Calcio noir: il disastro dello stadio Lužniki di Mosca


Il 20 ottobre 1982, durante il match di Coppa UEFA tra Spartak Mosca e Haarlem, 66 tifosi persero la vita per un grave incidente in una tribuna dell’allora stadio Lenin.


Sabato 1º ottobre 2022 almeno 131 persone – stando alle dichiarazioni rilasciate il 4 ottobre da Wiyanto Wiyoyosono, responsabile della Sanità – sono decedute a causa degli scontri verificatisi in Indonesia al termine della gara tra Arema FC[1] e Persebaya Surabaya[2]. Circa 3.000 supporter locali, dopo la sconfitta della propria squadra, hanno invaso il terreno di gioco dello stadio Kanjuruhan[3], ma sono stati immediatamente messi in fuga dal lancio di lacrimogeni operato dalle forze dell’ordine: il panico che ne è scaturito ha generato una calca in cui sono rimaste schiacciate le vittime. Il presidente indonesiano Joko Widodo, in un discorso televisivo tenuto il giorno successivo alla tragedia, si è detto “profondamente dispiaciuto” per l’accaduto e, nel contempo, ha ordinato la sospensione del campionato – che riprenderà il 20 ottobre – e “una valutazione completa dei match di calcio e delle procedure di sicurezza”, delegando tale compito al ministro dello Sport, al presidente della Federcalcio e alla polizia.
La strage, seconda per numeri di morti solo al disastro dell’Estadio Nacional di Lima[4] – in cui perirono 328 persone –, è stata solo l’ultima di una lunga serie di incidenti legati al mondo del calcio: relativamente all’Italia, il più noto è quello occorso allo stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985, quando, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni[5] tra Juventus[6] e Liverpool[7], i cosiddetti hooligans, ovvero i tifosi inglesi più violenti, caricarono i sostenitori avversari, provocando 39 morti e oltre 600 feriti[8].

La dinamica della tragedia

Se dell’Heysel o di Hillsborough[9], nel corso degli anni, sono emersi tutti i dettagli, decisamente meno conosciuto è l’episodio costato la vita a 66 spettatori – sebbene fonti non ufficiali contino oltre 300 vittime – all’interno dello stadio Lenin (dal 1992 denominato Lužniki)[10] di Mosca.
Il 20 ottobre 1982 è in programma la gara d’andata dei sedicesimi di finale di Coppa UEFA tra Spartak Mosca[11], che nel turno precedente ha annichilito con un complessivo 8-2 l’Arsenal[12], e Haarlem[13], qualificatosi a scapito del Gent[14]. Data la temperatura abbondantemente al di sotto dello zero, pur potendo contenere oltre 80.000 spettatori, sugli spalti ne sono presenti poco più di 16.000, di cui un centinaio proveniente dall’Olanda. Considerando lo scarso afflusso all’impianto, vengono aperte solo due delle quattro tribune, in modo da facilitare le operazioni di rimozione della neve e del ghiaccio dalle gradinate (fino al 1997 lo stadio non era dotato della copertura).
La partita, dopo il gol del vantaggio dei padroni di casa siglato da Ėdgar Gess nel primo tempo, scorre via senza grandi emozioni e così, quando manca poco alla fine, una parte dei tifosi posizionata nella Tribuna Est – riempita dalla quasi totalità dei presenti – si avvia in massa verso la Scala 1, che conduce all’uscita ed è la più vicina alla stazione della metropolitana Vorobyovy Gory. Tuttavia, la rete del raddoppio segnata da Sergej Švecov allo scoccare del novantesimo minuto invoglia quegli stessi spettatori a tornare indietro, trovando da una parte l’opposizione della polizia, risoluta nel bloccare il loro tentativo di rientrare nell’impianto e nello spingerli nuovamente in direzione della Scala 1, e dall’altra l’azione tanto involontaria quanto micidiale del fondo ghiacciato delle gradinate, di cui sono vittime i pochi capaci di superare le forze dell’ordine. Il risultato è catastrofico: la calca formatasi produce 66 morti – tra cui 45 adolescenti – per asfissia compressiva e 61 feriti.

