I membri del Parlamento europeo condannano gli attacchi dell’Azerbaigian contro l’Armenia  

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Dure prese di posizione di alcuni membri del Parlamento europeo nei confronti di Baku in seguito agli attacchi dello scorso 13 settembre che hanno provocato più di 40 morti.


Dura la condanna di alcuni membri del Parlamento europeo nei confronti dell’Azerbaigian dopo gli attacchi dello scorso 13 settembre contro l’Armenia nelle province armene di Syunik, Vayots Dzor e Gegharkunik che hanno provocato la morte di circa 47 cittadini.
L’europarlamentare francese Francois-Xavier Bellamy del PPE, intervenuto al Parlamento europeo riunito in seduta plenaria, ha definito “ingiustificabile” quest’aggressione, chiedendo alla presidente di essere la “voce del Parlamento” per “impedire questa guerra e fermare l’Azerbaigian.”.
Bellamy ha poi aggiunto “Smettiamo di trattare questo Stato criminale come un partner legittimo e di finanziare le sue minacce acquistando gas azero. Interveniamo rapidamente per preparare sanzioni efficaci. Chiediamo subito una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo dobbiamo alla sicurezza del nostro continente, che sarà direttamente messo in pericolo da questo nuovo conflitto. Ma lo dobbiamo soprattutto, soprattutto, al popolo armeno con il quale viviamo con tutto il cuore queste ore di lutto e di angoscia.[1]”.

Dura anche la dichiarazione della presidente della delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale, l’eurodeputata Marina Kaljurand: “Condanno fermamente l’attacco militare su larga scala compiuto la scorsa notte dall’Azerbaigian contro molteplici obiettivi nel territorio della Repubblica di Armenia. Sono stati segnalati intensi bombardamenti di artiglieria e attacchi UAV, contro le province armene di Syunik, Vayots Dzor e Gegharkunik e lasciando un numero ancora sconosciuto di vittime.
Questa nuova aggressione segue le gravi violazioni del cessate il fuoco da parte di Baku sulla linea di contatto del Nagorno-Karabakh a marzo e agosto, approfittando della situazione globale e regionale creata dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Invito la comunità internazionale, e in particolare l’Unione europea, a rispondere a questo uso inaccettabile della forza con una risposta inequivocabile. Questo non è il momento per dichiarazioni prive di denti che chiedono moderazione da “entrambe le parti”. Ricordo che solo due settimane fa l’Azerbaigian e l’Armenia hanno concordato a Bruxelles di iniziare a lavorare su un progetto di trattato di pace entro un mese. Esorto Baku a non sprecare questa storica opportunità e a tornare al tavolo delle trattative senza indugio”.[2]

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Sulla stessa linea anche le dichiarazioni del presidente della commissione per gli affari esteri David McAllister (PPE, DE), del relatore permanente del Parlamento europeo sull’Armenia Andrey Kovatchev (PPE, BG) e del relatore permanente del Parlamento europeo sull’Azerbaigian Željana Zovko (PPE, HR): “Condanniamo con la massima fermezza gli scontri militari su larga scala scoppiati ieri sera in diverse località al confine tra Armenia e Azerbaigian e nel territorio sovrano dell’Armenia. Deploriamo l’alto numero di vittime segnalate.”

L’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha parlato di “gravi scontri lungo il confine tra Armenia e Azerbaigian, con perdite di vite umane.” Ha invitato le parti a “cessare le ostilità e ritornare al tavolo dei negoziati con tutte le forze dovrebbero tornare alle posizioni occupate prima di questa escalation e il cessate il fuoco dovrebbe essere pienamente rispettato[3]“.

La denuncia di Erevan

L’Ambasciata della repubblica d’Armenia in una nota ha parlato di “Ennesima violazione flagrante da parte dell’Azerbaijan della Carta delle Nazioni Unite, dell’Atto finale di Helsinki e della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020”, e appellandosi alla Comunità internazionale ne ha chiesto “Una condanna esplicita dell’aggressione dell’Azerbaijan contro la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica di Armenia.”. Nella nota, i rappresentanti armeni si dichiarano molto preoccupati per il coinvolgimento di un membro NATO nel violento attacco. Il riferimento è alla Turchia accusata di aver trasferito attrezzature e munizioni militari con l’obiettivo di creare il Grande Turan che unisca e colleghi l’Azerbaijan alla Turchia attraverso il territorio della Repubblica di Armenia.

La risposta di Baku

L’Azerbaigian si difende e parla di “violente provocazioni” nei distretti azerbaigiani di Dashkasan, Kalbajar e Lachin, sul confine di stato tra i due paesi. In una nota diplomatica diffusa dall’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia, si legge che ci sarebbero stati gruppi di sabotatori armeni rei di aver impiantato mine nell’area tra le posizioni delle unità dell’esercito dell’Azerbaigian e le strade di rifornimento in direzioni diverse.
La nota fa riferimento all’adozione di “misure di ritorsione definitive” prese dall’esercito dell’Azerbaigian al fine di “prevenire ulteriori provocazioni da parte delle forze armate dell’Armenia e minacce militari contro il territorio e la sovranità dell’Azerbaigian, per garantire la sicurezza del personale militare azerbaigiano, compresi i lavoratori civili.”.


Note

[1]https://www.europarl.europa.eu/plenary/it/vod.html?mode=unit&vodLanguage=IT&vodId=102e3eed-94c8-2812-ed7f-04eb3af2a111&date=20220912#
[2]https://www.europarl.europa.eu/delegations/en/dsca/documents/communiques
[3] https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2022/09/13/borrell-stop-subito-alle-ostilita-tra-armenia-ed-azerbaigian_58db2b9c-531e-40ae-b76d-3046fdb39b02.html


Foto copertina: Al Parlamento europeo alcuni parlamentari condannano gli attacchi dell’Azerbaigian contro l’Armenia