-24-22/index.html
[5] Testo originale tratto dal comunicato finale della riunione QUAD di Settembre 2021
[6]“Che cosa è il Quad: l’alleanza di Usa, Giappone, Australia e India con cui Biden vuole contenere Pechino”, La Repubblica (6 Giugno 2022) https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/24/news/che_cosa_e_il_quad_lalleanza_di_usa_giappone_australia_e_india_con_cui_biden_vuole_contenere_pechino-351023080/
[7] “Usa, India, Giappone e Australia si mettono d’accordo per contenere la Cina”, La voce di New York (25 Settembre 2021) https://lavocedinewyork.com/news/2021/09/25/usa-india-giappone-e-australia-si-mettono-daccordo-per-contenere-la-cina/
Foto copertina:QUAD