Il prossimo ottobre si terranno le elezioni in Moldavia, le prime dopo la candidatura ufficiale per l’ingresso nell’Unione Europea e dopo l’invasione dell’Ucraina.
A cura di Francesco Iovine
La Moldavia si avvicina alle urne. Il prossimo 20 ottobre si terranno due importanti tornate elettorali per il paese, al vaglio di cambiamenti sostanziali della propria posizione nello scacchiere europeo. Difatti, nel medesimo giorno sono previste le elezioni presidenziali, le prime dopo la vittoria del partito europeista PAS guidato dall’attuale presidente Maia Sandu, e il rilevante referendum popolare connesso all’ingresso della Repubblica di Moldavia nell’Unione Europea.
L’appuntamento elettorale di ottobre risulta rilevante per la storia recente della Moldavia, la cui posizione ha osservato una serie importante di trasformazioni nell’arco degli ultimi quattro anni. L’elezione della presidente Sandu nel 2020 ha causato un vero e proprio terremoto politico nel paese su un duplice fronte, quello securitario e quello europeista.
Da un lato, il paese ha conosciuto un rischio non trascurabile per la propria sicurezza a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.
Lo scenario in Transnistria
Difatti, la guerra ha rischiato di innescare una reazione a catena in relazione alla presenza del contingente russo in Transnistria[1], la regione autoproclamatasi indipendente nel 1990 e la cui posizione de facto è quella di un’entità a riconoscimento limitato. La presenza delle forze russe risale al 21 luglio 1992[2], quando si arrivò ad un accordo di cessate-il-fuoco a seguito del conflitto scoppiato nel marzo dello stesso anno tra le forze moldave e quelle transnistriane.
La presenza russa è sempre stata un ampio motivo di dibattito sia nel paese, quanto nelle sedi diplomatiche atte alla risoluzione dell’annoso conflitto. Sin dalla fine del conflitto all’inizio degli anni Novanta, i tentativi di risoluzione diplomatica sono stati molteplici[3];[4], i quali miravano ad una ricostituzione unitaria del paese, ma le posizioni per raggiungere tale scopo hanno conosciuto numerose collisioni. Il dominio russo sulla regione risale al XIX secolo, durante l’epoca zarista. La Bessarabia, regione storica compresa tra i fiumi Prut e Nistro che per secoli costituì una zona cuscinetto tra le grandi potenze dell’Austria, dell’Impero russo e dell’Impero ottomano, costituiva una regione di rilevanza strategica fondamentale per le mire russe prima e sovietiche poi nell’ottica di un avanzamento progressivo dei confini russi verso il cuore dell’Europa.
Questo controllo ha modificato e plasmato la Moldavia in senso molto differente dalla vicina Romania, le cui affinità linguistiche e culturali comuni hanno costituito un territorio fertile di interesse reciproco.
Sin dagli ultimi anni dell’epoca zarista[5], la Moldavia presentava una composizione cosiddetta bicefala all’interno del proprio scenario politico e identitario, riducibile ad una divisione tra i promotori dell’identità romena e coloro che propugnavano un percorso di autodeterminazione puramente moldavo. In questo bipolarismo interno, la dimensione autonomista trovava la propria divisione in due importanti scuole di pensiero, le quali ponevano l’influenza russa come fondamentale da un lato, mentre dall’altro si proponeva un processo di distacco anche da Mosca[6]. La trasposizione di queste ideologie in seno al conflitto transnistriano riprende un bipolarismo composito in tal senso. La controparte transnistriana ha rappresentato la grande élite sovietica in seno alla RSS Moldava per gran parte della dominazione sovietica, le cui istanze e posizioni erano viste come minacciate durante il percorso nazionalista moldavo di inizio anni Novanta. Le divisioni che tuttora sono rintracciabili ricalcano quelle definite nell’arco dell’ultimo secolo, protrattesi sino ad oggi. La condizione che de facto delinea la piccola repubblica moldava è quella di una presenza stabile di un governo secessionista sul proprio confine orientale, la cui sopravvivenza è determinata dalla presenza del contingente russo e dagli aiuti e sovvenzioni periodicamente erogati dal Cremlino nei confronti delle autorità di Tiraspol[7].
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Europa: tra identità ed opportunità
La seconda dimensione di grande turbolenza in Moldavia è stata l’accelerazione del processo d’integrazione con l’Unione Europea, culminato con la candidatura ufficiale all’ingresso nell’Unione nel giugno del 2022. Quest’ultimo ha costituito un raggiungimento di un obiettivo strategico di primaria importanza per la Moldavia, la cui anima si divide in due: da un lato, la componente europeista, che vede nell’Unione Europea e nell’integrazione con essa un beneficio rilevante; dall’altro, la componente definibile come “filorussa”, rintracciabile nelle correnti di sinistra dello scenario politico moldavo.
