Altre due università di Hong Kong hanno rimosso il 24 dicembre i monumenti pubblici alle proteste di Tienanmen del 1989 a Pechino. Pechino ha un progetto per Hong Kong, far dimenticare Tienanmen.
Gli interventi all’Università cinese e all’Università Lingnan nel centro finanziario globale sono avvenute in base alla legge sulla sicurezza nazionale. Le rimozioni seguono lo smantellamento di una scultura che commemora le vittime della repressione in un’altra università sempre nel mese di dicembre. Gli attivisti sostengono che la legge[1] viene usata per sopprimere la società civile, imprigionare i sostenitori della democrazia e limitare le libertà fondamentali. Le autorità affermano, invece, che le leggi sulla sicurezza hanno ripristinato la stabilità dopo le proteste di massa del 2019.
Una statua di bronzo alta 6,4 metri (20 piedi) che rappresenta la “Dea della democrazia” con una fiamma in alto è stata rimossa. In una dichiarazione, l’università ha dichiarato che la “statua non autorizzata” è stata rimossa dopo una “valutazione interna”. La scultura si trovava nel campus da più di un decennio. La statua era modellata su quella di 10 metri di gesso bianco e schiuma eretta dagli studenti in piazza Tienanmen.
Un gruppo di circa due dozzine di studenti si è riunito per denunciare la mossa della loro università. Hanno distribuito volantini del 4 giugno e manifesti sulla scomparsa della dea della democrazia. Altri hanno messo dei crisantemi, un simbolo tradizionale cinese di lutto, hanno acceso delle candele sul luogo dove si trovava la statua. Gli studenti hanno, poi, suonato la canzone “Bloodstained Glory” per ricordare le centinaia, forse migliaia di persone uccise nel 1989.
La delusione degli ambienti accademici
“Mi sento affranto e scioccato”, ha detto Felix Chow, un ex studente dell’Università cinese e consigliere distrettuale. “Questa statua rappresenta l’ambiente scolastico aperto. È un simbolo di libertà accademica … fa dubitare la gente se la scuola può ancora garantire che lo spazio sia libero e che le persone possano parlare liberamente”.
A differenza della Cina continentale, dove le autorità vietano qualsiasi monumento o commemorazione pubblica del 4 giugno, Hong Kong era stata l’eccezione. Negli ultimi due anni, tuttavia, la polizia, citando i rischi del COVID-19[2], ha vietato la veglia annuale a lume di candela del 4 giugno. Inoltre, prima dell’alba della vigilia di Natale, l’Università Lingnan di Hong Kong ha tolto una scultura murale in rilievo sull’evento di Tienanmen. Anche quest’opera raffigurava la “Dea della democrazia” e una fila di carri armati che si fermavano davanti all’”uomo del carro armato”.
Lo scultore di entrambe le opere, Chen Weiming, ha detto che avrebbe fatto causa alle università se ci fossero stati danni alle sue opere. Nella sala principale dell’unione degli studenti all’Università Lingnan, un torreggiante disegno rosso della Dea della Democrazia è stato coperto con vernice grigia. Gli studenti hanno risposto incollando un foglio di carta con la parola “vergognoso” sull’immagine cancellata, ma è stato rapidamente strappato dalle guardie di sicurezza.
Problemi di sicurezza o volontà di far dimenticare Tienanmen?
In una e-mail a Reuters, l’Università Lingnan ha detto che gli oggetti che possono comportare “rischi legali e di sicurezza” sono stati “cancellati”. Quando Hong Kong è tornata dal dominio britannico a quello cinese nel 1997, la Cina le ha promesso un’ampia autonomia e libertà nell’ambito del cosiddetto accordo “un paese, due sistemi”. Queste rimozioni dal grande valore simbolico, però, fanno sorgere dubbi in molti osservatori.
All’inizio di questa settimana, l’Università di Hong Kong ha smantellato e rimosso un “pilastro della vergogna” alto otto metri. Anche questa statua era dedicata alle vittime della repressione di Tienanmen. La scomparsa di questi monumenti da tre università in rapida successione significa che quasi nessun monumento di Tienanmen rimane visibile al pubblico di Hong Kong. L’artista Chen Weiming ha dichiarato: “Vogliono rimuovere la vera storia della brutale repressione… non permetterebbero a nessun punto di vista diverso di continuare a esistere a Hong Kong”.
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Note
[1]https://www.elegislation.gov.hk/fwddoc/hk/a406/eng_translation_(a406)_en.pdf
[2] https://graphics.reuters.com/world-coronavirus-tracker-and-maps/countries-and-territories/hong-kong/
Foto copertina: Gli studenti della Lingnan University esprimono ieri la loro rabbia davanti ai membri del consiglio direttivo. Credit Nora Tam