Elezioni in Slovenia: la vittoria del liberale Robert Golob


Mentre in Francia si consumavano gli ultimi colpi dello scontro Macron-Le Pen, sul versante Est dell’Adriatico si tenevano le elezioni politiche in Slovenia che, sebbene passate un po’ in sordina, oscurate dalla vittoria di Macron, hanno assestato un nuovo colpo alla compagine euroscettica in Europa, con la vittoria del liberale Robert Golob sul premier conservatore ed euroscettico Janez Janša.


I risultati elettorali

Le elezioni del 24 aprile hanno visto la vittoria del Movimento Libertà (Gibanje Slovenija) di Robert Golob sul Partito democratico (Sds) del premier conservatore ed euroscettico Janez Janša, che rappresenta una svolta nella politica di Lubiana, soprattutto nei confronti dell’UE.
Il Movimento Libertà passa con il 34,5% con 40 deputati su novanta, quasi 11 punti in più rispetto al 23,7% dell’Sds che scende a 28 deputati. Superano la soglia di sbarramento anche i conservatori di Nova Slovenija (NSi) con il 7%, i Socialdemocratici (Sd) a più del 6% e la Sinistra (Levica), Uniamo la Slovenia e la Lista Marjan Sarec restano vicino al 4%.[1]
Anche l’affluenza alle urne registra un elemento interessante di analisi, dal momento che l’affluenza ha sfiorato il 70 per cento, una percentuale di molto superiore rispetto alle precedenti legislative del 2018, poco sotto il 53%.

Robert Golob

Golob è originario di Nova Gorica ed è un ingegnere laureato presso la presso l’Università di Lubiana, dove ha conseguito un dottorato in ingegneria elettrica, ed ha avuto una esperienza di studio negli Stati Uniti. Golob ha fondato società di compravendita dell’energia elettrica Gen-I, vendendone poi la maggioranza allo stato. Consigliere comunale di Nova Gorica nel 2002, e Segretario di Stato presso il Ministero dell’Economia della Repubblica di Slovenia nei primi anni 2000, con il governo di Janez Drnovcek.  Dal 2011 fino al 2013 diviene membro del partito liberal-democratico Slovenia Positiva (Pozitivna Slovenija) fondata dal sindaco d Lubiana, Zoran Jankovic, per poi passare al partito centrista SAB – Il Partito di Alenka Bratušek – fondato dall’ex premier Alenka Bratušek. Lo scorso marzo Golob ha dato vita al Movimento Libertà (Gibanje Svoboda, GS), raccogliendo la piattaforma del partito ecologista Z.Dej (Adesso) e portandolo a diventare la casa di riferimento per liberali e progressisti.[2]

Janez Janša

Janez Janša è stato il primo ministro della Slovenia a partire da marzo 2020, e precedentemente dal dicembre 2004 al novembre 2008 e dal febbraio 2012 al marzo 2013. Dal 1993 è leader del Partito Democratico Sloveno (Slovenska demokratska stranka, SDS), un partito di destra sorto dalle ceneri dell’Unione Democratica Slovena e dell’Alleanza Socialdemocratica di Slovenia attivi tra il 1989 e il 1991. Nel 2013 Janša è stato condannato a due anni di reclusione con la accusa di corruzione, scarcerato nel 2015 con l’annullamento della condanna da parte della Corte costituzionale slovena. Spesso in aperto disaccordo con la politica di Bruxelles e apertamente schierato su posizioni euroscettiche, Janša ha fondato, con altri esponenti del partito SDS, l’emittente Nova24TV, la quale pubblica contenuti politicamente di destra estrema, e molto vicini alle posizioni di Viktor Orban e Mateusz Morawiecki su questioni come le politiche migratorie, i musulmani, la comunità LGBT+, e sulla condizionalità legata allo stato di diritto.[3] Il governo Janša è stato nel mirino di Bruxelles per le pressioni sui media e in particolare sull’agenzia di stampa pubblica STA, privata di fondi. In occasione della presidenza slovena dell’Unione, lo scorso anno, ad una conferenza stampa tenutasi a Bruxelles, l’ex premier dichiarava: «Ho conosciuto Orbán quando questi lottava per la democrazia nel suo paese. Apprezzo molto quanto ha fatto per l’Ungheria. Oggi ha tutto il diritto di esprimersi su come vede il futuro dell’Europa. Se l’Unione europea iniziasse a lasciare in disparte chi non la pensa allo stesso modo, rischierebbe di rimpicciolire».[4]

Un duro colpo per gli euroscettici?

Le elezioni slovene, la vittoria di Macron in Francia, la (apparente) rottura dell’asse Varsavia-Budapest nel Visegrád 4, a causa delle divergenze di posizioni sulla invasione russa dell’Ucraina, mostrerebbero un arretramento del fronte euroscettico in Europa. Lubiana, che pur non essendo parte del V4, si presentava come un importante alleato di Polonia e Ungheria nel contrasto a quello che viene percepito come «doppiopesismo» per quanto riguarda il rispetto dei valori comuni e che mostra l’esistenza di due Europe riguardo allo stato di diritto. Lo stesso Janša annunciava: «L’idea di immaginari valori europei e l’esistenza di un evidente due pesi-due misure sono la strada più veloce verso la disintegrazione dell’Unione».[5] Evidentemente, queste elezioni potrebbero aver inferto un duro colpo al fronte euroscettico, resta però una domanda. Basterà la vittoria di Golob, e di Macron, per superare le evidenti differenze culturali e sociali che tutt’ora esistono tra le due Europe?


Note

[1] https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2022/04/24/svolta-in-slovenia-golob-sconfigge-leuroscettico-jansa_51cf568b-568e-4226-a5e4-0f1c358ea00e.html
[2] https://www.avvenire.it/mondo/pagine/slovenia
[3] https://www.ilpost.it/2020/11/24/janez-jansa-slovenia/
[4] https://www.ilsole24ore.com/art/il-premier-sloveno-jansa-l-europa-ad-alto-rischio-disgregazione-AEW8iRU
[5] https://www.ilsole24ore.com/art/il-premier-sloveno-jansa-l-europa-ad-alto-rischio-disgregazione-AEW8iRU


Foto copertina: Robert Golob