Il silenzio delle autorità

Nei giorni successivi solo il quotidiano locale Vechernyaya Moskva (Il Vespro di Mosca) menziona, anche se in maniera generica, l’incidente, mentre due giornali sportivi nazionali, Sovetsky Sport[15] e Football-Hockey, si limitano a riportare un resoconto minuzioso della sfida, senza fare alcun cenno a ciò che è avvenuto sugli spalti. L’intento delle autorità è chiaro: evitare che il diffondersi della tragica notizia possa ulteriormente screditare l’Unione Sovietica, già alle prese con un periodo di enorme difficoltà. Infatti, alle cattive condizioni di salute del segretario generale del Partito Comunista Leoníd Bréžnev, morto il 10 novembre 1982 – appena tre settimane dopo gli eventi dello stadio Lenin –, si erano aggiunte le conseguenze del ritardo nell’avanzamento tecnologico e dell’embargo del grano sancito dagli USA in seguito all’invasione sovietica dell’Afghanistan[16].
L’insabbiamento voluto dalle autorità sovietiche rende particolarmente arduo ricostruire con esattezza l’inchiesta avviata da Jurij Andropov, successore di Bréžnev. Le fonti sono concordi sul giorno in cui si è tenuto il processo, l’8 febbraio 1983, e sul nome di un imputato, Jurij Pančichin, assunto due mesi e mezzo prima del disastro in qualità di funzionario dell’impianto e condannato a tre anni di reclusione (poi ridotti a 18 mesi). Più problematico è comprendere se Pančichin sia effettivamente l’unico responsabile o se, come sostengono altre fonti meno sensazionalistiche, il processo abbia individuato un numero più ampio di presunti colpevoli, come il direttore e il vicedirettore dello stadio – rispettivamente Victor Kokryshev[17] e K. Lyzhin[18] – e il capo delle forze dell’ordine della Tribuna Est S. Koryagin[19].

Glasnost’ e il riconoscimento della tragedia

Bisogna attendere il 1989 e la politica glasnost’ (trasparenza) attuata dall’ultimo segretario generale del PCUS[20] Michail Gorbačëv per leggere per la prima volta sui media sovietici notizie approfondite su quanto accaduto il 20 ottobre 1982.
La volontà di allentare le maglie della censura, favorendo una più ampia e limpida circolazione dell’informazione, rientra nel complesso di riforme politiche, sociali ed economiche – definite perestrojka (ristrutturazione) – propugnate da Gorbačëv e finalizzate alla capillare riorganizzazione dell’URSS.

Soltanto nel 1992, a dieci anni dalla disgrazia e a pochi mesi dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica – scioltasi ufficialmente il 26 dicembre 1991 –, viene eretto nei paraggi dello stadio un monumento in memoria delle vittime, ricordate il 20 ottobre 2007, in occasione del 25º anniversario del disastro del Lužniki, con una partita[21] tra gli ex calciatori di Spartak Mosca e Haarlem.


