Cuba 2020 – L’anno más duro


Detenzioni arbitrarie e silenziamento di dissidenti: i diritti violati dei cittadini cubani. A dicembre 2020 il Centro Cubano de Derechos Humanos (CCDH), ha pubblicato il suo resoconto dell’anno definendolo “il più duro” per il paese


 

L’annus horribilis, titolo ampiamente guadagnato dal 2020, è stato particolarmente duro a Cuba: isola incastonata nel cuore dei più nostalgici della Rivoluzione comunista, descritta come la “chiave del mondo” già da Filippo II di Spagna e certificata per avere “le prostitute più pulite e colte” da Fidel Castro. A dicembre 2020 il Centro Cubano de Derechos Humanos (CCDH), ha pubblicato il suo resoconto dell’anno definendolo “il più duro” per il paese. Il CCDH, diretto da Martha Beatriz Roque Cabello, riporta che la ragione di questo peggioramento non è dovuta solo al Covid-19 ma “alla povertà, la mancanza di libertà e la vita di repressione che conduce il cubano, dedicata sostanzialmente alla sussistenza[1]. L’Observatorio Cubano de Derechos Humanos (OCDH), fornisce i numeri: 859 azioni repressive e 201 detenzioni arbitrarie solo nel mese di dicembre[2].  Per azioni repressive, spiegano, sono da intendersi “[oltre ad altri abusi] l’assedio delle abitazioni di attivisti da parte della polizia politica, per evitare la partecipazione a convocazioni o atti simili. Inoltre: minacce, vessazioni, mandati di comparizione, multe, pestaggi e ritorsioni[3].
Nel suo rapporto annuale, l’Observatorio rilascia i numeri registrati durante il corso dell’anno. Sono state documentate 1.798 detenzioni arbitrarie, di queste 216 con violenza da parte delle autorità; sono stati raggiunti 1.674 casi di trattenimenti forzosi di attivisti nelle loro case[4].
Tutto questo, in un contesto economico aggravato dalla pandemia, che ha aumentato il tasso di povertà. Sfortunatamente, è difficile ottenere dati accurati sullo sviluppo socioeconomico dell’isola, e usare standard internazionali di comparazione ha poco senso nel contesto cubano dato che “l’Ufficio Cubano di Statistica Nazionale non offre dati rilevanti basati sul reddito, dal momento che il sistema a doppia moneta distorce qualsiasi relazione monetaria[5]. Il passaggio a moneta unica avvenuto all’inizio di quest’anno dovrebbe, si spera, parzialmente rispondere a questo problema[6].
Nondimeno, il rapporto annuale del OCDH riporta alcuni dati elaborati dalle loro ricerche: “nel secondo semestre dell’anno [2020], il 21% delle famiglie cubane viveva con meno di 20 dollari al mese […] il 42% [dei cubani] afferma di avere problemi anche per l’acquisto di beni di prima necessità per sopravvivere[7].

Cosa sono le detenzioni arbitrarie?


Tutte quelle detenzioni che avvengono senza un motivo giuridico riconosciuto. La ONG cubana Prisoners Defenders raccoglie e denuncia tutti i casi di prigionieri politici, oltre a portare avanti azioni giuridiche in supporto di tali prigionieri[8]. Amnesty International descrive la detenzione di prigionieri politici cubani solo “sulla base della loro partecipazione in gruppi di opposizione politica non riconosciuti dalle autorità[9]. Le persone a cui si riferisce Amnesty, nello specifico, sono state arrestate per reati di vilipendio o pericolosità, reati che, ricorda Amnesty, “non sono riconosciuti internazionalmente[10].  Nel suo rapporto, riporta che per tutto il 2019 “Cuba è rimasto l’unico paese delle Americhe in cui Amnesty International e la maggior parte di altri gruppi indipendenti di monitoraggio di diritti umani non hanno avuto accesso.”[11]

