2649 sono gli alberi tagliati in Amazzonia nei primi mesi del 2023. In Brasile Lula celebra la giornata dell’Amazzonia firmando un investimento per il fondo dedicato alla salvaguardia della Foresta e fronteggiando le misure della nuova normativa UE sulla deforestazione.
A cura di Eleonora Scalabrin
I numeri della deforestazione
Nei primi sei mesi di quest’anno la deforestazione della Foresta Amazzonica si è ridotta del 33.6%[1] rispetto al primo semestre dello scorso anno. Un grande risultato per Lula, l’attuale presidente del Brasile, già durante la campagna elettorale aveva dato molto spazio alla protezione, tutela e salvaguardia della Foresta, polmone verde fondamentale tanto per i brasiliani quanto per l’intera umanità. L’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale del Brasile (INPE)[2] ha rivelato che ad agosto gli allarmi riguardanti la deforestazione nella Foresta Amazzonica si sono ridotti del 66% rispetto ad agosto dello scorso anno e il disboscamento in Amazzonia si è ridotto di circa 127 km² nel solo mese di aprile, portando il tasso di deforestazione accertato più basso dal 2015, a 563 km²[3]. Il Presidente Lula riferisce di aver ottenuto un contributo di circa 92 milioni di euro dal Regno Unito[4] da destinare al Fondo Amazzonia e di avere ricevuto il sostegno anche da Germania, Norvegia e Stati Uniti per iniziative e strumenti che abbiano lo scopo di ridurre e combattere la deforestazione.
L’importanza della giornata dell’Amazzonia
Lo scorso 5 settembre il Brasile ha festeggiato il Dia da Amazônia[5], una giornata dedicata a omaggiare la foresta amazzonica, la sua importanza e informare la società su quanto importante è rispettare questo polmone verde. Come sostenuto dalla ministra dell’Ambiente brasiliana Marina Silva, la vicinanza del giorno dell’Amazzonia con il giorno dell’Indipendenza brasiliana (7 settembre) ha un significato simbolico. Ciò perché la vera e piena indipendenza del Brasile sarà sempre legata a doppio filo al destino della foresta amazzonica. In questo senso, il futuro e le condizioni di vita di tutta l’umanità – e non solo del popolo brasiliano – dipenderanno anche dal Brasile. Se il patrimonio amazzonico, infatti, non verrà protetto e tutelato il mondo sarà condannato ad un brutale aumento delle emissioni di anidride carbonica, con una conseguente accelerazione dei cambi climatici a cui già stiamo assistendo[6]. In questa giornata, il governo federale riunitosi nel Palazzo del Planalto di Brasilia ha annunciato la creazione di terre indigene e unità di conservazione, ampliando sia il Parco Nazionale di Viruá che conserva una delle più grandi quantità di specie di vertebrati, sia la stazione ecologica di Maracá, creata nel 1981 per preservale l’cosistema della foresta.[7] Il Presidente Lula ha, inoltre, annunciato la creazione della Foresta Nazionale a Prima, con il soprannome Flona. In tale spazio saranno operative diverse associazioni locali destinatarie di fondi statali, con l’intento di tutelare la foresta, appoggiare e sostenere progetti di restauro delle aree degradate. Fondamentale, inoltre, è il ritorno, dopo che l’ex Presidente Bolsonaro ne dichiarò l’abolizione nel 2019, della Commissione Nazionale di Sicurezza Chimica (Comissão Nacional de Segurança Química), organo fondamentale e responsabile della creazione di strategie per la gestione ambientalmente adeguata di sostanze chimiche e dei rispettivi residui. Il Presidente Lula, infine, ha sottoscritto l’investimento di 600 milioni di Reais (circa 115 milioni di euro) destinati al Fondo Amazzonia per tutti quei territori che ridurranno la deforestazione e gli incendi fino al 2025[8].
Nella giornata dedicata alla Foresta Amazzonica, però, si è anche parlato del Cerrado, una grande savana tropicale brasiliana che si estende nei territori al confine tra Brasile, Paraguay, Bolivia e ha un livello di biodiversità altissimo: circa il 5% di tutte le piante e le specie animali del Pianeta si trovano qui. Tuttavia, la salvaguardia del Cerrado non riesce ad ottenere la medesima risonanza mondiale della Foresta Amazzonica, nonostante occupi circa il 20% del Brasile e la sua distruzione dal 2008 sia cresciuta oltre al 50% rispetto a quella amazzonica[9]. Basti pensare che, solo nel mese di luglio il Cerrado ha perso 462 km² di boschi, mentre nello stesso periodo del 2022 la perdita è stata pari a 451 km².
