Ampio successo per la XVII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, spazio ormai cruciale dell’informazione internazionale.
Ucraina, intelligenza artificiale, crisi climatica, geopolitica, diritti umani: questi sono solo alcuni dei grandi temi affrontati nella XVII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Anche quest’anno il capoluogo umbro è stato al centro del consueto appuntamento che rappresenta uno dei momenti cruciali per l’informazione nazionale e internazionale.
Fondato nel 2006 da Arianna Ciccone e Christopher Potter, negli anni ha ampliato la sua caratura internazionale, ospitando giornalisti, scrittori, reporter, trasformando la città nella “capitale globale dell’informazione, per un appuntamento più internazionale che mai“[1]. Grazie al supporto di sponsor internazionali e campagne di crowdfunding, la manifestazione risulta essere totalmente gratuita ed aperta a tutti gli appassionati.
In questa edizione, svoltasi dal 19 al 23 aprile, oltre 500 speakers da tutto il mondo hanno partecipato a dibattiti, incontri, interviste, workshop interattivi, presentazione di libri e veri e propri panel, rendendo la città un crogiolo di cultura e informazione.
Molte anche le location che ogni anno ospitano gli incontri, tutte nel centro storico della città, tra antichi palazzi, teatri storici e suggestivi allestimenti. Da quest’anno il Festival ha introdotto la possibilità di assistere agli eventi in streaming, così da poterli seguire anche a distanza, ampliando la platea di ascoltatori; a rendere il Festival ancor più tecnologico ed internazionale, è il nuovo servizio di traduzione simultanea, W-Alspeech, per gli incontri in lingua straniera, dove la traduzione compare direttamente nel nostro cellulare connesso al servizio.
Tra gli incontri più seguiti, quello relativo alla repressione in Russia con Vera Politkovskaja, figlia di Anna, giornalista dissidente uccisa in Russia nel 2006. Forte e chiaro è stato il suo appello all’Europa per tutelare e proteggere i giornalisti dissidenti che chiedono asilo politico in Occidente. Emozionante è state anche il trailer del documentario “20 days in Mariupol”, dove i reporter ucraini Chernov, Stepanenko e Maloletka hanno mostrato per la prima volta in Italia la devastazione della città, simbolo del conflitto, nelle prime tre settimane di bombardamenti.
Il Festival ha concesso ampio spazio anche al tema dei diritti umani e dei migranti, con il giornalista Nello Scavo e l’attivista Cecilia Strada. Quest’ultima ha sottolineato sia le difficoltà crescenti delle associazioni umanitarie nel dar voce alle difficili condizioni del salvataggio in mare, sia l’ostilità a cui spesso le associazioni sono soggette.
Sul palco del Festival ha riscosso grande successo anche il premio Nobel per la pace 2021 Maria Ressa, giornalista filippina che ha testimoniato la crisi della democrazia e della libertà d’informazione da parte del governo filippino.
A riscuotere grande successo sono stati anche i temi di cronaca giudiziaria, come l’incontro su mafia e potere con il giornalista Lirio Abbate e il Procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, il quale ha difeso l’uso del carcere duro e il 41 bis, per i delitti di mafia: “Non è una pena in più – ha precisato -; non è che il mafioso detenuto deve stare peggio. È una misura di prevenzione e serve ad evitare che dal carcere continui a comandare”[2]. Discorso simile vale per l’uso delle intercettazioni, cruciale strumento di indagine, senza cui molte inchieste non sarebbero potute nascere.
Di forte impatto è stato anche l’incontro con Francesca Mannocchi, giornalista e inviata di guerra, che ha testimoniato al Festival le esperienze vissute nei territori più difficili – Afghanistan, Siria, Bangladesh – e quanto sia complesso non solo vivere queste condizioni in prima persona, ma anche come sia complicato raccontarle al pubblico occidentale. A proposito dell’attuale situazione in Ucraina ha aggiunto: “è evitabile – non dico giusto o sbagliato – ma è evitabile aiutare un paese invaso? (..) Questo ci porta alla domanda delle domande: quando chiediamo agli ucraini un negoziato, lo chiediamo per loro o per noi stessi? Ponetevi questa domanda, io da un anno me lo chiedo e chiedendomelo mi sono detta: no non è evitabile”[3].
Grande successo hanno riscosso anche alcuni volti più noti della televisione italiana, come Corrado Formigli, Roberto Saviano e l’intero cast di “Propaganda Live” diretto da Diego Bianchi.
Ampio spazio è stato dedicato anche ad altri temi della contemporaneità, con Daria Bignardi e la sociolinguista Vera Gheno, per l’incontro “Come le scrittrici hanno cambiato il mondo” sulla potenza dei libri nel cambiare la nostra esistenza e sul ruolo del femminismo nel mondo odierno.
Tutto questo senza dimenticare i temi del passato, per esempio con la presentazione del libro “Sarò la tua memoria” di Mario Calabresi, il quale intervista e racconta la storia delle sorelle Bucci, sopravvissute all’Olocausto. Lunghe file si sono formate anche per gli incontri con la giornalista Marianna Aprile e Luca Bottura, che hanno portato sul palco del Festival il loro programma radiofonico Forrest, “l’appuntamento quotidiano di disintossicazione dai talkshow”.[4]
Tanti, quindi, i temi e gli ospiti che si sono alternati nel capoluogo umbro, “per l’edizione più bella, più emozionante, ricca, partecipata, entusiasmante, internazionale di tutti questi anni”, ha affermato la co-fondatrice Arianna Ciccone. Appuntamento ora alla XIV edizione, dal 17 al 24 aprile 2024, sempre a Perugia, sempre al Festival del Giornalismo.
Note
[1] L’Ucraina al centro del Festival del giornalismo a Perugia, Ansa, 23 marzo 2023
[2] Maurizio de Lucia, cit. in Il procuratore di Palermo De Lucia: «Al 41 bis i boss che governano, non i killer che non sanno chi uccidono», il Quotidiano nazionale, 21 aprile 2023.
[3] Lo sguardo oltre il confine, intervista a Francesca Mannocchi, 22 aprile 2023 https://www.festivaldelgiornalismo.com/programme/2023/looking-beyond
[4] https://www.raiplaysound.it/programmi/forrest
Foto copertina: XVII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia