Juan Román Riquelme si riconferma presidente del Boca Juniors battendo la formula Ibarra-Macri con il 65,3% dei voti.
A cura di Rosa Scamardella
Solo una settimana dopo l’insediamento ufficiale di Javier Milei come presidente dell’Argentina, il suo alleato politico Mauricio Macri registra una sconfitta non da poco nell’ambito della campagna elettorale che ogni quattro anni stabilisce il nuovo presidente del Boca Juniors. La sua candidatura, affiancata a quella dell’economista Andrés Ibarra, è stata infatti schiacciata dal 65% dei consensi raccolti da
Juan Román Riquelme, ex centrocampista, storico e amatissimo volto del club, insieme Jorge Amor Ameal, presidente uscente1.
Il contesto
Le elezioni si sono consumate sullo sfondo di una Buenos Aires spazzata di raffiche di vento oltre i 130 km/h, figlie della stessa tormenta che due giorni prima ha causato 13 morti e diversi feriti a Bahía Blanca2. Si tratta della prima emergenza affrontata dal nuovo governo, volendo separare le catastrofi naturali dal disastro economico in cui vera il paese. Uno scenario, quest’ultimo, su cui ha fatto leva il neo- eletto presidente per affiancare alla squadra designata dei nuovi ministri alcuni volti noti, già accreditatisi sotto il governo di Cambiemos (2015-2019) presidiato proprio da Mauricio Macri, per inaugurare il suo mandato varando un pesantissimo pacchetto di riforme al sapore di austerità, salutato con favore dal Fondo Monetario Internazionale3.
Campagne parallele
La sovrapposizione quasi totale della campagna presidenziale con quella per la guida del Boca non ha fatto altro che suffragare l’evidenza dell’inscindibilità fra politica e calcio che trova in Argentina la sua sede simbolica.
Il nuovo presidente si è più volte dichiarato ex- tifoso del club. A fargli perdere la passione sarebbe stata proprio il ripescaggio del “vecchio” Riquelme, segnato da un intollerabile ed inefficiente populismo. In prima lettura, un’accusa risibile se riferita al mondo del calcio, a prescindere dalla definizione di populismo cui si faccia riferimento, ma che si affratella naturalmente all’altro grande accusato di “populismo” improduttivo e parassitario durante la campagna di Milei: il kirchenrismo.
La banalizzazione dei concetti, ripetuti, semplificati e forzati in grandi equivalenze discorsive è una caratteristica comunicativa propria delle campagne elettorali della nuova estrema destra.
Un carro su cui Mauricio Macri ha deciso di salire all’indomani del trionfo elettorale dell’anarcocapitalista, dichiarando finita l’ “epoca di Maradona”, facendo riferimento ad un tempo connotato da sprechi, illegalità, una macchina statale considerata troppo invadente e corrotta.
Ci sono buone possibilità che a far ritornare la passione (e la voglia di andare a votare alla Bombonera) al nuovo presidente argentino sia stata l’esigenza di ricambiare il favore all’alleato per l’appoggio fornitogli durante il ballottaggio, vale a dire l’ endorsement che ha spostato il 20% dei voti della candidata della destra ufficiale, Patricia Bullrich, verso il leader de La Libertad Avanza nello scontro finale con il peronista Sergio Massa. Recandosi alle urne allestite dal club, Milei è stato ricoperto di fischi e di insulti, accusato di essere un “aggiustatore” del Fondo Monetario Internazionale, un ladro di pensioni e un amico di quella casta contro cui, con forza e veemenza, si era scagliato prima di inglobarla nel suo governo4.
Il nuovo presidente si è più volte dichiarato ex- tifoso del club. A fargli perdere la passione sarebbe stata proprio il ripescaggio del “vecchio” Riquelme, segnato da un intollerabile ed inefficiente populismo. In prima lettura, un’accusa risibile se riferita al mondo del calcio, a prescindere dalla definizione di populismo cui si faccia riferimento, ma che si affratella naturalmente all’altro grande accusato di “populismo” improduttivo e parassitario durante la campagna di Milei: il kirchenrismo.