Queste due grandi correnti, rappresentate rispettivamente dal PAS dell’attuale presidente Sandu e dai partiti socialista e comunista moldavi, hanno giocato ruoli importanti nella definizione della politica estera moldava. In particolar modo, le correnti di sinistra, i cui rappresentanti dell’ultimo quarto di secolo sono riscontrabili nelle figure di Vladimir Voronin (leader del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia) e Igor Dodon (Partito dei Socialisti), hanno dominato in maniera ampia la scena politica moldava. Non è un caso che entrambi abbiano rivestito la carica di presidente dello Stato. Entrambi hanno fatto dell’ambiguità e dell’ambivalenza in politica estera il proprio marchio di fabbrica, favorendo gli interessi russi sul suolo moldavo, in particolar modo grazie all’affinità con Mosca, ma allo stesso tempo sviluppando una retorica europeista all’occorrenza, cioè ogni qualvolta che l’Europa fosse funzionale ad una logica clientelare e opportunistica in considerazione di vantaggi squisitamente personali[8].
Se da un lato la corrente europeista a conosciuto un exploit rilevante nell’ultimo quinquennio, i partiti di sinistra hanno dominato la scena politica moldava per gran parte della sua storia, utilizzando la retorica europeista come strumento ad hoc del proprio tornaconto politico. Le stesse trattative susseguitesi negli anni in seno alla questione transnistriana hanno visto una dominazione di questi partiti, i quali hanno contribuito alla perorazione della situazione d’instabilità e di sovranità limitata che si è sin qui definita. Nonostante ciò, l’importante accordo di associazione (AA) e il relativo accordo di libero scambio (DCFTA)[9] stipulati con l’Unione Europea nel 2014 è frutto di politiche governative adoperate proprio da questi partiti. Però, gli sforzi in direzione di uno sviluppo del paese sono stati limitati, favorendo la riproduzione di un sistema personalistico e poco strutturato, entro cui il rispetto dei vincoli comunitari e dei principi europei hanno rappresentato mere dichiarazioni di principio e non una traduzione in politiche attive di contrasto alla corruzione e a favore del libero mercato e della concorrenza[10].
La svolta adoperata dalla presidente Sandu ha costituito un eccezionalismo nel paese. Difatti, l’operato del PAS ha contribuito a riposizionare in maniera netta la Moldavia sullo scacchiere internazionale, bilanciando i moti centrifughi intriseci allo Stato e spostando l’asse del posizionamento verso una dimensione nettamente europeista.
Le elezioni (e il referendum) che si svolgeranno in ottobre assumeranno la forma di un simil-test per la corrente europeista, la cui eventuale riconferma potrebbe confermare la strada tracciata sin dallo scorso giugno – momento in cui sono iniziati ufficialmente i colloqui con l’UE – verso un ingresso nell’Unione, auspicato dalla presidente Sandu come individuabile nel 2030[11].
Note
[1] In riferimento all’operazione russa “Operativnaja Grupa Rossiĭsky Voĭsk” vedi: Miarka, A. A. (2020). Para-states as an instrument for strengthening Russia’s position – the case of Transnistria. Journal of Strategic Security, 13(2), 1–18 https://www.jstor.org/stable/26918082 Comai, G. (2024, 7 febbraio). Armed conflict of the Dniester, thirty years later. Osservatorio Balcani e Caucaso transeuropa.
[2] Agreement on the principles for a peaceful settlement of the armed conflict in the Dniester region of the Republic of Moldova, Trattato n. S/24369 (1992) (Federazione Russa e Repubblica di Moldavia). Leggi qui
[3] Belitser, N. (2015). The Transnistrian conflict. In A. Bebler (Ed.), “Frozen conflicts” in Europe (1st ed., pp. 45–56). Verlag Barbara Budrich. http://www.jstor.org/stable/j.ctvdf0bmg.7
[4] Russian Draft Memorandum on the basic principles of the state structure of a united state in Moldova (2003) (Federazione Russa). https://stefanwolff.com/files/Kozak- Memorandum.pdf Excerpts from the joint news conference with german federal chancellor angela merkel following russian-german talks [Comunicato stampa]. (2010, 5 giugno). https://www.europarl.europa.eu/meet docs/2009_2014/documents/d- ru/dv/d_ru_20100916_23_/d_ru_20100916_2 3_en.pdf
[5] King, C. (1999). The Moldovans: Romania, Russia and the Politics of Culture. Hoover Institution Press (pp. 18-35)
[6] King, C. (1999). The Moldovans: Romania, Russia and the Politics of Culture. Hoover Institution Press
[7] Baban, I. (2015). The Transnistrian Conflict in the Context of the Ukrainian Crisis. NATO Defense College. http://www.jstor.org/stable/resrep10271
[8] Gran parte dei contenuti riguardo la divisione dele correnti è individuabile nel seguente elaborato: Deen, B., & Zweers, W. (2022). Walking the tightrope towards the EU: Moldova’s vulnerabilities amid war in Ukraine. Clingendael Institute. http://www.jstor.org/stable/resrep43903
[9] ACCORDO DI ASSOCIAZIONE, n. 260/4 (2014) (Unione Europea e Repubblica di Moldavia). https://eur-lex.europa.eu/legal- content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:22014A0 830(01)
[10] Deen, B., & Zweers, W. (2022). Walking the tightrope towards the EU: Moldova’s vulnerabilities amid war in Ukraine. Clingendael Institute. http://www.jstor.org/stable/resrep43903
[11] ISPI. (2023). Moldavia: grandi speranze. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/mo ldavia-grandi-speranze-129655
Foto copertina: Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, la presidente moldava Maia Sandu e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel partecipano a una conferenza stampa congiunta, Ucraina, 21 novembre 2023. Il prossimo ottobre si terranno importanti elezioni in Moldavia.