Ecuador: sotto il controllo delle gang


La crisi carceraria in Ecuador, la reazione a livello internazionale e la risposta del governo Lasso.


A cura di Clara Cempini

Lo scoppio della violenza

Verso la fine del 2020 Jorge Luis Zambrano Gonzaléz (conosciuto come Rasquiña), leader della banda dei “Choneros”, è stato assassinato da uno sconosciuto. Conformemente alla dettagliata descrizione di Insightcrime, a partire dal 2011, i Choneros si erano trasformati in una delle più aggressive “prison gangs”, vantando la creazione di bande affiliate che hanno rafforzato la loro influenza. Nonostante ciò, il cambio di leadership derivato dall’omicidio del boss Rasquiña ha scatenato una faida interna tra il cuore del gruppo e le gang associate.

Molte bande, precedentemente alleate ai Choneros come i Tiguerones o gli Chone Killers, hanno iniziato a minacciare e attaccare la gerarchia esistente.
A trarre vantaggio da questa situazione sono stati i Lobos, un’altra gang ecuadoriana, tramite la creazione di una nuova rete di alleanze che includeva molti dei nemici dei Choneros. Con la morte del precedente leader, nel dicembre 2020, il dominio del clan è stato ufficialmente corroso.
A partire da questo evento sono stati numerosi i massacri perpetuati nelle prigioni, che segnalano una continua lotta tra gang.
Il primo di questi avviene nel febbraio 2021, quando 79 detenuti sono stati uccisi durante scontri coordinati in 4 diverse carceri. Con l’arrivo del nuovo presidente Guillermo Lasso, eletto l’11 aprile 2021 ed entrato in carica il 24 maggio dello stesso anno, la situazione ha subito una profonda escalation. A luglio almeno 22 persone arrestate sono state massacrate in due dei più grandi penitenziari del Paese.
Il 28 settembre, lotte violente scoppiate nel carcere più grande dello stato, chiamato El Litoral, hanno causato la morte di circa 118 persone.
Anche il 2022 è stato contrassegnato da rivolte e proteste.
Il primo episodio di violenza è avvenuto ad aprile in una prigione di Cuenca, al sud del Paese, durante il quale 20 persone sono state assassinate. Lo scontro, avvenuto nella cella di massima sicurezza, è stato classificato dal governo come uno scontro tra esponenti della stessa gang per il controllo della corrente.
Il mese successivo è stata la volta della prigione Bellavista, situata a 80 km dalla capitale; prima che la polizia potesse riacquistare il controllo del penitenziario, 43 prigionieri sono stati uccisi.
Nella stessa prigione sono morti altri 13 prigionieri nel luglio 2022; ancora una volta, l’episodio è stato catalogato come il frutto della lotta tra le gang per il controllo del territorio e del narcotraffico.
Gli ultimi due massacri evidenziati e avvenuti durante lo stesso anno sono ricaduti rispettivamente il 3 Ottobre e il 18 novembre. Il primo ha avuto luogo a Latacunga e ha provocato la morte di 15 detenuti; mentre il secondo a Quito, dove sono state uccise 10 persone.
Questo attacco sarebbe stato definito come una risposta alla decisione del governo di ricollocare tre boss criminali in carceri di massima sicurezza.
Secondo il World Report 2023, redatto dall’Human Rights Watch[1] le rivolte avvenute nel 2022 nelle carceri ecuadoriane avrebbero causato la morte di 120 persone, da sommare alle 316 dell’anno precedente.
L’ultima rivolta è avvenuta nell’aprile 2023 causando la morte di 12 persone, preceduta dall’assassinio di 3 agenti carcerarie e il ritrovamento di 6 prigionieri impiccati in uno dei reparti della Penitenciaría.

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La preoccupazione della Comunità Internazionale