Chi viene detenuto? Le ragioni si possono raggruppare sotto il termine “dissenso”. Vengono, dunque, arrestati coloro che per diverse ragioni si oppongono al governo centrale, al momento guidato da Miguel Díaz-Canel. Giornaliste, attiviste, appartenenti a gruppi di opposizione, artisti, blogger (maschile e femminile da intendersi come intercambiabile). Da ricordare la repressione subita tra il 2018 e il 2019 dalle artiste/dagli artisti cubani che si sono ritrovati ad avere a che fare con la legge 349, ora fortunatamente abrogata (grazie alle proteste), che obbligava ogni persona che voleva fare un’esposizione o iniziare un progetto artistico a chiedere l’autorizzazione governativa[12]
Il 9 novembre 2020, Denis Solís González, musicista e attivista del movimento artistico ‘Movimiento San Isidoro’ (MSI), è stato incarcerato con una sentenza di otto mesi per reato di vilipendio emessa due giorni dopo dalla corte municipale dell’Havana Vieja. Prisoners Defenders, che si sta occupando del caso, riporta le circostanze che hanno prodotto l’accusa. Nel pomeriggio del 6 novembre 2020, un poliziotto è entrato nella casa del signor Solís González “senza un mandato, senza una spiegazione e senza identificarsi in nessun modo[13].
Spaventato e confuso da questo episodio, Solís González ha iniziato a filmare in live-streaming la conversazione con l’ufficiale chiedendogli di uscire da casa sua e la ragione del suo ingresso non autorizzato. All’ennesimo rifiuto da parte del poliziotto di rispondere alle sue domande, Solís González lo ha chiamato una “bestia in uniforme[14].
Questo ha portato alla sua condanna a otto mesi di carcere, al momento scontati “in una prigione di massima sicurezza fuori da l’Havana, dove di solito vengono incarcerati i condannati per assassinio, stupri e traffico di droga.[15] O i dissidenti politici, a quanto pare. Un gruppo di manifestanti legati al MSI si è presentato il 27 novembre davanti al Ministero della Cultura per chiedere la liberazione di Solís González . “Non siamo nemici”, dicono, “bensì cubani che la pensano in modo diverso e sognano una Cuba migliore da lasciare in eredità ai nostri figli, con tutti e per il bene di tutti.[16] Al momento Denis è ancora detenuto.
Questo è solo uno degli esempi più recenti per cui a gran voce si battono attivisti, giornaliste e organizzazioni internazionali. Il diritto fondamentale alla libertà di espressione, teoricamente garantito dall’articolo 55 della costituzione cubana, nella realtà coincide solo con il diritto di espressione di idee gradite al governo. Oltre agli arresti di giornalisti indipendenti, tra i più noti internazionalmente Yoani Sanchez e Roberto Quiñones Haces, il 10 dicembre 2020, giornata dei diritti umani, i cubani si sono ritrovati impossibilitati ad accedere ai social, tra cui Twitter e Facebook.
L’osservatorio Netblocks, che monitora la libertà di accesso a Internet, ha twittato: “Confermato: Facebook e Twitter parzialmente interrotti a Cuba; i dati in tempo reale del network indicano un forte impatto sul network statale Cubacell limitando l’accesso a social media durante la chiamata a dimostrazioni per la giornata mondiale dei diritti umani.[17] Questo dopo che per più di un mese sull’isola non si è avuto accesso a Telegram, spingendo una ventina di organizzazioni internazionali, tra cui i membri della coalizione #KeepItOn per i diritti digitali e la libertà di accesso all’informazione, a inviare una lettera alla presidente esecutiva di Etecsa, Mayra Arevich Marín, e al ministro delle comunicazioni di Cuba, Jorge Luis Perdomo, chiedendo spiegazioni.
La garanzia di accesso all’informazione e la libertà di espressione, anche di pensieri differenti da quello governativo, sono buoni indicatori di una democrazia sana. Cuba non pare rientrare in questa categoria. Questo nuovo anno segnerà una transizione complicata alla moneta unica, le cui possibili ripercussioni benché ancora difficili da predire con esattezza, non sembrano promettenti.
L’aumento di ineguaglianza sociale e di povertà a seguito del cambio di moneta potrebbe portare ancora più scontento e ad ancora più repressione da parte del governo comunista. La partenza non è certamente incoraggiante.