Il disboscamento che sta subendo il Cerrado è spesso giustificato dalla volontà di far spazio a piantagioni di soia, che hanno sì reso il Brasile il più grande esportatore mondiale di soia ma ad un costo altissimo. Per sostenere tali coltivazioni, infatti, si sta distruggendo una foresta e indebolendo le sorgenti dei fiumi prosciugandone le risorse idriche e mettendo di conseguenza a rischio la flora e la fauna del bioma brasiliano[10].
A giugno, la ministra Silva ha annunciato mezzi e ricorsi per trovare una soluzione all’emergenza del disboscamento nel Cerrado, poiché nel primo quadrimestre di quest’anno la savana tropicale ha registrato la più alta deforestazione degli ultimi 5 anni, raggiungendo i 2133 km², il 14.5% in più rispetto ai primi mesi dello scorso anno[11].
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La legge UE sulla deforestazione
Il 29 giugno 2023 è ufficialmente stata approvata la legge dell’Unione Europea per combattere il degrado e la deforestazione[12], la quale obbliga le imprese produttrici di cacao, olio di palma, gomma, legno, soia, caffè e bestiame, a fornire prove concrete sui movimenti e sulla lavorazione delle materie in modo da dimostrare che non siano causa di disboscamento.
L’UE stabilisce che vanno conosciuti i prodotti e bisogna assicurarsi che le metodologie di lavorazione adottate non contribuiscano al degrado forestale, in quanto secondo un sondaggio condotto da Globescan nel 2022 il 78% dei cittadini europei sostiene che i governi debbano impegnarsi per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti consumati.
Per adattarsi al regolamento dell’UE, aziende e piccoli produttori avranno tempo fino a dicembre 2024 in quanto le modalità di applicazione sono ancora da definire, ma per il Brasile e il suo futuro questo regolamento è molto importante.
Il Paese latinoamericano, infatti, è il secondo partner commerciale e il primo esportatore di prodotti agricoli ai Paesi dell’Unione Europea, quindi l’impatto di questo regolamento inciderà notevolmente sui commerci del Brasile verso l’Europa. Il ministro brasiliano dell’agricoltura Carlos Favaro ha criticato aspramente tale normativa, definendola “un affronto” al commercio internazionale, e ha affermato che il regolamento copre l’84% della Foresta Amazzonica rischiando che la deforestazione venga delocalizzata alle zone che non sono coperte dalla legge[13].
Il governo brasiliano ha provato a spingere per modificare la legge che influirà negativamente su alcuni settori più che su altri: gli allevatori, ad esempio, subiranno il colpo e le conseguenze della legge più dei produttori di cacao, perché gli allevatori sono, soprattutto, piccole imprese mentre dell’esportazione di cacao o di caffè si fanno carico soprattutto grandi imprese e multinazionali con un capitale molto più elevato. Sueme Mori, direttore della Confederazione brasiliana dell’agricoltura e dell’allevamento (CNA) afferma che le aziende produttrici di caffè si stanno già impegnando per rispettare i termini del regolamento e che il governo si sta muovendo per creare una piattaforma capace di garantire la tracciabilità di tutto il settore produttivo. Per i produttori più piccoli i costi che comporterà la conformità alla legge europea sono inaspettati e in alcuni casi rischiosi.
Può spesso accadere che le imprese non dispongono dei fondi economici necessari da investire in un sistema di tracciabilità così avanzato nonostante spesso siano proprio i piccoli produttori locali ad essere più sostenibili, se paragonati alle grandi imprese multinazionali, ciò fa sì che il rischio per i piccoli produttori diventi impossibile da gestire portando all’inevitabile decisione di bloccare le esportazioni e i commerci verso i Paesi dell’Unione Europea.
