L’accordo sugli idrocarburi tra Libia e Turchia: tra nuove e vecchie tensioni


L’accordo di cooperazione energetica tra Turchia e Governo di Unità Nazionale è destinato a incrinare equilibri già instabili.


A cura di Gilda Garofalo

Lo scorso 3 ottobre, la Turchia e il Governo di Unità Nazionale (GNU) della Libia hanno firmato un accordo di cooperazione per l’esplorazione degli idrocarburi nelle acque territoriali libiche e sul suolo libico[1]. L’accordo sugli idrocarburi, il cui testo non è ancora stato reso pubblico, è stato definito dal Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu “un’intesa win-win”, che consente la cooperazione tra le compagnie turche e quelle libiche nelle attività di esplorazione e di trivellazione sia in mare che sulla terraferma[2].
Tale intesa si basa sul controverso quanto discusso Memorandum of Understanding del novembre 2019 sulla delimitazione delle aree di giurisdizione marittima nel Mediterraneo, firmato dal Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e dall’ex Premier libico Fayez al-Sarraj. Il memorandum delimita in modo preciso le rispettive giurisdizioni marittime nel Mediterraneo, entro le quali è riconosciuto il diritto di sovranità dell’uno o dell’altro stato[3].

L’Unione europea si è espressa duramente e senza mezzi termini rispetto all’accordo sugli idrocarburi tra Turchia e Libia del 3 ottobre, dichiarando la propria posizione “immutata” rispetto a quella presa nel dicembre 2019: “il Memorandum of Understanding viola i diritti di sovranità degli stati terzi, non rispetta il diritto del mare e non può produrre alcuna conseguenza legale per gli stati”[4].
Il rinnovato accordo sugli idrocarburi è destinato a scuotere diversi equilibri, tutti piuttosto precari. Innanzitutto, da tenere in debito conto è la delicata situazione politica in cui versa la Libia, con due governi rivali a controllare territori diversi del paese, come conseguenza della nuova fase del conflitto civile che attraversa il paese ormai dal lontano 2011. L’accordo, infatti, sottoscritto dal governo ad interim guidato da Dbeibah, non è stato riconosciuto dall’ amministrazione rivale di Tobruk. Questo episodio è in grado di acuire le rivalità e le tensioni tra i due governi, ritardare ulteriormente la risoluzione dell’insostenibile assetto politico del paese e, infine, rimescolare le carte in tavola a favore del governo di Tripoli. La Turchia, infatti, è da sempre uno tra i principali sostenitori del Governo di Unità Nazionale e, ancor prima, del Governo di Accordo Nazionale (GNA).

Un’instabilità senza fine

Con il voto di fiducia per il governo ad interim espresso dalla Camera dei Rappresentanti di Tobruk, si era aperto, nel marzo 2021, un nuovo spiraglio di ottimismo verso la fine della lunga era di instabilità politica che ha colpito il paese a partire dal 2011. Tuttavia, le elezioni che erano previste per il 24 dicembre dello scorso anno sono state rinviate a data da destinarsi; notizia che non ha colto di sorpresa gli analisti. Le cause sono state molteplici e riguardavano il futuro di Dbeibah – il quale non aveva rispettato l’accordo preso al momento della nomina con il quale accettava di non candidarsi alle elezioni – il disaccordo sulla lista finale dei candidati e la presenza ancora massiccia di milizie armate. Tutti questi fattori sono riassumibili in due grandi fallimenti: il mancato disarmo del paese e l’incapacità di condurre un processo di riconciliazione tra le due entità politiche contrapposte che rappresentano una realtà insostenibile per la Libia[5].

La Turchia è tutt’altro che esente da responsabilità. La sua presenza militare in Libia ha impedito il processo di pace e ha rappresentato un ostacolo reale alle elezioni. Alla luce di tutto questo, è facile intuire come l’amministrazione rivale di Tobruk si sia rifiutata di riconoscere l’accordo, nel quale coglie la volontà della Turchia di legittimare e aumentare la propria presenza sul suolo libico. Inoltre, una delle principali motivazioni addotte dalla Camera dei Rappresentanti di Tobruk consiste nel fatto che non viene riconosciuto a Dbeibah “il diritto di stipulare accordi internazionali con potenze straniere”, secondo le parole di Fathi Bashagha, guida del Governo di Stabilità Nazionale, nominato dalla Camera dei Rappresentanti[6].  

