Il rapporto tra Germania e Russia nel contesto della guerra in Ucraina


Il travagliato rapporto tra Germania e Russia nel contesto dell’invasione russa in Ucraina trova le sue origini prima del 24 Febbraio 2022. È la volta di un addio definitivo o c’è possibilità di un riscatto in futuro?


A cura di Alina Cherri

Tra antefatti, economia e diritti

Se la Ostpolitik del cancelliere Brandt aveva dato il la ad un processo di normalizzazione e distensione nei rapporti tra Germania Federale (1970) e il Blocco Orientale, gli eventi che vanno dal 2014 ad oggi segnano sicuramente un cambiamento di segno di questi rapporti. Già prima del 2014 vi furono momenti di tensione: il caso della Georgia, la svolta autoritaria in patria russa, la legislazione anti-LGBTQIA+. In questi frangenti, tra cancellazioni di incontri, summit turbolenti e mozioni del Bundestag, in cui venne denunciato il pugno di ferro di Mosca[1] si cominciava a delineare un clima molto diverso rispetto ai tempi intercorsi tra il cancellierato Brandt e Schröder. L’annessione della Crimea da parte della Russia (definita da Merkel come un atto criminale)[2]  e il contemporaneo scoppio del conflitto nel Donbass, hanno incancrenito ulteriormente queste relazioni. Tuttavia, il periodo della Guerra Fredda era stato caratterizzato da proficui rapporti economici tra i due Paesi che negli anni a venire si sono solidificati e hanno permesso ad entrambi di arricchirsi. Infatti, a Berlino mancava il gas e a Mosca la tecnologia, pertanto divennero due partner di estrema importanza l’uno per l’altro. È in questo contesto che si inserisce il concetto di Wandel durch Handel (cambiamento tramite il commercio) il quale riassume alla perfezione il rapporto tra le due potenze. Il cancellierato Merkel (2005-2021) è stato caratterizzato anch’esso da questo approccio, ma, nonostante ciò, la Cancelliera non si è posta mai problemi a dichiarare pubblicamente che la Russia avesse violato le norme di diritto internazionale, i diritti umani, e che lo stato di diritto fosse in forte pericolo nella Federazione Russa. In quest’ultima, la democrazia attraversava un periodo dubbio, soprattutto nel periodo del famoso shift tra Putin e Medvedev: verso quest’ultimo la leader della CDU nutriva sicuramente maggiori simpatie rispetto a Putin. La Russia, dal canto proprio, non ha tardato nel ribattere alle accuse, sostenendo che la Germania adottasse due pesi e due misure a seconda del Paese in questione, riferendosi al silenzio tedesco sulla guerra del 2003 in Iraq, per cui l’invasione occidentale non costituiva nessuna violazione del diritto internazionale[3]. Mosca criticava inoltre un asservimento tedesco ai voleri degli USA, e più nello specifico l’appoggio all’Accordo di associazione economica tra Unione Europea e Ucraina, nonostante in Occidente fossero a conoscenza del precedente invito russo di far parte dell’Unione Economica Euroasiatica.
L’economia e la modernizzazione possono essere interpretati come motori per lo sviluppo della democrazia: affari in cambio di diritti a Mosca. A Berlino si è pensato erroneamente che, commerciando con la Federazione Russa, questa sarebbe stata più incline all’adozione di un sistema valoriale democratico analogo a quello dell’Unione Europea. È eloquente a tal proposito l’azione di difesa dell’accordo Nord Stream 2 da parte della Merkel. Questo gesto potrebbe apparire come un controsenso, dapprima le sanzioni alla Federazione Russa e dopo l’accordo di una portata del genere. Per la Cancelliera è un accordo economico, non geopolitico. Per parte dei membri della SPD questa scelta è stata sicuramente una giusta mossa, un grande passo per ritornare ai tempi d’oro del rapporto Germania-Russia, seguendo appunto i precetti del liberalismo. Questo fu così senz’altro per Gerald Schröder, dal 2016 CdA di NS2 e amico intimo di Putin; d’altro avviso fu Annalena Baerbock (Die Grünen), che nel 2014 chiedeva che cosa facesse il governo tedesco per diversificare le sue fonti energetiche, la risposta fu: niente.
Ma la Germania è una democrazia, e nonostante le varie sanzioni decise in seno europeo, di cui è risaputo sia leader, tra le sue parole d’ordine si annoverano mediazione e diplomazia. A proposito di diplomazia, per la questione della Crimea ed il conflitto in Donbass, la Germania guidò i lavori degli accordi di Minsk I e Minsk II, in virtù anche del lungo rapporto che lega Germania e Russia sin dai tempi della Ostpolitik. La Bundesrepublik, infatti, faceva parte sia del Formato Normandia che del Triangolo di Weimar, ma più importante di tutti per il suo modus operandi venne eletta per l’anno 2016 alla presidenza dell’OSCE[4]. La situazione post accordi di Minsk e ovviamente quella attuale ci testimonia che gli accordi di Minsk I e II non raggiunsero l’effetto desiderato. Forse nel 2016 i leader mediatori europei, piuttosto che al tavolo delle trattative a Ginevra, erano più focalizzati sulla sfida elettorale che sul fronte ucraino; difatti innescare una crisi con Mosca non avrebbe portato alcun beneficio[5].

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Percezioni nei confronti russi

La percezione dei cittadini tedeschi nei confronti della Russia è cambiata negativamente negli anni.  Nel 2003 il 75% dei tedeschi riteneva Putin in grado di gestire gli affari internazionali, stessa percentuale anche in Russia, ma in Germania nel 2007 la percentuale è scesa al 32% mentre in Russia è salita all’84%[6]. Nel 2014 l’Allensbach Institute riscontrò che il 50% dei tedeschi intervistati considerava la Russia una minaccia per la Germania ed i supporter della cooperazione russo-tedesca dal 50% scesero al 32% degli intervistati[7]. Sempre l’Allensbach Institute in un’indagine condotta a circa un anno dall’invasione russa e a ridosso del 24 Febbraio 2022, mostrava come il popolo tedesco considerasse la Russia una minaccia per la pace nel mondo, che la popolazione non si faceva illusioni sulle relazioni tedesco-russe, e che i numeri pertinenti la reputazione di Putin erano scesi in maniera significativa. Alla domanda: come descrivereste le relazioni tra Germania e Russia? Direste che le relazioni sono attualmente: molto buone – buone – meno buone – per niente buone, nel 2008 il 55% degli intervistati sosteneva che le relazioni fossero molto buone/buone ed il 33% meno buone o per niente buone. Nella pubblicazione del 24 aprile 2022 l’83% dei rispondenti ha collocato la propria risposta in meno buone/per niente buone[8].

Commercio e sanzioni

Nel 2016, Mark Kerber, direttore generale della Federazione delle Industrie Tedesche, dopo un’iniziale esitazione, a malincuore, riconobbe l’importanza e utilità delle sanzioni nei confronti della Russia, in quanto gravi violazioni del diritto internazionale non possono essere tollerate e la pace va preservata ad ogni costo. Queste scelte ebbero un costo: 1/3 delle industrie tedesche in Russia lasciarono il Paese, gli export verso la Russia scesero del 20% con delle conseguenze sul mercato del lavoro in Germania[9]. La posizione di Kerber e della Federazione fu prova di un cambiamento, anche se parziale, degli atteggiamenti tedeschi nei confronti russi: infatti è di rilievo che il rappresentante di una lobby industriale fosse disposto a delle perdite economiche ingenti in nome della pace e della democrazia. Un concetto importante della teoria liberale è il transnazionalismo, tendenza per cui gruppi presenti in una nazione sono portati a creare associazioni di cooperazione con altri gruppi di altri Paesi. Un esempio del caso è la creazione dell’Ost-Ausschuss der Deutschen Wirtschaft, associazione tedesca per la promozione delle relazioni economiche tra la Germania e i paesi dell’Europa orientale fondata nel 1952. I soci del comitato sono tra i più grandi industriali tedeschi, aziende del calibro di Mercedes, Siemens, Basf. L’Ost-Auschuss nella prima parte 2014-2016 non vedeva di buon occhio le sanzioni e avvertiva sulle conseguenze che questi atteggiamenti, avrebbero potuto avere sull’economia tedesca. Nel periodo antecedente alla crisi attuale, nonostante le sanzioni inflitte alla Russia, il business intrattenuto tra Mosca e Berlino si aggirava sui 60 miliardi di euro, quindi malgrado le sanzioni del 2014, il business rimase as usual. Negli anni precedenti e fino al 24 febbraio 2022 i soci facevano a gara per difendere le istanze russe, criticare le sanzioni e l’approccio del governo tedesco ed europeo nei confronti della Russia. Quando fu il turno dell’avvelenamento dell’oppositore politico Alexei Navalny, il presidente Hermes sostenne che il caso Navalny non dovesse permettere il deterioramento dei rapporti politico economici tra Russia e Germania. Tuttavia, dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, anche l’Ost-Auschuss ha condannato l’atto e ritenuto legittime le sanzioni[10].

Scholz, lo Zeitenwende ed il cambiamento della cultura strategica tedesca

Dopo 16 anni di governo Merkel, l’8 dicembre 2021 ha assunto la guida del Paese il cancelliere Olaf Scholz. Dopo circa due mesi Scholz si è trovato a dover fronteggiare un’invasione da parte russa alle porte d’Europa. Il Cancelliere ha dovuto prendere posizioni di fronte alla portata di un evento del genere, essendo alla guida di un Paese che sa cos’è la guerra, che ha provocato due guerre mondiali, che ha compiuto crimini contro l’umanità in quei territori e che ancora porta il peso di questi eventi. Che fare? Berlino sceglie, oggi, di scegliere. Il 22 Febbraio 2022, a 48h dall’invasione Russa, Scholz ha bloccato a tempo indeterminato l’implementazione di Nord Stream 2 e questo è prova del fatto che gli interessi economici vengono meno quando la democrazia è minacciata. Un popolo come quello tedesco non può e non vuole essere sicuramente tacciato di appeasement. Chi prima era più morbido nei confronti russi e faceva immensi giri di valzer, come Steinmeier, in questo contesto opta per un Ich habe mich geirrt (Ho sbagliato) al sostegno di NS2, sostenendo che il progetto di una casa comune europea con la Russia è fallito[11]. Ma ci sono anche gli inamovibili, come Schröder, che al New York Times dichiara I don’t do a mea culpa, attirandosi le critiche di molti in Germania[12] . A Berlino è tempo per uno Zeitenwende e soprattutto per l’epocale cambiamento della cultura strategica tedesca. La Germania da dopo la Seconda Guerra Mondiale nella sua Grundgesetz (art. 26) dichiara il rifiuto della guerra, regola il pacifismo e il riarmo all’interno della Germania, il tutto per preservare la pacifica convivenza dei popoli[13]. Ciononostante, il 27 febbraio il Cancelliere, in una seduta straordinaria del Bundestag, ha annunciato una svolta epocale: 100 mld di euro una tantum per l’Armata tedesca, la scelta di destinare il 2% del PIL annuo per l’esercito, ed infine la fornitura di armi in teatri di guerra[14].I cittadini tedeschi che si dichiarano essere favorevoli alle spese militari si collocano tra il 65-78%, un numero sorprendente vista la mentalità tedesca. Questi nuovi provvedimenti piacciono senz’altro anche oltre Oceano, visto che gli USA non hanno esitato in passato nell’accusare la Germania di usufruire dell’ombrello securitario NATO contribuendo in maniera esigua.

Conclusioni

La questione energetica, con tutti i tagli da parte di Mosca ed i prezzi alle stelle, potrebbe essere uno spiraglio verso il buon vecchio principio del Wandel durch Handel? Certo è, che lunghi conflitti portano grandi perdite economiche. Per ora, quindi, la Germania fa la spola in nuovi Paesi per nuovi accordi sul gas, e affitta terminal galleggianti per la rigassificazione del GNL. Spostandosi in Russia si potrebbe asserire che l’ottica liberale non è la prescelta da Mosca; evidentemente le aspirazioni espansionistiche hanno la meglio sugli interessi economici. Al Cremlino si ragiona in un’ottica realista, parola d’ordine: ordine multipolare. Si può concludere che dal 2014 al 2022 il rapporto tra i due Paesi sia stato più o meno differenziato a seconda degli avvenimenti e degli attori che si prendono in considerazione, ma un file rouge prettamente tedesco è stato seguito. Il periodo Merkel è stato caratterizzato dalla volontà di voler collaborare con la Russia, di creare coesione al fine di creare «una grande casa europea». La Russia però non ha mai nascosto il suo malumore nei confronti dell’espansionismo della NATO nei Paesi che facevano parte dell’ex blocco sovietico, e inoltre non poteva sopportare di essere considerata un paria degli occidentali, ma soprattutto degli USA. Il summenzionato rapporto si è modificato in quanto, ora come nel 2014, la Germania considera fondamentali i diritti umani, crede nella democrazia, nel transatlantismo, nel multilateralismo e nell’integrazione europea[15]. Inoltre tale deterioramento delle relazioni è sotto gli occhi del mondo: c’è da chiedersi ora se la Germania farà prevalere nel futuro prossimo più la sua ottica liberale o quella costruttivista. Per ora si direbbe la seconda, nonostante il passato decisamente più liberalista. L’invio dei Leopard 1 suggerisce peraltro un maggiore coinvolgimento tedesco a fianco dell’Ucraina, ma ciò non deve essere interpretato come un diretto coinvolgimento della Germania all’interno del conflitto, in virtù di quanto dichiarato dal cancelliere Scholz all’emittente televisiva Zdf. A seguito della decisione dell’invio dei tank, Mosca fa presente che tali scelte avranno serie conseguenze per i Paesi NATO.


