L’11 settembre la Svezia si è recata alle urne per le elezioni legislative. Il partito di estrema destra dei Democratici Svedesi, guidato da Jimmie Åkesson, ne è uscito estremamente rafforzato: è ora la seconda forza politica del paese e si appresta a giocare un ruolo d’influenza nell’ambito del futuro governo svedese, consegnando alla storia la narrazione dell’“eccezionalismo svedese”.
Il mese di settembre ha visto non soltanto l’Italia, ma anche la Svezia recarsi alle urne per determinare la nuova configurazione del Riksdag, il parlamento svedese, dopo un’accesa campagna elettorale dominata dai temi dell’immigrazione e del crimine organizzato, in un contesto di forti rincari dei prezzi dell’energia e di crescenti tensioni con Mosca. I risultati delle elezioni hanno delineato una chiara svolta politica a destra, già preannunciata dalle previsioni.[1] La coalizione di destra ha raggiunto il 49% dei voti, corrispondenti a 176 seggi nel Riksdag, ottenendo una vittoria di misura rispetto a quella di centrosinistra che, con il 48% dei consensi, avrà accesso soltanto a tre seggi in meno in parlamento.[2] La vera forza trainante della coalizione di destra, e quella uscita realmente vittoriosa dalla recente tornata elettorale, è il partito dei Democratici Svedesi (Sverigedemokraterna) che ha incassato il 20,5% delle preferenze, un risultato storico per un partito che nel 2005 raccoglieva l’1% dei consensi[3] e che, soltanto dopo le elezioni del 2018 era riuscito a divenire il terzo partito del paese con il 17,5% dei voti[4]. Nonostante il Partito Socialdemocratico alla guida del governo uscente abbia raggiunto il 30,3% e sia rimasto il partito più votato, l’attuale premier Magdalena Andersson ha riconosciuto la sconfitta, rassegnando le sue dimissioni.[5]
Una campagna elettorale imperniata sui problemi delle bande criminali e dell’immigrazione
La campagna elettorale per le elezioni legislative dell’11 settembre si è tenuta in circostanze eccezionali ed in un clima di allerta, dovuto ad un inasprimento delle tensioni con Mosca a seguito della domanda di adesione della Svezia alla NATO.[6] L’agenzia di difesa psicologica del paese, un organo governativo risalente ai tempi della Guerra fredda e reintrodotto a gennaio, ha rilevato un’intensificazione dell’attività di fonti straniere dopo la domanda di adesione e teme una maggiore vulnerabilità a campagne di disinformazione sull’immigrazione, sul crimine, sul lavoro e sulla crescita rampante dei prezzi dell’energia.[7] Non stupisce quindi il fatto che, nonostante le minacce di Putin sull’estensione di infrastrutture militari della NATO in Svezia[8] e la crisi energetica, la campagna elettorale è stata dominata da un focus sui temi dell’immigrazione e del crimine. Si tratta di temi che, secondo un ex consulente ministeriale e ricercatore esterno presso lo European Council on Foreign Relations, sono stati sapientemente collegati da fabbriche di troll russe[9] e che hanno da anni acquisito una rilevanza crescente nel dibattito politico svedese, tale da spingere anche il Partito Socialdemocratico al governo ad assumere posizioni sempre più rigide ed intransigenti.[10] La crisi dei rifugiati ha condotto il governo socialdemocratico di Stefan Löfven a ripensare un modello basato sull’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo di ogni nazionalità, descritto come “eccezionalismo svedese”.[11] Già nel 2015, il primo ministro Löfven affermava che la Svezia non aveva più le capacità necessarie per accogliere elevati livelli di afflussi di richiedenti asilo[12] e adottava politiche più stringenti, che comprimevano la possibilità di ricongiungimento familiare e prevedeva unicamente la concessione di permessi di residenza temporanei per le persone in necessità di protezione internazionale.