Croazia: il compimento del «destino europeo» e il futuro di Schengen


Il 1° gennaio 2023, a distanza di nove anni e mezzo dall’adesione all’Unione europea, la Croazia è entrata tra le fila degli Stati membri che compongono lo spazio Schengen e l’Eurozona. Zagabria e la Commissione europea salutano il compimento del «destino europeo» della Croazia, mentre restano ancora aperti alcuni interrogativi sui primi effetti del passaggio alla moneta unica, sul futuro dell’area Schengen e della gestione della migrazione nei Balcani.


Il compimento dell’identità europea di Zagabria

Il 1° gennaio 2023 ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo per la Croazia: ‹‹la definitiva affermazione della nostra identità europea››, secondo le parole del ministro dell’Interno croato Davor Bozinović, pronunciate in occasione della celebrazione per la fine dei controlli alle frontiere a Bregana, al valico della frontiera con la Slovenia.[1] Zagabria è il ventisettesimo paese che entra nello spazio Schengen e il ventesimo paese che adotta la moneta unica, divenendo parte dell’Eurozona. Per la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, si tratta di ‹‹due immensi successi››:[2] l’introduzione dell’euro è un momento storico, il primo allargamento dell’Eurozona dopo il 2015, anno dell’introduzione dell’euro in Lituania,[3] e per la Croazia ha rappresentato il simbolo di un’unione riuscita tra l’‹‹identità nazionale›› e il ‹‹destino europeo›› del paese, secondo Von der Leyen;[4] l’ingresso nell’area Schengen è stato salutato, allo stesso modo, dal ministro dell’Interno sloveno Sanja Ajanović Hovnik come un passo ‹‹storico››, per cui ci si è preparati per lungo tempo, e per la presidente Von der Leyen significa che l’Europa può contare sulla Croazia per la preservazione dello spazio Schengen.[5]
Se i due eventi rappresentano un nuovo inizio per la Croazia, dal quale la compagine governativa croata si attende una vasta serie di benefici per il paese, non sono mancate le prime difficoltà a seguito dell’introduzione dell’euro, mentre alcuni interrogativi in merito al futuro di Schengen e della gestione della pressione migratoria nei Balcani restano irrisolti.

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L’ingresso nell’Eurozona tra speranze di stabilità e crescita e difficoltà di gestione dei rincari dei prezzi

Nel giugno del 2022, la Commissione europea ha adottato la Relazione sulla Convergenza che ha rilevato che la Croazia soddisfaceva i quattro criteri di convergenza nominali per l’adozione dell’euro.[6] La pubblicazione della Relazione ha segnato secondo il Commissario per l’Economia  Paolo Gentiloni una pietra miliare storica nel corso del viaggio europeo della Croazia.[7]
La Relazione della Commissione serve a formare la base su cui il Consiglio dell’UE esprime la propria decisione, affiancandosi alla parallela Relazione sulla Convergenza della Banca Centrale Europea (BCE). Anche la Relazione della BCE del giugno 2022 ha dato una valutazione favorevole all’adesione della Croazia: nella dichiarazione introduttiva alla Relazione, Fabio Panetta, membro del Comitato Esecutivo della BCE, ha affermato che la Croazia soddisfa tutti i requisiti economici e giuridici per l’adozione dell’euro, sebbene risultino ancora necessarie riforme strutturali a sostegno della crescita del paese e l’implementazione di un nuovo piano d’azione sul contrasto al riciclaggio di denaro.[8] In tal modo, sono state gettate le basi per l’adozione da parte del Consiglio dell’UE, il 12 luglio, degli atti legislativi necessari per l’ingresso della Croazia nell’Eurozona a partire dal 2023, che hanno fissato il tasso di conversione a 7.53450 kune croate per 1 euro.[9]
La decisione del Consiglio si è posta a coronamento degli sforzi perseguiti da Zagabria per attuare le riforme necessarie per accedere all’Eurozona: secondo il primo ministro croato Andrej Plenković, già dal maggio del 2018 la Croazia aveva predisposto una strategia finalizzata all’adesione all’Eurozona.[10] Il governo conservatore guidato da Plenković ritiene che l’euro potrà proteggere in maniera più efficace l’economia e i cittadini dalle crisi, e i vantaggi della moneta unica appaiono già tangibili.[11]
