G7 Cornovaglia: Il ritorno del multilateralismo USA tra ambiente, vaccini e Cina.


Si è da poco concluso il vertice G7 tenutosi a Carbis Bay, in Cornovaglia, dall’11 al 13 giugno. Sul tavolo, tra i tanti dossier discussi, la maggior attenzione dei “grandi sette” si è concentrata sulla cooperazione/competizione con la Cina e sulle maggiori sfide del nostro tempo: lotta alla pandemia, cambiamento climatico, diritti umani e competizione geoeconomica e contenimento dell’espansionismo cinese.


 

Il G7 (fino al 2014 si chiamava G8 e vedeva la presenza della Russia) è un forum istituito nel 1975 come sede informale di riunione dei leader delle nazioni più industrializzate del mondo. I vertici annuali del G7, nel tempo si sono trasformati in una piattaforma per indirizzare il dibattito multilaterale e definire le risposte politiche alle sfide globali. Questo integra il ruolo del G20, il quale è considerato come l’attuale quadro di coordinamento economico globale.[1]

Il vertice di Cornovaglia – apertosi con il siparietto che ha avuto come protagonisti Boris Johnson, Charles Michel e Ursula von der Leyen, con il premier britannico che ha affermato: “Protocolli ok, abbiamo sedie per tutti[2], ironizzando sul famoso sofa-gate di Ankara – ha evidenziato un sostanziale ritorno ad una “normalità” dei rapporti diplomatici tra Washington e gli alleati europei, rispetto al burrascoso G7 del Canada con la presidenza Trump, e di una certa intesa dei leader occidentali sulle questioni più spinose e potenzialmente divisive, in particolare per quanto riguarda gli accordi commerciali con Pechino.

Il G7 di Cornovaglia, segnato anche dalla visita della Regina Elisabetta ai capi di stato e di governo e dall’addio della Cancelliera Angela Merkel, che terminerà il suo mandato quest’anno, è stato definito “un successo” da Boris Johnson ed ha raccolto le reazioni positive dei leader che, al termine dei lavori, hanno espresso soddisfazione per gli esiti di un incontro “collaborativo e produttivo”.

Non sono mancati, tuttavia, spunti critici, soprattutto per quanto riguarda le reazioni di Pechino al vertice, e lo scetticismo della attivista svedese Greta Thunberg verso le proposte di lotta ai cambiamenti climatici, ritenute troppo vaghe.

La chiusura dei lavori del G7 è giunta in concomitanza con l’apertura del summit Nato a Bruxelles, svoltosi lunedì 14 giugno e prima dell’incontro bilaterale Biden e Putin.[3]
Ragion per cui, si potrebbe affermare che questa serie di impegni multilaterali rappresentino l’occasione per Biden per ribadire il suo messaggio agli alleati ma soprattutto ai rivali: l’era di “America First” è finita e Washington tornerà a fare gioco di squadra.

Il Covid-19 resta prioritario nell’agenda politica globale

La battaglia contro il Covid-19 ha dominato l’agenda politica del G7 appena concluso. Il Gruppo dei 7 ha concordato sulla necessità di un impegno definitivo per combattere la pandemia ed ha annunciato che l’obiettivo fissato nel corso del vertice è quello di accelerare la vaccinazione della popolazione mondiale e uscire dalla crisi pandemica entro il 2022.

In tal senso, i leader del G7 si sono impegnati nel donare un miliardo di dosi di vaccino ai paesi poveri ed in via di sviluppo, entro la fine del 2021, come riportato da Bloomberg. Il premier britannico ha espresso grande soddisfazione per questo importante passo in avanti, elogiando il contributo del vaccino anglo-svedese AstraZeneca, definito come uno strumento efficace “a prezzo di costo”.[4]

La presidente della Commissione europea von der Leyen ha annunciato che l’Unione provvederà all’invio di circa 700 milioni di dosi entro la fine del 2021, sottolineando l’importante impegno assunto da Bruxelles nell’ambito del programma Covax.
L’UE ha, di fatto, dato seguito all’annuncio fatto da Joe Biden, che nei giorni scorsi aveva annunciato l’esportazione di circa 500 milioni di dosi.[5]