A supportare l’ipotesi di rivedere le condizioni della legge UE troviamo, oltre al Brasile, altri 17 Paesi: Argentina, Bolivia, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Indonesia, Costa d’Avorio, Ghana, Malesia, Nigeria e Thailandia- Tutti questi stati hanno firmato in questi ultimi giorni una lettera indirizzata alla Commissione Europea con la richiesta di rivedere e correggere la normativa attraverso un dialogo tra i 18 Paesi per trovare un punto in comune e far sì che la normativa abbia, contemporaneamente, un impatto positivo per i produttori e che sia economicamente sostenibile[14].
Note
[1] DW Made for minds, «Desmatamento na Amazônia cai 33,6% no primeiro semestre», 7 luglio 2023 https://www.dw.com/pt-br/desmatamento-na-amazônia-cai-336-no-primeiro-semestre/a-66153263
[2] Governo do Brasil, Instituto Nacional de Pesquisas Especiais, visitato il 14 settembre 2023 https://www.gov.br/inpe/pt-br.
[3] Redazione ANSA, «Brasile: cala a luglio l’allarme di deforestazione in Amazzonia», 8 settembre 2023 https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2023/09/08/brasile-cala-a-luglio-lallarme-di-deforestazione-in-amazzonia_9b87dda5-0768-4fce-9cb8-d505f0fd655c.html.
[4] Rai News, «Brasile. Diminuisce del 40 per cento la deforestazione dell’Amazzonia», 16 maggio 2023 https://www.rainews.it/video/2023/05/brasile-la-deforestazione-dellamazzonia-diminuisce-del-40-per-cento-e2adf9ce-3674-40eb-846e-d06e33adf455.html.
[5] UOL, «05 de setembro – Dia da Amazônia» https://brasilescola.uol.com.br/datas-comemorativas/dia-da-amazonia.htm.
[6] @MarinaSilva, X, 5 settembre 2023 https://twitter.com/MarinaSilva/status/1699136653145620613.
[7] CENBAM (Centro de Estudios Integrados da Biodiversidade Amazônica), Programa de Pesquisa em Biodiversade, ESEC Maracá https://ppbio.inpa.gov.br/sitios/maraca.
[8] Ministério do Meio Ambiente e Mudança do Clima, «Governo anuncia R$600 milhões do Fundo Amazônia para municípios e criação de Tis e UCs», 5 settembre 2023, https://www.gov.br/mma/pt-br/governo-anuncia-r-600-milhoes-do-fundo-amazonia-para-municipios-e-criacao-de-tis-e-ucs.
[9] Rinnovabili.it, «A rischio il Cerrado brasiliano, patrimonio di biodiversità», 14 settembre 2020 https://www.rinnovabili.it/ambiente/biodiversita/cerrado-brasiliano-patrimonio-biodiversita/.
[10] WWF Italia, «Le savane del Cerrado devastate dagli incendi», 30 settembre 2021 https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/la-crisi-del-cerrado/.
[11] T. VIAPIANA, «Deforestation falls in Amazon in 2023, but grows in the Cerrado, Brazil», per Brazil Reports, 10 maggio 2023 https://brazilreports.com/deforestation-falls-in-amazon-in-2023-but-grows-in-the-cerrado-brazils-second-largest-biome/4711/.
[12] Commissione Europea, Comunicato Stampa: «Green Deal: Entrata in vigore della legge per combattere la deforestazione e il degrado forestale a livello mondiale causati dalla produzione e dal consumo dell’UE», 29 giugno 2023 https://italy.representation.ec.europa.eu/notizie-ed-eventi/notizie/green-deal-entrata-vigore-della-legge-combattere-la-deforestazione-e-il-degrado-forestale-livello-2023-06-29_it.
[13] P. FIGUEIREDO, «Brasile, la legge europea anti-deforestazione accolta con favore. Ma i piccoli produttori rischiano» per Euronews.com, 31 agosto 2023 https://it.euronews.com/my-europe/2023/08/31/brasile-la-legge-europea-anti-deforestazione-accolta-con-favore-ma-i-piccoli-produttori-ri.
[14] Redazione Start Magazine, «Brasile, Messico, Colombia, Indonesia e non solo chiedono all’Ue di bruciare la legge sulla deforestazione», 16 settembre 2023 https://www.startmag.it/energia/brasile-messico-colombia-indonesia-e-non-solo-chiedono-allue-di-bruciare-la-legge-sulla-deforestazione/.
Foto copertina: In Brasile Lula celebra la giornata dell’Amazzonia firmando un investimento per il fondo dedicato alla salvaguardia della Foresta