L’introduzione dell’euro, unita alla fine dei controlli alle frontiere con Slovenia e Ungheria, porterà ad un maggiore afflusso di turisti, dando così forte impulso all’industria del turismo, che ammonta al 20% del PIL del paese.[12] Inoltre, l’assenso della Commissione e Consiglio dell’UE all’ingresso di Zagabria nell’Eurozona, ha portato le principali agenzie di rating, quali Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s, ad aumentare il rating della Croazia: il ministro delle Finanze croato Marko Primorac prospetta, pertanto, un riflesso positivo sui costi di indebitamento.[13]
Gli esperti sostengono anche che l’euro aiuterà il paese ad essere protetto maggiormente dall’inflazione in costante crescita: questa appare più alta, infatti, nei paesi che non appartengono all’Eurozona, quali Polonia e Ungheria.[14] Dalla prospettiva inversa, secondo la rivista Politico, l’ingresso della Croazia nell’Eurozona apporta vantaggi anche per la stessa Unione europea, che in Zagabria può trovare uno ‹‹studente modello››, un paese mediterraneo che ha perseguito politiche fiscali conservatrici per anni – distinguendosi così da paesi come Italia e Grecia – e che prevede di ridurre il rapporto debito-PIL sotto il 65% entro il 2025.[15]
Osservando l’atteggiamento dell’opinione pubblica verso l’euro, il dato che emerge è che la maggioranza delle giovani generazioni croate appoggia con favore il passaggio alla moneta unica, vedendo in questo sviluppo la fonte di maggiori opportunità di lavoro e di una facilitazione degli spostamenti.[16] Allo stesso tempo, però, si assiste ad un vero e proprio divario generazionale: le generazioni più anziane, infatti, si sono mostrate più riluttanti verso la moneta unica, temendo un peggioramento dell’inflazione; questo ha spinto, pertanto, il governo guidato da Andrej Plenković ad approvare una legge finalizzata all’aumento delle pensioni,  in vista di una riforma del sistema pensionistico.[17]
Alle preoccupazioni delle generazioni più anziane si somma l’opposizione dei gruppi  di destra, i quali hanno sostenuto che tale cambiamento va unicamente a vantaggio della Francia e della Germania.[18] I timori espressi dai segmenti più anziani della popolazione croata, tuttavia, si sono concretizzati a pochi giorni di distanza dal passaggio dalla kuna alla moneta unica. Si sono, infatti, verificati rincari ingiustificati dei prezzi di generi alimentari e servizi, che hanno sfiorato il 30% e non risultano riconducibili soltanto all’arrotondamento dovuto alla conversione della valuta.[19] I responsabili di questa situazione, piuttosto, sarebbero commercianti e imprenditori intenzionati ad approfittare della transizione dalla kuna all’euro, secondo il primo ministro Plenković.[20] Ciò ha spinto il governo ad intervenire imponendo il ripristino dei prezzi praticati al 31 dicembre 2022, pena l’introduzione di tasse e imposte mirati e l’abolizione dei sussidi varati per far fronte alle conseguenze della guerra in Ucraina; tuttavia, simili sanzioni non sono state ancora introdotte, mentre sono in corso ispezioni per verificare i casi di aumenti di prezzi ingiustificati, che coinvolgerebbero circa il 30% delle entità commerciali del paese.[21] Intervenuto al Forum economico mondiale a Davos, il primo ministro ha risposto alle polemiche sul rincaro dei prezzi, sostenendo che il passaggio alla moneta unica è stata la scelta giusta per tenere a freno l’inflazione e che il governo sta intervenendo per far sì che gli operatori economici «si comportino adeguatamente» e riportino i prezzi ai livelli anteriori al 1° gennaio 2023.[22]

L’ingresso nell’area Schengen tra respingimenti illegali al confine croato e divisioni irrisolte sul destino di Romania e Bulgaria

L’8 dicembre dello scorso anno il Consiglio dell’UE, nella sua formazione Affari Interni, ha dato all’unanimità il via libera per l’ingresso della Croazia nello spazio Schengen dopo quasi dieci anni dall’adesione del paese all’UE[23] e dopo che nel 2019 la Commissione europea aveva confermato che il paese era riuscito a conformarsi a tutti i criteri tecnici per l’ingresso nell’area.[24]
