Il parlamento iraniano ha approvato un nuovo controverso disegno di legge, ribattezzato Hijab e Castità, in base al quale le donne rischiano fino a 10 anni di carcere se continuano a violare le norme obbligatorie sull’hijab del paese.
Il parlamento iraniano ha approvato un nuovo controverso disegno di legge in base al quale le donne rischiano fino a 10 anni di carcere se continuano a violare le norme obbligatorie sull’hijab del paese.
Oltre a sanzioni più severe per le donne che sfidano il rigido codice di abbigliamento, il progetto di legge intende anche identificare coloro che “promuovono la nudità [o] l’indecenza” o “deridono” le regole in uno spazio virtuale o non virtuale.
Gli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite lo hanno descritto come “equivalente all’apartheid di genere” con l’intenzione di sopprimere le donne fino alla “sottomissione totale”.
“Approvando questo disegno di legge, il parlamento della Repubblica islamica ha imposto un massiccio blocco sui corpi delle donne iraniane. L’Iran era già una prigione a cielo aperto per le donne iraniane, ma ora hanno esteso la brutalità con cui reprimono le donne, conferendo seri poteri a coloro che lo attuano nelle strade”, ha affermato l’avvocato iraniano per i diritti umani Hossein Raeesi.
L’agenzia giudiziaria Mizan ha riferito che il “progetto di legge per sostenere la famiglia promuovendo la cultura della castità e dell’hijab” è stato messo ai voti con 152 favorevoli, 34 contrari e sette astenuti. Si applicherà per un periodo di prova iniziale di tre anni.
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Sistemi di videosorveglianza
Il disegno di legge ribattezzato “Hijab e castità”, presentato il 21 maggio 2023 dal Governo, farà leva sull’utilizzo invasivo dell’IA e della tecnologia di riconoscimento facciale per identificare e punire le donne iraniane che non rispettano gli obblighi imposti dal codice di abbigliamento islamico.
Le autorità stanno installando telecamere in luoghi pubblici come ospedali, università, luoghi turistici e nelle strade principali per identificare e penalizzare le donne senza velo ma non solo. Il face detection implica il riconoscimento e l’analisi complessa di attributi facciali distinti, durante la quale le immagini vengono tradotte in dati digitali e successivamente confrontati con diversi database per stabilirne l’identità.
Dopo essere stati identificati, i trasgressori riceveranno “messaggi di testo di avvertimento sulle conseguenze”, ha affermato la polizia in una nota.
La mossa mira a “prevenire la resistenza contro la legge sull’hijab”, si legge nella dichiarazione, diffusa dall’agenzia di stampa giudiziaria Mizan e da altri media statali, aggiungendo che tale resistenza offusca l’immagine spirituale dell’Iran e diffonde insicurezza. L’espansione della copertura di videosorveglianza attraverso le telecamere a circuito chiuso, avviene anche attraverso l’ausilio del riconoscimento facciale.
La gestione di tale tecnologia informatica è affidata a tre agenzie di intelligence iraniane: il Ministero dell’Intelligence, l’Organizzazione di Intelligence delle Guardie Rivoluzionarie e l’Organizzazione di Intelligence della Magistratura, insieme alla polizia e alle forze paramilitari Basij.