Il 2 dicembre 2021 il Comitato contro la Tortura e la Sottocommissione per la Prevenzione della Tortura hanno manifestato la loro inquietudine per l’escalation di violenza nelle carceri ecuadoriane. Claude Heller ha affermato che lo Stato ha l’obbligo di assicurare la sicurezza all’interno delle prigioni attraverso un’adeguata preparazione degli agenti carcerari e lo sviluppo di una strategia per ridurre le lotte tra detenuti. Il 6 dicembre dello stesso anno, in una dichiarazione congiunta, anche gli esperti Morris Tidball-Binz e Mills Melzer hanno espresso la loro preoccupazione per la crisi carceraria ecuadoriana. Il report sui Diritti Umani 2021, del Bureau of Democracy, Human Rights, and Labor, ha segnalato le pessime condizioni di detenzione presenti nei penitenziari dell’Ecuador, sottolineandone tutte le problematiche che quotidianamente minacciano la vita dei detenuti e non, tra cui: l’escalation della violenza tra bande, la corruzione delle autorità, la scarsità di cibo, il sovraffollamento, gli abusi sessuali, le condizioni igieniche inadeguate . Successivamente al colpo nel carcere Bellavista del maggio 2022, il United Nations Human Rights Office of the High Commissioner ha ribadito la profonda preoccupazione per il continuo ricorso alla violenza nelle carceri del Paese, sottolineando l’impellente necessità di una riforma del sistema di giustizia criminale. Anche la Commissione Interamericana per i Diritti Umani si è unita ai numerosi richiami pubblicando un report specifico dal titolo Persone Private della Libertà in Ecuador. Tra i vari paragrafi sono elencati i fattori della crisi penitenziaria.
Tra questi: l’indebolimento del sistema carcerario, attribuito alla riduzione eccessiva del personale di custodia e all’assenza di misure per fortificare il meccanismo di prevenzione contro la tortura; l’aumento esponenziale del numero dei reati che privilegiano la detenzione l’uso eccessivo della custodia cautelare, tramutata da strumento eccezionale a ordinario; gli ostacoli legali e amministrativi alla concessione di benefici e indulti.
Infine, le condizioni dei centri di detenzione vengono definite «distanti dagli standard interamericani» per: carenti infrastrutture, esiguo livello di cure mediche, alimentazione inadeguata, insufficiente personale, mancanza di una sensibilità di genere nel trattamento carcerario e ostacoli a un efficace reinserimento sociale. In chiusura, il rapporto sviluppa una serie di raccomandazioni per elaborare nuove strategie di riforma del sistema penitenziario. La Commissione Interamericana esorta il Governo: a recuperare il controllo dei centri di detenzione, evitando l’ingresso di armi, droghe, alcol e altre sostanze e oggetti proibiti dalla legge; aumentare il personale destinato alla sicurezza e alla vigilanza, dotandolo della giusta attrezzatura affinché possa intervenire in modo efficace durante le rivolte; separare correttamente le categorie di detenuti a seconda di diversi criteri, come la situazione processuale, il genere e il tipo di delitto commesso.
Tra le altre strategie, invita a formulare meccanismi di risoluzione pacifica dei conflitti per prevenire e affrontare la situazione di violenza penitenziaria.

La risposta del governo

Il 22 luglio 2021 il presidente Lasso, durante la diretta stampa[6] sul tema della sicurezza nelle carceri, ha dichiarato che lo Stato ha ripreso pienamente il controllo dei due centri di “privazione della libertà” di Latacunga e Guayaquil, e ha preso una netta posizione contro ogni attività mafiosa.
Oltre a ciò, Lasso ha: imposto lo stato di emergenza per il sistema carcerario, con l’obiettivo di mobilizzare tutte le risorse umane ed economiche necessarie per ripristinare l’ordine; stabilito il controllo militare e poliziesco nei perimetri di accesso alle prigioni e nei centri di detenzione stessi; rimosso dall’incarico di direttore della SNAI (Servicio Nacional de Atención Integral a Personas Adultas Privadas de la Libertad y a Adolescentes Infractores) Edmundo Moncayo.
In conclusione, il presidente ha sottoscritto elettronicamente un decreto esecutivo, secondo il quale si nomina Fausto Cobo Montalvo nuovo direttore della SNAI. Nel novembre dello stesso anno, a seguito del massacro avvenuto nel carcere El Litoral, Lasso ha dichiarato che l’Ecuador si trova sotto minaccia esterna causata dall’attacco della mafia del narcotraffico[7].
Durante la diretta stampa del 16 novembre il presidente ha dichiarato che le azioni intraprese dal governo partono da un processo di pacificazione attraverso il dialogo e il rispetto dei diritti umani, con l’appoggio della società civile e degli organismi internazionali. Successivamente, Lasso ha promesso la realizzazione di un progetto di legge sulla difesa cittadina elaborato dal ministero del Governo, con la partecipazione de la Procura Generale dello Stato, che sarà presentato all’Assemblea Nazionale.
In terzo luogo, il Consiglio della Magistratura e la Corte Nazionale di Giustizia agiranno congiuntamente nell’ambito delle loro competenze, per un tramite efficace dei benefici penitenziari, richiesti da quelle persone private della loro libertà. In aggiunta, il Consiglio della Partecipazione Cittadina e del Controllo Sociale promuoverà l’inclusione dei cittadini nei canali di dialogo tra lo Stato e la Cittadinanza, con l’obiettivo di compensare integralmente le famiglie colpite da queste tragedie.
In conclusione, l’Ufficio del Procuratore contribuirà all’accelerazione del processo investigativo per la sicurezza dei cittadini, e la grazia sarà concessa ai detenuti affetti da malattie particolarmente gravi che si trovano in carcere, al fine ridurre il sovraffollamento nelle prigioni.[8] Nel febbraio 2022, il presidente ha annunciato ulteriori misure per allietare la situazione nei centri carcerari, con l’obiettivo di diminuire il numero di detenuti e rendere il sistema penitenziario più umano. Secondo un articolo della CNN, si parlava, infatti, di promuovere una vera riabilitazione sociale di circa 40.000 persone.
Il beneficio dell’indulto sarebbe stato dato ai condannati per furto, rapina, truffa e abuso di fiducia che avessero scontato il 40% della pena imposta dal Codice Penale e dal Procedimento Penale, mentre il 60% per i casi di sentenze ai sensi del Codice Penale Organico[9]. In aprile, durante un’intervista[10], Lasso ha affermato che lo Stato avrebbe portato a termine una profonda pulizia di tutte le armi, esplosivi e materiali che non dovrebbero essere presenti nelle carceri, ma che sono introdotte a causa della corruzione. Ha inoltre aggiunto che l’organismo SNAI stava affrontando una fase di rafforzamento, e che successivamente alla disgrazia avvenuta nel carcere di Turi, le forze incaricate sono state in grado di reagire più rapidamente rispetto al passato. I 5 leader della protesta sono stati poi trasferiti nella Roca, carcere di massima sicurezza precedentemente chiuso. Durante l’intervista è stato anche toccato il tema delle ripercussioni a livello internazionale e Lasso ha prontamente confermato l’appoggio di Stati Uniti, Colombia, Israele e Regno Unito nella lotta contro le bande criminali transnazionali dedicate al traffico droga, persone e armi. Per quanto riguarda il tema della prevenzione al consumo della droga, Lasso ricorda le fondazioni che si dedicavano al recupero di bambini e giovani caduti nella spirale della dipendenza, che sono state debilitate dai governi precedenti, menzionandone, però, una ancora attiva a Guayaquil.
Nel maggio 2022, il Capo di Stato, durante un’intervista per la CNN[11], ha accusato i due governi precedenti dello scoppio della profonda violenza che dilania il sistema penitenziario del Paese.
Il primo Novembre 2022, il presidente ha dichiarato lo stato di emergenza nelle province di Guayas ed Esmeraldas a causa dell’esecuzione di diversi attentati, allo scoppio di alcune autobombe e per l’assassinio di 5 poliziotti. Questo è poi terminato il 15 dicembre dello stesso anno.
Dopo che il governo ha etichettato come terroristi tutte i gruppi criminali legati al narcotraffico internazionale, il 4 maggio 2023 Lasso ha firmato un decreto che permette al Comando Congiunto delle Forze Armate di affrontare il terrorismo con tutti i mezzi a disposizione, in coordinazione con la Polizia Nazionale[12].