Il primo ministro croato Plenković ha celebrato in un tweet il raggiungimento di un obiettivo strategico che il suo governo si era prefissato (accanto all’ingresso nell’Eurozona), che ritiene apporterà benefici soprattutto per i cittadini e per l’economia croata.[25] Si stima, infatti, che l’abolizione dei controlli di frontiera darà nuovo impulso all’industria del turismo, che contribuisce per il 20% al PIL del paese.[26]
Inoltre, non è da sottovalutare che questo sviluppo storico si pone a conclusione di contese di lunga durata con la Slovenia relative alle acque territoriali nella baia di Pirano, che soltanto nel 2017 rendevano agli occhi della diplomazia slovena improbabile l’ingresso della Croazia nello spazio Schengen.[27]
La decisione storica del Consiglio Affari Interni ha riguardato, tuttavia, soltanto la Croazia, mentre per Romania e Bulgaria la strada verso l’ingresso in Schengen è ancora irta di ostacoli. Durante lo stesso Consiglio Affari Interni dell’8 dicembre scorso, infatti, non è stato possibile raggiungere l’unanimità sull’ingresso di dei due paesi nello spazio Schengen, a causa dell’opposizione dell’Austria e dei Paesi Bassi.  Le ragioni addotte dai due paesi per il veto apposto riguardano preoccupazioni relative all’immigrazione irregolare e alla corruzione: da un lato, il ministro dell’Interno austriaco Gerhard Karner ha espresso una ferma opposizione in ragione degli oltre 100000 ingressi illegali che sarebbero avvenuti al confine austriaco quest’anno, che dimostrerebbero l’incapacità di Romania e Bulgaria di controllare i confini esterni dell’Unione; dall’altro, l’opposizione del primo ministro olandese Mark Rutte si è diretta verso la Bulgaria, cui viene contestata la corruzione delle guardie di frontiera.[28] Un altro segnale negativo era inoltre già giunto dalla Svezia, quando a novembre il parlamento svedese ha votato contro l’ingresso della Romania in Schengen,[29] a causa dell’ostilità del partito di estrema destra dei Democratici Svedesi, ormai sempre più influente dopo le elezioni tenutesi a settembre (ne avevamo parlato qui).[30] L’esclusione di Romania e Bulgaria dall’allargamento di Schengen si colloca dopo ripetuti appelli da parte della Commissione europea e del Parlamento europeo a favore dell’ingresso dei due paesi ed è stata fortemente condannata dalla Commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson, perché divide gli Stati membri sulla questione, indebolendoli.[31] Il veto austriaco e olandese potrebbe produrre potenziali ricadute nel contesto politico domestico dei due paesi. Molteplici osservatori, infatti, temono che ciò possa alimentare sentimenti euroscettici e rafforzare l’estrema destra.[32] L’europarlamentare rumeno Vlad Gheorghe, del gruppo Renew, ha affermato in un’intervista rilasciata ad EURACTIV che l’UE sta mostrando di non essere unita e si sta rendendo vulnerabile ai tentativi di regimi autocratici come quello di Putin di dividerla, aiutando i partiti di estrema destra a crescere; d’altro canto, anche il ministro della Giustizia bulgaro Krum Zarkov ritiene che la delusione prodotta dalla decisione olandese possa fomentare sentimenti anti-europei nel paese: si ha, infatti, la legittima sensazione che vengano applicati doppi standard e che i cittadini non possano godere dei propri diritti, nonostante gli sforzi compiuti da Sofia per adeguarsi ai requisiti necessari per essere parte dello spazio Schengen.[33]
Tale delusione assume maggiore rilievo se contestualizzata all’interno di un paese in cui quasi metà della popolazione nutre sentimenti filorussi e voci favorevoli al Cremlino stanno ottenendo uno spazio crescente, in un clima di instabilità politica.[34]
Per di più, l’estensione dello spazio Schengen alla Croazia significherà il proseguimento di rigidi controlli alle frontiere con gli stati confinanti che non sono ancora membri dell’UE, ovvero Bosnia-Erzegovina, Serbia e Montenegro. [35] Ciò ha sollevato preoccupazioni particolarmente in Serbia e Bosnia-Erzegovina.