Per quanto riguarda l’Italia, Mario Draghi ha affermato: “Non abbiamo parlato della possibilità che possano iniziare a produrre in Italia. Ma di fatto ci sono accordi con aziende americane per produrre in Italia. Mi pareva di aver già annunciato una volta un’azienda in particolare, ora si è aggiunta anche Moderna. Ci sono siti che verranno utilizzati. Mi pare che la cosa stia andando bene”

Nel comunicato finale i leader hanno raggiunto un accordo sulla necessità di accelerare la produzione di vaccini, accorciando i tempi di approvazione degli stessi, e sulla necessità di condurre una nuova tempestiva e trasparente indagine, al fine di stabilire le origini del virus.

Resterà da vedere quanto (e se) si dimostreranno realistici gli obiettivi che i leader del G7 si sono prefissati.

Draghi invoca “un accordo ambizioso e duraturo” su transizione ecologica, ambiente e clima

Anche il dossier sulla lotta ai cambiamenti climatici, su sviluppo sostenibile e transizione energetica, ha goduto di particolare attenzione al tavolo delle trattative. Nel comunicato finale, si è ribadito l’impegno del G7 nel rispetto degli accordi di Parigi sul clima, un impegno che dovrebbe vedere i grandi paesi industrializzati, ridurre le emissioni di gas serra e dimezzarle entro il 2030.

Ursula von der Leyen ha così twittato: “Sulla strada per la Cop 26. I partner del G7 stanno firmando un importante impegno congiunto per l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 (come ultimo termine) e per mantenere alla portata l’aumento della temperatura di 1,5 gradi. Faremo tutto il possibile per attenerci all’1,5%”.[6]

Il PM Johnson ha annunciato che attraverso lo UK BluePlanet Fund, mezzo miliardo di sterline sarà devoluto a paesi come Ghana, Indonesia e Isole del Pacifico, per contrastare gli effetti negativi legati alla pesca intensiva e all’inquinamento dei mari, per la protezione della barriera corallina e dell’habitat marino.

Non sono mancate però le polemiche, con la attivista svedese Greta Thunberg che, dal suo social, ha affermato in modo provocatorio “Parlate di clima mentre vi divertite tra barbecue e jet acrobatici” [7], invitando i leader del G7 ad un concreto impegno politico in merito alle questioni ambientali, evitando di ripetere vecchi slogan e promesse non mantenute.

L’insoddisfazione degli ambientalisti per le proposte del Group of Seven è apparsa evidente nel corso della protesta inscenata da alcuni attivisti del movimento ambientalista Extinction Rebellion, proprio in Cornovaglia. Le maschere dei leader politici, ritratti senza pantaloni, accompagnati da uno striscione recante la scritta: “All mouth and no trousers”, che potrebbe essere tradotto con l’espressione “tutto fumo e niente arrosto”[8].

Da sottolineare le reazioni positive del presidente del Consiglio Mario Draghi che, nel corso di una dichiarazione, ha affermato “la necessità di destinare una quota importante di investimenti per la ricostruzione alla Green Recovery” sottolineando come l’Italia sia impegnata nel rispettare le linee guida europee, destinando il 30% delle risorse messe a disposizione per la ricostruzione alla transizione ecologica.

Draghi ha, inoltre, avvertito dell’importanza di preservare uno spirito di cooperazione con gli altri attori globali, come la Cina, soprattutto sul dossier ambientale e climatico, sostenendo che il comportamento dei governi del G7 deve fondarsi su tre principi fondamentali: “Cooperazione, competizione e franchezza”[9].

A proposito di Cina…

La questione in agenda più calda, e che ha di fatto monopolizzato l’attenzione internazionale, è stata quella relativa ad una soluzione compromissoria tra la posizione statunitense e quella europea in merito al tipo di atteggiamento da adottare con la Cina. 

L’accordo finale, secondo fonti diplomatiche europee, si propone come un compromesso tra la linea dura di Biden, intenzionato a condannare duramente le violazioni cinesi dei diritti umani e ribadire la necessità di contrastare l’espansionismo di Pechino, e quella più moderata dei leader europei, in particolare Germania e Italia, che hanno proposto una linea di pragmatica cooperazione, su questioni di rilevanza globale, come il clima.