Tensioni nel Mediterraneo

Una posizione, quella secondo la quale il governo di Dbeibah non è autorizzato a concludere accordi internazionali, condivisa anche dall’Egitto[7]. A livello regionale, questo accordo è particolarmente inviso a Egitto, Grecia e Cipro.
L’equilibrio regionale era stato compromesso già dal Memorandum of Understanding del 2019, che – secondo Grecia, Egitto e Cipro – sfidava la loro sovranità e minava i loro diritti economici, oltre che marittimi, in aree caratterizzate dalla presenza di vaste risorse di gas naturale. Tuttavia, in quest’occasione il governo di Dbeibah non sembra curarsi delle rimostranze degli stati vicini che si sono opposti alla stipula dell’accordo[8]. È evidente, pertanto, che l’intesa energetica è in grado di agitare ulteriormente le acque del Mediterraneo, un mare al centro di molte contese di natura geopolitica.

L’ultima considerazione necessaria è che l’accordo sugli idrocarburi tra Turchia e Libia si inserisce in un contesto globale predominato dal conflitto russo-ucraino, il quale ha generato un’ondata di profondo sconvolgimento e instabilità nel mercato energetico globale. Quella che stiamo vivendo è una grave crisi energetica, che mostra chiaramente l’instabilità dell’intero sistema di approvvigionamento dell’energia. Inoltre, il conflitto ha mostrato la dipendenza di alcuni paesi della regione del Medio Oriente e Nord Africa da Mosca e Kiev per l’approvvigionamento di materie prime e, dunque, la necessità e l’urgenza di trovare valide alternative in ambito energetico[9]. In tale contesto, il presidente Dbeibah ha dichiarato che il governo da lui rappresentato intende far fronte all’incremento della domanda di gas come conseguenza della guerra in Ucraina con le attività di esplorazione petrolifera nelle acque territoriali libiche, da condurre con il sostegno degli stati vicini[10]. L’incremento dei prezzi dell’energia ha reso – senza dubbio – più urgente la disputa per aggiudicarsi i diritti sulle vaste risorse di idrocarburi presenti in Libia.

Concludendo, lo scopo principale dell’accordo è la volontà di entrambi i paesi di mitigare la carenza di idrocarburi e far fronte alla crisi energetica, oltre che di ottenere benefici economici per ambo le parti. Tuttavia, non è possibile sottovalutare la portata geopolitica di questo accordo di cooperazione energetica che è destinato a scuotere il labilissimo equilibrio interno alla Libia e quello regionale, caratterizzato da relazioni delicate con gli stati vicini del Mediterraneo orientale. Una sempre più massiccia presenza turca sul territorio libico costituisce un ostacolo per il processo di pacificazione interno e una minaccia alla sovranità di paesi come Egitto, Grecia e Cipro che vedono i propri diritti economici e marittimi, oltre che la loro stessa sovranità, pesantemente violati.


Note

[1] Fortuna Finocchito, “L’intesa tra Libia e Turchia sull’energia: nuove tensioni nel Mediterraneo”, CeSI, 5 ottobre 2022, https://www.cesi-italia.org/it/articoli/lintesa-tra-libia-e-turchia-sullenergia-e-gli-echi-di-nuove-tensioni-nel-mediterraneo.
[2] Rédaction Africanews, “Libya and Turkey sign economic and maritime deals”, Africanews, 4 ottobre 2022, https://www.africanews.com/2022/10/04/libya-and-turkey-sign-economic-and-maritime-deals/.
[3] Memorandum of understanding between the Government of the Republic of Turkey and the Government of National Accord-State of Libya on delimitation of the maritime Jurisdiction areas in the Mediterranean, https://www.un.org/depts/los/LEGISLATIONANDTREATIES/PDFFILES/TREATIES/Turkey_11122019_%28HC%29_MoU_Libya-Delimitation-areas-Mediterranean.pdf.
[4] Rédaction Africanews, op. cit., 4 ottobre 2022.  
[5] Federica Saini Fasanotti, “Libia ancora in attesa di democrazia”, ISPI, 8 febbraio 2022, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/libia-ancora-attesa-di-democrazia-33105.
[6] Oil Review Middle East, “Uncertainty prevails over Turkey-Libya exploration deal”, 13 ottobre 2022, https://oilreviewmiddleeast.com/exploration-production/uncertainty-prevails-over-turkey-libya-exploration-deal.
[7] Oil Review Middle East, op. cit., 13 ottobre 2022.
[8] France 24, “Libya PM defends undersea gas deal with Turkey”, 6 ottobre 2022, https://www.france24.com/en/live-news/20221006-libya-pm-defends-undersea-gas-deal-with-turkey.
[9] Fortuna Finocchito, op. cit., 5 ottobre 2022.
[10] Rédaction Africanews, “Libyan PM defends controversial hydrocarbon deal with Turkey”, Africanews, 6 ottobre 2022, https://www.africanews.com/2022/10/06/libyan-pm-defends-controversial-hydrocarbon-deal-with-turkey/.


Foto copertina: Mappa dell’accordo sugli idrocarburi tra Libia e Turchia