Il 25 aprile 2023 sono stati convocati alcuni accademici ed esperti indipendenti per la partecipazione, a Parigi, alla conferenza dal titolo “L’età dell’incertezza: l’autodeterminazione e i limiti della sovranità”.
Il 25 aprile 2023 sono stati convocati alcuni accademici ed esperti indipendenti per la partecipazione, a Parigi, alla conferenza dal titolo “L’età dell’incertezza: l’autodeterminazione e i limiti della sovranità”. L’obiettivo della conferenza è lo studio di temi legati alla nozione di indipendenza nazionale e i suoi sviluppi moderni. Nella contemporaneità, gli Stati nazionali non solo devono affrontare la sfida della globalizzazione, bensì anche delle minoranze che non si identificano con la narrativa ufficiale e con i valori del proprio Stato. I partecipanti alla conferenza hanno messo in luce la richiesta di autogoverno di tali gruppi attraverso una serie di casi studio.
Valentina Chabert, dottoranda presso l’Università di Roma “La Sapienza” e caporedattrice della rivista Opinio Juris – Law and Politics Review, ha trattato il conflitto in Nagorno-Karabakh da una prospettiva di diritto internazionale, discutendo le convergenti interpretazioni del conflitto da parte di Armenia e Azerbaijan. Ha posto in luce le motivazioni storiche che hanno condotto all’auto-proclamazione della “Repubblica dell’Artsakh”, e ha fatto riferimento alle risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che specificano l’appartenenza del Karabakh all’Azerbaijan. Infine, ha esaminato la questione del corridoio di Lachin in questa prospettiva.
Daniel Miller, Presidente del Texas Nationalist Movement (TNM), ha difeso il diritto delle persone di scegliere il proprio destino politico. Ha enfatizzato il fatto che l’autodeterminazione sia diventato un elemento fondamentale della diplomazia moderna. Risoluzioni e accordi internazionali hanno affermato il diritto delle persone di perseguire il proprio sviluppo politico, economico e culturale liberi da interferenze esterne. Il “Texit” ed altri movimenti simili spingono i confini del pensiero politico tradizionale verso una rivalutazione dei concetti di statualità, autonomia e la relazione tra l’autorità centrale e il controllo locale. Ciò potrebbe essere indicatore di una ridefinizione della struttura degli Stati Uniti come un’istituzione sovranazionale piuttosto che uno Stato-Nazione monolitico, “nello spirito dei padri fondatori che volevano un’unione di Stati sovrani che perseguissero l’autonomia statale e le libertà individuali”.
Nate Smith, collega di Miller, ha discusso il significato del Texas Nationalist Movement, le sue caratteristiche principali e la sua attività politica. Il TNM è un movimento pacifico che utilizza il referendum come mezzo per raggiungere l’indipendenza culturale ed economica.
Bob Bird, capo dell’Alaskan Indipendent Party (AKIP) ha parlato della storia del suo movimento, che risale alle origini dello Stato e alla nascita dello stesso partito. Ha citato il discorso dell’ex governatore dell’Alaska, Ernest Gruening, degli anni Cinquanta, ripercorrendo le varie fasi del partito durante gli ultimi decenni. Tra gli altri aspetti, ha citato il momento in cui i leader dell’AKIP hanno desiderato supporto esterno, come Vogler negli anni Novanta. Bob Bird ha anche ricordato agli ospiti la risurrezione dell’AKIP nel 2008 con Sarah Palin e la strategia del partito di vincere sui propri oppositori, in primis gli ecologisti che spesso proibiscono lo sfruttamento delle risorse naturali dello Stato, ostruendo così il percorso dell’Alaska verso l’indipendenza economica.
L’ultimo relatore ha applicato un approccio più concettuale e comparativo con riguardo allo Stato e all’autodeterminazione. Olivier Rouot, consulente internazionale e giornalista, ha comparato la situazione di numerose regioni europee come la Catalogna, la Britannia e la Corsica. Ha affermato che il desiderio separatista, che è sempre più evidente, non è volto a rompere con lo Stato, bensì a riscoprire e ricreare connessioni più forti con esso. In questo senso, FREXIT e gli altri movimenti europei che mirano alla possibilità che i propri Paesi si allontanino dalle strutture politiche europee, costituirebbero il primo modello storico di unificazione e, pertanto, di separatismo patriottico. Lasciare una super-regione artificiale dando coerenza alla propria identità nazionale, potrebbe essere un gesto patriottico.
Alfonso Moura, un commentatore politico e accademico dell’Università di Lisbona ha offerto un’analisi comparativa dei concetti di sovranità tra il Medioevo e l’età moderna. Partendo da esempi storici, Moura ha mostrato come la concezione di sovranità è evoluta con il tempo.
La dottoressa Raphaëlle Auclert, docente all’università Cattolica di Vendée (ICES), ha presentato la sua ricerca sul concetto di separatismo interno, una nozione che si riferisce all’immigrazione interna. Durante il suo discorso, Auclert ha esplorato il contesto storico delle guerre vandeane nel XVIII secolo, durante le quali fu applicato il separatismo interno. Ha anche tracciato parallelismi tra passato e presente, evidenziando il recente riemergere di questo concetto nella Francia odierna, derivante dalla crisi economica e dai disordini politici.
La conferenza è culminata con i relatori che hanno affermato l’importanza di studiare i movimenti pacifici di autodeterminazione in tutto il mondo. Hanno concordato sulla necessità di sviluppare nuovi quadri teorici e concettuali per descrivere i movimenti indipendentisti contemporanei. È stata anche evocata la possibilità di creare un’associazione internazionale di movimenti indipendentisti in Texas.
Comunicato stampa