La nuova strategia per i fondali marini a tutela degli interessi strategici della Francia


Lo scorso febbraio il Ministero della Difesa francese ha presentato la nuova strategia di controllo dei fondali marini con l’obiettivo di ampliare le capacità di azione della Marina Militare fino a 6000 metri di profondità, in risposta alle nuove sfide dell’estensione della conflittualità negli spazi marini.


Un piano strategico per i fondali marini

Con un discorso alla presenza delle Forze Armate e della Marina Militare francese, il 14 febbraio la Ministra della Difesa Florence Parly e il Capo di Stato Maggiore della Difesa Thierry Burkhard hanno annunciato il lancio della nuova strategia dell’Eliseo per il controllo dei fondali marini, a tutela della propria competizione strategica e delle infrastrutture subacquee per le comunicazioni e il trasporto di energia.[1] Con la seconda zona economica esclusiva del mondo,[2] la Francia è storicamente una Nazione pioniera nel campo dell’ esplorazione sottomarina, così come nelle principali campagne oceanografiche: già nel 1962, sotto il comando dei marinai del Marcel Le Bihan, il batiscafo Archimède fu inviato in perlustrazione della Fossa delle Curili, situata nell’Oceano Pacifico settentrionale al largo della costa sud-orientale della Kamchatka, raggiungendo oltre 9000 metri di profondità.[3] Ciononostante, i fondali marini rimangono ancora oggi in gran parte sconosciuti in quanto ambienti discontinui, complessi e poco accessibili all’uomo: si pensi che meno di un quinto della topografia subacquea è determinato con precisione, mentre oltre tre quarti dei fondali si trovano a profondità superiori a 3000 metri, dove la pressione supera di 300 volte quella atmosferica.[4] Curiosamente, l’uomo conosce molto meglio la superficie della Luna – situata a 300.000 km dalla Terra – che la porzione di territorio sul fondo degli oceani, e se ben 12 persone hanno messo piede sulla Luna, solo 7 sono discese nella fossa delle Marianne.[5]  Parallelo a ciò, ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), lo status giuridico dei fondali marini non è uniforme; tuttavia, una peculiare classificazione è riservata all’area internazionale dei fondali, definiti “patrimonio comune dell’umanità” e non soggetti alla rivendicazione della sovranità territoriale di alcuno Stato.[6] In tale contesto e a fronte della particolare predisposizione dell’area al perseguimento di iniziative ibride a duplice scopo civile e militare, la strategia per il controllo dei fondali marini adottata dal Ministero della Difesa emerge dalla concreta necessità per la Francia di giocare un ruolo di primo piano nel campo della sicurezza, come pure dall’ambizione di prevalere in un contesto di crescente attenzione verso il dominio sottomarino, che ha spinto numerose Entità Statali ad investire nella protezione delle infrastrutture sottomarine di trasporto e comunicazione e nell’esplorazione per lo sfruttamento di risorse minerarie.[7] I fondali marini rappresentano pertanto un nuovo terreno di equilibri di potere che la Francia vuole essere pronta a dominare attraverso azioni decise e pronte reazioni – nel caso in cui fosse necessario ricorrere allo strumento difensivo.[8]

Gli obiettivi

La decisione del Ministero della Difesa di dotarsi di una strategia in materia di fondali marini si inserisce nell’ottica del raggiungimento di specifici imperativi per la sicurezza e la difesa dell’Hexagone. In primis, assicurare la libertà d’azione delle forze francesi è da considerarsi l’intento principale. A tal proposito, con l’obiettivo di fronteggiare le strategie ibride degli attori concorrenti e garantire nel tempo la durata delle operazioni dello Stato nell’area, la difesa francese ritiene necessario estendere il controllo dello spazio marittimo fino ai fondali marini, in maniera tale da sviluppare capacità di azione e informazione anche a grandi profondità.[9] Su questa linea, il progetto vuole inoltre contribuire ad assicurare la protezione delle installazioni strategiche sottomarine nell’ottica di una maggiore tutela degli interessi di Parigi in materia di comunicazione: la strategia permetterà dunque di rafforzare la sicurezza dei cavi di comunicazione che riforniscono la Francia continentale e i territori d’oltremare, così come le infrastrutture di trasporto dell’energia e delle potenziali risorse localizzate sui fondali della propria Zona Economica Esclusiva (ZEE).[10] Parimenti, preservare gli interessi militari e industriali del Paese figura tra gli obiettivi della strategia. Al riguardo, lo schianto di un velivolo F35 britannico nel Mediterraneo dello scorso novembre[11] e il più recente incidente che ha coinvolto un analogo aeromobile della US Navy nel Mar Cinese Meridionale[12] hanno dimostrato l’importanza tecnica e strategica di una rapida ricerca e del recupero di un oggetto sensibile a grandi profondità. Tali incidenti hanno infatti generato una corsa verso le profondità marine a cui anche altri Stati hanno preso parte sia a fianco sia contro britannici ed americani, facendo dunque emergere l’interesse operativo, industriale e tecnologico della capacità di investimento nell’ esplorazione dei fondali in tutta la sua interezza.[13] In questo contesto, sul piano operativo la strategia per i fondali marini sarà articolata attorno a tre precisi pilastri: conoscere, monitorare e agire, ovvero essere in grado di operare rapidamente e portare avanti azioni di recupero di oggetti anche a grandi profondità.[14]