La banalizzazione dei concetti, ripetuti, semplificati e forzati in grandi equivalenze discorsive è una caratteristica comunicativa propria delle campagne elettorali della nuova estrema destra.
Un carro su cui Mauricio Macri ha deciso di salire all’indomani del trionfo elettorale dell’anarcocapitalista, dichiarando finita l’ “epoca di Maradona”, facendo riferimento ad un tempo connotato da sprechi, illegalità, una macchina statale considerata troppo invadente e corrotta.
Ci sono buone possibilità che a far ritornare la passione (e la voglia di andare a votare alla Bombonera) al nuovo presidente argentino sia stata l’esigenza di ricambiare il favore all’alleato per l’appoggio fornitogli durante il ballottaggio, vale a dire l’ endorsement che ha spostato il 20% dei voti della candidata della destra ufficiale, Patricia Bullrich, verso il leader de La Libertad Avanza nello scontro finale con il peronista Sergio Massa. Recandosi alle urne allestite dal club, Milei è stato ricoperto di fischi e di insulti, accusato di essere un “aggiustatore” del Fondo Monetario Internazionale, un ladro di pensioni e un amico di quella casta contro cui, con forza e veemenza, si era scagliato prima di inglobarla nel suo governo4.
Tutto il fútbol argentino in gioco
Se l’appoggio di Macri si è rivelato essenziale perché il leader de La Libertad Avanza arrivasse alla Casa Rosada, per la corsa Ibarra- Macri alla presidenza del Boca Juniors quest’alleanza sembra aver procurato più danni che altro.
Al duo sconfitto da Riquelme non è bastato pubblicizzare il progetto della “Bombonera Siglo XXI”, il monumentale ampiamento dello stadio del Boca che avrebbe portato a 105mila gli spettatori delle partite dei Xeneize, prevedendo la costruzione di un nuovo campo da collegare al primo tramite un tunnel sospeso e in cui collocare attività commerciali, partite minori e un enorme maxischermo5. Né i soci aventi diritto al voto si sono lasciati fidelizzare dai ricordi legati alla precedente esperienza di Macri come presidente della squadra, durata dal 1994 al 2007, tanto felice da consacrarlo, con 16 titoli ottenuti, come il gestore più vittorioso della storia del Boca6.
Paradossalmente, considerando l’esito delle presidenziali, la formula Ibarra-Macri ha risentito dell’informale appoggio di Javier Milei. Il nuovo presidente, durante tutta la sua campagna elettorale, più volte si era espresso rispetto al calcio e al cambiamento che riteneva necessario: l’intenzione di trasformare i club, attualmente società pubbliche ad azionariato diffuso, in società per azioni aperte anche agli investimenti stranieri.
Per realtà come quella del Club Atlético Boca Juniors (CABJ), la formazione di calcio maschile a 11 rappresenta solo la punta dell’ice-berg di un universo sportivo e culturale che coinvolge i soci e le loro famiglie in un processo identitario e di appartenenza sociale controllato dal basso, molto più complesso della semplice dimensione calcistica. Più di 100 club hanno così reagito alle proposte di Milei assumendo una posizione compatta e di netto contrasto rispetto alle stesse, chiarendo che per loro era in gioco la stessa natura del fútbol nazionale7.
Il trionfo di Riquelme
Quando, all’inizio di dicembre, dopo il trionfo elettorale del leader de La Libertad Avanza, in sede giudiziaria si è stabilita la necessità di sospendere le elezioni del Boca per la denuncia di Ibarra relativa alla supposta posizione irregolare di 13.000 nuovi soci con diritto di voto, la battaglia è apparsa ancora più campale.