Questi paesi temono le conseguenze di un rafforzamento dei controlli di frontiera alle frontiere esterne dell’UE e un’ulteriore marginalizzazione nei negoziati che riguardano la loro futura adesione all’Unione.[36] I bosniaci, inoltre, temono di essere isolati nell’affrontare i problemi connessi ai flussi migratori irregolari e all’instabilità nei Balcani. Adnan Ćerimagić, Senior Analyst per i Balcani Occidentali di European Stability Initiative, prospetta, infatti, un maggiore senso di isolamento ed un ampliamento del distacco tra la Bosnia- Erzegovina e la Croazia, e con essa l’UE.[37]
I timori della Bosnia-Erzegovina gettano luce su quello che è forse l’aspetto più problematico dell’ingresso di Zagabria nello spazio Schengen, ovvero la diretta connessione con l’estensione e il rafforzamento dei confini esterni dell’UE, e pertanto con la gestione dei flussi migratori lungo la rotta balcanica.[38] È in questo teatro che negli ultimi anni si è verificato un netto deterioramento della situazione dei diritti umani, come sottolineato da alcuni europarlamentari del gruppo S&D quali Matjaž Nemec, che pure hanno espresso un voto favorevole all’ingresso della Croazia in Schengen. Secondo l’onorevole Nemec: ‹‹la Croazia deve capire che ci sono problemi di diritti umani al suo confine meridionale, e l’ingresso in Schengen non significa che non dovrà rispettare il diritto comunitario e internazionale››.[39] La polizia croata, infatti, si sarebbe resa artefice tra il 2019 e il 2021 di oltre 30000 respingimenti illegali e di violazioni sistematiche dei diritti umani dei migranti, documentate da molteplici organizzazioni umanitarie quali Amnesty International e Human Rights Watch,[40] nonché dalla Commissione per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa in un rapporto del dicembre del 2021.
Quest’ultimo documenta casi di persone intercettate dalla polizia croata che sono state private dei loro effetti personali, costrette a denudarsi, colpite con manganelli o altri oggetti, o attaccate dai cani della polizia: maltrattamenti che potrebbero configurarsi come trattamenti inumani e degradanti.[41]
Il rapporto fa luce inoltre sulla mancanza di adeguati meccanismi di monitoraggio indipendenti: le autorità croate non sono infatti in grado di condurre indagini approfondite e indipendenti sulle denunce di cattiva condotta della polizia.[42]
Le stesse organizzazioni umanitarie accusano la Commissione europea di non aver preso azioni sufficientemente decisive contro gli abusi della polizia croata, nonostante l’abbondanza di documentazione che attesta le violenze perpetrate al confine croato e la loro sistematicità, volta a punire e scoraggiare chi arriva al confine.[43] Al contrario, si presume che i fondi UE possano essere stati utilizzati per finanziare tali violenze. Dal 2015 l’UE ha offerto 163 milioni di euro a Zagabria per far fronte alla pressione migratoria attraverso il Fondo per la Sicurezza Interna, fondi che sono stati utilizzati per migliorare l’equipaggiamento della polizia al confine e ammodernare le frontiere;[44] inoltre, dei fondi d’emergenza aggiuntivi sarebbero stati erogati nel 2021 ma senza richiedere garanzie adeguate alle autorità croate in merito alle investigazioni sui maltrattamenti e all’indipendenza del meccanismo di monitoraggio.[45] Secondo un’analisi dell’organizzazione Human Rights Watch, alle frontiere esterne dell’UE è in atto una vera e propria crisi dello Stato di diritto e l’accoglienza della Croazia in Schengen rappresenta un triste precedente e getta un’ombra sui potenziali futuri allargamenti dell’area Schengen.[46] Secondo Giorgio Fruscione, ricercatore presso il Desk Balcani dell’ISPI, l’accusa lanciata dalle ong menzionate ‹‹aiuta a contestualizzare l’ingresso della Croazia in Schengen come ricompensa per aver contenuto i flussi migratori lungo la rotta balcanica››.[47] Il nuovo capitolo apertosi per la Croazia a gennaio, dunque, lascia ancora irrisolti interrogativi di lunga data sul futuro dell’area Schengen e delle politiche di gestione della migrazione che l’UE intende perseguire nell’area: interrogativi che mettono nuovamente in luce il problema sottostante dell’assenza di solidarietà europea in tema di migrazione e controllo delle frontiere.