Verso un piano d’azione concreto

Il raggiungimento effettivo degli obiettivi prefissati dal Ministero della Difesa passerà attraverso la fornitura agli eserciti di mezzi in grado di raggiungere una profondità di 6000 metri, che permetterebbe di coprire circa il 97% dei fondali marini e, allo stesso tempo, proteggere in maniera efficace i cavi sottomarini francesi – chiave di volta delle telecomunicazioni e di internet. Verranno pertanto impiegati droni e veicoli subacquei autonomi – o Autonomous Underwater Vehicles (AUV), robot subacquei senza pilota che consentiranno di rilevare e monitorare ciò che avviene sui fondali marini, così come di utilizzare veicoli subacquei gestiti da remoto (i cosiddetti ROV, Remotely Operated Vehicles).[15] Tuttavia, il controllo dei fondali marini potrà contribuire al consolidamento dell’autonomia strategica francese unicamente attraverso il corretto sfruttamento delle opportunità tecnologiche, industriali e di cooperazione. Per tale ragione, la Francia ritiene di particolare incidenza l’instaurazione di una collaborazione mirata con specifici partner tanto sul continente europeo quanto nell’ambito dell’ombrello difensivo della NATO: allo stato attuale, numerosi programmi di cooperazione risultano già attivi, mentre nuove iniziative e partenariati sono in previsione per i prossimi mesi.[16] Allo stesso tempo, la necessità di organizzare, dirigere e monitorare quotidianamente i progressi e l’implementazione di tale strategia ha richiesto l’istituzione di una governance dedicata, ed in particolare di un gruppo di lavoro istituito ad hoc sotto la supervisione dello Stato Maggiore della Difesa, il quale assicurerà il corretto funzionamento del programma, dell’organizzazione e delle attrezzature impiegate, come pure il coordinamento fra i vari attori coinvolti.[17] Sarà infine necessario consolidare la strategia francese attraverso un assetto giuridico attento al rispetto del diritto internazionale, in linea con la tradizionale vocazione di Parigi alla promozione della libertà di accesso dell’Europa agli spazi comuni strategici; in particolare, ciò comporterà l’adattamento del quadro giuridico nazionale alle sfide future poste dall’azione nelle profondità del mare.[18] Al fine di consolidare la strategia ministeriale, tre sono le azioni da compiere nel breve termine: anzitutto, rafforzare la conoscenza dell’ambiente sottomarino tramite azioni di esplorazione della batimetria e della natura dei fondali. Di fatto, acquisire una conoscenza dettagliata dell’ambiente in cui si agisce è un prerequisito per il mantenimento di un vantaggio nella conduzione di operazioni marittime; al contempo, la conoscenza dell’ambiente marino permetterebbe una più stretta coordinazione con la strategia ministeriale per la tutela della biodiversità, presentata nel mese di settembre 2021.[19] Non meno importante, la Francia dovrà potenziare le proprie competenze in materia di sorveglianza dei fondali marini, in modo tale da affermare la propria posizione di attore credibile nell’area. Da ultimo, sarà fondamentale concentrare le proprie azioni in zone prioritarie che includono il mare territoriale, la ZEE e ogni area di interesse operativo per la libertà di azione e la tutela degli interessi nazionali, nel pieno rispetto del diritto internazionale. La République dovrà quindi lavorare per tutelare con vigore lo status di patrimonio comune dell’umanità dei fondali marini internazionali, promuovendo al tempo stesso la libertà di navigazione.[20]