[13] In merito al tema della criminalità organizzata, questo è divenuto preponderante nel dibattito e sembra rispecchiare un trend in atto nel paese da circa dieci anni: la Svezia rappresenta infatti l’unico paese europeo in cui gli omicidi con arma da fuoco sono aumentati, raggiungendo la quota di 44 omicidi soltanto nel corso del 2022.[14] Il fenomeno sta assumendo, quindi, proporzioni notevoli a causa dell’operato di bande criminali, in particolare di narcotrafficanti, che hanno alimentato paura e tensioni con guerre tra gang criminali e sparatorie per strada,[15] mietendo alcune vittime nelle città di Malmö, Helsingborg e Haninge durante la scorsa estate.[16] L’entità del fenomeno ha inevitabilmente spinto il Partito Socialdemocratico a dover riconoscere i propri errori e a dichiarare guerra al crimine, inasprendo i toni e spingendosi finanche a stabilire una connessione tra aumento della criminalità e numero di migranti, anche se mai esplicitamente.[17] I Democratici Svedesi (DS) hanno criticato il loro modello di contrasto fallimentare dei Socialdemocratici, ritenuto troppo morbido in quanto basato principalmente su politiche di integrazione sociale volte ad attenuare le disuguaglianze economiche e le dinamiche di esclusione sociale – specialmente in alcune aree urbane dove predominano immigrati di prima e seconda generazione – che molti ritengono i fattori alla base dell’esistenza e dell’attivismo delle bande in tali aree.[18] La rilevanza del tema è stata dunque sfruttata dai DS per chiedere misure più restrittive, soprattutto nei confronti di stranieri e richiedenti asilo provenienti da Medio Oriente e Nord Africa[19], difendendo una posizione condensata in uno dei principali slogan della campagna elettorale DS: “Deportare i criminali stranieri…nessuna discussione”.[20] Il messaggio dei DS rappresenta un’aspra critica ad un sistema di giustizia penale basato prevalentemente sulla riabilitazione e non su misure punitive, e ritenuto per questo meritevole di riforme comprendenti l’introduzione di periodi di detenzione più lunghi ed un più ampio uso dello strumento della deportazione.[21] Attraverso una narrazione che dipinge la Svezia come un paese dilaniato dal crimine e logorato dal collasso del welfare state, a causa del governo socialdemocratico, che però può tornare alla sua grandezza, il partito guidato da Jimmie Åkesson è riuscito a riempire molte piazze e a rimpiazzare i Moderati come secondo partito nel paese.[22]
Jimmie Åkesson e la parabola ascendente dei Democratici svedesi
Il messaggio politico anti-immigrazione dei DS, che ha avuto ampia risonanza in questa tornata elettorale, va osservato alla luce della storia del partito per comprenderne le sue radici più profonde. I Democratici svedesi nascono nel 1988 come partito caratterizzato da chiare connessioni con gli ambienti fascisti e nazionalisti svedesi: il segretario di partito nominato nel 1989, Anders Klarström, aveva avuto legami con il partito neo-nazista noto come Nordic Realm Party, e la linea politica iniziale del partito era estremamente dura, professando ostilità a qualsiasi tipo di immigrazione, non soltanto quella musulmana.[23] Il partito cresce negli anni ’90 in un contesto di tagli alla spesa pubblica, deindustrializzazione, crescita della disoccupazione e afflussi di rifugiati in fuga dalla guerra in Jugoslavia; allo stesso tempo, però, cerca di cancellare i suoi tratti razzisti e i riferimenti espliciti al nazismo.[24] Questa forza politica nascente fin dagli albori, dunque, si è posta in netto contrasto con un sistema politico dominato dal Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia, che ha governato il paese per buona parte del XX secolo, e dal Partito Moderato, un partito di centro-destra liberista in economia: entrambe sono stati tradizionalmente uniti da un consenso d’ispirazione centrista basato sull’umanitarismo ed il welfare sociale.