Il chhaupadi è una tradizione diffusa nel Nepal che proibisce alle donne di partecipare alle attività familiari durante le mestruazioni perché considerate impure. Una questione sanitaria e di diritti umani
I tabù che riguardano funzioni del corpo classificato come femminile sono tanti. Le mestruazioni sono, forse, uno dei più difficili da sradicare. Al contempo considerate come la massima prova di femminilità e la vergogna più grande, le mestruazioni sono anche un problema sanitario non indifferente: dati UNICEF ci dicono che 2.3 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi igienici di base, in particolare nei paesi in via di sviluppo solo il 27% della popolazione non ha lavandini provvisti d’acqua e sapone in casa[1].
Questo fatto combinato con la difficoltà di reperire assorbenti e prodotti per le mestruazioni pone rischi seri per la salute, tra cui infezioni del tratto urinario e dell’apparato riproduttivo.
Il tabù però non riguarda solo paesi in via di sviluppo: il termine “period poverty” si riferisce a situazioni socio economiche precarie che impattano negativamente il periodo del ciclo mestruale. Per esempio, nel Regno Unito uno studio ha stimato che 137.000 ragazze ogni anno sono costrette a rimanere a casa da scuola per la mancanza di accesso a prodotti igienici[2]. In Italia la tassa sugli assorbenti, la Tampon Tax, è stata abbassata da Draghi, dal 22% al 10%; tuttavia questa misura è solo temporanea e dovrebbe scadere il 31 marzo di questo anno. Le mestruazioni, in quanto inevitabili nella maggioranza dei casi, non dovrebbero rappresentare una discriminante, soprattutto non dovrebbero essere tassate più del tartufo. Nonostante ciò, l’emendamento al decreto fiscale promosso da Boldrini nel 2019, che proponeva la misura poi adottata ad interim da Draghi, fu bocciato dalla Commissione Finanze della Camera[3]. Il motivo? Era una proposta inammissibile.
Cos’e’ il chhaupadi
Il problema globale del tabù riguardante le mestruazioni colpisce in modo diverso, andando a intersecarsi con aspetti sociali, geografici e politici.
Una credenza che sembra però unire luoghi, comunità e periodi storici è che le mestruazioni siano sporche. Il concetto di sporcizia ci mette poco a diventare impurità e per associazione rende la persona che in quel momento vive questa situazione, impura. Gli esempi non mancano: dalla Bibbia, al Corano, agli antichi greci, il consenso è unanime nel stabilire che le donne in periodo mestruale siano o sporche – nel migliore dei casi – o folli, nel peggiore.
Come ci ricorda Plinio il Vecchio: “All’arrivo di una donna mestruata il mosto inacidisce, toccate da lei le messi isteriliscono, muoiono gli innesti, bruciano le piante dei giardini; dove lei si siede i frutti cadono dagli alberi, al solo suo sguardo si appanna la lucentezza degli specchi, si ottunde il ferro, si oscura la luce dell’avorio, muoiono le api degli alveari”[4].
Seguendo questa credenza non stupisce l’impulso di allontanare dalla comunità chiunque si trovi in questa situazione.
E’ esattamente questo che succede in alcune comunità Nepalesi.
Chhaupadi (in nepalese छाउपडी) è un termine che unisce la parola “Chhau”, intoccabile o sporco, alla parola “Padi”, diventare. Questa pratica prevede l’allontanamento dal luogo familiare di tutte le donne nel periodo delle mestruazioni. E’ praticata principalmente nelle regioni occidentali del Nepal ed è conosciuta anche con il nome di ‘chhue’ or ‘bahirhunu’ nei distretti di Dadeldhura, come ‘chaupadi’, ‘chaukulla’ or ‘chaukudi’ nei distretti di Achham e Bajhang. Le discriminazioni subite variano dalla proibizione di entrare in casa, nelle cucine o nei templi, al non poter toccare altre persone o animali, bere o mangiare alimenti caseari, fino alle situazioni più estreme dove vengono rinchiuse in capanne apposite, ‘chaupadi goth’. Queste capanne sono spesso luoghi riservati al bestiame e in quanto tali in condizioni igieniche non adeguate. Le persone che fanno chhaupadi riportano di sentirsi molto insicure, in colpa, umiliate, oltre che tristi e depresse[5].
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Perché’ succede?
