Michel Barnier: il nuovo premier della Francia


Michel Barnier è una figura di spicco della politica francese ed europea, noto per la sua lunga carriera diplomatica e politica. La sua nomina a Primo Ministro della Francia rappresenta un cambiamento significativo nella leadership del Paese, non solo per il suo passato come negoziatore capo dell’Unione Europea per la Brexit, ma anche per il suo impegno di lunga data all’interno del panorama politico francese. Dura la posizione dell’opposizione. Ma chi è veramente Michel Barnier e cosa ci si può aspettare dal suo mandato?


Gli inizi della carriera: l’ascesa di un politico moderato

Nato il 9 gennaio 1951 ad Albertville, una cittadina nella regione della Savoia, Michel Barnier ha intrapreso la sua carriera politica in gioventù. Dopo aver completato gli studi all’Institut d’études politiques (IEP) di Parigi, si è avvicinato al partito gollista, che sarebbe poi diventato il Rassemblement pour la République (RPR), sotto la guida di Jacques Chirac.
Il suo primo successo politico risale al 1973, quando, a soli 22 anni, fu eletto consigliere generale della Savoia. La sua carriera decollò ulteriormente nel 1978, quando divenne il più giovane deputato dell’Assemblea Nazionale a soli 27 anni, un segno precoce della sua abilità politica e del suo impegno per la regione montuosa di cui è originario.

Ministro in vari governi

La carriera di Michel Barnier ha attraversato molteplici fasi, con ruoli chiave in diversi governi francesi. È stato ministro in diverse occasioni, spesso in portafogli importanti. Nel 1993 divenne Ministro dell’Ambiente sotto il Primo Ministro Édouard Balladur, e fu determinante nell’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali di Albertville nel 1992, il che lo rese una figura popolare nella politica francese.
Nel 1995, quando Jacques Chirac divenne presidente, Barnier ricoprì l’incarico di Ministro degli Affari Europei, consolidando il suo ruolo di interlocutore tra la Francia e l’Unione Europea. Da allora, ha svolto un ruolo centrale nelle relazioni franco-europee, diventando uno dei più esperti e rispettati politici europei.

Il ruolo chiave nella politica europea: Commissario e negoziatore per la Brexit

Il capitolo forse più noto della carriera di Barnier è il suo coinvolgimento diretto nella politica europea. Dopo essere stato Ministro degli Esteri dal 2004 al 2005, Barnier fu nominato Commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi dal 2010 al 2014, durante la presidenza di José Manuel Barroso. Durante il suo mandato, Barnier ha promosso riforme regolamentari post-crisi finanziaria e ha cercato di rafforzare l’integrazione del mercato europeo.
Tuttavia, il suo ruolo più prestigioso è stato quello di negoziatore capo dell’UE per la Brexit. Dal 2016 al 2020, Barnier ha guidato le complesse trattative con il governo britannico, cercando di garantire una transizione ordinata per il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. Questo periodo lo ha reso una delle figure politiche più visibili d’Europa, riconosciuto per il suo approccio calmo e metodico, cercando sempre di mantenere unità tra i 27 Stati membri dell’UE. La sua gestione delle negoziazioni ha rafforzato la sua immagine di uomo di Stato responsabile e capace di affrontare situazioni estremamente complesse.

Una candidatura presidenziale e il ritorno in politica interna

Dopo la conclusione delle trattative sulla Brexit, Michel Barnier si è concentrato sulla politica interna francese. Nel 2021, ha partecipato alle primarie dei Républicains (LR) per la candidatura alle elezioni presidenziali del 2022. Pur non riuscendo a vincere, ha mostrato una visione chiara per la Francia, basata sulla riforma delle istituzioni, una gestione più rigida dell’immigrazione e una difesa della sovranità francese, temi che hanno fatto eco a un elettorato di centro-destra sempre più disilluso dalle dinamiche interne del partito.
Anche se non ha raggiunto l’Eliseo, la sua reputazione come negoziatore esperto e politico pragmatico gli ha permesso di rimanere una figura centrale nel dibattito politico. La sua nomina a Primo Ministro riflette la fiducia nel suo approccio moderato e competente.

La visione politica di Barnier come Premier

Michel Barnier è considerato un politico moderato di centro-destra, con un forte impegno per l’integrazione europea e la sovranità nazionale. La sua esperienza nelle istituzioni europee e nelle trattative internazionali lo rende particolarmente qualificato per affrontare le sfide complesse che la Francia si trova ad affrontare in un contesto globale sempre più incerto.
Il suo governo probabilmente si concentrerà su una politica di riforme graduali, con un occhio di riguardo alla stabilità economica e sociale. Barnier ha sempre sottolineato l’importanza di un’Europa forte e unita, ma non senza criticare alcune delle politiche migratorie dell’Unione. Questo equilibrio tra europeismo e difesa degli interessi nazionali potrebbe caratterizzare il suo mandato da Primo Ministro, cercando di riconciliare le divisioni tra elettori euroscettici e pro-europeisti in Francia.

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Le sfide principali del suo mandato

Il nuovo premier avrà davanti una serie di sfide complesse da affrontare. In primis, la gestione della crisi economica post-pandemia e delle tensioni sociali legate alle riforme del sistema pensionistico e del mercato del lavoro. La Francia è inoltre alle prese con una crescente pressione migratoria e questioni di sicurezza interna, che saranno temi cruciali per il suo governo.Anche le relazioni internazionali, in particolare con l’Unione Europea e i paesi vicini, saranno al centro della sua agenda. Barnier dovrà cercare di mantenere il ruolo della Francia come leader europeo, soprattutto in un momento in cui l’UE si trova ad affrontare questioni come la guerra in Ucraina, la transizione energetica e la riforma delle istituzioni comunitarie. Michel Barnier arriva alla guida del governo francese con una lunga esperienza alle spalle e una reputazione di uomo di Stato solido e competente. Il suo approccio moderato, la sua conoscenza approfondita delle dinamiche europee e la sua capacità di negoziare in situazioni complesse lo rendono una figura ideale per gestire le sfide che attendono la Francia nei prossimi anni. Tuttavia, sarà cruciale per lui riuscire a conciliare le diverse anime del paese, rispondendo tanto alle esigenze dell’elettorato conservatore quanto a quelle di una società sempre più divisa. Barnier è pronto ad affrontare queste sfide, forte di una carriera che lo ha visto navigare attraverso le tempeste della politica nazionale e internazionale con saggezza e calma.

Tuona l’opposizione

Durissima la reazione del leader de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: “Michel Barnier non viene dal Nuovo Fronte Popolare che ha vinto le elezioni, ma da un partito che ha preso meno voti di tutti. L’elezione è stata rubata”. Per Mélenchon che ha chiamato alla “mobilitazione più massiccia possibile per la manifestazione del 7 ottobre” è “in corso una negazione della democrazia”.
Per il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, Barnier è ”un fossile” della vita politica, che certo ”non fa sognare”, anche se il partito di estrema destra non fa sapere che non presenterà una mozione di sfiducia immediata, come ha invece detto che avrebbe fatto per il repubblicano, Xavier Bertrand. Con Barnier, deplora il deputato lepenista Jean-Philippe Tanguy ai microfoni di France Inter, Macron ”fa in permanenza Jurassic Park, vale a dire che va a cercare dei fossili a cui cerca di ridar vita”.


Foto copertina: Michel Barnier