Oggi in Giordania è in programma il primo round dei colloqui israelo-palestinesi mentre la violenza cresce
Oggi ad Aqaba in Giordania è in programma un incontro tra i massimi funzionari politici e della sicurezza israeliani e palestinesi. All’incontro parteciperanno anche i rappresentanti di altri Paesi. Sarà presente anche il consigliere per il Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Brett McGurk. In una intervista rilasciata alla Reuters, un alto funzionario giordano ha affermato che «l’incontro ha lo scopo di dare ai palestinesi la speranza per un futuro politico (…) se i suoi obiettivi saranno raggiunti si rifletterà sul terreno con una diminuzione delle tensioni».
Negli ultimi mesi si sono verificati numerosi scontri. I colloqui arriveranno dopo che le forze israeliane hanno ucciso 11 palestinesi e ferito più di altri 80 mercoledì durante un raid nella città di Nablus, in Cisgiordania, che Israele ha occupato dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967. Secondo quanto affermato dal ministro della Salute palestinese, nel 2023 sono già 62 i palestinesi. Dieci israeliani e un turista ucraino sono morti in attacchi palestinesi nello stesso periodo, secondo il ministero degli Esteri israeliano.
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I colloqui israelo-palestinesi in programma in Giordania non sono ben visti da diverse fazioni palestinesi, in particolare dai gruppi armati all’interno di Fatah, all’islamista Hamas e alla Jihad islamica, che hanno chiesto all’Autorità palestinese di ritirarsi dall’incontro, affermando che si trattava di un complotto guidato dagli Stati Uniti contro le aspirazioni palestinesi. L’incontro arriva a poche settimane dall’inizio del mese sacro del Ramadan (22 marzo).
Gli scorsi anni sono scoppiati scontri tra la polizia israeliana ei palestinesi intorno alla moschea Al Aqsa di Gerusalemme al culmine del mese di digiuno del Ramadan che coincideva con la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana. Gerusalemme è santa per tutte e tre le fedi.
Foto copertina: Il presidente palestinese Mahmud Abbas (R) accoglie il re Abdullah II di Giordania prima di un incontro a Ramallah il 28 marzo (AFP/File photo)