[25] In particolare, l’accoglienza di rifugiati di tutte le nazionalità ha sempre rappresentato una fonte di orgoglio nazionale, un tratto distintivo rispetto alle politiche migratorie restrittive adottate da altri paesi europei a cavallo tra gli anni’ 90 e ‘2000, tale da nutrire una narrazione sul cosiddetto “eccezionalismo svedese”.[26] Pertanto, per comprendere l’evoluzione e la progressiva crescita dei Democratici svedesi nel contesto politico preesistente, è necessario focalizzarsi sul ruolo determinante svolto dall’attuale leader, Jimmie Åkesson, un ex sviluppatore web ed ex affiliato al Partito Moderato. Åkesson ha contribuito ad una trasformazione radicale del partito, portandolo ad accedere al Riksdag nel 2010 e ad accrescere costantemente la propria base elettorale. Dopo l’ingresso in parlamento, infatti, i DS hanno più che raddoppiato i consensi alle elezioni successive del 2014, ottenendo il 12,9% dei voti e divenendo la terza forza politica, per poi arrivare al 17,5% delle preferenze nel 2018 e giungere allo storico risultato dello scorso settembre.[27] Unitosi ai DS negli anni ’90, Åkesson forma un gruppo giovanile del partito nella propria città natale, per poi diventare leader dell’organizzazione giovanile nazionale dei DS ed infine leader del partito nel 2005.[28] Durante gli studi in Scienze politiche all’Università di Lund stabilisce inoltre un sodalizio con Richard Jomshof, Mattias Karlsson and Björn Söder, futuri esponenti del partito, che lo aiuteranno ad ampliare la base elettorale degli SD nelle zone rurali ed in quelle densamente abitate da immigrati, facendo leva su un messaggio politico che attribuisce all’immigrazione islamica la responsabilità della distruzione del welfare state svedese.[29] Ciononostante, l’obiettivo preponderante di Åkesson, una volta acquisita la leadership del partito, diviene quello di ripulirlo dalle sue radici estremiste.[30] Per anni, infatti, i DS sono stati ostracizzati dai principali partiti politici a causa dei loro legami con i gruppi neo-nazisti attivi in Svezia negli anni ’90.[31] Negli ultimi diciassette anni Åkesson si sforza di diluire i toni del proprio partito, ammorbidendo le posizioni xenofobe del partito e allontanando i suoi dirigenti spiccatamente razzisti, per fare spazio ad un messaggio identitario e nazionalista non del tutto ostile all’immigrazione ma favorevole a rigorosi programmi di assimilazione culturale dei nuovi arrivati.[32] L’esigenza di ammorbidire i toni e di riportare i DS nell’alveo dei partiti politici mainstream, non ha tuttavia impedito al partito di costruire una forte retorica anti-Islam ben prima della crisi dei rifugiati del 2015, che individua nell’Islam il principale nemico del paese, attribuendo all’immigrazione una salienza politica senza precedenti.[33] Già nel 2009, Åkesson metteva il paese in guardia dagli stupri commessi dagli immigrati di religione musulmana e dalla segregazione delle donne nelle piscine, affermando che l’Islam e i musulmani in Svezia rappresentano “la più grande minaccia straniera dalla Seconda guerra mondiale”.[34] I DS sono, inoltre, riusciti a collegare sapientemente l’arrivo di nuovi immigrati di cultura islamica con la percezione di un aumento dei crimini violenti e di un onere sproporzionato per l’ammirato welfare state svedese.