Nel testo la Cina viene indicata come “rivale” sui diritti umani, con riferimenti alla denuncia del lavoro forzato imposto alla minoranza musulmana degli Uiguri nello Xinjiang, ma non mancano richiami ad aree di cooperazione con Pechino (in particolare sul clima), mentre sul piano commerciale ed economica si parla di concorrenza. Approvata inoltre l’idea del piano lanciato da Washington alternativo alla Via della Seta denominato ‘Build Back Better World’ o B3W[10].

Tuttavia, resta da sottolineare la evidente divergenza di opinioni sulla questione cinese, anche tra gli stessi europei, che vede gli Stati Uniti ottenere il consenso di Canada e Gran Bretagna, ma anche un certo sostegno del presidente francese Macron che, pur appoggiando la linea “morbida” di Merkel e Draghi, si pone in una posizione di mediazione tra le parti, cercando di evidenziare la relazione speciale con Biden.

Proprio in merito a tale questione, il premier Draghi, che ha avut un positivo colloquio bilaterale con il presidente Biden ha affermato che: “Il tema politico dominante è stato quale atteggiamento debba avere il G7 nei confronti della Cina e in generale di tutte le autocrazie, che usano la disinformazione, i social media, fermano gli aerei in volo, rapiscono, uccidono, non rispettano i diritti umani, usano il lavoro forzato. Tutti questi temi di risentimento nei confronti delle autocrazie sono stati toccati e condivisi. In questo senso è stato un vertice realistico: c’era contentezza per l’economia ma non si sono persi di vista i problemi”[11].

Infine, come riportato dalla agenzia Bloomberg, nel testo finale “Il G7 chiede alla Cina il “rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, soprattutto nello Xinjiang” facendo ance riferimento al rispetto delle libertà anche ad Hong Kong.

La risposta di Pechino non si è fatta attendere, giungendo tramite le dichiarazioni di una portavoce dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in UK, la quale ha affermato: “Noi crediamo che i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali, e che gli affari del mondo devono essere gestiti attraverso la consultazione tra Paesi. I giorni quando le decisioni globali erano dettate da un piccolo gruppo di Paesi sono finiti da molto”. [12]


Note

[1] https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/farming/international-cooperation/international-organisations/g7_it
[2] https://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2021/06/12/g7-johnson-con-michel-e-von-der-leyen-protocolli-ok-abbiamo-sedie-per-tutti_f43392f2-852d-4855-bde9-248072402a91.html
[3] https://sputniknews.com/world/202106141083142825-nato-summit-2021-held-in-brussels/
[4] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/G7-giornata-conclusiva-impegni-su-clima-8c1d4c49-6c4b-4ac3-afcd-7f156f303bfb.html
[5] https://www.open.online/2021/06/12/covid-19-g7-von-der-leyen-ue-donera-700-milioni-vaccini/
[6] Cfr. http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/G7-giornata-conclusiva-impegni-su-clima-8c1d4c49-6c4b-4ac3-afcd-7f156f303bfb.html
[7] https://www.open.online/2021/06/14/greta-thunberg-vs-leader-g7-clima/
[8] https://tg24.sky.it/mondo/2021/06/13/g7-proteste-ambiente-extinction-rebellion#02
[9] https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/G7-giornata-conclusiva-impegni-su-clima-8c1d4c49-6c4b-4ac3-afcd-7f156f303bfb.html?refresh_ce
[10] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/06/13/g7-cina-un-piccolo-gruppo-non-puo-decidere-le-sorti-del-mondo-_4e41845e-e739-405e-8f31-fd846544cc9e.html
[11] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/G7-giornata-conclusiva-impegni-su-clima-8c1d4c49-6c4b-4ac3-afcd-7f156f303bfb.html
[12] https://www.globaltimes.cn/page/202106/1226037.shtml


Foto copertina: I leader globali posano per una foto di gruppo al vertice del G-7, a Carbis Bay, in Gran Bretagna