Con 174 voti Shehbaz Sharif è il ventitreesimo primo ministro del Pakistan. È ora a capo di un governo che rimarrà in piedi almeno fino alle prossime elezioni, previste per agosto 2023.
L’ undici aprile scorso, Shehbaz Sharif è stato eletto nuovo primo ministro del Pakistan. Presidente della Lega musulmana del Pakistan (partito liberal-conservatore in opposizione al precedente governo Khan), Sherif inaugura ufficialmente una nuova stagione politica per il Pakistan.
La sua elezione arriva dopo il voto di sfiducia nei confronti dell’ex primo ministro Imran Khan, leader del partito populista e nazionalista “Movimento per la Giustizia”, che sedeva al governo dal 2018. Il calo di sostegno nei confronti dell’ex primo ministro era iniziato già mesi prima, scatenando una crisi politica che si è risolta solo parzialmente grazie all’elezione di Sharif. [1] Questo ha scatenato, già prima del voto di lunedì 11, l’insurrezione di numerosi membri del governo Khan, che si sono dimessi e hanno tentato di boicottare le elezioni, ma nuove suppletive sono già state programmate per sostituirli. L’ondata di dimissioni ha direttamente influenzato lo stesso esito delle elezioni, poiché anche l’ex ministro degli esteri Shah Mahmood Qureshi, unico competitore per la carica di primo ministro oltre Sharif, si è dimesso giusto alla vigilia delle elezioni per fedeltà nei confronti di Khan.
La famiglia e l’ingresso in politica
Sharif proviene da famiglia di industrialisti, che col tempo è riuscita ad entrare nell’élite, creando di fatto una dinastia di personalità politiche, il cui nome risuona familiare tra i Pakistani. Infatti, Nawaz Sharif, fratello maggiore di Shehbaz, ha ricoperto per ben tre volte la carica di primo ministro nel Paese, dal 1990 al 2017, periodo nel quale Shehbaz divenne primo ministro del Punjab (regione più popolosa del Pakistan).[2]
Tuttavia, gli anni del mandato di Nawaz furono alquanto tormentati sin dal 1999, quando un colpo di stato lo spodestò e costrinse l’intera famiglia all’esilio in Arabia Saudita. Tornarono solo nel 2007, quando Nawaz ottenne nuovamente la carica di primo ministro, e conseguentemente Shehbaz quella di ministro del Punjab.[3]
Ma probabilmente l’evento che ha reso più popolare la famiglia Sharif è lo scandalo dei Panama Papers, nel 2017. Grazie ad un’inchiesta trapelata online dal database dello studio legale Mossack Fonseca (per l’appunto, con sede a Panama) e successivamente pubblicata dall’ International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), i Panama Papers rivelarono molteplici modi per sfruttare i sistemi fiscali segreti offshore, dimostrando che dodici capi di stato nel mondo godevano di questi paradisi fiscali. Tra questi figurava proprio l’allora primo ministro Nawaz Sharif, il quale perse il suo incarico e venne condannato a dieci anni di carcere insieme alla figlia Maryan. Nonostante anche Shehbaz sia stato spesso indagato per corruzione, nessuna corte lo ha mai giudicato colpevole, e questo forse gli ha permesso di far sbiadire la macchia sul suo cognome causata dallo scandalo del fratello.
Carisma o concretezza: un approccio pratico alla governance
“Shehbaz è abituato a sollevarsi le maniche ed andare fino in fondo nel suo lavoro, potrebbe essere considerato uno stacanovista al potere, ossessionato dalla performance, dalla governance e dal raggiungimento di risultati concreti”. Così scrive l’analista Fahd Husain, ex giornalista della testata Dawn (una delle più popolari in Pakistan) riguardo il futuro operato del neoeletto primo ministro, sottolineando in questo modo le sostanziali differenze che esistono tra Sherif e l’ex leader Khan. [4] L’insediamento di Sharif inaugura una nuova traiettoria per la leadership pakistana, prendendo le distanze dal populismo provocatorio tipico del governo Khan, conosciuto per il suo carisma, focalizzandosi invece su azioni concrete nell’ambito della politica domestica ed internazionale. Sono tante le sfide che dovrà affrontare, dalla stabilizzazione della fragile economia del Paese alla protezione della pace e della sicurezza, alla luce delle varie minacce conseguenti ai tumulti politici durante il governo Khan.