Note

[1] Redazione 14YMEDIO, “ 2020 fue el año “más duro” para Cuba, según el CCDH”, 14YMEDIO, 5 gennaio 2021, https://www.14ymedio.com/cuba/ano-duro-Isla-CCDH_0_3016498327.html?fbclid=IwAR21x49J5s_CecXkUoAuZgkNhYC5p_fgRx32uc48haJUgmOL6WHbkbnWDsQ
[2] Observatorio Cubano de Derechos Humanos, “Diciembre cerró con 859 acciones represivas en Cuba, de ellas 201 detenciones arbitrarias”, OCDH, 4 gennaio 2021, https://observacuba.org/diciembre-cerro-con-859-acciones-represivas-en-cuba-de-ellas-201-detenciones-arbitrarias/
[3] Ibid.
[4] Observatorio Cubano de Derechos Humanos, “Cuba, 2020: entre la represión contra la sociedad civil y la violación de los derechos sociales, afirma el OCDH en su informe anual”, OCDH, 13 gennaio 2021, https://observacuba.org/cuba-2020-entre-la-represion-contra-la-sociedad-civil-y-la-violacion-de-los-derechos-sociales-afirma-el-ocdh-en-su-informe-anual/
[5] BTI Transformation Index, “Cuba Country Report 2020”, https://www.bti-project.org/en/reports/country-report-CUB-2020.html?fbclid=IwAR38G2wYUn3iKvEUZnjYhNHxYJTjca25VB1fc3VslVpqPQraqrRkz9wJubg#pos9
[6] Kaelyn, Forde, “What will Cuba’s new single currency mean for the island?”, Al Jazeera, 1 gennaio 2021, https://www.aljazeera.com/economy/2021/1/1/what-will-cubas-new-single-currency-mean-for-the-island
[7] Observatorio Cubano de Derechos Humanos, “Cuba, 2020: entre la represión contra la sociedad civil y la violación de los derechos sociales, afirma el OCDH en su informe anual”, OCDH, 13 gennaio 2021, https://observacuba.org/cuba-2020-entre-la-represion-contra-la-sociedad-civil-y-la-violacion-de-los-derechos-sociales-afirma-el-ocdh-en-su-informe-anual/
[8] Prisoners Defenders, “Sobre Prisoners Defenders”, https://www.prisonersdefenders.org/sobre-prisoners-defenders/
[9] Amnesty International, “Report Cuba 2019”, https://www.amnesty.org/en/countries/americas/cuba/report-cuba/#_ftnref3
[10] Ibid.
[11] Ibid.
[12] Bozzato, Fabio, “L’arte cubana tira un sospiro di sollievo”, Il maschile del Sole24Ore, 13 maggio 2019, https://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2019/05/larte-cubana-tira-un-sospiro-di-sollievo/?refresh_ce=1
[13] Prisoners Defenders, “Denis Solís González, convict of conscience”, 11 gennaio 2021, https://www.prisonersdefenders.org/2021/01/11/denis-solis-gonzalez-convicto-de-conciencia/
[14] Idib.
[15] Ana Alonso, “El despertar de la Cuba Libre”, El Indipendente, 13 dicembre 2020, https://www.elindependiente.com/internacional/2020/12/13/el-despertar-de-la-cuba-libre/
[16] Ibid.
[17] Netblocks, “Social media disrupted in Cuba amid protests for artistic freedom”, 30 novembre e 10 dicembre 2020, https://netblocks.org/reports/social-media-disrupted-in-cuba-amid-protests-for-artistic-freedom-aAwrqa8M


Foto copertina: Immagine web. DerechoPolitico

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