Note                                    

[1] S. WALKER, «Croatia takes final steps into EU with open border and euro switch», The Guardian, 2 gennaio 2023. https://www.theguardian.com/world/2023/jan/02/croatia-takes-final-steps-into-eu-with-open-border-and-euro-switch
[2] Ibidem.
[3] AL JAZEERA, «Croatia to switch to euro, enter passport-free Schengen zone», Al Jazeera, 31 dicembre 2022. https://www.aljazeera.com/news/2022/12/31/croatia-to-switch-to-euro-enter-passport-free-schengen-zone
[4]K. MATHIESEN, «‘New chapters’ as Croatia joins euro and free-movement area», POLITICO, 1 gennaio 2023. https://www.politico.eu/article/croatia-join-euro-free-movement-schengen-area/
[5] Ibidem.
[6] COMMISSIONE EUROPEA, «Convergence Report reviews Member States’ preparedness to join the euro area and paves the way for Croatia’s euro adoption on 1 January 2023», Commissione europea, 1 giugno 2022. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_22_3312
[7] Ibidem.
[8]BANCA CENTRALE EUROPEA, «The ECB’s 2022 Convergence Report: Introductory statement by Fabio Panetta, Member of the Executive Board of the ECB, at the meeting of the Euro Accession Countries Working Group of the Committee on Economic and Monetary Affairs of the European Parliament », Banca centrale europea, 1 giugno 2022. https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2022/html/ecb.sp220601_1~0a8d84186b.en.html
[9] CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, «Croatia set to join the euro area on 1 January 2023: Council adopts final required legal acts», Consiglio dell’Unione europea, 12 luglio 2022. https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2022/07/12/croatia-set-to-join-the-euro-area-on-1-january-2023-council-adopts-final-required-legal-acts/#:~:text=Today%2C%20the%20Council%20adopted%20the,euro%2C%20as%20of%20next%20year.
[10] G. GOTEV, «Croatia highlights its Schengen and Eurozone ambitions», EURACTIV, 9 gennaio 2020. https://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/croatia-highlights-its-schengen-and-eurozone-ambitions/
[11] S. WALKER, op.cit.
[12] Ibidem.
[13] P. TAMMA, «Eurozone gains new member and top student: Croatia», POLITICO, 29 dicembre 2022. https://www.politico.eu/article/eurozone-gains-new-member-and-top-student-croatia/
[14] S. WALKER, op.cit.
[15] P. TAMMA, op. cit.
[16] S. CANTONE, «Croazia, dal 1° gennaio 2023 entra nell’Eurozona: un mondo di opportunità, secondo i giovani croati», Euronews, 22 dicembre 2023. https://it.euronews.com/2022/12/16/croazia-dal-1-gennaio-2023-entra-nelleurozona-un-mondo-di-opportunita-per-i-giovani-croati
[17] Ibidem.
[18] AL JAZEERA, «Croatia to switch to euro, enter passport-free Schengen zone», Al Jazeera, 31 dicembre 2022. https://www.aljazeera.com/news/2022/12/31/croatia-to-switch-to-euro-enter-passport-free-schengen-zone
[19] SKY TG24, «Croazia, impennata dei prezzi con l’Euro: interviene il governo», SkyTG24, 10 gennaio 2023. https://tg24.sky.it/mondo/2023/01/10/croazia-prezzi-euro
[20] Ibidem.
