Ieri la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari è diventata un ring dove si sono affrontati il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario e deputato di +Europa Riccardo Magi su cannabis, proibizionismo e antiproibizionismo.
Il 26 giugno è dal 1987 la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Ricorrenza istituita dall’ONU nell’ambito della quale il Governo ha organizzato, presso la Nuova Aula dei Gruppi parlamentari a Montecitorio, un convegno dal titolo molto significativo: “Giornata mondiale contro le droghe”. Chiaro quindi l’indirizzo generale degli interventi che hanno ricalcato, ovviamente, la posizione delle diverse anime della maggioranza sul tema. Diversi i relatori che hanno spaziato da esponenti esterni all’agone politico come Roberto Mancini a Max Giusti ad interventi più squisitamente istituzionali quali quelli del Presidente della Camera Lorenzo Fontana, il Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e, ovviamente, a quello conclusivo del Presidente del Consiglio Meloni. Ospiti d’onore il presidente e vicepresidente di Smart approach to Marjuana, organizzazione attiva nelle campagne di lobbying in contrasto alle politiche di legalizzazione e commercializzazione della cannabis negli Stati Uniti. Si è trattato quindi di un parterre con una chiara connotazione proibizionista.
Nel suo intervento conclusivo Giorgia Meloni non lascia spazio ad ambiguità: l’antiproibizionismo e la legalizzazione non hanno cittadinanza in questo governo. Il messaggio è chiaro “le droghe fanno male tutte, sempre e comunque, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna”. È un attacco a tutto campo, tanto che la Premier si scaglia anche contro il mondo dello spettacolo, colpevole di propagandare un messaggio sbagliato sul tema: “Film, serie tv… il messaggio sottinteso è sempre lo stesso: la droga è anticonformista, non fa male. E arriviamo al paradosso di avere serie che raccontano uno spacciatore come un eroe”. Giorgia Meloni, quindi, auspica un cambio totale anche nella narrazione sul piano educativo e culturale.
Durante l’intervento, il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi si alza in piedi ed espone un cartello che recita: “Cannabis non ci pensa lo stato, ci pensa la mafia”. Inizia così uno scambio di battute acceso tra Magi e Meloni, un intermezzo che riporta le lancette indietro ai tempi delle campagne elettorali.
Va quindi in scena una Giorgia Meloni battagliera che afferma “Dovreste sapere che non sono una persona che si fa intimidire, perché io so esattamente quello che sto facendo” e, ancora, “Dovete accettare che c’è un altro governo eletto dagli italiani per fare esattamente quello che sta facendo”. Da Fratelli d’Italia si stigmatizza il gesto di Magi bollandolo come “un’aggressione per impedirle di parlare”, al quale però, sempre dall’opposizione fa da controcanto Carlo Calenda (Azione) che sui social oggi scherza: “Ma in che senso “intimidire” stavano lì in due con un foglio A4?!”.
Lo scambio di battute tra Magi e Meloni si conclude con una stoccata della Premier: “Siamo stati per lunghi anni al 3% e sappiamo cosa si fa per avere visibilità”. Uscito dall’Auletta Riccardo Magi (+Europa) a margine dello scontro che l’ha visto protagonista, parlando con i giornalisti afferma “abbiamo interrotto questa serie di banalità proibizioniste per dire in faccia alla Premier che dopo 30 anni di menzogne il proibizionismo ha fallito”.
Magi sia nella scorsa legislatura che in quella attuale ha presentato proposte di legge in materia di regolamentazione del consumo, della produzione e commercio della cannabis ed è stato, tra l’altro, tra i proponenti del referendum dello scorso anno sul tema, poi bocciato a febbraio dalla Consulta. Ieri aveva tenuto, poche ore prima dello scontro con Meloni, una conferenza stampa per la presentazione del XIII Libro Bianco sulle Droghe, rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti e che contiene i dati relativi al contrasto all’uso di droghe in Italia e i suoi effetti sul sistema penale e carcerario italiano e dal chiaro sapore antiproibizionista.
In generale, distanze siderali dividono i due contendenti sul tema ed è anche evidente che non ci saranno sviluppi in senso antiproibizionista durante questa legislatura, ma, al contrario, si assisterà probabilmente ad un inasprimento della così detta “guerra alla droga”.
Il tema della legalizzazione e di un diverso approccio all’abuso di sostanze è un aspetto che probabilmente nel dibattito pubblico italiano tende a rimanere in disparte, anche se, forse, necessiterebbe di un dialogo franco e aderente ai dati reali. Sarebbe necessario evitare che un tema così impattante sulla vita di così tanti si riduca ad un semplice strumento propagandistico e, a volte, meramente retorico da parte di quanti, proibizionisti e antiproibizionisti si trovano sui due lati della barricata.
Foto copertina: Magi e Meloni