Note

[1] World Report 2023: Ecuador, Human Rights Watch https://www.hrw.org/world-report/2023/country-chapters/ecuador.
[2] 2021 Country Reports on Human Rights Practices: Ecuador, BUREAU OF DEMOCRACY, HUMAN RIGHTS, AND LABOR: https://www.state.gov/reports/2021-country-reports-on-human-rights-practices/ecuador/.
[3] Ecuador – Prison violence, United Nations Human Rights Offuce of the High Commisioner, 10 May 2022, https://www.ohchr.org/en/press-briefing-notes/2022/05/ecuador-prison-violence.

[4] + 469.29% negli ultimi vent’anni.
[5] Personas Privadas de Libertad en Ecuador, Comisión Interamericana de Derechos Humanos, 2022: https://www.oas.org/es/cidh/informes/pdfs/Informe-PPL-Ecuador_VF.pdf.
[6]https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=792431634789367.
[7] A. VALENCIA, «Ecuador to use military, mediation to end prison violence», Reuters, 16 novembre 2021 https://www.reuters.com/world/ecuadors-president-lasso-appoints-new-chief-armed-forces-2021-11-15/.
[8] «Guillermo Lasso se pronuncia tras la masacre en la Penitenciaría del Litoral», Zaracay TV, 16/11/2021,https://www.youtube.com/watch?v=IlUADynD6Lw&t=55s.
[9] A. M. CAÑIZARES, «Lasso decreta indulto para reclusos y anuncia nueva política frente a crisis carcelaria en Ecuador», CNN, 21/02/2022, https://cnnespanol.cnn.com/2022/02/21/lasso-ecuador-indulto-reclusos-crisis-carcelaria-orix/.

[10] Encontrémonos con la Ciudadanía, Presidencia de la República de Ecuador, https://www.youtube.com/watch?v=EVGs-iJs–Q&t=1s.
[11] J. LEVI, «Guillermo Lasso: “Tenemos que recuperar la soberanía del Estado en las cárceles», CNN, 12/05/2022, https://cnnespanol.cnn.com/video/guillermo-lasso-carceles-incidentes-int-jose-levy/.
[12] A. M. CAÑIZARES, «¿Qué ordena el decreto que Lasso firmó para combatir bandas criminales?», CNN, 4/05/2023, https://cnnespanol.cnn.com/2023/05/04/presidente-ecuador-firma-decreto-ejecutivo-autoriza-operaciones-militares-combatir-organizaciones-delictivas-orix/.


Foto copertina: Ecuador: sotto il controllo delle gang