Note

[1] Tuomas Forsberg (2016), From Ostpolitik to ‘frostpolitik’? Merkel, Putin and German foreign policy towards Russia, International Affairs 92: 1 (2016) 21–42, 2
[2] Marco Siddi (2016) German Foreign Policy towards Russia in the Aftermath of the Ukraine Crisis: A New Ostpolitik?, Europe Asia Studies, 68:4, 665-677, DOI, p.668
[3] Herbert Dieter (2017), Che fare con Mosca? Berlino sceglie di non scegliere, Trimarium tra Russia e Germania, Limes n. 12 2017, p.41
[4] Marco Siddi (2016) German Foreign Policy towards Russia in the Aftermath of the Ukraine Crisis: A New Ostpolitik?, Europe-Asia Studies, 68:4, 665-677, DOI, p.673
[5] Sergio Cantone (2016), Il bluff degli accordi di Minsk, Russia-America la pace impossibile, Limes n. 9 2016, p. 145
[6] Tuomas Forsberg (2016) From Ostpolitik to ‘frostpolitik’? Merkel, Putin and German foreign policy towards Russia, International Affairs 92: 1 (2016) 21–42, p. 39
[7] ‘Zunehmende Entfremdung’, FAZ-Monatsberichte, 16 April 2014, available at: http://www.ifd-allensbach. de/uploads/tx_reportsndocs/FAZ_April_2014_Russland.pdf, accessed 3 February 2016.
[8] Wie würden Sie die Beziehungen zwischen Russland und Deutschland beschreiben? Würden Sie sagen, die Beziehungen sind zurzeit …“ Tabelle A3, p.3 Veröffentlichung in der Frankfurter AllgemeinenZeitung Nr. 46 vom 24. Februar 2022, S. 8, unter dem Titel: “Fassungsloser Blick nach Moskau. Putins Vorgehen gegen die Ukraine wird als sehr gefährlich empfunden.” https://www.ifdallensbach.de/fileadmin/kurzberichte_dokumentationen/FAZ_Februar2022_Ukraine.pdf 11 Tuomas Forsberg (2016) From Ostpolitik to ‘frostpolitik’? Merkel, Putin and German foreign policy towards Russia, International Affairs 92: 1 (2016) 21–42
[9] Tuomas Forsberg (2016) From Ostpolitik to ‘frostpolitik’? Merkel, Putin and German foreign policy towards Russia, International Affairs 92: 1 (2016) 21–42
[10] https://www.politico.eu/article/germany-inc-played-russian-roulette-and-lost-ukraine-war-energy-gas-trade/
[11] VERHÄLTNIS ZU RUSSLAND: Steinmeier: „Ich habe mich geirrt“ VON ECKART LOHSE, BERLIN-AKTUALISIERT AM 04.04.2022https://www.faz.net/aktuell/politik/inland/steinmeier-gesteht-fehler-im-umgang-mit-russlands-praesident-putin-ein17934082.html
[12] The Former Chancellor Who Became Putin’s Man in Germany, New York Times, https://www.nytimes.com/2022/04/23/world/europe/schroder-germany-russia-gas-ukraine-war-energy.html
[13] LOSANO, MARIO G. “Il Rifiuto Della Guerra Nella Legge Fondamentale Tedesca Del 1949.” Le Tre Costituzioni Pacifiste: Il Rifiuto Della Guerra Nelle Costituzioni Di Giappone, Italia e Germania, vol. 14, Max Planck Institute for Legal History and Legal Theory, 2020, pp. 219–34. JSTOR, http://www.jstor.org/stable/j.ctv18gfz5b.7
[14] Pläne der Bundesregierung, 100 Milliarden Euro für die Bundeswehr, Stand: 27.02.2022 https://www.tagesschau.de/inland/innenpolitik/bundeswehr-sondervermoegen-scholz-101.html
[15] Marco Siddi (2016) German Foreign Policy towards Russia in the Aftermath of the Ukraine Crisis: A New Ostpolitik?, EuropeAsia Studies, 68:4, 665-677, DOI: 10.1080/09668136.2016.1173879


Foto copertina: Il Cancelliere tedesco Scholz e la Germania nella guerra in Ucraina