[21] BIRN, V. TESIJA, «Croatia Hesitates to Punish Retailers Abusing Euro’s Introduction», BalkanInsight, 13 gennaio 2023. https://balkaninsight.com/2023/01/13/croatia-hesitates-to-punish-retailers-abusing-euros-introduction/  
[22] F. DOULGKERI, «A tu per tu con Andrej Plenković. “L’euro? Un successo indiscusso”», Euronews, 24 gennaio 2023. https://it.euronews.com/2023/01/24/a-tu-per-tu-con-andrej-plenkovic-leuro-un-successo-indiscusso
[23]«La Croazia entra nella zona Schengen da gennaio», ANSA, 8 dicembre 2022. https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/nazioni/croazia/2022/12/08/la-croazia-entra-nella-zona-schengen-da-gennaio_971bf134-f0f2-49b0-af53-f39ff24546eb.html
[24] COMMISSIONE EUROPEA, COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO riguardante la verifica della piena applicazione dell’acquis di Schengen da parte della Croazia, COM(2019) 497 final, Bruxelles, 22 ottobre 2019.  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52019DC0497
[25]«La Croazia entra nella zona Schengen da gennaio», ANSA, 8 dicembre 2022. https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/nazioni/croazia/2022/12/08/la-croazia-entra-nella-zona-schengen-da-gennaio_971bf134-f0f2-49b0-af53-f39ff24546eb.html
[26] AL JAZEERA, «Croatia to switch to euro, enter passport-free Schengen zone», Al Jazeera, 31 dicembre 2022. https://www.aljazeera.com/news/2022/12/31/croatia-to-switch-to-euro-enter-passport-free-schengen-zone
[27] G. GOTEV, «Slovenia says it would be ‘very funny’ if Croatia joined Schengen» EURACTIV, 5 settembre 2017. https://www.euractiv.com/section/enlargement/news/slovenia-says-it-would-be-very-funny-if-croatia-joined-schengen/
[28]  AL JAZEERA, «EU backs Croatia’s entry into Schengen, rejects Bulgaria, Romania», Al Jazeera , 8 dicembre 2022. https://www.aljazeera.com/news/2022/12/8/eu-backs-croatias-entry-into-schengen-rejects-bulgaria-romania  
[29] M. NECSUTU, «European Commission: Bulgaria, Romania, Croatia Should Join Schengen », BalkanInsight,  17 novembre 2022. https://balkaninsight.com/2022/11/17/european-commission-bulgaria-romania-croatia-should-join-schengen/
[30] R. DUMITRESCU, «Sweden Democrats reportedly looking to block Romania’s Schengen bid », Romania-Insider.com, 14 novembre 2022.  https://www.romania-insider.com/sweden-democrats-reportedly-looking-block-romania-schengen
[31] B. FOX, «Croatia to join Schengen but EU ministers block Bulgaria and Romania», EURACTIV,  8 dicembre 2022. https://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/croatia-to-join-schengen-but-eu-ministers-block-bulgaria-and-romania/
[32]K. NIKOLOV, «Dutch Schengen holdout risks fuelling anti-EU sentiment in Bulgaria, Romania», EURACTIV,  24 ottobre 2022. https://www.euractiv.com/section/politics/short_news/dutch-schengen-holdout-risks-fuelling-anti-eu-sentiment-in-bulgaria-romania/
[33] Ibidem.
[34] Ibidem.
[35] AL JAZEERA, «Croatia to switch to euro, enter passport-free Schengen zone», Al Jazeera, 31 dicembre 2022. https://www.aljazeera.com/news/2022/12/31/croatia-to-switch-to-euro-enter-passport-free-schengen-zone
[36]S. CANTONE, «Croazia nell’area Schengen: le frontiere Ue si stanno per aprire. Ma i “vicini” sono preoccupati», Euronews, 22 dicembre 2022. https://it.euronews.com/2022/12/07/croazia-nellarea-schengen-le-frontiere-ue-si-stanno-per-aprire-i-vicini-sono-preoccupati
[37] Ibidem.
[38]G. FRUSCIONE, «La Croazia in Schengen, il prezzo della libertà di movimento», ISPI, 23 dicembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-croazia-schengen-il-prezzo-della-liberta-di-movimento-37129
[39] https://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/croatia-must-enter-schengen-to-protect-migrants-rights-mep-says/
[40]  G. FRUSCIONE, op. cit.   
[41] AMNESTY INTERNATIONAL, «Croatia: Damning new report slams systematic police abuses at country’s borders», Amnesty International, 3 dicembre 2021. https://www.amnesty.org/en/latest/news/2021/12/human-rights-body-has-condemned-croatian-authorities-for-border-violence/  
[42] Ibidem.
[43] Ibidem.
[44] G. FRUSCIONE, op.cit.
[45]AMNESTY INTERNATIONAL, op. cit.
[46] AMNESTY INTERNATIONAL, et al., «EU admits Croatia to Schengen Without Regard to Abuses at the Border», Human Rights Watch, 8 dicembre 2022. https://www.hrw.org/news/2022/12/08/eu-admits-croatia-schengen-without-regard-abuses-border
[47] G. FRUSCIONE, op.cit.


Foto copertina: La presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen e il Primo ministro croato Andrej Plenković si stringono la mano prima di un incontro presso il Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea a Bruxelles, il 17 febbraio 2022.