Competizione strategica sul fondo del mare

L’evoluzione tecnologica ed in particolare l’emergere di droni e robot telecomandati in grado di svolgere operazioni (anche rispondenti ad obiettivi militari) a profondità di diverse migliaia di metri hanno indubbiamente contribuito alla trasformazione dei fondali marini in un nuovo spazio di competizione strategica.[21] Tali aree sono infatti divenute il nuovo teatro di attività statali e private e, allo stesso tempo, un rinnovato terreno di conflittualità perfettamente sovrapponibile allo spazio extra-atmosferico e al cyberspazio, in cui le ambizioni dei maggiori competitor strategici si scontrano anche per mezzo di azioni ibride o di “seabed warfare”.[22] In questo contesto, il Ministero della Difesa francese ha riconosciuto tre tendenze di diversa natura che hanno contribuito ad intensificare la rivalità strategica sui fondali marini: la scarsità di risorse obbliga gli Stati a volgere lo sguardo agli oceani per ricercare materie prime essenziali allo sviluppo industriale e di nuove tecnologie. I fondali – che rappresentano ben due terzi della crosta terrestre – sono infatti ricchi di metalli rari, indispensabili nei settori delle energie rinnovabili e delle tecnologie digitali. Tuttavia, lo sfruttamento delle risorse presenti sui fondali oceanici rappresenta la nuova fonte di tensione fra Stati ed entità che cercano di monopolizzare i vasti spazi marittimi oltre la propria Zona Economica Esclusiva, e specialmente nell’area internazionale del fondale che, come ricordato, detiene lo status giuridico di “patrimonio comune dell’umanità”.[23] Ciò è particolarmente evidente nel Mar Cinese Meridionale, in cui minuscole isole raggruppate in arcipelaghi sono costantemente oggetto di rivendicazioni contrastanti tra nazioni vicine che mirano ad integrarle nel proprio perimetro di sovranità,[24] e tensioni simili stanno scuotendo anche il Mediterraneo orientale, dove la scoperta di enormi riserve di gas ha già riacceso forti spinte geopolitiche in merito alla delimitazione dei confini marittimi.[25] Collegato a ciò, la seconda tendenza riguarda pertanto il proliferare di iniziative per l’esplorazione e lo sfruttamento dei fondali marini, siano esse di origine statale o privata. Non meno importante, ulteriore tendenza è lo sconvolgimento del quadro normativo delineato dal c.d. “diritto del mare”, ripetutamente violato a fronte dell’accelerazione delle operazioni nei fondali marini. Il monitoraggio di uno spazio sottomarino così vasto, opaco e particolarmente propizio ad azioni da parte di sistemi subacquei telecomandati e autonomi difficili da controllare diviene pertanto estremamente complicato, specialmente in materia di caratterizzazione, imputazione ed attribuzione delle azioni.[26] Allo stesso tempo, se é vero che il mare è sempre stato uno spazio di scambio e connessione tra uomini e donne dei cinque continenti, oggi i fondali marini ospitano una rete di autostrade di comunicazione che collegano tra loro le economie globalizzate e che comprendono oltre 450 cavi sottomarini in fibra ottica, responsabili del trasporto di circa il 99% dei dati digitali del pianeta. Si tratta di 1,3 milioni di chilometri di cavi, che – per riprendere la metafora lunare precedentemente impiegata – superano di ben tre volte la distanza fra la Terra e la Luna. I “nuovi ponti”, tuttavia, hanno un’importanza strategica di non poco rilievo per gli Stati in termini di collegamento e telecomunicazione, in quanto non è raro che tali infrastrutture diventino l’obiettivo di nazioni-competitors desiderose di monitorare o degradare il sistema di cavi posti sul fondo del mare.[27] É ciò che è accaduto il 7 gennaio scorso a due cavi che collegano la Norvegia alle isole Svalbard, il cui danneggiamento non ha – fortunatamente – intaccato la capacità di comunicazione con le isole. Nonostante ciò, a seguito di indagini la Norvegia ha affermato che l’interruzione del cavo sia stata causata da  un’azione umana, e possibilmente (anche se non vi è alcuna dichiarazione ufficiale da parte del Governo) imputabile alla Russia.[28] Alla luce di ciò, la collocazione della strategia francese per i fondali marini appare inequivocabile, così come evidente è la necessità del Ministero della Difesa di assicurare la protezione degli interessi e della libertà di azione delle forze militari e della Marina d’Oltralpe.