Così, lo scorso 18 dicembre, mentre Macri non si presentava neanche a votare per un impegno preso coi vertici della FIFA e Milei veniva ricoperto di insulti, Riquelme, maradoniano e maradonista, ha letteralmente trionfato, raccogliendo il numero più alto di voti nella storia del Boca8.
Così, lo scorso 18 dicembre, mentre Macri non si presentava neanche a votare per un impegno preso coi vertici della FIFA e Milei veniva ricoperto di insulti, Riquelme, maradoniano e maradonista, ha letteralmente trionfato, raccogliendo il numero più alto di voti nella storia del Boca8.
Leggi anche:
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Maradona è lo Stato?
L’epoca di Maradona sembra insomma non essere finita del tutto per il suo storico avversario. Il defunto campione, oltre ad aver insultato in più di una sede Macri, lo aveva definito impresentabile, analfabeta e, anche quando era il suo presidente, “non il mio padrone”9. Si trattava certo di quel tono di aperta sfida al potere incarnato che il più grande genio della storia del calcio non si è mai risparmiato. Tuttavia, il senso di tale affermazione è da ricercare anche nel potere effettivamente limitato, se comparato a quello dei grandi manager e dei fondi di investimento cui siamo abituati nei nostri campionati, di cui dispongono i vertici dei club argentini.
Partendo dal presupposto che mai nella sua storia lo sport e, in particolare, il calcio siano stati apolitici,
nell’Argentina di Milei questo risultato merita di essere letto nella sua dignità. Una fra le possibili letture, ad esempio, suggerisce che il sogno anarco-capitalista, profondamente anti- statalista, dell’attuale presidente non abbia convinto né conquistato un campione di popolazione rilevante, scontrandosi con l’intero mondo del calcio. Un’interpretazione che connoterebbe quello dello scorso novembre come un voto di stanchezza, frutto della constatata inefficienza del del ventennio quasi ininterrotto di kirchnerismo. In una società in cuiquesto sport è epica e passione civile e i club sono dei veri e propri corpi intermedi che raccolgono le istanze e le identità di soci e tifosi, riuscendo ancora ad intercettarne il quotidiano, la prospettiva di aprirsi al mercato lasciandosi conquistare dalle sirene di più vittorie, stadi più grandi e competitività internazionale più elevata, non è risultata abbastanza attraente.
L’epoca di Maradona presumibilmente finita, nella forzatura discorsiva di Macri, eternizzava il campione elevandolo ad una categoria che ancora non gli era stata attribuita: quella di Stato. Pezzi rilevanti di Argentina non sembrano ancora disposti a dirgli addio.
Note
1 https://elpais.com/argentina/2023-12-18/riquelme-es-el-nuevo-presidente-de-boca-juniors-macri-sufre-una-contundente-derrota-electoral.html
2 https://www.infobae.com/sociedad/2023/12/17/temporal-en-buenos-aires-las-consecuencias-de-las-fuertes-rafagas-de-viento-y-lluvia-minuto-a-minuto/
3 https://exame.com/economia/fmi-respalda-medidas-economicas-anunciadas-por-milei/
4 https://www.youtube.com/watch?v=wc_trdeX_mY
5 https://planetabj.com/boca-juniors/en-detalle-como-es-la-nueva-bombonera-que-proponen-ibarra-y-macri-20231118-PBJ-202279.html
6 https://www.periodicodecision.com.ar/los-momentos-de-mauricio-macri-en-boca-que-marcaron-su-perfil-politico/
7 https://www.sportellate.it/2023/11/19/argentina-calcio-elezioni-milei-massa-maradona-messi/
8 https://www.infobae.com/deportes/2023/12/17/por-que-mauricio-macri-no-fue-a-votar-en-las-elecciones-de-boca-juniors/
9 https://www.youtube.com/watch?v=OTRHYy2BTic
Foto copertina: Juan Román Riquelme eletto presidente del Boca Juniors