[35] Riassumendo, alcuni studiosi hanno individuato tre fasi nell’evoluzione dei DS, se non quattro: una prima fase corrisponderebbe all’attività del partito antecedente al 2006, quando i DS godevano di scarsa visibilità pubblica ed erano considerati alla stregua di un piccolo movimento dai toni neo-nazisti; una seconda fase, corrispondente al cambio di leadership con l’arrivo di Jimmie Åkesson, andrebbe dal 2006 al 2010 e avrebbe visto l’affermazione di messaggio populista, che contrappone le persone comuni alle élite globali corrotte, nel contesto della recessione globale del 2008; una terza fase si sarebbe invece aperta nel 2010 con l’ingresso nel Riksdag, cui è seguita una politica interna di tolleranza zero per il razzismo con conseguenti espulsioni di esponenti considerati eccessivamente razzisti dall’opinione pubblica.[36] In aggiunta a queste tre fasi evolutive, Danielle Lee Tomson, analista per Brookings Institutions, la crisi dei rifugiati del 2015 è il fattore scatenante di una nuova fase della vita del partito: l’arrivo di centinaia di richiedenti asilo di religione islamica, soprattutto a Malmö e in altre piccole città del Sud, ha messo a dura prova le capacità del governo, così come delle organizzazioni della società civile di far fronte a flussi di persone così ingenti e prodotto un malcontento crescente sulla gestione dell’immigrazione, del welfare e delle preoccupazioni di natura culturale da parte dei partiti al governo.[37] Questo avrebbe prodotto un’estensione l’ asiktskorridor – termine svedese che indica il “corridoio delle opzioni” di ciò che è ritenuto socialmente accettabile nella politica svedese – che ha consentito ai DS di fare una sorta di “coming out”, ovvero di esprimere liberamente il proprio pensiero anti-immigrazione ed anti-Islam fuoriuscendo dalla cornice del politicamente corretto.[38] Di conseguenza, alle elezioni politiche del 2018 i temi dell’immigrazione e dei servizi sanitari sono diventati predominanti e hanno consentito ai DS di sfruttare l’opportunità di guadagnare consensi, criticando i fallimenti dell’approccio del governo in carica e portando l’attenzione sulle fratture culturali con una popolazione immigrata osservante i dettami della religione islamica.[39] A coronamento di questa “quarta fase” del partito, nel 2018 i Democratici svedesi sono divenuti il terzo partito nel Riksdag, radicati soprattutto nella regione meridionale di Skäne,[40] e oggi sono la seconda forza politica, in grado di scalzare il governo decennale dei Socialdemocratici e di determinare gli equilibri alla base del futuro governo svedese.
I Democratici svedesi nel futuro governo ed in Europa
Nonostante i Democratici Svedesi di Åkesson abbiano raggiunto un successo elettorale senza precedenti, le probabilità che dal voto di settembre emerga un governo a trazione di estrema destra appaiono piuttosto remote. Infatti, i partiti che compongono il blocco della coalizione di destra – ovvero il Partito Moderato, i Liberali e i Democratici Cristiani – hanno offerto il proprio sostegno a Ulf Kristersson, leader del Parito Moderato per la carica di primo ministro, anche nel caso in cui i DS avessero ottenuto più voti.[41] Questi ultimi, inoltre, devono confrontarsi con un forte stigma politico, che potrebbe formalmente lasciarli all’esterno di un potenziale governo guidato dal Partito Moderato e dal Partito Liberale.[42] Tuttavia, secondo gli esperti i Democratici Svedesi sono inevitabilmente destinati ad esercitare un’influenza notevole nel futuro della politica svedese.[43] Con la vittoria del blocco di opposizione di destra, Åkesson cercherà di assicurarsi un’influenza notevole o come ministro in un governo di un’ampia coalizione, oppure come partito a sostegno di un governo di minoranza. Inoltre, l’immigrazione e la sorveglianza rappresentano le aree di policy in cui il partito cercherà di far valere maggiormente la propria influenza, puntando a trasformare le politiche migratorie tradizionalmente liberali nella direzione di una politica prossima all’obiettivo di zero richiedenti asilo.