Note

[1] Ministère des Armées, Les armées se dotent d’une stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022. Disponibile al link: https://www.defense.gouv.fr/portail/actualites2/les-armees-se-dotent-d-une-strategie-ministerielle-de-maitrise-des-fonds-marins
[2] Ministère des Armées, Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022, p. 8.
[3] B. Estival, Un siècle de navires scientifiques français, Ifremer, 2003, p. 154.
[4] Ministère des Armées, Stratégie Ministérielle De Maîtrise Des Fonds Marins, 10 Points Clés, 2022, p. 2.
[5] Ministère des Armées, Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022, p. 3.
[6] United Nations Convention on the Law of the Sea (Convenzione di Montego Bay), 10 dicembre 1982, art. 136 – 137.  Disponibile al link: https://www.un.org/depts/los/convention_agreements/texts/unclos/unclos_e.pdf
[7] A.Cuzzolini, La Francia presenta la strategia di controllo dei fondali marini, 17 febbraio 2022. Disponibile al link: http://www.cesi-italia.org/articoli/1536/cesi-update-la-francia-presenta-la-strategia-di-controllo-dei-fondali-marini.
[8] Ministère des Armées, Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022, p. 7.
[9] Ibid.
[10] Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins. Disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=IOnm6bR5u4E&feature=emb_title

[11] G. Caprara, Un F-35 Britannico è precipitato nel Mediterraneo, Notizie Geopolitiche, 28 novembre 2021. Disponibile al link: https://www.notiziegeopolitiche.net/un-f-35-britannico-e-precipitato-nel-mediterraneo/.
[12]C. Rossi, F-35, cosa è successo al velivolo della Us Navy nel Mar Cinese Meridionale, StartMag, 25 gennaio 2022. Disponibile al link:  https://www.startmag.it/mondo/f-35-us-navy-incidente-mar-cinese-meridionale/.
[13] Ministère des Armées, Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022, p. 7.
[14] Ivi, p.9.
[15] Ministère des Armées, Stratégie Ministérielle De Maîtrise Des Fonds Marins, 10 Points Clés, 2022, p. 2.
[16] Ministère des Armées, Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022, p. 11.
[17] Ibid.
[18] Ministère des Armées, Stratégie Ministérielle De Maîtrise Des Fonds Marins, 10 Points Clés, 2022, p. 2.

[19] République Française, Office Français de la Biodiversité, La stratégie nationale pour la biodiversité. Disponibile al link: https://www.ofb.gouv.fr/la-strategie-nationale-pour-la-biodiversite
[20] Ministère des Armées, Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins, 14 febbraio 2022, p. 10. 
[21] Ivi, p. 4.
[22] Ministère des Armées, Actualités, Les armées se dotent d’une stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins. Disponibile al link: https://www.defense.gouv.fr/portail/actualites2/les-armees-se-dotent-d-une-strategie-ministerielle-de-maitrise-des-fonds-marins
[23] Supra, (21).
[24] Limes, Dispute marittime intorno alla Cina. Disponibile al link: https://www.limesonline.com/mar-cinese-dispute-sovranita-isole-miglia-nautiche-cina-usa-asean/119228.  
[25] P.P. Raimondi, Nel Mediterraneo Orientale non è (solo) una questione di energia. Disponibile al link: https://www.oasiscenter.eu/it/nel-mediterraneo-orientale-non-e-solo-una-questione-di-energia
[26] Supra, (21), p. 5.
[27] Présentation de la stratégie ministérielle de maîtrise des fonds marins. Disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=IOnm6bR5u4E&feature=emb_title
[28] P. Mauri, “È stata attività umana”. Così la relazione norvegese sul cavo sottomarino troncato, Insideover, 13 febbraio 2022. Disponibile al link: https://it.insideover.com/difesa/e-stata-attivita-umana-cosi-la-relazione-norvegese-sul-cavo-sottomarino-troncato.html.


Foto copertina: L’unità di punta di una nuova classe di sommergibili d’attacco nucleare della Marina francese è ora in acqua dopo che è stata svelata in una grande cerimonia il 12 luglio 2019.