La pratica è stata resa illegale in Nepal nel 2005, nonostante questo è ancora praticata. Oltre ad essere pericoloso da un punto di vista sanitario, in alcuni casi risulta essere addirittura mortale. ActionAid UK riporta due casi, una ragazza di 19 anni morta a causa del morso di un serpente mentre dormiva in una capanna, l’altra una ragazza di 15 anni che è rimasta soffocata dai fumi di un fuoco che aveva cercato di accendere per riscaldarsi[6]. Nonostante i rischi e lo stress emotivo che tutte le persone coinvolte subiscono, per non parlare dell’illegalità, questa pratica continua. I motivi sono complessi. E’ un’usanza antica che continua da secoli legata a sistemi di credenze e strutture sociali, pertanto difficile da scardinare. Questo non significa che diversi passi importanti siano stati fatti.
Oltre alla decisione di rendere la pratica illegale, diversi progetti internazionali sono stati messi in atto per coinvolgere la popolazione locale e aiutare a porre fine a questo stigma. Un progetto del Research Centre for Integrated Development, Nepal, condotto dal Prof. Ritu Prasad Gartoulla, Ph.D. ha riscontrato un ottimo successo riuscendo a ridurre la proporzione di donne e ragazze forzate a stare nelle ‘chaupadi goth’ dal 19.4% al 5.5%[7]. Questo successo è stato possibile perché il progetto prevedeva un lavoro di collaborazione con i leader delle comunità, il che ha permesso di coinvolgere più parti della popolazione, non solo chi subiva direttamente la pratica. Inoltre, esistono persone sul territorio che si battono strenuamente. E’ il caso di Rajkumari, una poliziotta nel distretto di Doti il cui lavoro incessante, congiunto a quello di ActionAid, sta cambiando la percezione del chhaupadi nelle comunità della sua zona: “un tempo alle ragazze non era permesso andare a scuola durante il periodo delle mestruazioni. Ora ci vanno.”[8] Questi cambiamenti richiedono tempo e dedizione. Soprattutto richiedono la collaborazione di tutte le parti della società che, unite, riconoscano la portata del problema. In Nepal sembra che la strada sia promettente.
Note
[1] Press Release UNICEF, “FAST FACTS: Nine things you didn’t know about menstruation”, 25 Maggio 2018, https://www.unicef.org/press-releases/fast-facts-nine-things-you-didnt-know-about-menstruation
[2] Gordon, A. “Period taboo: Why can’t we talk about menstruation?”, BBC, 24 Febbraio 2019, https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-47254222
[3] Il Post, “Il Governo vuole ridurre il costo degli assorbenti. Nel documento che prepara la legge di bilancio ha proposto di abbassare l’IVA dal 22 al 10%, avvicinandosi ad altri paesi europei”, 20 Ottobre 2021, https://www.ilpost.it/2021/10/20/costo-assorbenti-taglio-iva/
[4] Plinio il Vecchio, Naturalis historia VII, 63-67, 2010 Zanichelli
[5] UNRCHC, “Field Bulletin: Chaupadi in the Far-West”, Aprile 2011, https://www.ohchr.org/Documents/Issues/Water/ContributionsStigma/others/field_bulletin_-_issue1_april_2011_-_chaupadi_in_far-west.pdf
[6] ActionAid, “Chhaupadi and menstruation taboos”, 17 Novembre 2021, https://www.actionaid.org.uk/our-work/period-poverty/chhaupadi-and-menstruation-taboos#footnote1_21e4okd
[7] Ritu Prasad Gartoulla, “Final Evaluation: “Abolition of Chhaupadi in the Far- and Mid-Western Regions of Nepal”, 2022, UN Women trust fund, https://www2.unwomen.org/-/media/field%20office%20untf/publications/2018/evaluation%20digital%20library/rdn_nepal_executive_summary_a_compressed.pdf?la=en&vs=1500
[8] Oppenheim, M. “’I felt really, really scared’: Nepalese women address horror of being banished to outside huts during periods”, 26 Luglio 2018, https://www.independent.co.uk/news/world/asia/nepal-women-period-menstruation-banished-outside-huts-a8462106.html
Foto copertina: Thyra Khuri Bishwa Karma, 16 years, Narsi village “I get scared of snakes. There is a village called Mumuri where a girl got bitten an when people come and see us at the chaupadi. I feel ashamed. I feel so ashamed.” Time