[44] Sebbene, dunque, la parabola ascendente dell’estrema destra in Svezia si discosterà da quella dell’Italia, essendo la guida del prossimo governo ancora preclusa ad Åkesson, l’ascesa dei DS rappresenterà comunque un forte terremoto politico in grado di sconvolgere i tradizionali equilibri del sistema politico svedese, che nell’ultimo secolo è stato fondato sul consensus building tra le varie forze politiche.[45] I DS si preparano ad avere un ruolo significativo in un paese noto per il suo ethos e le sue politiche progressiste, ed il loro successo non può essere letto in maniera slegata dal resto dell’Europa. È significativo che Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, si è congratulata con Åkesson e che la sua vittoria abbia preceduto di poche settimane l’exploit di Giorgia Meloni in Italia, con la quale condivide le posizioni anti-immigrazione e l’antipatia per l’Islam e per l’establishment “globalista”, nonché la scarsità di proposte innovative per le crisi più urgenti al momento, quella climatica e quella economica.[46] Alcuni commentatori si chiedono, pertanto, se il successo dei DS in Svezia sia da collocarsi in una più ampia svolta a destra che si sta verificando in tutto il continente europeo e se questo sia una conseguenza del fallimento delle politiche di accoglienza, volte a promuovere una società multiculturale in Svezia.[47] Ciò che si può affermare con certezza è che la vittoria dei DS segna definitivamente la fine dell’epoca dell’ “eccezionalismo svedese”.[48]
Note
[1] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[2] Ibidem.
[3] Crouch, D., Jimmie Åkesson: who is the leader of the far-right, The Guardian, 12 settembre 2022. https://www.theguardian.com/world/2022/sep/12/jimmie-akesson-who-is-the-leader-of-the-far-right-sweden-democrats
[4] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[5] Vince la destra in Svezia, la premier Andersson si dimette, ANSA, 14 settembre 2022
[6] Bryant M., Sweden on ‘high alert’for election interference amid Russia tensions, The Guardian, 4 settembre 2022. https://www.theguardian.com/world/2022/sep/04/sweden-high-alert-election-interference-amid-russia-tensions.
[7] Ibidem.
[8] Roth A., Putin issues fresh warning to Finland and Sweden on installing NATO infrastructure, The Guardian, 29 giugno 2022. https://www.theguardian.com/world/2022/jun/29/russia-condemns-nato-invitation-finland-sweden
[9] Bryant M., Sweden on ‘high alert’for election interference amid Russia tensions, The Guardian, 4 settembre 2022. https://www.theguardian.com/world/2022/sep/04/sweden-high-alert-election-interference-amid-russia-tensions.
[10] Le bande criminali sono al centro della campagna elettorale svedese. Il Post, 7 settembre 2022. https://www.ilpost.it/2022/09/07/svezia-gang-criminali-violenza-campagna-elettorale/
[11] Lee Tomson, D., The Rise of Sweden Democrats: Islam, Populism and the End of Swedish Exceptionalism, Brookings Institutions, 25 marzo 2020. https://www.brookings.edu/research/the-rise-of-sweden-democrats-and-the-end-of-swedish-exceptionalism/
[12] Ibidem.
[13] Jacobsen H., Sweden ends open door policy for asylum seekers, Euractiv, 25 novembre 2015. https://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/sweden-ends-open-door-policy-for-asylum-seekers/
[14] Le bande criminali sono al centro della campagna elettorale svedese. Il Post, 7 settembre 2022. https://www.ilpost.it/2022/09/07/svezia-gang-criminali-violenza-campagna-elettorale/
[15] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[16] Le bande criminali sono al centro della campagna elettorale svedese. Il Post, 7 settembre 2022. https://www.ilpost.it/2022/09/07/svezia-gang-criminali-violenza-campagna-elettorale/
[17] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[18] Le bande criminali sono al centro della campagna elettorale svedese. Il Post, 7 settembre 2022. https://www.ilpost.it/2022/09/07/svezia-gang-criminali-violenza-campagna-elettorale/
[19] Ibidem.