Note

[1] https://aremafc.com/
[2] https://www.persebaya.id/
[3] Situato a Kepanjen, nella reggenza di Malang, nella Giava Orientale
[4] L’evento si verificò il 24 maggio 1964 in occasione della partita tra le nazionali olimpiche di Perù e Argentina. L’incontro era valevole per il Torneo Pre-Olimpico organizzato dalla CONMEBOL (Confederación sudamericana de Fútbol, https://www.conmebol.com/) per le qualificazioni all’Olimpiade di Tokyo dello stesso anno
[5] https://it.uefa.com/uefachampionsleague/
[6] https://www.juventus.com/it
[7] https://www.liverpoolfc.com/
[8] Il 19 agosto 1985, meno di tre mesi dopo la tragedia dell’Heysel, fu firmata a Strasburgo la Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio, attualmente ratificata da 42 nazioni (https://www.coe.int/en/web/conventions/full-list?module=signatures-by-treaty&treatynum=120). Inoltre, la UEFA (https://it.uefa.com/) stabilì l’esclusione di tutte le formazioni inglesi dalle competizioni internazionali per i successivi cinque anni (sei per il Liverpool)
[9] Il 15 aprile 1989, all’Hillsborough Stadium di Sheffield, si consumò la più grande tragedia nella storia del calcio inglese: a pochi minuti dall’inizio della semifinale di FA Cup (https://www.thefa.com/competitions/thefacup) tra Liverpool e Nottingham Forest (https://www.nottinghamforest.co.uk/), per via della disorganizzazione generale e delle insensate decisioni e azioni della polizia, persero la vita 97 spettatori (96 quel giorno e uno, Andrew Devine – rimasto in stato semivegetativo per 32 anni –, nel 2021), morti per schiacciamento e soffocamento come nel 1985 a Bruxelles. In un primo momento i supporter del Liverpool, già macchiatisi degli scontri dell’Heysel, furono additati come principali colpevoli, ma nel 2012, a distanza di ben 23 anni dall’avvenimento, una nuova inchiesta dell’Hillsborough Independent Panel ha fatto luce sulle gravi responsabilità della polizia del South Yorkshire, spingendo l’allora premier britannico David Cameron a scagionare i tifosi dei Reds e a chiedere scusa ai parenti delle vittime (https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2012/09/12/news/tragedia_hillsborough-42412397/)
[10] Inaugurato nel 1956, l’impianto è stato sede della controversa Olimpiade (https://olympics.com/it/olympic-games) del 1980 (boicottata da 65 nazioni – tra cui Stati Uniti e Germania Ovest – per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan messa in atto dall’Unione Sovietica a partire dal dicembre 1979) e ha ospitato tre finali di competizioni calcistiche: Coppa UEFA (https://it.uefa.com/uefaeuropaleague/) nel 1999, Champions League nel 2008 e Mondiale (https://www.fifa.com/fifaplus/en/tournaments/mens/worldcup/qatar2022) nel 2018
[11] https://www.opiniojuris.it/le-squadre-del-palazzo-quando-il-calcio-diventa-uno-strumento-di-propaganda-politica/
[12] https://www.arsenal.com/
[13] Fondato nel 1889 e dichiarato fallito per bancarotta nel 2010, l’Haarlem ha conquistato il campionato olandese nel 1946. Nelle sue fila, nel 1979, ha esordito tra i professionisti Ruud Gullit, vincitore del Pallone d’oro nel 1987 e colonna del Milan (https://www.acmilan.com/it) e della Nazionale olandese campione d’Europa nel 1988
[14] https://www.kaagent.be/nl
[15] https://www.sovsport.ru/
[16] Voluto da Jimmy Carter, presidente democratico (https://democrats.org/) degli Stati Uniti, l’embargo è entrato in vigore nel gennaio 1980 ed è stato interrotto nel 1981 con l’elezione di Ronald Reagan, candidato repubblicano (https://www.gop.com/) forte del sostegno dell’American Farm Bureau, un’organizzazione non governativa di contadini e agricoltori degli USA contraria alle sanzioni perché giudicate portatrici di un abbassamento del prezzo del grano
[17] Giudicato colpevole di negligenza come Pančichin, sarebbe stato condannato a tre anni di reclusione, ma, in quanto persona precedentemente decorata dallo Stato, avrebbe beneficiato di un’amnistia e sarebbe stato rilasciato
[18] Veterano della Seconda guerra mondiale, non sarebbe stato processato per motivi di salute e avrebbe anch’egli evitato la condanna grazie a un’amnistia  
[19] Gravemente ferito nella sciagura dello stadio Lenin, non sarebbe stato processato per motivi di salute e avrebbe goduto di un’amnistia proprio come Lyzhin
[20] Partito Comunista dell’Unione Sovietica
[21]Disputata al Lužniki


Foto copertina: Il disastro del Lužniki è il nome dato ad una strage avvenuta nel 1982 nello stadio Lužniki di Mosca, all’epoca Stadio Lenin, in cui morirono 66 persone.