Dal 2003 ad oggi la situazione dell’Iraq ha subito un notevole cambiamento e il paese ha dovuto affrontare un processo di modernizzazione e democratizzazione unito alla lotta contro le diverse organizzazioni terroristiche locali, in primis lo Stato Islamico, che hanno minato la stabilità del paese e rappresentato una minaccia per la sicurezza del popolo iracheno.
Muscat (Oman) – Lo scorso ottobre 2021 si sono svolte le elezioni anticipate a causa delle proteste antigovernative che si erano sviluppate nel paese, in special modo nella capitale Baghdad e in città strategiche come Nasiriyah, Karbala, e Basra. Se la situazione politica interna del paese è in continuo sviluppo, lo Stato Islamico rappresenta un problema costante per la sicurezza del paese con le attività dei combattenti jihadisti incentrate principalmente nelle province di Kirkuk, Salaheddin e Diyala attraverso attacchi violenti, utilizzo di dispositivi esplosivi improvvisati (IED) rivolti contro il personale delle forze di sicurezza, sabotaggi ai danni di strutture del sistema elettrico, incendi dei territori agricoli, rapimenti ed estorsioni.
Durante il 31° Congresso Mondiale della Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) iniziato il 31 maggio 2022, conclusosi il 4 giugno 2022 e organizzato nella capitale dell’Oman, Muscat, abbiamo incontrato Ban Alkabran, membro del Consiglio del Sindacato dei giornalisti in Iraq e Responsabile della questione della parità di genere per discutere con lei l’attuale situazione di sicurezza irachena. Nell’analizzare la situazione della sicurezza dei giornalisti in Iraq e delle donne in particolare, Ban Alkabran ha dichiarato che “Il giornalista in generale vive una situazione di pericolosità considerando che il suo lavoro è quello di raccontare la verità. L’aspetto più importante per quel che concerne l’Iraq è il fatto che nel paese non ci sia attualmente nessun giornalista arrestato e questo si deve all’operato del sindacato dei giornalisti che io rappresento in questa conferenza. La nostra organizzazione raccoglie più di 20 mila giornalisti iscritti, di cui più di 4 mila sono donne, e a seguito del 2003 la stampa irachena si è aperta al mondo.”
Considerando l’attuale situazione in Ucraina e l’impatto che il conflitto ha su scala regionale e internazionale, in primis con il problema relativo all’approvvigionamento alimentare ed energetico, Alkabran ha sottolineato come “In generale questo conflitto ha avuto delle conseguenze significative su tutte le economie del mondo con un aumento dei prezzi che ha coinvolto non solo l’Iraq ma tutta la comunità internazionale. Vista la nostra storia passata a presente, in Iraq noi non amiamo le guerre e quindi non vogliamo vedere altri popoli oppressi. L’Iraq nella sua lotta al terrorismo è stato uno scudo per la difesa di tutta la nazione araba. Il problema del gas e dell’approvvigionamento energetico incide in primis sulla popolazione più povera. Quindi, questo problema dovrebbe essere affrontato a livello internazionale. In Iraq, come in altre parti del mondo, si è verificato un innalzamento dei prezzi dei generi alimentari mentre gli stipendi sono rimasti immutati e, in diverse situazioni, ad un livello basso che non garantisce stabilità e sicurezza economica.”
Il Dottor Hassan Al-Boudi, Segretario Generale del Sindacato dei Giornalisti dell’Iraq, incontrato sempre in occasione del 31° Congresso Mondiale dell’IFJ, ha sottolineato come “dal 2003 la situazione del paese mediorientale è migliorata grazie ad un sistema politico nuovo che si è aperto al resto del mondo e anche ad altri popoli. Siamo riuscito ad eliminare tutti gli ostacoli imposti dal vecchio regime di Saddam Hussein come le restrizioni sulla stampa e sull’attività politica e anche quelle sull’attività della società civile. Oggi nel nuovo Iraq le porte sono aperte alle organizzazioni internazionali e alle società civili internazionali ed esiste uno spazio considerevole per la libertà di stampa e di espressione. Ogni giornalista così come ogni cittadino iracheno può esprimere il proprio giudizio liberamente nei confronti dell’operato dei dirigenti e dei politici del paese, situazione completamente differente rispetto a quella precedente il 2003 quando esistevano soltanto due o tre canali locali e satellitari legati al regime. Dopo il 2003 l’articolo 38 della Costituzione dichiara espressamente la libertà di espressione, regola la stampa e le manifestazioni pacifiche e permette ad ogni cittadino iracheno di fondare un organo di stampa o creare un canale radiofonico, televisivo e satellitare. Attualmente in Iraq sono presenti più di 50 televisioni, decine di quotidiani e un numero significativo di emittenti radiofoniche e agenzia stampa. Tutti questi dati permettono di evidenziare un segnale positivo per la stampa irachena.”
L’Iraq è stato un baluardo nella lotta al terrorismo, in special modo contro lo Stato Islamico che continua ad essere presente nel paese. Parlando della sicurezza locale, Hassand al-Baoudi ha affermato che “l’Iraq ha difeso tutto il mondo contro il terrorismo essendo in prima fila nel combattere le diverse organizzazioni terroristiche che volevano portare i popoli all’oscurantismo. Il popolo iracheno ha versato il sangue nella lotta al terrorismo”.
Parlando del Governo di Baghdad e della situazione politica a seguito delle recenti elezioni, al-Baoudi ha precisato che “le recenti elezioni irachene sono state elezioni anticipate volute dal popolo iracheno, perché se ne è sentita l’esigenza. Siamo in una fase di costruzione del Governo iracheno e del paese e, come in tutte le democrazie, questi sono processi comuni. Le recenti elezioni sono i metodi democratici e corretti per poter formare un governo di coalizione nazionale. Certamente con il passare del tempo la democrazia in Iraq sarà consolidata e darà i frutti sperati visto che non esiste nessuna soluzione futura per l’Iraq che non contempli il consenso popolare e i meccanismi democratici.”.
*Articolo in media partnership con SpecialEurasia.
Foto copertina: L”Iraq è rimasto “non sicuro” per i giornalisti [Getty- archivio]