Politica interna: crisi economica e rapporto con l’esercito
La realtà del sistema politico pakistano è che non può sopravvivere senza l’appoggio dell’esercito. Ne è la testimone, ad esempio, lo stesso fratello nel neoeletto primo ministro, che venne rimosso dalla carica proprio per mano dell’allora generale Musharraf, nel 1999. L’esercito occupa un ruolo cruciale nelle dinamiche politico-sociali del Pakistan sin dall’indipendenza dalla Gran Bretagna, ottenuta nel 1947. Nonostante ad oggi esistano numerose istituzioni civili, la loro inefficienza ha permesso alle forze armate di continuare ad esercitare una notevole influenza sulle scelte politiche del Paese. Molti comandanti dell’esercito sono di fatti membri della società civile, condizionando ancora di più le decisioni a favore dei loro interessi. La presenza di un esercito così dominante da una parte e un debole corpo istituzionale dall’altra è il motivo per il quale qualsiasi leader del Paese ha sempre optato per mantenere buone relazioni con le forze militari.
Tuttavia, secondo le previsioni, il rapporto tra Sharif e l’esercito sarà ancora differente da quello dei suoi predecessori.[5] Già durante il mandato di Nawaz, ma soprattutto durante quello dell’ex presidente Khan, i rapporti con l’esercito si sono sempre più inaspriti. L’attuale crisi politica a seguito della mozione di sfiducia nei confronti del presidente non ha arginato i sentimenti anti esercito diffusi da Khan, e nonostante per ora le forze armate sembrino rimanere neutrali per evitare un intervento diretto, spesso hanno tentato di bloccare tentativi di scatenare disordini da parte dell’ex presidente. Sarà probabilmente la forte opposizione dell’esercito nei confronti di Khan a favorire invece i rapporti con Sharif, il quale nel frattempo si trova a dover gestire comunque una crisi politica ancora aperta.
Per giunta, altra priorità del nuovo governo sarà sanare, o perlomeno migliorare, la crisi economica del Paese. L’obiettivo è ottenere i sei milioni di aiuti per la ripresa, rilasciati dal FMI per il Pakistan, che al momento è incastrato tra la crescente inflazione su prodotti alimentari ed energia da una parte e un deficit commerciale di 35 bilioni di dollari dall’altra.
Politica Estera
Anche sul fronte internazionale, ancora una volta Sharif si troverà a dover riparare gli errori del suo predecessore Khan.[6] Priorità del nuovo primo ministro è rinsaldare le relazioni con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Cina, con la quale, ha affermato lo stesso Sharif, “ci sarà per sempre una forte amicizia”.
Sarà difficile per il nuovo primo ministro migliorare invece i rapporti con l’Occidente, ed in particolare gli Stati Uniti, rapporti decisamente inaspritisi durante il mandato di Khan, celebre per la sua retorica antiamericana. Ma, tenendo bene a mente che una buona relazione con Washington è essenziale per il Paese, sia dal punto di vista economico, sia dal lato diplomatico e di difesa, una delle priorità del nuovo presidente sarà riprendere la conversazione con l’Occidente sulla base dell’uguaglianza e della cooperazione.
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Note
[1]“Il Pakistan ha un nuovo primo ministro”, Il Post (11 Apr 2022) https://www.ilpost.it/2022/04/11/pakistan-primo-ministro-eletto/
[2] “Pakistani MPs elect Shahbaz Sharif as new prime minister after Khan ouster”, France24 (11 Apr 2022) https://www.france24.com/en/asia-pacific/20220411-pakistani-mps-elect-shahbaz-sharif-as-new-prime-minister-after-khan-ouster
[3] “Shehbaz Sharif elected as Pakistan’s new prime minister”, Al Jazeera (11 Apr 2022) https://www.aljazeera.com/news/2022/4/11/shehbaz-sharif-elected-as-pakistans-new-prime-minister-2
[4] “Shehbaz Sharif: the diligent administrator now PM of Pakistan”, The Guardian (11 Apr 2022) https://www.theguardian.com/world/2022/apr/11/shahbaz-sharif-the-diligent-administrator-now-pm-of-pakistan
[5] “How Imran Khan’s removal affected civil-military ties in Pakistan”, Al Jazeera (19 Apr 2022) https://www.aljazeera.com/news/2022/4/19/how-imran-khan-removal-civil-military-ties-pakistan
[6] Saamer Patil, Sarral Sharma: “With Imran Khan ousted, Pakistan Army will have a salient role in Islamabad” ORF (Observer Research Foundation) (12 Apr 2022) https://www.orfonline.org/research/with-imran-khan-ousted-pakistan-army-will-have-a-salient-role-in-islamabad/