[20] Duxbury, C., ‘Make Sweden great again.’ Far right on the cusp of power, POLITICO, 8 settembre 2022. https://www.politico.eu/article/sweden-democrat-far-right-party-cusp-power/
[21] Ibidem.
[22] Ibidem.
[23] Lee Tomson, D., The Rise of Sweden Democrats: Islam, Populism and the End of Swedish Exceptionalism, Brookings Institutions, 25 marzo 2020. https://www.brookings.edu/research/the-rise-of-sweden-democrats-and-the-end-of-swedish-exceptionalism/
[24] Ibidem.
[25] Lee Tomson, D., The Rise of Sweden Democrats: Islam, Populism and the End of Swedish Exceptionalism, Brookings Institutions, 25 marzo 2020. https://www.brookings.edu/research/the-rise-of-sweden-democrats-and-the-end-of-swedish-exceptionalism/
[26] Ibidem.
[27] Crouch, D., Jimmie Åkesson: who is the leader of the far-right, The Guardian, 12 settembre 2022. https://www.theguardian.com/world/2022/sep/12/jimmie-akesson-who-is-the-leader-of-the-far-right-sweden-democrats
[28] Ibidem.
[29] Ibidem.
[30] Ibidem.
[31] Duxbury, C., ‘Make Sweden great again.’ Far right on the cusp of power, POLITICO, 8 settembre 2022. https://www.politico.eu/article/sweden-democrat-far-right-party-cusp-power/
[32] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[33] Lee Tomson, D., The Rise of Sweden Democrats: Islam, Populism and the End of Swedish Exceptionalism, Brookings Institutions, 25 marzo 2020. https://www.brookings.edu/research/the-rise-of-sweden-democrats-and-the-end-of-swedish-exceptionalism/
[34] Ibidem.
[35] Lee Tomson, D., The Rise of Sweden Democrats: Islam, Populism and the End of Swedish Exceptionalism, Brookings Institutions, 25 marzo 2020. https://www.brookings.edu/research/the-rise-of-sweden-democrats-and-the-end-of-swedish-exceptionalism/.
[36] Ibidem.
[37] Ibidem.
[38] Ibidem.
[39] Ibidem.
[40] Ibidem.
[41] Duxbury, C., ‘Make Sweden great again.’ Far right on the cusp of power, POLITICO, 8 settembre 2022. https://www.politico.eu/article/sweden-democrat-far-right-party-cusp-power/
[42] Tharoor, I., Sweden’s election marks a new far-right surge in Europe, The Washington Post, 16 settembre 2022.https://www.washingtonpost.com/world/2022/09/16/sweden-election-far-right-democrats/
[43] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[44] Duxbury, C., ‘Make Sweden great again.’ Far right on the cusp of power, POLITICO, 8 settembre 2022. https://www.politico.eu/article/sweden-democrat-far-right-party-cusp-power/
[45] Ibidem.
[46] Tharoor, I., Sweden’s election marks a new far-right surge in Europe, The Washington Post, 16 settembre 2022.https://www.washingtonpost.com/world/2022/09/16/sweden-election-far-right-democrats/
[47] Svezia: svolta a destra, ISPI, 16 settembre 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/svezia-svolta-destra-36181
[48] Lee Tomson, D., The Rise of Sweden Democrats: Islam, Populism and the End of Swedish Exceptionalism, Brookings Institutions, 25 marzo 2020. https://www.brookings.edu/research/the-rise-of-sweden-democrats-and-the-end-of-swedish-exceptionalism/
Foto copertina: The leader of the Sweden Democrats Jimmie Akesson delivers a speach at the party’s election watch in Nacka, near Stockholm late Sunday evening on September 11, 2022. (Photo by Jonathan NACKSTRAND / AFP) (Photo by JONATHAN NACKSTRAND/AFP via Getty Images)