In Germania sono stati arrestati tre uomini sospettati di attività di spionaggio per la Cina. Tra loro l’assistente dell’europarlamentare Maximilian Krah, principale candidato dell’AFD alle prossime elezioni europee. Quello tedesco non si tratta di un caso isolato.
Lo spionaggio si sa è il secondo mestiere più antico del mondo. Diversi i motivi che possono portare una persona a tradire il proprio Paese per avvantaggiarne un altro. Lo si fa per motivi ideologici, perché si è ricattati, per vendetta o più banalmente per soldi.
Le notizie che arrivano dalla Germania, rischiano di scuotere il partito di estrema destra dell’AFD (Alternative für Deutschland che ne prende le distanze) dopo l’arresto del principale candidato di Maximilian Krah accusato di essere una spia al soldo di Pechino.
Lo scorso lunedì a Dresda in Germania la polizia ha arrestato il cittadino tedesco di origine cinese Jian Guo, che lavora per Krah come assistente al Parlamento europeo. Secondo il procuratore generale federale è accusato di aver agito come agente di servizi segreti stranieri in un caso particolarmente grave. Gli investigatori accusano espressamente l’uomo di aver fornito informazioni sui negoziati al Parlamento europeo e di aver spiato i membri dell’opposizione cinese in Germania. Il Parlamento europeo aveva precedentemente sospeso Jian Guo a causa delle accuse. Non è il primo caso in Europa di persone arrestate con l’accusa di spionaggio. Recentemente l’Austria ha affrontato il più grande caso di spionaggio degli ultimi anni, con l’arresto dell’ex ufficiale dei servizi segreti Egisto Ott si è scoperta una fitta rete di informatori che lavoravano per Mosca. In Germania un alto funzionario dell’AfD Petr Bystron è accusato di aver ricevuto finanziamenti illeciti dalla Russia. Sempre in Germania a Monaco di Baviera nel luglio 2021 è stato arrestato un uomo, tale Klaus L., che avrebbe fornito informazioni ai servizi segreti cinesi per oltre 10 anni, dopo essere stato per lungo tempo spia degli stessi tedeschi. In Estonia a marzo 2021 è stato condannato a tre anni di carcere per spionaggio pro-Pechino lo scienziato Tarmo Kõuts, figura che aveva accesso agli ambienti militari del piccolo Stato baltico.
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Il sistema di spionaggio della Cina all’estero
I servizi di intelligence cinesi sono formati da un’insieme di agenzie come istituti di ricerca, organi di stampa e di partito, uffici militari e polizia apparentemente slegati tra loro ma che lavorano in simbiosi. Unite, queste agenzie, creano un sistema capillare di informazione. In particolare le attività di spionaggio all’estero ricorrono al “supporto” di cittadini cinesi, magari nati fuori dalla Cina, ma che danno la possibilità a Pechino di raccogliere tante informazioni attraverso una estesa rete di influenza.
La legge del 2017
Nel giugno del 2017 in Cina è stata adottata una legge che richiede esplicitamente a tutti i cittadini cinesi e a tutte le aziende del Paese di collaborare con le strutture di intelligence nazionali. All’articolo 7 del testo si legge che “lo Stato proteggerà la singola organizzazione che ha sostenuto o collaborato con al lavoro di intelligenze”. Ancora nell’articolo 11 “Le istituzioni nazionali di lavoro di intelligence raccoglieranno e gestiranno legalmente informazioni relative a comportamenti che mettono in pericolo la sicurezza nazionale e gli interessi della Repubblica popolare cinese, condotti da istituzioni, organizzazioni o individui stranieri, che dirigono o finanziano altri per eseguire o che venga effettuato in collusione con istituzioni, organizzazioni o individui stranieri e nazionali; fornire una base di intelligence e di riferimento per prevenire, fermare e punire le condotte indicate”.
Stazioni di polizia e centri di ricerca
Il numero di cittadini cinesi residenti all’estero si aggira intorno ai 60 milioni presenti in 198 Paesi. Laddove è più massiccia la presenza di cittadini cinesi, vediamo la nascita e lo sviluppo di strutture provinciali della polizia cinese camuffate da uffici di servizi in territorio straniero. Ufficialmente questi uffici di servizi svolgono un ruolo di ufficii consolari paralleli, e forniscono servizi come rinnovo patenti, passaporti e altri documenti cinesi e funzionano come dei Caf pensati per aiutare la comunità cinese a esplicare pratiche a distanza nel proprio Paese d’origine. In realtà nascondo servizi di polizia dove lavorano persone del Mps, Ministero nazionale della Pubblica sicurezza, per controllare, gestire e indirizzare i cittadini cinesi. Secondo l’Ong spagnola «Safeguard Defenders» ci sarebbero 102 di questi uffici nel mondo. Ben 11 di questi sono in Italia, la percentuale più alta fra i 53 Stati in cui sono stati rilevati.
Oltre alle stazioni di polizia, il sistema di intelligence cinese prevede l’utilizzo di istituti di promozione culturale utilizzati non solo come legittimo strumento di diffusione della lingua e cultura di una nazione, ma anche per reclutare nuove spie e controllare i dissidenti. Tra questi istituti spicca l’Istituto Confucio che è un’istituzione per la diffusione all’estero della lingua e cultura cinese creata dall’Ufficio “Hanban” del Ministero dell’Istruzione della Repubblica Popolare Cinese. Gli Istituti Confucio erano, a fine 2019 (ultimo dato disponibile) oltre 550 con 1.172 Classi Confucio in 162 Paesi e regioni del mondo. Negli ultimi anni sono finiti nel mirino dei governi occidentali, a partire da quelli degli Stati Uniti e dei loro alleati nell’alleanza di intelligence Five Eyes (Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito), con l’accusa di spionaggio, propaganda e reclutamento.
Il caso tedesco (come quello austriaco) dimostrano come la contrapposizione tra l’Occidente e le altre potenze (in particolare Cina e Russia) si gioca anche attraverso l’antica arte dello spionaggio.
Foto copertina: ombre cinesi